Disoccupazione Lavoratori Stagionali nel Turismo: Cause e Soluzioni
La disoccupazione è un fenomeno complesso che affligge le economie a livello globale, con impatti profondi sia sul piano individuale che collettivo. Essa si verifica quando una persona che cerca attivamente lavoro non riesce a trovarlo.
Tipologie di Disoccupazione
- Disoccupazione frizionale: è una forma temporanea di disoccupazione che si verifica quando le persone cambiano lavoro o entrano nel mercato del lavoro. È quel tipo di disoccupazione che nasce dal normale turnover nel mondo del lavoro (ovvero persone che entrano ed escono dalla forza lavoro e dalla continua creazione/distruzione di impieghi). Si tratta di un fenomeno naturale, solitamente di breve periodo, che contraddistingue le economie dinamiche e in crescita. Deriva, infatti, dalle imperfezioni nel processo di abbinamento tra posti di lavoro disponibili e lavoratori in cerca della migliore occupazione possibile.
- Disoccupazione strutturale: questa forma di disoccupazione si verifica quando c’è un mismatch tra le competenze dei lavoratori e quelle richieste dal mercato. In altre parole, è la mancata simmetria tra le abilità del lavoratore e quelle richieste dal datore di lavoro. Il progresso tecnologico, per esempio, impone nuove specializzazioni in molti settori, rendendo inadeguati i lavoratori che ne siano privi.
- Disoccupazione stagionale: è la mancanza di lavoro causata dalle variazioni climatiche e stagionali.
- Disoccupazione ciclica: è legata ai cicli economici di espansione e recessione. È la disoccupazione determinata dalle variazioni del ciclo economico.
Il Problema della Disoccupazione Stagionale nel Turismo
Il lavoro stagionale si riferisce a un tipo di occupazione che ha una durata limitata ad un periodo dell’anno. Il settore turistico, da sempre trainante per l’economia italiana, vive un paradosso: da un lato, la richiesta di lavoratori stagionali è in aumento, con numeri da record per il 2024 (440mila richieste); dall’altro, la carenza di giovani disponibili, che lamentano stipendi bassi, orari flessibili e precari, mancanza di prospettive di crescita e condizioni lavorative non ottimali. Ben il 70% di giovani lavoratori non trova più il settore turistico attrattivo.
Alcune analisi condotte da Federturismo, stimano che il settore turistico italiano abbia sofferto una carenza di circa 800.000 lavoratori, di cui una grande fetta di giovani. Questo, nonostante i dati da record del turismo degli ultimi anni.
Cause della Carenza di Giovani Lavoratori
Da diverso tempo, ogni anno, sentiamo parlare della carenza di giovani lavoratori nel settore turistico durante il periodo estivo, senza un quadro generale chiaro. Secondo Giovanni Cafagna, presidente dell’Associazione nazionale Lavoratori stagionali (Anls), una delle cause principali è il dimezzamento del sussidio di disoccupazione per i lavoratori stagionali nel 2015. Prima del 2015, infatti, i lavoratori stagionali lavoravano per sei mesi e gli altri mesi ricevevano il sussidio.
Al secondo posto, tra le cause della carenza di giovani nel settore turistico, c’è un dato scientifico e cioè il calo demografico della popolazione. Ogni anno entrano nel mondo del lavoro 300/400.000 persone in meno rispetto a venti o trent’anni fa, e questo è un grosso problema.
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Conseguenze per il Turismo
Le conseguenze del calo di giovani lavoratori, creano un effetto farfalla sull’intero settore turistico. Con una minore disponibilità di personale, i turni di lavoro sono più lunghi e questo causa difficoltà nel garantire un servizio efficiente. Attrarre i turisti, soprattutto stranieri, diventa un tema spinoso, vista la loro richiesta di un servizio di alto livello. Per provare a sopperire a queste problematiche, le imprese devono fare un possibile ricorso a lavoratori stagionali stranieri, con costi più elevati.
Soluzioni Proposte
Le aziende hanno bisogno di lavoratori e i giovani di lavoro. Ma quali soluzioni si possono mettere in campo per risolvere questa dinamica? A detta dei rappresentanti di categoria, è un problema che lo Stato dovrebbe gestire come ha fatto parecchi anni fa quando è stato introdotto il sussidio, poi rimosso nel 2015. Sarebbero necessarie politiche di sostegno, con incentivi alle imprese che assumono giovani, agevolazioni fiscali e programmi di formazione specifici per il settore turistico.
