Consolato Villa Ada: Storia e Trasformazioni di un Gioiello Romano
Nella zona tra Via Salaria e il quartiere Parioli si estende la splendida Villa Ada, il secondo parco di Roma, dopo Villa Pamphiji. Come tutti i parchi di Roma, anche a Villa Ada appartiene quel fascino secolare che si cela nelle sue distese verdi e nelle sue dimore antiche.
Collocata in un posizione privilegiata, nel quartiere Salario, a due passi dai Parioli e dal Coppedè, i fiori all’occhiello di tutta la zona, Villa Ada rappresenta il secondo più grande parco pubblico di Roma dopo Villa Pamphjli. Meno dispersivo, più raccolto ma pur sempre di grande importanza storico culturale.
La storia di Villa Ada comincia nel XVII secolo, come sede del Collegio Irlandese, cioè come tenuta agricola, piuttosto che villa urbana. Fin dalle prime progettazioni che risalgono al XVII secolo, la Villa, con la costruzione di percorsi geometrici, era stata pensata come un “giardino di paesaggio”: un terreno dislivellato che, fin da subito, forniva panorami e sfondi romantici.
Pervenuta in proprietà dei principi Pallavicini, fu riorganizzata alla fine del ‘700 come “giardino di paesaggio”, creandovi percorsi geometrici e piccole costruzioni (come il Tempio di Flora, il Belvedere, il Cafehaus), ai quali il terreno dislivellato forniva sfondi e panorami già romantici. Anche per questo è stata scelta dalla famiglia reale dei Savoia come residenza.
Fu acquistata dai Savoia nel 1872: Vittorio Emanuele II ne amava il vasto parco, acquistò altri terreni per ingrandire la tenuta e vi fece realizzare lavori per migliorarne la funzionalità, e costruzioni di utilità, come scuderie. Alla morte del re la villa fu acquistata, nel 1878, da uno fra i più ricchi imprenditori italiani oltre ad essere amministratore dei beni di casa Savoia, Giuseppe Telfener, che la dedicò a sua moglie ribattezzandola villa Ada.
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Umberto I invece non amava vivere in campagna, e preferiva il Quirinale. La villa fu così venduta, a prezzo di favore, all’amministratore dei beni della famiglia reale il conte Tellfner, che la intitolò alla moglie Ada. Agli inizi del XIX secolo la villa fu riacquistata da re Vittorio Emanuele III che ne fece residenza privata e riserva di caccia.
Vittorio Emanuele III la riacquistò nel 1904 e la villa ridiventò residenza reale (Villa Savoia) fino al 1946. Dopo l’Unità d’Italia, la villa fu acquistata dai Savoia (1872), divenne residenza di re Vittorio Emanuele II e le fu dato il nome di villa Savoia, in onore della dinastia piemontese.
Alla caduta della monarchia la villa fu oggetto di un lungo contenzioso, a conclusione del quale una parte rimase proprietà privata dei Savoia ed è stata poi variamente alienata (ed è quella che conserva ancora - grazie all’abbandono in cui è rimasta - tracciati del giardino settecentesco), mentre la parte verso via Salaria fu acquisita al pubblico demanio nel 1957.
Nel pomeriggio del 25 luglio 1943, su decisione del gran consiglio del fascismo, massimo organo del partito, fu deposto e arrestato il dittatore Benito Mussolini da un plotone dell’Arma dei Carabinieri e scortato in un’autombulanza in due caserme dell’Arma fino al carcere presso l’isola di Ponza. Il 25 luglio 1943, all’angolo sud della palazzina, Benito Mussolini è arrestato.
Alla fine della seconda guerra mondiale, la villa fu acquistata dal Comune di Roma e aperta al pubblico. L’area pubblica è stata nel tempo variamente rimaneggiata e attrezzata e arborata (con specie non sempre autoctone).
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Villa Ada Savoia, con i suoi 160 mq di superficie, è il quarto parco pubblico più grande di Roma. Villa Ada è una vastissima zona alberata in parte addirittura boscosa che conserva ancora le caratteristiche di un’oasi di natura selvaggia che la fecero apprezzare dai Savoia.
La villa è attraversata dalla valle detta “delle Cavalle Madri” che passa tra collinette ombreggiate da splendidi alberi di alto fusto, tra cui prevalgono i pini marittimi. Percorrendo il viale che si snoda parallelamente alla via Salaria è possibile vedere, lungo il muro di cinta, le antiche costruzioni che segnano la posizione esatta delle catacombe di Priscilla, tra le più antiche di Roma.
