Escursione al Rifugio Re Alberto e alle Torri del Vajolet: Un'Avventura Indimenticabile nelle Dolomiti
La Val di Fassa regala sempre emozioni uniche, incastonata tra alcune delle cime più belle delle Dolomiti, come Sella, Sassolungo, Marmolada, Latemar e Catinaccio. In questa guida, esploreremo il Catinaccio per scoprire le famose Torri del Vajolet, raggiungendo il Rifugio Re Alberto e, per i più audaci, il Rifugio Passo Santner.
Punti di Partenza e Come Arrivare
Per iniziare l'escursione verso il Rifugio Re Alberto e le Torri del Vajolet, è necessario raggiungere la piana di Gardeccia, punto di partenza per il Rifugio Vajolet e Preuss. Ecco le opzioni:
- Da Ciampedie: Utilizzare la funivia Catinaccio da Vigo di Fassa (controllare orari e prezzi).
- Da Pian Pecei: Circa 30-40 minuti lungo una tranquilla forestale da Pian Pecei, raggiungibile in seggiovia da Pera (verificare orari e prezzi).
- Da Muncion: Un percorso più lungo e impegnativo, circa un'ora abbondante con quasi 500 metri di dislivello. Consigliato solo per escursionisti allenati.
La funivia da Vigo inizia il servizio prima (7:30 in alta stagione) rispetto alla seggiovia da Pera (8:30).
Percorso Dettagliato
Noi abbiamo iniziato la nostra passeggiata da Pian Pecei ma, in caso, sappiate che la funivia da Vigo (che sale a Ciampedie) inizia prima il suo orario di servizio (alle 7.30 in periodi di alta stagione contro le 8.30 della seggiovia da Pera). La prima tappa dovrà necessariamente essere il Rifugio Vajolet (con il suo vicino Rifugio Preuss) a circa un’oretta (e 300 metri di dislivello).
Da Gardeccia al Rifugio Vajolet e Preuss
Partendo dal rifugio Gardeccia, la prima metà del cammino (sentiero n. 546) si snoda su una comoda strada sterrata fino al rifugio Vajolet (mt 2243) - 1 ora circa. Salendo si possono ammirare in tutta la loro pienezza, la parete sud del Catinaccio a sinistra, i dirupi del Larsech sulla destra e sullo sfondo il maestoso Catinaccio d’Antermoia.
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L'ascesa, pur ripida in alcuni punti, non è difficile: si svolge infatti tutta su forestale senza nessun tratto esposto. La fatica però non sarà da trascurare: la via infatti parte “in piedi” subito all’inizio, permettendo (con qualche curva) di portarsi subito un po’ più in quota. Si prosegue quindi in falsopiano: infatti ci si addentra nel roccioso mondo del Catinaccio, ammirando sullo sperone dinanzi a noi il già citato Rifugio Preuss… Dove sarà doverosa una sosta per rifocillarsi prima di affrontare il tratto più impegnativo. La strada infatti proseguirà sempre sotto il sole: tenetene conto e prevedete borracce senza risparmiarvi.
L’ultima parte di itinerario permette di raggiungere, sempre in forte pendenza, il Rifugio Vajolet… E già non potrete trattenere vari “oooooh” di meraviglia: ci troviamo senz’altro in uno dei luoghi più belli delle Dolomiti, il cuore del Catinaccio. Ormai siamo già a 2243 metri: abbiamo già alle spalle almeno un’ora e mezza di passeggiata nella migliore delle ipotesi (se foste partiti da Pian Pecei), per cui senz’altro ci meritiamo una sosta… Visto che ora inizierà il pezzetto attrezzato, quello più impegnativo. E infatti, appena si superano, vedremo immediatamente il bivio: se proseguissimo dritto, una rassicurante forestale ci condurrebbe in un’oretta al Rifugio Passo Principe. Ma noi dobbiamo voltare a sinistra!
Salita al Rifugio Re Alberto
Superato il Rifugio Vajolet, imbocchiamo a sinistra il sentiero 542 che sale lungo la conca compresa fra la Punta Emma e la Torre Est e che è classificato come EE - Escursionisti Esperti per la presenza di tratti attrezzati con cordini metallici nei punti più impegnativi.
Da qui si prende la deviazione a sinistra che sale nel canale. Il sentiero ha una discreta pendenza e lo si percorre in circa 60 minuti. Non sono passaggi particolarmente esposti, non è richiesta attrezzatura da ferrata e vi si avventurano anche i bambini che trovano divertente la salita aiutandosi in certi punti, con le mani.