La NASpI come Supporto per i Lavoratori Stagionali
La NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori che hanno perso involontariamente il loro impiego. Sebbene sia destinata a tutti i lavoratori dipendenti, la NASpI assume un ruolo particolarmente rilevante per i lavoratori stagionali, specialmente quelli del settore turismo e agricolo.
Cos’è la NASpI?
La NASpI è un’indennità introdotta dal Decreto Legislativo n. 22 del 4 marzo 2015, che ha sostituito le precedenti indennità di disoccupazione (Aspi e mini-Aspi). Si tratta di un sussidio economico erogato dall’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale) ai lavoratori che si trovano in stato di disoccupazione involontaria.
Chi può accedere alla NASpI?
La NASpI è destinata ai lavoratori dipendenti, compresi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative con un rapporto di lavoro subordinato, il personale artistico con contratto di lavoro subordinato e i dipendenti pubblici con contratto a tempo determinato. Non sono invece inclusi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e i lavoratori agricoli a tempo determinato o indeterminato. I lavoratori che versano esclusivamente alla gestione separata INPS, come i co. co. co. La NASpI non coinvolge nemmeno i lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per il lavoro stagionale.
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Requisiti per l’Accesso alla NASpI per i Lavoratori Stagionali
Per accedere alla NASpI, i lavoratori stagionali devono soddisfare una serie di requisiti specifici:
- Stato di disoccupazione involontaria: Il primo requisito fondamentale per l’accesso alla NASpI è trovarsi in stato di disoccupazione involontaria. Questo significa che il lavoratore deve aver perso il lavoro per cause non dipendenti dalla sua volontà, come la scadenza naturale di un contratto a termine.
- Contributi versati: Un altro requisito essenziale è l’aver accumulato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione. Questo requisito garantisce che la NASpI sia riservata a chi ha effettivamente avuto un rapporto lavorativo continuativo, seppur stagionale.
Termine di 68 Giorni per la Domanda di NASpI
Uno degli aspetti più importanti da considerare è il termine per la presentazione della domanda di NASpI. Generalmente, la domanda deve essere presentata entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Tuttavia, esistono delle deroghe e specifiche situazioni che possono estendere o modificare questo termine.
Deroga al Termine di 68 Giorni
Per i lavoratori del settore turismo e agricolo, è prevista una deroga al termine di 68 giorni in casi particolari. Ad esempio, in situazioni di calamità naturali o crisi aziendali che impediscono la tempestiva presentazione della domanda, il termine può essere prorogato. Oppure in caso di maternità insorta durante il termine dei 68 giorni. È importante che i lavoratori stagionali conoscano questa possibilità per evitare di perdere il diritto all’indennità.
Esempi Pratici
Lavoratore Stagionale nel Settore Turismo
Mario è un lavoratore stagionale impiegato come cameriere in un hotel di una località turistica estiva. Il suo contratto, della durata di 6 mesi, termina a fine settembre. Mario ha accumulato 20 settimane di contributi nei quattro anni precedenti. In questo caso, Mario ha diritto alla NASpI e deve presentare la domanda entro 68 giorni dalla fine del contratto.
Lavoratore Stagionale nel Settore Agricolo
Giulia lavora come raccoglitrice di frutta durante la stagione estiva. Il suo contratto è terminato a fine agosto, e ha accumulato 15 settimane di contributi nei quattro anni precedenti. Anche Giulia ha diritto alla NASpI e può beneficiare della deroga al termine di 68 giorni in caso di calamità naturali che abbiano reso difficile la presentazione tempestiva della domanda.
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Importo della NASpI e Durata
Calcolo dell’Importo
L’importo della NASpI è determinato in base alla retribuzione media mensile imponibile degli ultimi quattro anni di lavoro, considerando anche i contributi figurativi. In particolare, l’indennità è pari al 75% della retribuzione media mensile, se questa non supera un importo stabilito annualmente (che per il 2024 è di circa 1.277,55 euro). Per le retribuzioni superiori, si aggiunge il 25% della differenza tra la retribuzione media e il suddetto importo.
L’indennità subisce una riduzione del 3% a partire dal quarto mese di fruizione.
