Novità nel Decreto Turismo: Sostegno e Innovazione per il Settore
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto-legge del 20 giugno 2025 contenente una serie di interventi urgenti in materia economica, sociale e infrastrutturale. Tra le misure più significative figurano in tema di lavoro, per il Terzo settore ed il turismo, fondi dedicati al sostegno contro i cambiamenti del mercato e dai costi della vita per l’accesso a servizi essenziali e strumenti di welfare abitativo. Il Milleproroghe 2025 conferma e proroga una serie di misure che puntano a sostenere il settore turistico e a rafforzare la competitività delle imprese.
Sostegno Economico e Proroghe
Le imprese che operano nel settore turistico-ricettivo, già beneficiarie delle agevolazioni previste dal Decreto Legge 152/2021 (detto anche Decreto Pnrr o Superbonus 80% turismo) avranno tempo fino al 31 ottobre 2025 per completare interventi mirati al miglioramento delle loro strutture, grazie alla proroga prevista dal Milleproroghe 2025. Questi fondi si rivolgono in particolare alle attività che hanno subito una diminuzione delle presenze turistiche a causa della scarsa neve nel periodo dal 1° novembre 2023 al 31 marzo 2024. Questa misura rappresenta una risposta alle difficoltà di un settore fortemente influenzato dai cambiamenti climatici, offrendo un sostegno economico per favorire il rilancio delle attività e preservare l'attrattività delle destinazioni montane.
Transizione Energetica e Flessibilità Contrattuale
La transizione energetica è al centro delle politiche di rilancio del turismo. Fino al 31 dicembre 2025, sarà possibile installare impianti fotovoltaici in aree di proprietà delle strutture ricettive e termali attraverso una procedura semplificata. Per far fronte alle esigenze del turismo stagionale, è stata prorogata al 31 dicembre 2025 la possibilità di stipulare contratti a termine di durata superiore ai dodici mesi, fino a un massimo di ventiquattro mesi. Questa disposizione offre maggiore flessibilità ai datori di lavoro nel settore privato, consentendo di adattare la forza lavoro alle specifiche esigenze delle stagioni turistiche.
Contratti di Sviluppo: Incentivi per Investimenti di Grande Entità
Il Contratto di Sviluppo è un incentivo mirato a sostenere investimenti di grande entità nei settori industriale, agro-industriale, turistico e della tutela ambientale. Richiede un investimento minimo di 20 milioni di euro, ridotto a 7,5 milioni di euro per i progetti di trasformazione di prodotti agricoli o turistici localizzati nelle aree interne del Paese, come il recupero di strutture dismesse. È destinato a imprese italiane ed estere, con un massimo di 5 aziende coinvolte per contratto, tra cui un’impresa proponente, responsabile tecnica ed economica dell’iniziativa, e imprese aderenti che realizzano i progetti. Inoltre, può includere progetti di ricerca, sviluppo e innovazione. I contratti possono essere gestiti congiuntamente mediante un contratto di rete, con un organo comune che si occupa delle relazioni con Invitalia.
Aggiornamenti al Decreto Ministeriale del 6 Novembre 2024
Il Decreto ministeriale del 6 novembre 2024, pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, apporta modifiche significative alla disciplina dei contratti di sviluppo, aggiornando quanto previsto dal DM 9 dicembre 2014. Il Decreto ministeriale del 6 novembre 2024 introduce importanti aggiornamenti all’articolo 7 del DM 9 dicembre 2014, ridefinendo le categorie di programmi ammissibili e le modalità di intervento nel settore turistico.
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Tra le principali novità vi è una più chiara definizione delle tipologie di interventi che possono beneficiare delle agevolazioni. In particolare, sono agevolati i progetti che puntano a potenziare e migliorare l’offerta ricettiva, come la realizzazione di nuove strutture turistiche, l’ampliamento di quelle esistenti (a condizione che si aumenti la capacità ricettiva di almeno il 20%) e l’introduzione di nuovi servizi per arricchire l’esperienza dei clienti. Oltre a ciò, sono previsti incentivi per la realizzazione di strutture polifunzionali e infrastrutture turistiche capaci di valorizzare il territorio e accrescere la sua attrattività. Un’altra innovazione importante riguarda il sostegno ai progetti di innovazione e digitalizzazione. Dal punto di vista operativo, il decreto semplifica la gestione dei programmi di sviluppo consentendo di articolarli in più progetti d’investimento, a patto che soddisfino alcune condizioni. Ad esempio, possono essere realizzati da un’unica impresa o da imprese appartenenti allo stesso gruppo, oppure da più aziende che collaborano per creare un’offerta turistica tematizzata e distintiva.
Il Decreto ministeriale del 6 novembre 2024 introduce importanti aggiornamenti alla disciplina dei contratti di sviluppo nel settore agroindustriale. Questi cambiamenti mirano a promuovere investimenti di grande portata e a garantire un utilizzo più efficiente delle risorse pubbliche, allineandosi alle disposizioni già previste per i programmi industriali e turistici. Queste disposizioni mirano a incentivare la realizzazione di progetti di trasformazione agroindustriale di dimensioni significative, favorendo economie di scala e una maggiore competitività delle imprese. Allo stesso tempo, l’adozione di un sistema progressivo di contribuzioni garantisce un utilizzo più responsabile e mirato delle risorse pubbliche, in linea con gli obiettivi di sviluppo regionale.
