Emozioni in Viaggio: I Benefici Inaspettati per Mente e Corpo
Chi l'ha detto che con i bambini si smette di viaggiare? Quando si sceglie di partire con i bambini, soprattutto piccoli, la spensieratezza della vacanza viene pregiudicata dai timori organizzativi (alimentazione, ritmi differenti e sicurezza) che spesso fanno pensare di rinunciare al viaggio, ancora prima di partire.
Il viaggio è nella testa. Una frase fatta? Non proprio. Se da sempre per l’essere umano spostarsi, per dovere o per diletto, rappresenta una pietra miliare dell’esistenza, crocevia di emozioni, sfide e rinunce, il viaggio dei tempi moderni può essere invece una panacea per molti mali e sortire innumerevoli benefici a livello psicofisico purché venga affrontato con la giusta predisposizione d’animo.
La Scienza Dietro al Benessere in Viaggio
La scienza conferma a gran voce quanto un viaggio di piacere - quindi non di lavoro! - sia un antidoto ai sintomi di stress e burnout. Come ti ho descritto nel post sulla gratitudine in viaggio, provare emozioni positive stimola la produzione di dopamina nel cervello, inducendo uno stato di benessere. Prendere del tempo per sé viaggiando, non è egoismo o uno sfizio, ma è il giusto compromesso dalla quotidianità per ristabilire il nostro benessere psicofisico.
«Alcune persone hanno una predisposizione particolare nei confronti del viaggiare - spiega Andronico - che diventa un atto connaturato alla loro identità e personalità. Si tratta di persone con una spiccata intelligenza sociale ed emotiva. Ci sono poi persone meno inclini al viaggio ma che hanno necessità di viaggiare per determinati motivi. «La scelta di un tipo di un viaggio, o vacanza, viene quindi condizionata da molteplici fattori - prosegue la psicologa - che influiscono anche sugli effetti del viaggio relativamente a chi lo compie.
Veniamo agli effetti benefici, che scaturiscono tutti da un principio fondamentale: spostarsi, cambiare ambiente, uscire da una quotidianità che è fonte di stress, elimina le cause di quest’ultimo e e lo riduce fortemente (nel viaggiatore ben disposto). L’abbassamento dei livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) incide positivamente su una serie di fattori quali la circolazione sanguigna, la pressione arteriosa e i livelli di glicemia.
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L'Effetto Anticipatorio e la Gestione delle Aspettative
«Gli effetti positivi del viaggiare - sottolinea l’esperta - partono già dal momento della programmazione o della prenotazione del viaggio, secondo quello che in psicologia è noto come effetto anticipatorio della ricompensa: proiettarsi in un momento futuro positivo determina già un rilascio di endorfine, i neurotrasmettitori del benessere e un contestuale abbassamento dello stress. Viceversa, è interessante riflettere sul tempo successivo al viaggio (quindi il rientro) in cui i benefici continuano a sortire i loro effetti.
«Spesso si parte per un viaggio con aspettative molto alte che possono essere deluse da una serie di circostanze - precisa Andronico - ma anche al contrario si può restare entusiasti della particolare buona riuscita di un viaggio. Le aspettative deluse vanificano sicuramente l’effetto positivo, sia durante il viaggio che in seguito, ed è il motivo per cui è importante la predisposizione d’animo al viaggio, che si traduce in primis in organizzazione, flessibilità e spirito di adattamento (la prima per ridurre il rischio di impreviste, le seconde per gestirli, eventualmente, nel migliore dei modi o semplicemente “passarci sopra”).
«In tema vale la pena ricordare la sindrome di wanderlust, l’ossessione del viaggiare, che è una condizione ascrivibile alle vere e proprie dipendenze.
Viaggiare in Coppia: Un'Opportunità di Crescita
Tra le coppie intervistate, quelle che viaggiavano spesso insieme hanno riportato una maggiore soddisfazione nei confronti della propria relazione rispetto a quelle che non viaggiavano insieme. Viaggiare insieme aiuta anche a comprendere le esigenze dell’altro, a conoscerlo (e conoscersi) meglio mentre si esplorano posti e culture nuove, fianco a fianco.
Uscire dalla propria zona di comfort e dal proprio “habitat naturale”, infatti, può far emergere lati nascosti del proprio partner, punti di forza e di debolezza, interessi, aspetti della personalità che, una volta scoperti, rendono più facile capire di cosa ha bisogno e come fare per venirsi incontro e crescere insieme. Inoltre, viaggiare in coppia vuol dire imparare ad affrontare con il sorriso sfide e imprevisti.