Durata della NASpI
La durata della NASpI varia in base alla contribuzione versata: il periodo massimo di fruizione è pari alla metà delle settimane di contribuzione versate negli ultimi quattro anni, con un massimo di 24 mesi. Per i lavoratori stagionali, spesso il periodo di fruizione è più breve, dato che la contribuzione può essere discontinua.
NASpI nel Settore Turismo e Agricolo
Il settore turismo e quello agricolo sono caratterizzati da una forte stagionalità, con periodi di lavoro intensi seguiti da periodi di inattività. Questo rende la NASpI un supporto fondamentale per i lavoratori di questi settori durante i periodi di inattività.
Settore Turismo
Nel settore turismo, la NASpI è particolarmente rilevante durante i mesi di bassa stagione, quando la domanda di manodopera si riduce drasticamente. I lavoratori stagionali possono utilizzare l’indennità per coprire i mesi in cui non hanno un impiego.
Settore Agricolo
Anche nel settore agricolo, caratterizzato da raccolti stagionali e da periodi di inattività forzata, la NASpI rappresenta una risorsa importante per garantire un reddito minimo ai lavoratori stagionali nei periodi di inattività.
Implicazioni Fiscali della NASpI
L’importo della NASpI è soggetto a tassazione come reddito da lavoro dipendente. Questo significa che l’indennità è assoggettata all’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) e viene calcolata sul totale delle somme percepite. Inoltre, è possibile che la tassazione della NASpI possa influire sul calcolo degli scaglioni IRPEF e sull’aliquota marginale applicata al contribuente.
Dichiarazione dei Redditi
I beneficiari della NASpI devono indicare l’importo ricevuto nella dichiarazione dei redditi annuale (modello 730 o Modello Redditi PF).
Contributo addizionale NASpI
Il contributo addizionale NASpI è una somma che i datori di lavoro devono pagare per ogni contratto a tempo determinato. Questo contributo è pari all'1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Alcune attività stagionali, elencate nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 1525 del 1963 (DPR n. 1525/1963), sono esenti dal pagamento del contributo addizionale NASpI.
Le attività turistico-ricettive, di ristorazione, bar, locali e simili non rientrano automaticamente tra le attività stagionali esentate dal contributo addizionale NASpI, visto che non sono incluse nell'elenco del DPR n. 1525/1963. Questo decreto individua le attività riconosciute come stagionali ai fini della normativa sul lavoro, ma non menziona esplicitamente ristoranti, bar, alberghi, campeggi, stabilimenti balneari o altre strutture ricettive.
L'elenco include solo alcune attività del settore turistico, come quelle svolte in colonie montane, marine e curative, o in aziende turistiche con un periodo di inattività di almeno 70 giorni continuativi o 120 giorni non continuativi nell'anno solare.
L'INPS ha specificato che, anche se un'attività è considerata stagionale secondo i contratti collettivi, se non è inclusa nell'elenco del DPR n. 1525/1963, il datore di lavoro è tenuto a versare il contributo addizionale NASpI.
I lavoratori a tempo determinato assunti nell’ambito di attività "per fare fronte a intensificazioni dell'attività lavorativa in determinati periodi dell'anno, nonché a esigenze tecnico-produttive o collegate ai cicli stagionali dei settori produttivi o dei mercati serviti dall'impresa, secondo quanto previsto dai contratti collettivi di lavoro", ancorché definite "stagionali" dall’articolo 11 della legge n. 203/2024, non rientrando queste nell'elencazione recata dal D.P.R. n.
La durata della NASpI è pari alla metà delle settimane di contribuzione versate negli ultimi quattro anni, con un massimo di 24 mesi.
Altre Informazioni Utili
- La domanda può essere presentata online, dalla piattaforma INPS.
- La NASpI è attribuibile dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro, se la domanda è presentata entro l’ottavo giorno.
- Per stabilire l’importo mensile dell’indennità di disoccupazione, bisogna prendere come riferimento la media delle retribuzioni degli ultimi quattro anni e l’importo stabilito dalla normativa, rivalutato ogni anno secondo le variazioni dell’indice ISTAT. Si riduce del 3% ogni mese a partire dal primo giorno del sesto mese di fruizione.
- Tra le tipologie di lavoratori che possono fare domanda, sono compresi i titolari di partita Iva, ma a determinate condizioni. La principale è che abbiano svolto, parallelamente a quella da liberi professionisti, un’attività subordinata, persa per cause involontarie.
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