Albergo Atene Riccione

 

Escursione a Tiscali da Dorgali: Informazioni Utili

L’escursione per raggiungere Tiscali può essere sicuramente considerata una delle più belle della Sardegna. Al confine tra il Supramonte di Oliena e di Dorgali, nascosto all’interno di una dolina carsica, mai visibile se non quando ci si trova proprio a ridosso.

Per raggiungerlo si deve attraversare la Valle di Lanaitho e risalire verso il Monte Tiscali situato a circa 500 m slm. Per arrivare a destinazione è necessario attraversare la Valle di Lanaitho e poi dirigere verso l’alto fino al Monte Tiscali.

Informazioni Pratiche per l'Escursione

Lunghezza del Percorso

Circa 5/6 km se si sceglie il percorso a bastone da su Ruvagliu con andata e rientro sullo stesso sentiero. 7 Km circa se si opta per il giro ad anello con rientro da Doloverre di Surtana.

Durata dell'Escursione

L’escursione a Tiscali dura in media dalle 4 alle 5 ore, dipende sempre dal gruppo e dalle soste aggiuntive che vengono fatte di volta in volta.

Orari

Di solito l’appuntamento è intorno alle 8,30/9,30 presso il parcheggio delle sorgenti de Su Gologone. Da qui dovremo poi percorrere una sterrata di circa 8 km verso la valle di Lanaitho. Il rientro alle macchine è previsto intorno alle 14 ma dipende sempre dalle soste che vengono effettuate durante il percorso. Di solito comunque non oltre le ore 15.

Leggi anche: Mar Morto: Consigli per l'escursione

Difficoltà

No. E’ un’escursione facile classificata E (Escursionistico). Adatta a tutti coloro che sono in buone condizioni fisiche. Il dislivello in salita è di 300 m circa all’andata.

Adatta ai Bambini?

Certamente. Sempre che i bambini siano abituati a camminare e abbiano scarpe e abbigliamento adeguato.

Cosa Portare

  • Pranzo al sacco
  • Acqua (almeno 1,5 l a testa)
  • Scarpe da trekking (il sentiero spesso è sconnesso)

Costo del Biglietto

6€ l’intero e 3€ ridotto per gli over 70. Solo contanti e si paga in loco.

La Valle di Lanaitho

Lanaitho è una meravigliosa valle situata vicino ad Oliena (NU), dal comune parte l’unica strada (tutt’altro che evidente e ben segnalata) che vi porterà a destinazione entrando da Nord. Lanaitho, celata dai Supramonte di Orgosolo, Oliena e Dorgali, sprigiona un fascino arcaico ed una bellezza naturale enorme. Grazie alla sua posizione nascosta, all’imponente impianto carsico (grotte, spelonche) e alla fertilità della valle, l’ecosistema di Lanaitho diede rifugio all’uomo sin dall’epoca preistorica.

Il nostro Trek inizia a poche centinaia di metri dalla grotte di ‘Sa Oche’, siamo lungo il lato orientale della Valle, ancora in territorio di Oliena. Iniziamo quindi la salita lungo un sentiero che pare ben largo ma che presto svanirà nella macchia mediterranea costringendoci a mantere l’orientamento facendo attenzione a costeggiare per alcuni tratti il letto di un piccolo torrente. Alla nostra destra possiamo ammirare il Supramonte di Oliena, mentre di tanto in tanto troveremo dei magnifici ginepri che scaturiscono dalla roccia.

Leggi anche: Trekking alle Grotte di San Ponzo

Il Villaggio di Tiscali

In tempi assai remoti questa punta carsica presentava al suo interno una grotta scavata dalle acque sorgive. In conseguenza a violenti movimenti tellurgici crollò parte della volta di Tiscali, lasciando meravigliosamente riaffiorare all’aria aperta parte della grotta.

Uno spettacolo che madre natura ci regala con tutto il suo cuore. All’importanza di monumento naturale si affianca il fascino archeologico, la dolina carsica offrì un eccezionale riparo naturale agli antichi abitanti della Sardegna. L’insediamento di Tiscali è infatti costituito da centinaia di ambienti e vani sussidiari distribuiti a Nord ed a Sud-Ovest del cono, alcuni muri si appoggiano direttamente alla parete rocciosa.