Il Decreto ministeriale del 6 novembre 2024 ha aggiornato le modalità di intervento per i progetti di ricerca e sviluppo (R&S), adeguando l’elenco delle tecnologie ammissibili agli obiettivi del programma europeo “Horizon Europe”. Inoltre, sono stati rivisti i criteri di ammissibilità per le spese generali e per i materiali, con l’obiettivo di ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche e di migliorare l’efficacia degli interventi. Queste modifiche mirano a incentivare progetti più strategici e tecnologicamente avanzati, aumentando il livello di competitività delle imprese italiane e favorendo collaborazioni tra più soggetti, senza vincoli territoriali.
Misure per il Lavoro e il Welfare Abitativo nel Settore Turistico
In tema di lavoro e coesione sociale, il decreto introduce nuove risorse per la sanità, il volontariato e le fasce vulnerabili, intervenendo su più livelli. Si potenzia l’assistenza sanitaria attraverso uno stanziamento triennale a favore degli IRCCS specializzati in dermatologia, finalizzato al miglioramento dei livelli essenziali di assistenza. Contestualmente, si rafforza il sostegno alle organizzazioni del Terzo settore, con contributi aggiuntivi sia per le attività generali che per la tenuta operativa degli enti.
Una delle misure più importanti per i datori di lavoro riguarda il settore turistico-ricettivo, che beneficia di un intervento articolato volto a migliorare il benessere abitativo dei lavoratori del settore, cercando di migliorare il reperimento del personale. Il decreto prevede lo stanziamento di 44 milioni di euro nel 2025 e 38 milioni per ciascuno degli anni 2026 e 2027 per finanziare:
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- Investimenti nella riqualificazione energetica e sostenibile di immobili destinati ai lavoratori del comparto.
- Contributi per sostenere i costi di locazione agevolata degli alloggi, con affitti ridotti di almeno il 30% rispetto al mercato.
I beneficiari sono i soggetti (aziende o enti) che gestiscono alloggi o strutture per personale turistico. Il contributo è subordinato alla garanzia che l’alloggio venga messo a disposizione per almeno 5 anni a condizioni agevolate. Il beneficio riguarda imprese che gestiscono alloggi, strutture ricettive o esercizi di somministrazione. Gli immobili dovranno essere destinati ai lavoratori per almeno 5 anni, con contratto agevolato. Il contributo è concesso previa verifica dei requisiti da parte del Ministero del Turismo. Si tratta di un intervento di portata nazionale che mira a ridurre il disagio abitativo, aumentare la stabilità lavorativa stagionale e valorizzare i territori a forte vocazione turistica.
Per l'operatività è espressamente previsto un decreto attuativo da emanarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore del DL, che specificherà: l’entità del contributo per singolo progetto; le condizioni minime contrattuali (es. Concessione a valere sulle risorse di cui all’art. 3-quinquies, del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 febbraio 2023, n.
Tabella riassuntiva delle principali voci di spesa
Ambito | Beneficiari | Risorse stanziate |
---|---|---|
Sanità | IRCCS dermatologici | 5 mln €/anno (2025-2027) |
Assistenza sociale | Interventi vari (ex art. 1, c. 186 L. | N.D. |
Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive (BDSR)
Il 6 giugno 2024, il Ministero del Turismo ha emanato il decreto ministeriale che mette in pratica le disposizioni dell’articolo 13-ter, comma 13, del Decreto legge del 18 ottobre 2023, n. 145, trasformato in Legge con modifiche il 15 dicembre 2023, n. 191. Il Decreto ministeriale del 6 giugno 2024 segna un passo significativo verso una maggiore trasparenza e coordinamento nel settore turistico italiano. La Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive e degli immobili per locazioni brevi o scopi turistici (BDSR), istituita dall’articolo 13-quater, comma 4, del Decreto-legge del 30 aprile 2019, n. 34, convertito con modifiche nella legge del 28 giugno 2019, n. La BDSR facilita il coordinamento delle informazioni tra amministrazioni statali e locali, offrendo una mappatura dettagliata delle strutture ricettive a livello nazionale e contribuendo a combattere l’ospitalità irregolare.
Durante la fase “Pilota”, il Ministero del Turismo, in collaborazione con le Regioni e le Province autonome, prepara la BDSR per il funzionamento completo. I dati essenziali sono trasmessi entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto tramite un file CSV standardizzato e il Ministero fornisce supporto tecnico per risolvere eventuali criticità. Una volta attivata la BDSR, i titolari e i gestori delle strutture ricettive, nonché i locatori, devono completare e aggiornare le informazioni relative alle loro proprietà per avere il CIN. Se una struttura non è presente nella BDSR o se non si riesce ad accedere al database, è necessario segnalare il problema alle Regioni e Province autonome competenti tramite una procedura telematica. Le autorità hanno 30 giorni per verificare la conformità della struttura alle normative. Se la verifica è positiva, il dato viene aggiornato e il CIN verificato rilasciato.
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