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Così come nella vita, infatti, anche in vacanza le cose non vanno sempre come pianificato: possono capitare prenotazioni sbagliate, ritardi nei voli, bagagli dispersi, difficoltà con la lingua locale, problemi di orientamento, ecc. Un ulteriore beneficio del viaggiare insieme è la tendenza a concentrarsi sul “qui ed ora”, vivendo nel presente e allontanando le preoccupazioni e le ansie che, spesso, costellano la vita di coppia a casa.
Corsi Online per Approfondire le Dinamiche di Coppia
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La Meraviglia del Viaggio: Un'Esperienza Trasformativa
Spesso è un’emozione connessa alla potenza e alla vastità della natura. La profonda meraviglia è sconvolgente, trasformativa e creativa, perché ci apre a nuove idee. Questo effetto metabolico induce uno stato di benessere. Saremo meno inclini a preoccupazioni, saremo predisposti a ridurre la percezione dei nostri problemi quotidiani e a promuovere non solo uno stato di serenità individuale, ma anche una condizione di generosità verso gli altri.
Viaggiare ha un impatto enorme sul nostro benessere fisico e mentale. Avere sempre un viaggio prenotato ci rende più felici. Quando pianifichiamo un viaggio, anche se mancano tre, quattro o cinque mesi proviamo ugualmente sollievo, perché viviamo con la consapevolezza che quel giorno prima o poi arriverà, è una sorta di piacere dell’attesa.
E sapete qual è il motivo dell’essere così eccitati all’idea di partire? È merito della dopamina, un neurotrasmettitore (Una sostanza) anche conosciuto come “ormone dell’euforia”, legato alla sfera del piacere e alla gratificazione.
Quando eravamo in pandemia, in lockdown segregati in casa, oltre alla socialità, è mancato il viaggio. Per molte persone viaggiare è una dipendenza, una volta iniziato non si riesce più a smettere.
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Viaggiare come Crescita Personale
I viaggi plasmano noi stessi e la visione che abbiamo del mondo. Come sostiene, Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria: «I benefici maggiori si ottengono quando si viaggia in un altrove molto differente dal nostro contesto abituale, tuttavia anche “cambiare aria” in maniera meno drastica è sempre utile. Viaggiare, uscire da casa propria significa sempre mettersi un po’ in discussione e alla prova, lasciare la routine e le relazioni usuali per confrontarsi con altre abitudini, altre persone: questo oltre ad arricchirci come esseri umani ci aiuta a fare una sorta di reset della nostra vita, a vederla sotto un’altra luce e anche a capire come altrove vengano affrontate questioni che potremmo aver vissuto anche noi, fornendoci spunti per cambiare.
Fare viaggi fin da bambini consente di crescere in modo più consapevole, insegna a sapersi orientare e organizzare. Sapersi adattare a luoghi diversi, cibi diversi fa parte dell’esperienza, è una fase del processo. Muoversi e spostarsi per il mondo apre la mente alle diversità. Quando torniamo da una vacanza siamo in qualche modo più ricchi (Non di portafoglio…), ma di cultura ed esperienze.
Mindfulness in Viaggio: Vivere il Momento
In una società in cui siamo costantemente distratti da notifiche, scadenze e una marea di responsabilità, la mindfulness appare come un faro di pace. Non è un’abilità riservata a pochi, né un concetto astratto lontano dal quotidiano. La mindfulness, o consapevolezza, è un’antica pratica radicata nella meditazione buddista, ma che oggi è largamente diffusa nella vita moderna grazie ai suoi benefici scientificamente provati.
Praticare la mindfulness significa portare attenzione, senza giudizio, al momento presente. Nella vita di tutti i giorni, possiamo essere consapevoli durante ogni attività: camminare, mangiare, respirare. Non importa se il momento è felice, triste o stressante, la mindfulness ci invita a vivere pienamente ogni istante, accogliendolo per quello che è.
I Benefici della Mindfulness
Dal punto di vista psicologico, la mindfulness aiuta a migliorare la gestione delle emozioni, ridurre i sintomi di ansia e depressione e favorire una maggiore resilienza. Iniziare è semplice, ma richiede pratica e dedizione. Non servono ore di meditazione, bastano pochi minuti al giorno. Puoi iniziare concentrandoti sul respiro, sentendo l’aria che entra e esce dai polmoni. L’importante è farlo senza fretta, senza aspettative.
La mindfulness non è una corsa verso la perfezione, ma un cammino verso una maggiore consapevolezza di sé e del mondo. La mindfulness è un regalo che possiamo fare a noi stessi. È un modo per riconnetterci con la nostra essenza, per trovare calma nel caos e per vivere con maggiore autenticità. Dedicare del tempo alla consapevolezza è un atto di amore verso sé stessi.
