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Escursioni nel Cansiglio: alla scoperta dei cervi e dei sentieri

Oggi vi porto alla scoperta di una della splendida foresta di faggi, che si trova sull’altopiano del Cansiglio. Il Cansiglio è un luogo dall’indiscusso fascino. Una terra ricca di storia in cui la natura svolge un ruolo importantissimo. Flora e fauna contribuiscono infatti a creare un ambiente particolare ed unico nel suo genere.

Il percorso: un anello tra boschi e praterie

Il sentiero proposto ricalca in parte il tracciato denominato “Anello del Cansiglio” e punta a permetterci di vedere grosse parti delle foresta, intervallando sezioni nel fitto bosco ad altre in zone decisamente più aperte e prative e consentendo infine di raggiungere diversi punti di interesse storico culturale che sorgono in quest’area, come il villaggio Vallorch o il giardino botanico Lorenzoni.

Il tracciato, per quanto lungo, non presenta nessuna difficoltà e il dislivello decisamente contenuto lo rende fattibile praticamente per chiunque. Come già detto la Foresta del Cansiglio racchiude numerosissimi altri tracciati che si intrecciano parzialmente con il sentiero proposto. Nulla vieta quindi di creare un anello più corto grazie alla fitta rete di sentieri o di trovare delle strade alternative per allungare o accorciare la traccia proposta.

Incontri ravvicinati con la fauna locale

Avevo addocchiato questi posti da ormai diverso tempo e me li ero segnati sulla mia mappa, un po’ per l’incredibile bellezza dei faggi secolari che popolano questa vasta foresta, ma anche perché in queste zone, soprattutto la mattina presto, non è affatto raro fare incontri ravvicinati con la fauna locale, costituita prevalentemente da cervi e caprioli. All’interno della faggeta del Cansiglio vivono numerosi esemplari di cervi: in quest’area infatti la caccia non è consentita.

Come raggiungere il punto di partenza

L’altopiano del Cansiglio è attraversato dalla strada provinciale SP422. Percorrendola noterete diverse zone di sosta e piazzole tranquillamente utilizzabili per lasciare la vostra auto e cominciare l’escursione. La parte sud della piana presenta anche alcuni ampi parcheggi sterrati e svariati ristoranti e rifugi.

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Trattandosi di un giro ad anello il punto preciso dove lasciare l’auto è abbastanza indifferente. Il sito ufficiale segna come punto di partenza il rifugio Sant’Osvaldo, che si trova esattamente a metà piana.

Descrizione del percorso

Imboccando la SP422 dal paese di Vittorio Veneto iniziamo ad inerpicarsi sempre di più sulle montagne circostanti e ben presto il bosco ci inghiotte completamente, andando a coprire tutta la vista sulla pianura Padana in posizione sud. Il clima è uggioso e i temporali di questa notte hanno creato diverse pozzanghere a lato della carreggiata, gli aghi verdi degli abeti che ci circondano sono ancora carichi d’acqua e basta solo un leggero colpo di vento per creare una lieve pioggerella sulla strada.

Raggiunto l’incrocio con la SP61 e proseguendo dritti il bosco attorno a noi cambia completamente, i piccoli arbusti verdi e gli alti abeti lasciano quasi completamente il posto a spettacolari faggi con delle chiome ancora folte e completamente cariche di foglie gialle e arancioni. Il grigiume e il fango del terreno vengono invece quasi totalmente nascosti da un’infinito tappeto di foglie secche, con toni tendenti al rosso scuro.

Proseguiamo quindi dritti, percorrendo la lingua scura dell’asfalto che nel suo tragitto viene quasi sommersa da questo splendido tripudio di colori caldi e luminosi. Ancora pochi minuti e la strada ci conduce all’altopiano vero e proprio, dove il bosco si allontana, per cedere lo spazio ad ampi pascoli e svariate abitazioni. Davanti a noi, parzialmente coperta dalla nuvole, la cima rocciosa del monte Messer domina tutta la zona.

Lasciata l’auto e indossati gli scarponi, ci mettiamo immediatamente in cammino, imboccando il tratto non numerato che punta verso nord. Qui si trovano anche diverse bacheche e alcuni cartelli, che però trovo abbastanza confusionari e disorganizzati. Il sentiero si sviluppa in piano, al limite tra il bosco e la strada provinciale, conducendoci in pochi minuti verso un’area pic-nic.

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Il sole con i suoi raggi inizia a sfiorare solo ora questa zona, non riuscendo quindi per nulla ad asciugare la rugiada che ricopre interamente il prato e che ci bagna gli scarponi man mano che ci passiamo attraverso. Il cielo si sta facendo sempre più azzurro e i nuvoloni minacciosi che vedevamo prima hanno lasciato quasi completamente il posto a candide nuvolette bianche.

Qualche uccellino, saltando tra un’albero e l’altro, ci saluta con un dolce canto, oltre a questo però regna un silenzio assoluto. In questa zona il bosco è dominato da abeti e conseguentemente è molto più complicato cogliere il Foliage, sforzandosi un po’ però è possibile riuscire a individuare qualche macchia arancione isolata qua e là.

Finalmente il sentiero si alza un po’ di quota ed inizia a proseguire a mezzacosta in un bosco decisamente più rigoglioso. Gli abeti lasciano spazio ad altissimi alberi di latifoglie e la prima luce del mattino inonda la zona facendo esplodere di colore le fronde degli alberi. La prosecuzione non è assolutamente faticosa, caratterizzata da lievissimi saliscendi e lunghi tratti dove il sentiero si fa molto largo e prosegue praticamente in piano.

