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Escursione al Rifugio Larcher al Cevedale: Un'Avventura Indimenticabile tra i Laghi

Se volete regalarvi una bella giornata in quota, questa escursione in Val di Pejo, lungo l’itinerario panoramico che passa dal Rifugio Larcher e si snoda nel Parco Nazionale dello Stelvio è davvero un’ottima idea. Il Rifugio Larcher, risalente al 1882 e dedicato al senatore e presidente della SAT - Società Alpinisti Tridentini Guido Larcher, sorge in una posizione a dir poco spettacolare al cospetto del Gruppo del Cevedale: siamo praticamente dall’altro lato, quello trentino appunto, rispetto al Rifugio Branca in Alta Valtellina dove eravamo qualche mese fa.

Informazioni Utili per l'Escursione

Punto di partenza del nostro giro ad anello è Malga Mare (2000 metri), potete lasciare la macchina nel parcheggio proprio sottostante la malga. Noi siamo arrivati intorno alle 8.30 ma il parcheggio di Malga Mare era già saturo, così abbiamo dovuto lasciare la macchina ai parcheggi sottostanti e mettere subito il turbo per risalire lungo un sentiero bello ripido, fino alla centrale idroelettrica di Malga Mare appunto. In alta stagione l’accesso a Malga Mare è limitato al raggiungimento della capienza massima dei parcheggi predisposti (Malga Mare e due aree sottostanti), oltre che soggetto ad un pagamento di un ticket (5€). Per raggiungerlo vi raccomandiamo di partire presto la mattina, perché soprattutto in alta stagione i posti sono limitati e data la distanza da Trento, 1 ora e 45 minuti di macchina, rischiate di arrivare tardi e avere difficoltà nel trovare posto. In macchina si percorre tutta la Val di Non e Val di Sole fino ad arrivare al paese di Cogolo. Percorri la SS42 fino al borgo di Ossana e, all’altezza del bivio per Val di Peio, svolta a destra. Percorri la SP87 fino a Cogolo di Peio e da lì sali sulla destra in Via Casarotti in direzione Malga Mare. Raggiungi in auto il parcheggio di Prà Bòn da Cogolo di Peio su strada asfaltata.

Dati Tecnici dell'Escursione

  • Punto di partenza: parcheggio Malga Mare, raggiungibile da Cogolo di Peio seguendo la stretta strada asfaltata per circa 10 chilometri
  • Punto di arrivo: Rifugio Guido Larcher al Cevedale, a quota 2.608 metri s.l.m.
  • Dislivello: +700 metri
  • Altezza massima: Lago delle Marmotte, 2.706 metri s.l.m.
  • Durata: circa 5.00/5.30 ore per l’anello
  • Difficoltà: E - Escursionisti (ma non sottovalutate la lunghezza)

L’escursione è di media lunghezza, circa 12 chilometri (escluso naturalmente il fuori programma del Passo Forcola) e si può percorrere in circa 5.30-6 ore complessive.

Descrizione del Percorso

Dalla Malga seguite il sentiero SAT 102 che vi porterà in circa 2 ore di camminata e 600 metri di dislivello al Rifugio Larcher (2.608 m.). Da qui prendi il sentiero sulla sinistra del parcheggio che ti porterà a Malga Mare 2.301 m (chiusa per l'estate 2023) e da qui imbocca il sentiero SAT 102, che fiancheggia la malga e poi sale in un bosco di pini cembri fino a Pian Venezia, un pianoro panoramico. Lasciato a destra il sentiero di discesa si affronta una lunghissima e monotona rampa a mezza costa, con bel colpo d’occhio sui meandri del torrente della Val Venezia e sui ghiacciai del Palon de la Mare e del Cevedale. Da qui il rifugio è già visibile e la sua vista ti accompagnerà per il resto del tragitto, che continua a mezzacosta sul lato destro della valle fino al Rifugio Cevedale «G. Larcher» (2.608 m slm). Aggirato un contrafforte roccioso, si arriva al Rifugio Cevedale “Guido Larcher”, posto in splendida posizione sul ciglio della balza che domina l’alta Val Venezia. Dopo poco compare sotto a queste maestose montagne il Rifugio Larcher che sembra sorgere su uno sperone di roccia. Arrivati! Probabilmente al Rifugio Larcher incontrerete molta più gente di quanta non ne abbiate incontrata sul sentiero fino ad ora, perché tantissime persone da Malga Mare vengono direttamente qui senza poi compiere il giro dei laghi. Al Larcher sono davvero gentilissimi e non vi faranno andare via a stomaco vuoto, anzi: da provare assolutamente il loro tris di canederli!