Il Comfort della Familiarità: Ritornare ai Luoghi del Cuore
Ci sono posti che fanno bene al cuore e per questo scegliamo di ritornarci spesso. Può trattarsi di un semplice ristorante, di una piazza ma anche di una città. Sono luoghi che innescano ricordi di infanzia, ci fanno viaggiare indietro nel tempo e hanno un valore affettivo speciale.
Ma perché continuiamo a tornarci piuttosto che avventurarci verso luoghi mai esplorati finora? Il primo motivo è il legame che si è instaurato col posto, le emozioni che suscita e magari - perché no - i sapori e profumi di quella terra! Altre volte invece è l’arte, il valore storico e culturale di quel luogo che non smette mai di incantarci come fosse la prima volta. Ma il motivo principale che ci conduce a scegliere un posto in cui siamo già stati piuttosto che uno nuovo è la “familiarità”.
Uscire dalla zona di comfort fa sempre un po’ paura e, come spiega Nancy Schretter, viaggiatrice e guida turistica statunitense, “tornare in un posto che sai adorerai nuovamente ha qualcosa di speciale. Se un luogo vi rende felici, continuerete sempre a farvi ritorno”. La chiave così non può che essere lei: la felicità.
D’altronde, associare un luogo alla felicità significa proprio abbassare il livello di allerta, sentirsi al sicuro (un po’ come a casa propria), e godere di una sensazione di pace e di comfort.
Viaggi Anti-Stress: La Prevedibilità come Alleata
Ma la vera considerazione da fare nell’organizzazione di un viaggio è anche un’altra: il livello di stress che comporta. Sì, perché pianificare una gita in un posto in cui siamo già stati significa meno stress e più divertimento per tutti. Alice Boyes, ex psicologa clinica e oggi autrice di libri inerenti al suo precedente percorso, racconta: "A mio marito, ad esempio, piace tornare nei luoghi e ripetere escursioni naturalistiche che abbiamo già fatto".
Alcuni viaggi ripetuti costantemente nel tempo diventano infatti il pretesto per staccare la presa dalla routine quotidiana e dedicarsi a un passatempo, in questo caso viaggiare, che aiuta a rigenerarci e a ricaricare le energie. "Il fattore trainante è la prevedibilità - continua la psicologa - un piccolo centro cittadino potrà vantare un paio di negozi nuovi, ma in pratica sarà sempre lo stesso. Il lago, l'uomo del traghetto che ci porta sull'altra sponda, sono tutti piacevolmente familiari". Così, il vero segreto dei viaggi anti-stress si rivela essere la familiarità, non la prevedibilità.
La Felicità in Viaggio: Un Gene e Molte Emozioni
Risulta abbastanza facile capire perché viaggiare genera felicità. I viaggi, generalmente, creano un ‘carico’ maggiore di felicità rispetto alla nostra, normale, vita quotidiana. Perché viaggiare genera felicità? Esiste un gene, l’ ADRA2B, che ‘collabora’ al rilascio di neurotrasmettitori che incidono sul meccanismo della memoria emozionale.
Eventi particolarmente emozionanti vengono ricordati con maggiori dettagli e maggiore chiarezza rispetto a eventi che non danno forti emozioni. Per questo motivo e grazie a questo gene, è più facile ricordare con maggiore intensità alcuni momenti emozionanti dei nostri viaggi, anche di quelli che sono ormai lontani nel tempo.
La Scienza della Felicità Duratura
Carl Jung, lo psichiatra svizzero, ha determinato una classificazione dei tipi di personalità. In questo modo ha identificato individui più sensibili, stimando che corrispondano al 20% della popolazione totale. Queste persone hanno una maggiore capacità di interpretare gli stimoli emotivi, analizzando con maggiore profondità le informazioni che ricevono e mostrano una percezione più chiara degli stimoli negativi e positivi.
Fino a pochi anni fa, molti consideravano che il modo di raggiungere la felicità fosse quello di acquisire oggetti materiali. La scienza ha dimostrato che il cammino verso la felicità più duratura avviene vivendo esperienze e tra queste, per esempio, anche i viaggi. Secondo Thomas Gilovich, professore di psicologia dell’Università statunitense di Cornell, uno dei nemici della felicità è l’adattamento. “Compriamo cose per sentirsi felici e lo siamo, ma per un tempo limitato. All’inizio le cose nuove sono molto interessanti, ma con il passare del tempo ci abituiamo ad esse.
Viaggiare è un modo di condividere momenti, di conoscere nuove persone e questo genera emozione. Viaggiare è naturale per l’essere umano. Alcuni lo fanno per riposare, altri per scoprire e fare nuove esperienze. Una viaggio genera felicità, il sentimento più cercato dagli uomini.