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Escursione alla Galleria del Lagazuoi: Storia e Percorso

Oggi esploreremo una delle escursioni più amate delle Dolomiti: la salita al Lagazuoi attraverso le gallerie scavate dentro la montagna. Questo percorso unico è molto frequentato, e trovare il momento giusto per rifarlo senza folla è una sfida. Faremo un giro ad anello, salendo per le gallerie del Lagazuoi e scendendo verso l'Armentarola, attraverso i ghiaioni e i prati del Rifugio Scotoni.

Questa escursione è un'immersione nella storia, arricchita da panorami mozzafiato e scorci di grande impatto.

Informazioni Utili

  • Passo: Falzarego
  • Lagazuoi: Armentarola
  • Difficoltà: Difficile
  • Tempo di percorrenza: 5h30
  • Dislivello in salita: 640 metri
  • Sentieri: 402, 20
  • Carta Tabacco: 07 ALTA BADIA - ARABBA - MARMOLADA 1:25.000
  • Rifugi: Rif. Lagazuoi, Rif. Scotoni

Importante: Il sentiero non è adatto a tutti. Sulla carta è indicato come via ferrata, quindi è consigliabile l'uso del casco e di una torcia per vedere bene, oltre a un abbigliamento adeguato.

Oggi il sentiero viene affrontato in discesa, sia da chi percorre l’anello del Lagazuoi salendo dal Sentiero dei Kaiserjäger (sentiero del fronte), sia da chi sale in funivia dal Lagazuoi.

Salita nelle gallerie

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Partiamo dall'Armentarola, una località tra San Cassiano e il Passo Valparola, e prendiamo l'autobus per il Passo Falzarego. Una volta arrivati, ci dirigiamo verso il sentiero numero 402, noto anche come Sentiero del Fronte. Molti escursionisti si dirigono verso le gallerie, ma alcuni proseguono aggirando la montagna fino alla Forcella Travenanzes e al Rifugio Lagazuoi, senza difficoltà tecniche oltre al dislivello di 650 metri.

Partiamo dal parcheggio, a quota 2107 metri, e ci incamminiamo sul sentiero. Dopo aver guadagnato circa 150 metri, raggiungiamo il bivio sotto una cengia. Sulla sinistra si stacca il sentiero delle gallerie, che si addentra nella montagna dopo alcuni tornanti ripidi.

Questo sentiero è essenzialmente una scala con gradoni intagliati nella roccia, a volte protetti da pali di legno e funi d'acciaio. Ci sono anche finestre sul vuoto, protette da funi. Senza la torcia frontale, il percorso diventa impegnativo, poiché entrambe le mani sono spesso necessarie. Anche se fuori ci sono 30 gradi, dentro la montagna l'acqua gelida cola addosso e fa molto freddo.

Brandelli di storia

Le gallerie del Lagazuoi fanno parte di un complesso sistema di difesa/offesa installato dall’esercito italiano durante la Prima Guerra Mondiale. Nel periodo 1915-1917 infatti l’esercito italiano, che aveva fermato la sua avanzata sul vicino Passo Valparola, sbarrato dalle trincee austriache, aveva ripiegato occupando e sbarrando a sua volta il Falzarego e conquistando diverse postazioni sulle montagne all’imbocco della Val Travenanzes, anch’essa in mano austriaca. Gli alpini iniziarono a scavare nella montagna del Lagazuoi un complesso sistema di gallerie di mina e di collegamento, per cercare di strappare le cime agli austriaci, facendoli saltare da sotto.

Il primo tratto della galleria fu scavato nell’ottobre del 1915 e conduceva alla Cengia Martini, dove venne costruito un villaggio di baraccamenti arroccati alla montagna, tuttora visibile ma raggiungibile attraverso un breve sentiero un po’ esposto. La Cengia resistette e nel 1917 addirittura il comando italiano fece scavare una galleria di 200 metri fin sotto al Piccolo Lagazuoi da cui assaltò e conquistò in parte la vetta, dopo aver fatto brillare una gigantesca mina il cui sfacelo è tuttora visibile.

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In quasi due ore di cammino, arriviamo a rivedere il sole. Apriamo una porta e ci troviamo in un vero paradiso. Attraversiamo una piccola selletta un po' esposta e ci immergiamo nelle trincee ricostruite. Tutta l’area è infatti un museo a cielo aperto e si possono anche fare escursioni guidate con i volontari che spiegano le battaglie e le azioni ardite.

Al Rifugio Lagazuoi e giù

Una breve sgambata e siamo al rifugio Lagazuoi, quota 2752 m, dove ci concediamo una birra sulla terrazza panoramica. Se non fosse per il costante afflusso di persone portato in vetta dalla funivia, non sbaglierei a definirlo uno dei luoghi più belli e panoramici di tutte le Dolomiti.

Dopo la sosta, il sentiero continua: imbocchiamo il numero 20, che scende nel grande catino del Lagazuoi verso il gruppo Fanes. La fatica è finita, ora ci gustiamo il paesaggio a dir poco superbo.

Il ghiaione lascia gradualmente spazio ai primi prati alti, con una miriade di fiori varipopinti che crescono tra le rocce, mentre già avvistiamo il Lago di Lagazuoi, uno splendido laghetto alpino in una conca pensile, sopra la valle che conduce al Rifugio Scotoni.

Dopo il lago il sentiero scende ripidamente accanto al torrente fino al rifugio Scotoni, una specie di paradiso pensile con le sdraio in un ampio prato pianeggiante, la fontana e una sensazione di polleggio che invade l’anima appena si mettono i piedi sull’erba.

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Di lì in fondo è una sgambata. Strada ghiaiata a tornanti nel bosco fino alla Capanna Alpina e da lì ancora pochi minuti prima di rivedere il parcheggio di fronte al Camping Sass Dlacia, all’Armentarola, che si raggiunge attraversando il ghiaione del torrente Rü Sciarè.

Tempistiche

Il tempo di salita è di circa 2 ore dal parcheggio del passo al rifugio. La discesa richiede più tempo, circa 3 ore e 30 minuti, poiché sono quasi 10 km e più di 1000 metri di dislivello. Ma il giro li vale tutti.

Durante la Grande Guerra i soldati italiani costruirono un ardito sistema di gallerie che dall'imbocco presso la Cengia Martini saliva fino alla sommità dell’Anticima del Lagazuoi per minare le postazioni austriache. Oltre al ramo costruito per piazzare la mina, ci sono la galleria di spalla con sbocco esterno sull'Anticima, la galleria dell'artiglieria, la galleria a spirale, il ramo inferiore che sbocca presso la Cengia Martini, e il ramo orizzontale che permetteva il collegamento con la postazione della Cengia Martini.

La Galleria del Lagazuoi è stata completamente recuperata negli anni tra il 1997 e il 2004 e aperta ai visitatori grazie al lavoro degli Alpini della Brigata Alpina Tridentina e ai volontari della Sezione di Treviso dell’Associazione Nazionale Alpini guidati da Sergio Furlanetto. Sono stati rimossi i notevoli accumuli di detriti, restaurati gli scalini e posti i cordini di sicurezza.

Oggi la galleria è una ferrata atipica che per più di 1 km permette di percorrere in sicurezza le viscere del Piccolo Lagazuoi. Il percorso è interamente attrezzato con fune metallica e non presenta particolari difficoltà. Chi desidera percorrere la galleria in salita, parte dal Passo Falzarego per seguire il Sentiero del Fronte fino al bivio che verso sinistra porta all'imbocco della galleria che si trova sopra la Cengia Malvezzi. D'obbligo la deviazione per visitare l'interessante cengia con i suoi baraccamenti. La galleria esce in alto all’Anticima del Piccolo Lagazuoi. Lungo il percorso dopo l'uscita si attraversa un sistema di trincee che costituiva l'avamposto fortificato dell'esercito austriaco.

La Galleria dell’Anticima è oggi protagonista della gara di trail Delicious Trail Dolomiti. Il percorso di gara sale lungo il Sentiero del Fronte e poi entra in galleria e la percorre tutta fino allo sbocco sull’Anticima.

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