Proseguendo, si arriva alla sommità di un colle da dove si può godere un bellissimo panorama di tutto il parco. In lontananza si profilano le dorsali di altri due colli, quello dei Finanzieri e quello di Monte Antenne ricoperto da un’oscura selva che circonda il forte in rovina. Ai piedi del colle si estende il verde intrico della valle del sughereto, uno dei punti più suggestivi di tutto il parco.
Oltre alla villa reale, che oggi ospita la sede dell’Ambasciata e del Consolato della Repubblica Araba d’Egitto, vi sono numerosi edifici neoclassici come la Villa Polissena, le Scuderie Reali e il Coffee-House settecentesco presso il Casino Pallavicino, meglio conosciuto come il Tempio di Flora. La Palazzina Reale è il casino nobile di Villa Savoia (l’attuale Villa Ada). Oggi l’edificio e il parco intorno sono di proprietà della Repubblica Araba d’Egitto e sede dell’Ambasciata in Italia di questo paese.
L’atto di acquisto dell’immobile e dell’area di pertinenza è stato stipulato, nel 1997, tra la società proprietaria e lo Stato egiziano per una somma di venticinque miliardi di lire. Il Ministero dei Beni Culturali, trattandosi di bene vincolato ai sensi della L. 1089/1939, avrebbe potuto esercitare il diritto di prelazione ma non lo ha fatto.
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Interessanti anche resti di archeologia industriale come il bunker, rifugio antiaereo reale, con un gigantesco camminamento carrabile chiuso da porte blindate che, fino agli anni ’60, ancora conteneva l’arredo originale e resti di armamento. Oggi è visitabile, su prenotazione, grazie alla convenzione tra il Comune di Roma e l’Associazione Roma Sotterranea.
Tuttavia sono numerosi gli angoli del parco che meritano di essere visitati. Uno dei punti di maggior richiamo è costituito sicuramente dal laghetto artificiale, realizzato in un avvallamento. Durante il periodo estivo all’interno del parco si svolgono manifestazioni e spettacoli musicali tra cui quella di “Roma incontra il mondo”, nei pressi del laghetto artificiale, una serie di concerti di world music organizzati dall’Arci, in collaborazione con il Comune di Roma, allo scopo di portare avanti iniziative a sostegno della pace e dell’integrazione multiculturale e contro la guerra, il razzismo, la globalizzazione e la pena di morte.
La Palazzina Reale di Villa Ada è costruita dai Savoia dal 1873 al 1875, sotto la direzione dell’ing. La facciata principale (a sud-est) ha un piccolo pronao con due coppie di colonne e un coronamento ad attico dalle linee spezzate. Nel rosone centrale in alto è riprodotto lo stemma di guerra sabaudo con il leone rampante con l’elmo di guerra. Una manifestazione dell’orgoglio della dinastia reale che affonda le sue radici millenarie nelle crociate (Amedeo III di Savoia partecipa alla seconda Crociata).
Il prospetto sud-ovest dispone di un atrio dal quale, mediante una scenografica scalinata, si scende al Giardino segreto, un giardino all’italiana percorso da vialetti decorati da statue e fontane, ispirato ai modelli rinascimentali e realizzato nel 1936 da Filippo d’Assia, marito di Mafalda di Savoia. All’interno, la residenza è stata realizzata per rispondere a tutte le esigenze di un palazzo reale con ambienti quali la Cappella Palatina, sul prospetto posteriore, la Sala da Ballo, la Stanza da Gioco e il cortile-serra a porticato, con colonne di ferro fuse e travi di ferro a T e coperto con lastre di cristallo. Molti arredi e suppellettili provengono dalla proprietà reale di Racconigi da dove sono trasportate dal 1919 al 1922, quando Vittorio Emanuele III si stabilisce nella palazzina con la famiglia. Attualmente, a causa della fretta con cui i Savoia lasciarono la residenza nel 1943, molti arredi di allora sono ancora al loro posto.
Nel settore Nord di Villa Ada Savoia si trova il Forte Antenne, una delle quindici fortificazione che furono erette per difendere Roma tra il 1878 e il 1884. Gli impianti del forte, tuttavia, furono successivamente abbandonati. Anticamente nella zona del forte sorgeva la piccola città di Antemnae, il cui nome deriverebbe da “ante amnem”, per la sua posizione di fronte al fiume, che Varrone specifica ulteriormente indicando il punto dove l’Aniene confluisce nel Tevere. Antemnae fu una delle più antiche cittadelle fortificate del Lazio e per le sue lontane origini è legata alla storia più antica di Roma e alle sue leggende, tra cui anche il famoso ratto delle Sabine.
