Escursione alla Cima Bocche: Un'Avventura tra Storia e Natura
Cima Bocche, la più imponente delle vette che dominano da sud il Passo San Pellegrino, scende a nord con delle ripide pareti rocciose, e digrada con comodi pendii a sud, in direzione del Lago di Bocche e della Foresta di Paneveggio.
Di seguito il racconto di due escursioni che hanno come meta finale la vetta di Cima Bocche, raggiungibile in più modi.
Punti di Partenza e Percorsi
Cima Bocche si raggiunge con diversi sentieri che partono da vari punti di appoggio, i principali dei quali sono Paneveggio, Passo di Valles e Passo S. Pellegrino.
- Da Predazzo: Si seguono le indicazioni per passo Rolle; lasciati i mezzi nell'ampio parcheggio sulla sinistra della strada poco prima della località di Paneveggio, si prende la comoda strada forestale che entra nel bosco. Al primo bivio, dopo poche centinaia di metri, si trova la deviazione che porta a Forte Dossaccio (1838 m) recentemente restauro. Poco prima della malga si gira a sinistra e si seguono le indicazioni del sentiero 626 che porta al pianoro del bivacco Bait dele Vedele (2136 m). Proseguendo lungo il tracciato che avanza al centro della valle si arriva al lago di Bocche in uno scenario molto bello e ricco di testimonianze della Grande Guerra. Si prosegue fino ai 2560 m del bivio per la forcella Juribrutto, quindi si segue il segnavia 628.
- Da Malga Vallazza (Passo Valles): Si sale da Malga Vallazza, per quest'itinerario a passo Valles. Dalla Val di Fiemme si sale in direzione del Passo Rolle, quindi poco dopo Paneveggio si lascia la strada del Rolle per quella di Passo Valles. Si lascia l’auto a Malga Vallazza m 1935, poco prima del passo. Di qui per segnavia 629 si cala fino al fondovalle della Val Juribrutto per poi risalire senza difficoltà alla Forcella Juribrutto m 2381. In alternativa si può evitare di calare al Lago Juribrutto, raggiungendo quota 2323 e, mantenendosi in costa, tagliare su percorso libero le Laste di Juribrutto, un facile costone pratoso, arrivando direttamente alla forcella di Juribrutto. Si torna ora leggermente indietro per attaccare il sentiero 628 che si inerpica sul fianco est di Cima Bocche.
- Dal Passo Lusia: Da Moena si sale in auto o in bus sulla strada di Passo San Pellegrino fino alla località i Pònc. Si può continuare in auto sulla strada sterrata che sale al rifugio Rezila, a Passo Lusia e all’omonimo rifugio (2055 m), o salire in cabinovia a Valbona (1820 m) e proseguire in funivia fino a Le Cune (2202 m). In tutti i casi, dal Passo Lusia, si segue a piedi la strada sterrata, si passa davanti al monumento che ricorda gli Schützen di Moena, e si imbocca il sentiero (segnavia 633) che sale verso i Laghi di Lusia e Cima Bocche.
Descrizione di un Percorso Dettagliato da Malga Vallazza
L’itinerario proposto parte da Malga Vallazza, quindi si tocca il Lago di Juribrutto, Forcella di Juribrutto, il Costone di Bocche e Cima Bocche. Il rientro si chiude con un itinerario ad anello.
Dal parcheggio seguo le indicazioni dei cartelli in direzione sud per il sentiero segnavia 628. Inizialmente il sentiero è una strada forestale che, dopo aver attraversato il cortile di una stalla, entra nel bosco e diventa mulattiera (ben lastricata). Una piccola disgressione e sosta presso il Col delle Palùe quindi continuo per lo stesso segnavia in direzione sud.
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Coloro che scelgono di partire da malga Vallazza arrivano al bivio per la forcella Juribrutto salendo dapprima lungo il sentiero 631 che porta al lago di Juribrutto e quindi tenendo il 629.
Già in prossimità dei laghi è possibile vedere l’imponente mole di Cima Bocche e la traccia di sentiero che si inerpica risalendola lungo un fianco.
Il sentiero si inerpica con alcuni tornanti in direzione nord, costeggiando pareti di porfido e in circa mezz'ora raggiungendo la piccola sella sommitale.
A cima Bocche si trova un piccolo capitello ligneo e il panorama s'allarga su tutto l'orizzonte dolomitico.
Per scendere torno al lago di Juribrutto percorrendo al contrario il sentiero dell’andata. Inizialmente il sentiero attraversa i pascoli e pendii erbosi, ma dopo una decisa svolta a sinistra costeggia e attraversa più volte il Rio Juribrutto.
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Varianti e Anelli
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- Si prosegue verso la forcella Bocche (2543 m e bivacco) e si imbocca quindi il segnavia 633 verso i laghi di Lusia. Nei pressi del secondo lago si trova un altro bivacco (S. Redolf) e l'inizio del sentiero 621 che in circa 50 minuti di cammino riporta a malga Bocche chiudendo l'itinerario ad anello.
- Noi suggeriamo una interessante digressione che allunga un po’ il percorso ma vale sicuramente la pena. Si cala ora nel vallone mantenendosi sulla sinistra (nord), seguendo una esile traccia che scende a zig zag fino alla piana antistante il meraviglioso Lago Juribrutto, nelle cui acque si specchiano le guglie delle Pale illuminate dal sole del tramonto. Di qui, con sentiero 623 comodo e praticamente pianeggiante, si rientra a Malga Vallazza con un lungo traverso verso nord est.
Cima Bocche nella Grande Guerra
Questa, tenuta dall'esercito austro-ungarico, subì numerosi tentativi di conquista da parte degli italiani già a partire dal 1915 quando alle iniziali azioni esplorative seguirono accesi combattimenti. Tra luglio e agosto 1915 le truppe italiane tentarono la conquista risalendo la valle dai laghi di Lusia per prendere forcella Bocche. In autunno fu il costone sud orientale della cima a essere interessato dagli scontri.
Questo itinerario impegnativo per la lunghezza e il dislivello porta in un ambiente di alta montagna a scoprire dedali di trincee, postazioni, fortificazioni e lo scenario di Cima Bocche. L’intera zona è stata duramente contesa nella Grande Guerra.
Il caposaldo di Cima Bocche, con i due forti di fondovalle, Forte Buso (dov’è la diga del lago artificiale) e Dossaccio (su un colle poco distante da Paneveggio) e con il Colbricòn - Buse dell’Oro, sbarrava la Val Travignolo.
All’alba del 20 Luglio 1916 il primo battaglione della brigata Tevere, dopo un lento e metodico avanzamento e consolidamento delle posizioni, giunse a ridosso delle linee avversarie, ma dovette ritirarsi dopo un’aspra reazione nemica e trincerarsi poco distante. I tentativi per la conquista di questa cima proseguirono anche nei giorni e nelle settimane successive.
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Le posizioni contrapposte erano a poche decine di metri, ma la distanza sembrava insuperabile ai nostri fanti. Cima Bocche è un tipico esempio della testardaggine dei nostri comandi nell’ordinare assalti a posizioni imprendibili e con un obiettivo sproporzionato ai sacrifici, con totale disprezzo della vita umana, che trovò il suo apice nelle insensate offensive dell’Isonzo e del Carso.
Ancora negli anni ’20, nelle spianate e nei declivi intorno a Cima Bocche, giacevano insepolte numerose salme di soldati, soprattutto italiani.
Informazioni Utili
È un’escursione facile, con un panorama grandioso sul versante nord ovest delle Pale di S. Martino. Tutta la zona è ricchissima di tracce della Grande Guerra con resti di trincee, reticolati, caverne, baraccamenti.
A cima Bocche si trova un piccolo capitello ligneo e il panorama s'allarga su tutto l'orizzonte dolomitico.
Nei pressi del passo è presente un piccolo bivacco (Bivacco Juribrutto) dove mi concedo una sosta.
Poco sotto la cima c’è il piccolo bivacco Jellici m 2675, sempre aperto. Vicino al bivacco ci sono, molto evidenti, i resti di una piccola “cittadella” militare, con trincee a perdita d’occhio, veramente impressionante.
Avvertenze
ATTENZIONE: Gli itinerari quì descritti sono stati percorsi personalmente. Il racconto, comprese le foto e la traccia GPS, descrive anche lo stato dei sentieri al momento in cui l'escursione è stata effettuata. Chiunque volesse ripeterli deve verificare preventivamente lo stato e la percorribilità dei sentieri.
Da fare attenzione nell’ultimo tratto sui sassi in caso di nuvole basse.
La percorribilità dell’itinerario proposto, come tutta la morfologia montana, è soggetta a cambiamenti ambientali dovuti a eventi naturali e alle condizioni meteo. Le nostre tracce GPX sono solo indicative, cioè il percorso è stato effettuato al meglio con le condizioni dei sentieri e meteo di quella giornata. Quindi valutate sempre in loco il da farsi.
Inoltre ricordatevi di valutare il percorso in base alle vostre capacità fisiche, all’allenamento e all’attrezzatura di cui disponete. È opportuno lasciare detto a qualcuno l’itinerario che intendete fare.
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