Escursione alla Diga del Gleno: Storia e Percorso in Val di Scalve
Con l'arrivo dell'autunno, la montagna inizia a trasformarsi. Il verde brillante dell'estate lascia il posto alle tonalità calde del giallo e dell'arancione, creando atmosfere magiche e regalando ancora giornate magnifiche da trascorrere lungo i sentieri. Approfittando di queste giornate, vi proponiamo una bellissima escursione, tra natura e storia: la Diga del Gleno.
Un Percorso tra Natura e Storia
Oggi ci troviamo nella magnifica Val di Scalve, precisamente alla diga del Gleno. L’escursione ai ruderi della diga del Gleno è ambientata nell’ancora incontaminata valle di Scalve e si snoda lungo un facile percorso, sempre ben segnalato, che, partendo da Pianezza, frazione di Vilminore, raggiunge la nostra meta in circa un’ora di rilassante ed appagante camminata. È un’escursione dagli incantevoli panorami, come quello sulla prospiciente parete nord della Presolana, impreziosita dalla presenza di numerosi torrenti d’acqua, dalle imponenti rupi della valle e dalla maestosità delle grandi vette del Pizzo Tornello e del Monte Gleno che chiudono la testata della valle.
Come Arrivare e Dove Parcheggiare
Per raggiungere Pianezza in Valle di Scalve, bisogna raggiungere il passo della Presolana, scendere e raggiungere la SP294 che sale da Angolo Terme, la via mala. Si percorre tutta la strada provinciale, SP294, fino ad incrociare le indicazioni per la Diga del Gleno. Si svolta a destra e si sale verso Vilminore, si attraversa il paese fino ad incrociare le indicazioni per la Diga e Pianezza. Il tracciato parte dalla piazzetta del paese, che funge anche da parcheggio, esclusi i weekend estivi e il mese di agosto dove viene messo a disposizione degli escursionisti un bus navetta, che parte dall'abitato di Vilminore e conduce a Pianezza.
Nel Comune di Vilminore di Scalve, dal 1° giugno al 30 settembre, i parcheggi indicati con apposita cartellonistica sono a pagamento, inclusi quelli delle località da dove partono i sentieri per la Diga! Oltre le prime due ore e mezza di sosta gratuita (previa esposizione del disco orario), è necessario pagare la sosta acquistando i ticket Gratta & Sosta nelle attività commerciali o tramite app EasyPark.
Il Sentiero CAI 411
Dalla piazza del paese possiamo seguire due diversi tracciati che si congiungono per poi diventare un unico sentiero, il numero da seguire sarà il 411. Per entrambi, dal parcheggio superiamo il lavatoio che funge anche da fontana, proseguiamo dritto, superando le abitazioni e giungendo sulla strada carrozzabile cementata che costeggiando i prati sale fino a raggiungere un abitazione e un bosco di faggi, punto dove si congiunge l'altro sentiero che taglia dritto lungo i prati, quest'ultimo, si imbocca subito superata la fontana, si gira a destra tra le abitazioni (troverete un cartello con le indicazioni dei sentieri e le tempistiche).
Leggi anche: Mar Morto: Consigli per l'escursione
La vista lungo il sentiero è meravigliosa, il massiccio della Presolana sulla nostra sinistra, il comprensorio sciistico di Colere e il monte Ferrante ci farà da cornice, alle nostre spalle il pizzo Camino e davanti a noi il monte Sasna, il pizzo del Petto, il monte Barbarossa. Raggiungiamo la baita citata prima, qui il percorso diventa pianeggiante per un centinaio di metri, per poi riprendere la salita, sempre costante che in circa 40 minuti ci farà raggiungere la seconda metà del percorso dove il sentiero diventa piano fino a raggiungere la meta finale. Superato il breve pianoro, il sentiero riprende a salire, superiamo un breve tratto di bosco, da qui in poi la vista sulle cime circostanti non ci abbandonerà più.