La data della scoperta archeologica dell’antica cittadina coincide con l’inizio dei lavori per la realizzazione del forte nel 1878. Furono scoperti diversi reperti in materiale ceramico e resti dell’abitato con fondi di capanne, case con fondazioni realizzate in blocchi di tufo, un complesso sistema idrico con pozzi, cunicoli e cisterne. In due punti fu possibile rinvenire anche le mura di fortificazione, risalenti al periodo tra la fine del VI secolo e l’inizio del V secolo a.C.; un tempio, costruito in età tardo-arcaica, continuò a vivere nel periodo repubblicano. Oggi, tuttavia, non rimane nulla di tanti resti, tranne un cunicolo e un pozzo a monte del penultimo tornate della strada che conduce alla collina.
Piglia nome da questa villa anche un gruppo musicale reggae, i Villa Ada Posse. Gran parte del romanzo di Niccolò Ammaniti, intitolato Che la festa cominci, si svolge all’interno del parco di Villa Ada.
A vederla d’inverno sembra un’oasi di pace e tranquillità in cui calarsi per sfuggire dal trambusto del traffico appena fuori le sue mura; a vederla d’estate, è una gran concentrato di giovani e famiglie che non si perderebbero per nulla al mondo il refrigerio sotto l’ombra dei suoi alberi. Inoltre, a partire dalla stagione primaverile Villa Ada diventa sede di numerosi eventi, concerti e iniziative molto interessanti rivolte soprattutto ad un pubblico giovanile.
Sia con il freddo che con il caldo, la Villa più famosa di Roma, sprigiona un’atmosfera particolare; sembrerebbe un luogo incantato esulato dal resto della città, un’area verde dove il silenzio e la tranquillità hanno la meglio. E se preferite, invece, essere circondati da un clima più festaiolo, non temete, basta dirigersi verso lo storico “pratone”, a suo tempo meta preferita degli hippie, dove ancora oggi gruppi di ragazzi amano far baldoria a suon di tamburi. Quando le giornate cominciano a farsi più calde il pratone diventa la meta più ambita del parco per i giovani, soprattutto nei sabato pomeriggio. Quante volte ha fatto da sfondo a storie d’amore ed è stato galeotto per numerose coppiette… Sembra quasi di trovarsi in un posto fuori dal mondo dove ci si sente liberi e non si ha paura di esprimere a pieno la propria personalità.
Del resto, è sempre stato questo lo spirito della Villa; negli anni addietro era molto più forte, oggi è un po’ calato ma ogni manifestazione che vi si organizza all’interno resta ancora fedele ai suoi antichi principi. Che vedono la lotta per la pace, la lotta contro la guerra, il razzismo, i pregiudizi, la pena di morte e l’invito ad un’integrazione multiculturale. Principi che vengono espressi principalmente nell’iniziativa “Roma incontra il mondo”, che tutte le estati, dal 1994, si tiene presso il laghetto della Villa.
Dunque, se volete incorniciare i vostri momenti più romantici di un’atmosfera allegra e frizzantina, siete nel posto giusto, soprattutto se vi ci recate in una sera d’estate. Mentre se avete intenzione di regalare al vostro amato/a momenti più intimi, una passeggiata per le stradine della Villa farà al caso vostro. Specie nei pomeriggi d’inverno non troppo freddi, quando quella piacevole aria fresca tipica delle giornate di sole degli inverni romani, raffredderà i vostri volti ma non i vostri cuori.
Villa Ada, in via Salaria, l’Ambasciata d’Egitto, che ha in dotazione uno degli edifici più belli dell’ex riserva di caccia dei Savoia, ha aperto ieri sera le porte per il quarantacinquesimo anniversario della vittoria su Israele (6 ottobre 1973) nella guerra dello Yom Kippur (la festa più importante del calendario ebraico). A fare gli onori di casa l’ambasciatore Hisham Badr: «Benvenuti per questa data importante per il nostro Paese». Tra gli ospiti autorità diplomatiche e militari; il Consigliere per gli Affari Militari del Presidente della Repubblica Italiana, Roberto Corsini; il Colonnello, Hani Abdel Wahab, addetto alla Difesa. Ma anche un gran numero di personalità della comunità egiziana a Roma, rappresentanti del Centro islamico e una delegazione della Chiesa copta capitolina.
Un ricevimento negli splendidi saloni della residenza, durante il quale l’ambasciatore Badr ha tenuto a ringraziare il Ministero della Difesa italiano per la sua ampia cooperazione con l’Ufficio di difesa egiziano. E poi ha tenuto a sottolineare gli ottimi rapporti con il nostro Paese: «Egitto e Italia sono due Paesi che insieme possono cambiare le sfide del Mediterraneo».
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