E infatti notiamo subito le indicazioni per il sentiero 542: riportano circa un’oretta per giungere al Rifugio Re Alberto e soprattutto, anche il monito che si tratta di un itinerario riservato agli escursionisti esperti. Proprio perchè, come anticipavamo, vi sono alcuni tratti di corda che permettono sia di superare agevolmente alcuni balzelli rocciosi sia di affrontare sparuti passaggi in maniera più sicura e priva di pericoli. Come formichine si risale in canalone rocciosoIl Rifugio Vajolet e il Rifugio Preuss si allontanano sempre piùAl Rifugio Re Alberto e alle Torri del Vajolet si arriva in un’ora dal Rifugio Vajolet Per questo, secondo noi, questo percorso deve essere affrontato con bambini grandi, in grado di sapersi gestire e di non trovarsi in difficoltà nei tratti più esposti.
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Dicevamo: si imbocca il segnavia 542 che, subito, fa capire che non sarà una passeggiata. Il fondo diviene roccioso e la larghezza si restringe: siamo proprio su un classico itinerario di montagna. E la fatica non tarda a farsi sentire. Ovviamente non vedrete subito l’ora di arrivare ma, sappiate, il Rifugio Re Alberto non lo scorgerete praticamente sino alla fine. Ma intuirete dove si trova: poco sopra il secondo pilone della teleferica! Quello sì si vede già da molto lontano.
Ad un certo punto passerete da una panchina: è la giusta ricompensa per essere arrivati sin qui! Potete naturalmente riposarvi e guardare quanta strada è stata percorsa. E tirate anche un sospiro di sollievo: questa panchina indica infatti che la parte difficile è finalmente terminata! D’ora in avanti infatti si camminerà facilmente a zigzag sino al Rifugio Re Alberto. E infatti, in circa 20 minuti al massimo, saremo arrivati! Dopo poco infatti, ecco dapprima comparire il tetto, poi i muri e infine la scalinata d’accesso: ce l’abbiamo fatta.
Il Rifugio Re Alberto I si trova nel cuore del Catinaccio, a 2621 m di quota, fra la Val di Fassa e il sudtirolo, nella conca del Gartl, e circondato da immense bastionate rocciose come la Croda di Re Laurino, la parete nord del Catinaccio e le celebri Torri del Vajolet. Dal Rifugio Vajolet al Rifugio Re Alberto I il percorso è in netta salita e su terreno misto di roccette e ghiaia e che prevede alcuni punti un po’ più impegnativi ed esposti e attrezzati con corde metalliche.
Rifugio Passo Santner
Manca davvero pochissimo: la forcella è già ben visibile poco sopra, al termine del ghiaione. Il Rifugio Passo Santner non si vede (poiché è leggermente più sotto) ma credeteci, ne vale proprio la pena poiché la vista si aprirà sulla Val d’Ega e la Valle di Tires, spingendosi sino a Bolzano e anche oltre.
Come dicevamo, l’arrivo si vede già. Il sentiero, ottimamente transitabile, si svolge su ghiaione ed è privo di difficoltà: l’unica, se proprio vogliamo, sarebbe quella di dover superare altri 100 metri di dislivello stanchi come siamo, ma bisogna trovare le forze perchè ne vale proprio la pena!
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Il Rifugio Passo Santner è stato da pochissimo ristrutturato (e si vede): ora è quasi una lounge d’alta quota! Dal bar con vetri panoramici si può ammirare un panorama speciale, al riparo dai venti che, spesso, soffiano molto tesi.
Dati Tecnici del Trekking
Punto di Partenza: | Rifugio Ciampedie |
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Punto di Arrivo: | Rifugio Re Alberto I |
Dislivello: | Circa 700 metri |
Altezza Massima: | 2.621 metri di quota |
Durata: | 2 ore e 30 minuti/3 ore (comprese soste) |
Difficoltà: |
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Consigli Utili
- Per gli adulti, l'imbrago non è necessario nel tratto Rifugio Vajolet - Rifugio Re Alberto, ma può essere portato per maggiore sicurezza.
- Consigliato a bambini grandi, allenati e abituati a questo tipo di sentieri.
- Valutare attentamente l'esperienza propria e dei bambini prima di intraprendere il percorso.
- Sconsigliato l'uso di zaino portabimbo o marsupio.
- Partire molto presto la mattina per evitare il traffico e godere di temperature più fresche.
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