Le strutture presentano pianta rettangolare, quadrangolare, circolare ed ellittica. I muri, di modesto spessore, sono realizzate con l’abbondante pietra calcarea e rifiniti con la malta. Caratteristico di questo luogo straordinario è anche il microclima e quindi la vegetazione presente all’interno. Arbusti e macchia mediterranea sono diventati alberi monumentali.

Le moltissime capanne ancora visibili sono state costruite a ridosso della dolina al riparo dalle intemperie. Il suggestivo passaggio attraverso la parete del Monte Tiscali viene erroneamente indicato come Sa Curtigia, in realtà la denominazione corretta dovrebbe essere “Sa Harpidura” che significa appunto “spaccatura”.

Brevi Cenni Storici

Per molto tempo questo è ciò che ci è stato raccontato di questo luogo. In realtà ad un osservatore attento non può sfuggire la tecnica costruttiva delle capanne rimaste. Lo stesso Taramelli, grande archeologo dei primi del secolo scorso, quando fece il primo sopralluogo non si soffermò per più di 10 minuti, attribuendo il sito alle popolazioni nuragiche senza fare ulteriori approfondimenti.

Leggi anche: Pale di San Martino: Escursione indimenticabile al Ghiacciaio Fradusta

Il sito comprende circa 60 ambienti che presentano pianta rettangolare, quadrangolare, circolare o ellittica. I muri sono realizzati con blocchi di calcare locale e si appoggiano direttamente alla roccia, sfruttandone la conformazione, o a terrazzamenti artificiali.

Le strutture sono realizzate con due differenti tecniche costruttive: la prima, più antica, comprende i muri realizzati a secco con pietre di medie e grandi dimensioni; la seconda, più recente, include i muri, di modesto spessore, realizzati con pietre di medie e piccole dimensioni cementate con fango. Negli spessori murari realizzati con la prima tecnica si osservano piccole nicchie adatte per custodire gli arredi.

Talune strutture, costruite con la seconda tecnica, presentano forma tronco-conica con pareti aggettanti e copertura con ramie frasche; una di queste, ancora visibile in buono stato di conservazione, presenta un ingresso dotato di architrave in legno di terebinto. In generale, gli ambienti osservabili sono interpretabili come strutture abitative, magazzini, recinti per custodire gli animali; in effetti si tratta, con ogni probabilità, di un abitato legato allo sfruttamento agro-pastorale del territorio (Supramonte e Valle di Lanaitto), costruito in un punto naturalmente riparato e protetto dalle intemperie come dalla calura estiva e localizzato presso un’importante tracciato viario.

Gli scavi curati dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici, realizzati nel 1999 e nel 2013, e le raccolte di superficie hanno consentito il recupero di materiali di età nuragica (tazze, brocche, fuseruole, macine etc.) e di età romana tardo-repubblicana, tra cui anfore vinarie prodotte nella costa tirrenica della penisola italica. L’abitato di Tiscali è stato dunque presumibilmente frequentato dal XIV al I sec. a.C.

Per quanto riguarda le fasi costruttive descritte sopra, i muri della prima fase hanno un aspetto avvicinabile alle murature nuragiche, mentre le murature della seconda fase e gran parte delle strutture a vista dell’insediamento, la cui tecnica costruttiva non è tipicamente nuragica, potrebbero essere relative a un contesto successivo all’età nuragica, cronologicamente inquadrabile nell’età punica e/o nell’epoca romana repubblicana, relativo a una comunità d’indigeni, discendenti dalle genti nuragiche.

La conoscenza attuale della cultura materiale e della tipologia costruttiva e insediativa dei popoli (forse inquadrabili all’interno delle civitates Barbariae note dalle fonti epigrafiche del I sec. d.C.) che abitavano nel Supramonte prima e durante l’età romana non consente ulteriori asserzioni. A questo proposito vale la pena di ricordare le testimonianze di Diodoro (I sec. a.C.),Strabone (I sec. a.C. - I sec. d.C.), Pausania (II sec. d.C.) e Zonara (XII sec.

In realtà questo villaggio, per i pochi scavi che si è riusciti a portare avanti, ha raccolto diverse frequentazioni umane dal neolitico sino ai giorni nostri.

La presenza umano nel sito può essere databile sino all’età romana, vi sono infatti anfore Dressel 1 che preannunciano una romanizzazione che, a poco a poco, determinò l’abbandono del sito.

TAG: #Escursione

Più utile per te: