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Escursione al Lago Nero in Valle Maira: Un Tesoro Nascosto

La Valle Maira, situata in provincia di Cuneo, è un luogo incantevole e incontaminato che sa regalare scenari magnifici ed indimenticabili in ogni stagione. Quella al Lago Nero è fra le più belle escursioni in Valle Maira.

Benvenuti in un luogo pieno di magia immerso in una natura che conquista. Siamo a 2.283 metri di altitudine, al cospetto di Rocca la Meja, una delle cime più iconiche di questa valle. Con i suoi 2.830 metri e la cresta affilata, questa è una delle più belle formazioni di roccia calcarea dolomitica.

Se tra primavera ed estate il paesaggio attira i trekker per i meravigliosi paesaggi che si tingono di verde, l’autunno è perfetto per fotografare il foliage. Allo stesso tempo la valle è simbolo del turismo lento con i suoi Percorsi Occitani. Dal trekking alle arrampicate, dallo scialpinismo alle ciaspole numerose sono le esperienze che potrete fare in quest’angolo di Piemonte.

Dettagli dell'Itinerario

Siamo nei territori che fanno parte del comune di Canosio, in provincia di Cuneo. Quest’ultima dista circa un’ora da Preit, punto di partenza del nostro trekking in Piemonte. Qui potrete lasciare l’auto.

Dopo circa 1,5 chilometri di passeggiata sulla strada che porta al Colle del Preit, si attraversa il fiumiciattolo passando davanti a Grange Selvest. È possibile raggiungere la grange Selvest con la macchina per poi parcheggiarla nello sterrato antistante. Da qui inizia la nostra breve avventura.

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Percorriamo quindi la strada verso il colle per circa un chilometro (sentiero S37), fino al ponte sul Rio del Preit (1661 mslm). Lo oltrepassiamo, e prendiamo la sterrata sulla sinistra, che passa poco sotto Grange Selvest.

Il percorso prosegue costeggiando la Grange Colombero Sottano. La sterrata sale morbidamente fino alle rovine di Case Colombero Sottano (1705 mslm), in corrispondenza delle quali si oltrepassa il Rio della Valletta. Superiamo il ponte in legno sul rio, svoltando poi a destra, verso il bosco di larici.

Successivamente seguiamo la strada campestre che sale, attraverso diversi tornanti, verso le pendici del Monte Bert; da qui un lungo traversone ci conduce alla grangia Culausa che offre un bel panorama.

Seguendo la segnaletica si arriva nei pressi della Grange Chiacarloso. Raggiunto il bivio per il lago Nero (2.030 m, palina) svoltare a sinistra e salire con decisione tra rododendri superando alcuni ruderi. Continuamo a salire, alla nostra destra possiamo osservare una cascatella, e raggiungiamo i 2030m di quota, dove si trova il bivio per il lago Nero. Seguiamo quindi le chiare indicazioni, salendo verso sinistra. In questo punto il sentiero si fa abbastanza ripido. Alle nostre spalle si trovano l’altipiano della Gardetta e il Monte Cassorso.

Un ultimo tratto in salita ed ecco il Lago Nero profilarsi davanti a voi: da qui il panorama è magnifico! Raggiungiamo cos' il punto più alto dell'itinerario (2319 m) dove ci aspetta, su un verde colletto, un minuscolo specchio d’acqua. Da qui si scende dolcemente in direzione del lago Nero, che si trova su una splendida conca a pochi minuti da noi.

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Il lago è contornato da sponde erbose, larici e pietraie. Una tavola bianca leggermente increspata, i larici spennati tutto attorno, la faccia settentrionale della Rocca la Meja che dovrebbe riflettersi sulla superficie blu delle acque del lago.

Ritorno

Per ritornare, ci dirigiamo verso l'emissario dove inizia un sentiero che risale la riva nord per poi immettersi in un piccolo pianoro con larici. Per il ritorno occorre portarsi dalla parte dell’emissario dove si ritrova il sentiero che risale per alcuni metri la riva nord verso un piccolo pianoro tra i larici.

Iniziamo la discesa, che non presenta grosse difficoltà. Superare alcune balze ai piedi del monte Bert raggiungendo più in basso la scenografica grangia Chiacarloso (2.080 m). Raggiungiamo la grangia Chiacarloso che, nella bella stagione, è circondata da bellissimi fiori rosa. Da qui ci dirigiamo verso il vallone Valletta e dopo 600m ritroviamo la strada principale. Scendere lungo la carrozzabile che porta all’alpeggio e dopo seicento metri ricongiungersi con la sterrata principale che torna dal più lungo giro di Rocca la Meja.

Svoltiamo a sinistra sino ad incontrare le grange Colombero sottano (1698 m). Da qui, gli ultimi 350 metri di dislivello in discesa, lungo una sterrata che troviamo in parte ghiacciata. In alcuni punti la neve non rende il passaggio agevole in sicurezza senza i ramponcini.

Difficoltà

Difficoltà: media-difficile.

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Mi piace immergermi in quel silenzio carico di suoni che è solo della Natura. Il lago Nero è una perla nascosta tra le pieghe del contrafforte nord di Rocca la Meja, una rocca dolomitica verticale ritenuta non a caso una delle montagne più belle delle Alpi cuneesi. Un anello particolarmente piacevole per l’ambiente appartato e lo straordinario panorama che offre.

Memoria Storica

Ci troviamo vicino ai territori della tragedia del 30 gennaio 1937, quando una valanga tolse la vita a 23 giovani alpini della Brigata Donero. A dieci minuti da qui, ci sono un piccolo altare e una lapide (sono indicati in carta). È il ricordo di una tragedia: il 30 gennaio 1937 morirono qui ventitré alpini della brigata Dronero.

Durante l’anello è possibile, con una deviazione di una decina di minuti, raggiungere l’altare e la lapide eretti sul luogo in cui il 30 gennaio 1937 perirono sotto una valanga ventitré Alpini della Brigata Dronero. In quei giorni d’inverno era scesa una grande quantità di neve.

La storia: dopo le cospicue nevicate, gli abitanti del Preit sconsigliano al capitano degli alpini Trevisan di salire oltre Culausa. Nonostante gli abitanti del Preit avessero vivamente sconsigliato agli Alpini di avventurarsi da quelle parti, il Capitano Trevisan, vero responsabile della tragedia, non solo non volle tenere conto degli avvertimenti, ma ebbe anche il coraggio di dire: “cosa volete che sappia questa gente: sono solo rozzi montanari”. Il capitano ignorò l’avvertimento, perché secondo lui si trattava solo delle parole a vuoto di “rozzi montanari”.

La Valle Maira: Un Tesoro da Scoprire

La Valle Maira è davvero un paradiso per le escursioni. A partire da Rocca la Meja, qui troviamo non solo un esempio di rara bellezza, ma anche un luogo che conserva la memoria storica degli eventi della II Guerra Mondiale.

La cultura contadina era fortemente radicata nel paesaggio montano. Lo testimoniano le numerose “grange” che ancora oggi si possono incontrare lungo i sentieri. Le case in pietra situate fra i boschi erano un tempo dei veri e propri granai, da cui il nome.

Dai folletti alle streghe la Valle Maira è ricca di leggende e fiabe legate ai miti della foresta. Come in molte altre zone del Piemonte, anche qui si raccontano le storie delle “masche”, figure simili a streghe diaboliche che abitano i boschi e le montagne.

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