Il sentiero, un misto di terra e sassi, sale a tornanti, fino a raggiungere il pianoro, che in circa 20 minuti ci condurrà alla diga del Gleno, quest'ultimo tratto pianeggiante ci condurrà alle porte della valle del Gleno. Ed ecco finalmente, si inizia a intravedere il rudere della diga, spaccato in due, lungo il tratto pianeggiante, sono stati apposti dei pannelli illustrativi dove raccontano la storia della valle e della sua diga, crollata il 1° dicembre del 1923, provocando morte e distruzione lungo la vallata.
Itinerari Alternativi
Esistono anche degli itinerari alternativi, che pur prendendo il via da diversi luoghi, si congiungono nel tratto finale nel sentiero CAI 410, che sale sul lato opposto della Valle del Gleno. Partendo dal centro di Pianezza e tornando indietro al primo tornante, un cartello indica di proseguire dritto, dove inizia il sentiero. Il primo tratto è tutto in discesa fino ad un'area pic-nic dove il torrente Povo negli anni ha creato salti e pozze definite marmitte dei giganti. Da qui si prende il sentiero 410 che sale da Bueggio (altro possibile punto di partenza e arrivo del giro). Il sentiero costeggia il torrente Gleno e risale la valle, con osservatori faunistici che creano un impatto diverso, dando l'impressione di essere immersi negli immensi parchi americani. Si incrocia il sentiero che sale da Nona e si prosegue per i ruderi della Diga.
Pausa Panoramica alla Baita Napoleù e Osservatorio Pagarulì
Dalla diga si prende il "classico" sentiero, segnavia 411, che parte da Pianezza e si scende fino ad incrociare le indicazioni per la baita Napoleù con piccola deviazione all'osservatorio pagarulì. La salita al punto panoramico è impegnativa, ma la vista dall'osservatorio è unica, dalla conca dei Campelli alla Presolana! Riprendendo il sentiero si arriva alla baita per una pausa.
La Tragedia della Diga del Gleno
La diga del Gleno era uno sbarramento sul torrente Gleno che il 1º dicembre 1923 crollò, causando un'immane tragedia che sconvolse la Valle di Scalve in provincia di Bergamo distruggendo diverse frazioni e causando non meno di 350 vittime. Precorritrice di quanto accadde molti anni dopo presso la ben più tristemente famosa Diga del Vajont, anche se qui le modalità furono differenti. Se nel Vajont la diga rimase praticamente intatta, qui al Gleno rimangono visibili oggi parti della diga ad archi multipli, di forte impatto scenografico ed emotivo.
Leggi anche: Trekking alle Grotte di San Ponzo
Le Origini e la Costruzione
Quella della diga del Gleno è una triste storia che ci riporta indietro nel tempo, sino al primo decennio del XX secolo quando, complice un’intensa modernizzazione globale, nel mondo sale vertiginosamente la richiesta energia elettrica. Poche le alternative per produrre energia; la più conveniente pare proprio quella legata alla costruzione di dighe e bacini artificiali per la realizzazione di centrali idroelettriche. Mentre il mondo è indaffarato nella ricerca di idonee location, nell’incontaminata e verdeggiante valle del Gleno il torrente Povo continua perenne il suo tortuoso cammino, solcando per intero la vallata sbuca nella Valle di Scalve per poi terminare in Valle Camonica. Come spesso accade, sono però gli interessi economici a farla da padroni ed il passo che separa l’idilliaco paradiso della valle del Gleno dalla sua cementificazione è davvero breve.
Fu così che nel 1907 venne richiesta una concessione per lo sfruttamento idroelettrico del Torrente Povo e, dopo l’intermezzo del primo conflitto mondiale, nel 1919 la ditta Viganò presenta un proprio progetto ed inizia i lavori. In corso d’opera avvengono però sostanziali modifiche: il progetto di una diga “a gravità” viene sostituito da quello più economico “ad archi multipli” che si innesta direttamente su quello precedente, in parte già realizzato.
Il Crollo del 1° Dicembre 1923
Il 1° dicembre 1923, tra le 7:00 e le 7:15, il guardiano della diga avverte un forte tonfo ed alcune vibrazioni nella struttura da cui cadono frammenti di muratura. Improvvisamente nella diga si apre uno squarcio di circa 80 metri (sui 260 totali), dando libero sfogo a 6 milioni di mc di acqua che irrompono nella valle del Povo come un’immensa onda di tsunami, provocando un disastro catastrofico. Il paese di Bueggio, il più vicino alla diga, viene spazzato via, poi tocca a Dezzo dove l’acqua giunge circa un quarto d’ora dopo e provoca forti distruzioni nella fornace e nella centrale idroelettrica. L’onda impazzita e senza freni percorre l’intera valle, finendo la corsa addirittura in Val Camonica, nei pressi di Darfo Boario Terme, per esaurirsi nel lago di Iseo, circa a 45 minuti dal verificarsi dello squarcio e dopo 20 km di tragitto a folle velocità.
Per i poveri abitanti della valle c’è poco scampo: preavvertiti da un forte spostamento d’aria (che strappa loro di dosso i vestiti) e da un sinistro boato, non hanno tempo di trovare rifugio. Alla fine si conteranno 356 vittime, anche se la cifra effettiva non si saprà mai e presumibilmente potrebbe sfiorare le 500 unità. Un’intera valle, vero paradiso ambientale, è devastata e si trasforma in un inferno dantesco, con i pochi attoniti superstiti a vagare spauriti ed increduli tra macerie, fango, pietre e carcasse di animali.
Informazioni Utili per l'Escursione
- Difficoltà: Facile/Media
- Dislivello: Circa 520 metri
- Durata: Circa 5 ore (soste escluse)
- Punto più elevato: Diga del Gleno (1.560 metri)
- Cosa portare: Scarponi da trekking, abbigliamento comodo, giacca impermeabile, zaino, bastoncini telescopici, borraccia
Servizi Disponibili
Proseguiamo lungo il sentiero per trovare un posticino dove sederci, per mangiare un boccone e riposare, sotto ai piedi del monte Gleno. Il lago è circondato da bellissimi prati, non c'è la presenza di un rifugio, ma troviamo un piccolo chiosco con la presenza di alcuni tavoli e panchine, per chi lo desidera, potrà trovare, panini, piatti caldi, ottimi dolci e bevande, per chi preferisce invece, grandi spazi verdi per fare degli ottimi pic nic. E per il divertimento dei vostri bambini, prati dove poter correre liberamente, un fiume che scorre lungo la valle, dove potranno divertirsi a inventare giochi, a chi lancia il sasso più lontano, a chi sa fare più rimbalzi e perché no far finta di essere dei pescatori e provare a cercare le trote che girano nel fondale del lago, fare il giro del lago, osservare da vicino la diga.
Leggi anche: Pale di San Martino: Escursione indimenticabile al Ghiacciaio Fradusta
Avvertenze
Questo itinerario è sconsigliato con zaino porta bimbo e non è assolutamente adatto ai passeggini da trekking.
Illuminazione Notturna della Diga
Scopri le prossime date di illuminazione della Diga del Gleno!
Servizio Navetta
Nel periodo di alta stagione, la strada che porta da Vilminore di Scalve a Pianezza è aperta al transito, ma data la scarsa disponibilità di parcheggi, occupati anche da residenti e proprietari di seconde case, è vivamente consigliato lasciare l’auto a Vilminore di Scalve, e salire a Pianezza a piedi, lungo il sentiero delle cappellette o tramite bus navetta, attivo nelle date e orari sotto indicati.
Durante la stagione estiva (fra maggio-settembre) è attivo il servizio navetta che collega il centro di Vilminore di Scalve con la frazione. I biglietti si acquistano direttamente a bordo. Sono ammessi i cani, purché si disponga di museruola.
Costi del servizio:
- Residenti in Valle di Scalve: 1,50 € andata, 2,00 € A/R
- Non residenti: 3,00 € andata, 4,00 € A/R
- Bambini nati dal 2019, disabili e anziani over 75: gratuito
TAG: #Escursione