Dopo aver ammirato il Rifugio Larcher, è possibile proseguire per il giro dei laghi del Cevedale. Si parte proprio dietro al rifugio e sono altri 420 metri di dislivello e un’ora e un quarto di camminata con gli ultimi metri davvero tosti. Dal rifugio si sale lungo il tracciato 104 fino alla dorsale rocciosa, dove inizia una breve discesa fino al bivio con il sentiero 146: da lì si procede dritti per qualche centinaio di metri fino al bivio con il sentiero 123, che si prende svoltando a destra. Da qui si prosegue lungo il sentiero sentiero SAT 123 lungo un tratto prevalentemente pianeggiante che vi permetterà di vedere gli altri laghi.

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Il Giro dei Laghi del Cevedale

Il giro dei laghi prosegue ora alternando tratti in falsopiano e tratti in discesa, con il sentiero che ad un certo punto cambia numerazione, da 123 a 104, ma è comunque impossibile sbagliare perché la traccia è dritta e ben evidente davanti a noi.

Dal rifugio Larcher con il sentiero n. 123 si sale nelle conche sovrastanti per effettuare il giro dei laghi, che si incontrano nella seguente successione: Lago Marmotte, Lago Lungo, Lago Nero, Lago del Careser (bacino idroelettrico).

  • Lago Careser: il sentiero per raggiungere il Lago Careser è praticamente tutto in salita in quanto è qui che si concentra la maggior parte del dislivello da affrontare: dai 2.031 metri s.l.m. di Malga Mare dobbiamo infatti arrivare ai 2.603 metri s.l.m. del Lago Careser. Questo è il tratto più impegnativo di tutto il trekking, ma la salita procede costante e i tornanti del sentiero consentono di smorzare un po’ la fatica: si arriva così al Lago Careser, un bacino artificiale realizzato per produrre energia elettrica sfruttando le acque provenienti dall’omonimo ghiacciaio. Per continuare nel giro dei laghi del Cevedale bisogna a questo punto percorrere per intero il coronamento della diga e tenere la sinistra al bivio, sempre seguendo il sentiero 123 (e non la variante 123B).
  • Lago Nero: In pochi minuti, superata una breve scalinata, ci si ritrova davanti al Lago Nero nelle cui profonde acque scure si specchia il Monte Vioz: aguzzando un po’ la vista si riesce perfino a scorgere la caratteristica forma cubica del Rifugio Mantova al Vioz, posto a 3.535 metri di altezza.
  • Lago Lungo: Proseguendo lungo il sentiero ecco apparire alla nostra sinistra il Lago Lungo, chiamato così proprio per la sua sinuosa forma allungata.
  • Lago delle Marmotte: Un ultimo strappo in salita ci fa poi raggiungere la sommità di un dosso da dove si intravede finalmente il Rifugio Larcher: prima di iniziare la discesa verso il rifugio non dimenticate di fare una veloce deviazione al Lago delle Marmotte, posto poco più avanti. Con il Lago delle Marmotte si chiude il giro dei laghi del Cevedale

Rientro a Malga Mare

Per tornare al punto di partenza basta imboccare il sentiero 102, appena sotto il rifugio, che in circa 1 ora e 30 minuti vi riporterà a Malga Mare passando per i bellissimi prati alpini di Pian Venezia. Quasi alla fine del sentiero, a circa 10/15 minuti da Malga Mare, vi troverete davanti ad un bivio con l’indicazione per la Cascata Salt dei Gembri. Questa deviazione non vi porterà via molto tempo, ma vale assolutamente la pena andare a vedere questa cascata percorrendo scalette e passerelle di un sentiero appena rimesso a nuovo.

Consigli Utili

  • Scegliere un percorso adatto alla tua preparazione.
  • Preparare la tua escursione: controlla le previsioni meteo, il percorso che seguirai e gli orari degli impianti di risalita, se il tuo itinerario ne prevede l'uso.
  • Ricorda che la percorribilità degli itinerari in un ambiente montano è strettamente legata alle condizioni contingenti e dipende quindi da fenomeni naturali, cambiamenti ambientali e condizioni meteo.
  • Non dimenticare macchina fotografica o cellulare per immortalare i panorami e gli scorci che più ti piacciono.

Il Rifugio Larcher e la sua Storia

Ci troviamo sotto il Cevedale (3769 m), la più alta cima del Trentino, anche se una parte sconfina in Alto Adige (la cima secondaria, Zufallspitze, 3757 m). Il luogo dove edificare il nuovo rifugio ai piedi del Cevedale venne scelto nell’agosto del 1881, nel corso di un’escursione compiuta dall’allora segretario della SAT Silvio Dorigoni con il delegato Annibale Salvadori e la guida alpina Domenico Veneri. La SAT acquistò 100 mq di terreno dal Comune di Cogolo e i lavori vennero compiuti dall’impresa “Fratelli Pietro e Domenico Fiori” di San Lorenzo per l’importo di 1.100 fiorini. Il 24 agosto 1892 il nuovo rifugio venne inaugurato in occasione del 10° Ritrovo estivo della SAT a Pinzolo. Il rifugio riscosse subito un grande interesse e l’afflusso di escursionisti ed alpinisti fu tale che già ai primi del Novecento si pensò ad un ampliamento della struttura con una sopraelevazione. Il rinnovato rifugio venne inaugurato nell’ambito delle manifestazioni per il Congresso Polisportivo il 20 agosto 1908. Tra il 1939 ed il 1942 la SAT cedette provvisoriamente il rifugio al CAI di Milano e la sezione milanese lo intitolò a Guido Larcher; quando il rifugio tornò ad essere gestito direttamente dalla SAT venne mantenuta la dedica.

Guido Larcher (Trento 1867-1959) è una figura centrale nella storia della SAT. Irredentista, volontario del Battaglione Trento (1893) e poi volontario tra gli Alpini durante la Grande Guerra, sodale di Battisti, fu tra i promotori dell’azione in soccorso ai terremotati di Messina e Reggio Calabria nel 1908 e nel 1916 e si occupò del rimpatrio dalla Russia dei prigionieri trentini. Fu uno dei maggiori dirigenti della SAT, presidente per ben quattro mandati: 1902-03, 1906-09, 1919-25, 1934-37. Nel 1920, su suo impulso, assieme a Ferruccio Stefenelli e con l’appoggio della SAT e della Legione Trentina, venne fondata la Sezione di Trento dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA). Fu grazie al suo interessamento che la SAT cedette all’ANA i ruderi del rifugio Contrin.

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Il Parco Nazionale dello Stelvio

Il Parco Nazionale dello Stelvio è uno dei più antichi parchi naturali italiani. Costituito il 24 aprile 1935 con lo scopo di “tutelare e migliorare la flora, di incrementare la fauna e di conservare le speciali formazioni geologiche nonché le bellezze del paesaggio e di promuovere lo sviluppo del turismo”. Collocato nel cuore delle Alpi Centrali, il Parco dello Stelvio è, considerando che circa tre quarti dei suoi 130.700 ettari si trovano al di sopra dei 2.000 metri, un tipico parco montano d’alta quota con cime impervie, di cui oltre 60 superanti i 3.000 metri di quota (fra cui la più alta è l’Ortles, 3.904 m), ed estese superfici glaciali. Le aree del fondovalle vedono la presenza di prati a sfalcio, mentre i versanti montani sono caratterizzati principalmente da boschi di conifere.

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