Usciti dal bosco ci ritroviamo dinnanzi al villaggio i Pich, luogo dove dove sorge un’antica abitazione Cimbra restaurata. Qui un tiepido sole e alcune rocce perfettamente asciutte creano il luogo ideale per un rapido spuntino e per aprire la mappa e valutare su quale sentiero proseguire.

Dopo qualche centinaio di metri su strada sterrata proseguiamo parallelamente ad una recinzione (in questo periodo non ci sono animali) ed immediatamente il mio sguardo viene catturato da una strana macchia colorata lungo il bosco verso il limitare sud della piana. Si tratta più o meno della zona che abbiamo percorso in auto e, vista da questa posizione, sembra che quasi l’intero bosco si sia tinto di uno splendido rosso fuoco!

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Il paesaggio in quest’area si fa veramente particolare: a qualche centinaio di metri da noi ci sono i vasti prati verdi dell’altopiano, sulla sinistra del sentiero si estende per qualche decina di metri una sottilissima striscia di abeti, caratterizzati da folte cime verde scuro, a destra del tracciato invece il bosco cambia ancora e torna ad essere una faggeta carica dei toni caldi tipici dell’autunno.

Giunti verso la fine della piana il bosco muta ulteriormente, ora è tutto completamente arancione, i faggi sono sempre più alti e sembrano fare a gara a chi si avvicini di più al cielo, il terreno è asciutto, le foglie ricoprono completamente il sentiero e i raggi diretti del sole non fanno altro che caricare ancora di più di colore l’intera zona.

Davanti a noi si staglia un’immenso faggio secolare alto decine di metri con rami che si sviluppano in ogni direzione. Il tronco è ricoperto da una splendida corteccia scura, con lunghe venature biancastre e diverse aree invase da un leggero strato di muschio da toni verdi.

Dopo una lunga pausa decidiamo che è giunto il momento di proseguire, non siamo nemmeno a metà percorso. Così riprendiamo il sentiero ed iniziamo ad inerpicarci lungo una leggera salita. Questo piccolo villaggio non è altro che quel che resta di un agglomerato di abitazioni dei Cimbri.

Il primo insediamento in questa specifica zona è datato 1850 e fu fondato dai fratelli Azzalini, proprio per la vicinanza e la quantità di legno di faggio che si trova nei pressi delle case. Le strutture che vediamo oggi purtroppo non sono più quelle originali, in quanto il villaggio fu incendiato ripetutamente durante le due guerre mondiali, ma fortunatamente anche sempre ricostruito.

A questo punto il sentiero si sovrappone per un breve tratto alla strada asfaltata che conduce al villaggio. Difficile capire perché, ma in questa zona le foglie sugli alberi non sono più gialle/arancione, ma sono tinte d un intenso rosso scuro. In pochi minuti raggiungiamo il rifugio alpino Vallorch (sito ufficiale) che gode di una vista molto ampia sulla parte sud dell’altopiano.

Giunti quasi in piano, lungo via dei Cimbri, ci troviamo ormai nei pressi della strada provinciale percorsa questa mattina. Il silenzio della natura lascia purtroppo il passo al rumore dei motori e le chicchere di molti turisti che hanno raggiunto questa zona per la bella vista e per mangiare un piatto tipico in uno dei numerosi ristoranti.

Incrociata la strada provinciale SP422 il giro ad anello completo ora girerebbe a destra, risalendo lungo il bosco lungo l’altro versante della piana. Per quanto sarebbe bello fare anche questa parte di sentiero il sole sta ormai scendendo e si sta facendo buio. Iniziamo quindi a camminare lungo la strada per qualche centinaio di metri ammirando la piana proprio dal centro e riuscendo quindi a cogliere tutto il tratto di bosco che abbiamo percorso questa mattina.

Superato la vasta area adibita a campo da golf svoltiamo a destra lungo la strada che conduce all’area pic-nic Archeton. Giunti nei pressi dell’area pic-nic svoltiamo a sinistra, seguendo le indicazioni per il giardino botanico. Proseguiamo sempre dritti, accompagnati dai colori variegati che caratterizzano la fine del tramonto e l’inizio della blue hour.

Alzando lo sguardo verso il bosco noto un rapido movimento tra l’erba alta, ci fermiamo subito cercando di fare silenzio e in pochi secondi scorgiamo un piccolo capriolo che, uscendo dal bosco, ci fissa. Dopo questo piacevole incontro ci troviamo dinnanzi alla struttura (chiusa) del giardino Botanico G. Lorenzoni, inaugurato nel 1972 e contenente circa 500 specie vegetali differenti che si possono trovare all’interno della Foresta del Cansiglio.

Il sentiero ora devia a destra e si mantiene a lato della recinzione del giardino botanico per qualche metro, dopo una serie di saliscendi su terreno sassoso inizia una lunga discesa che ci permette di ricongiungerci con una strada sterrata. Ci troviamo in una vasta distesa prativa circondata da piccole chiazze boscose, il cielo sta ormai diventando sempre più scuro e la luce del sole se ne è andata del tutto.

Direi che è giunto il momento di tirare fuori le torce e portarci rapidamente verso l’area dove abbiamo parcheggiato l’auto. Proseguiamo quindi lungo la strada sterrata, che si mantiene praticamente sempre pianeggiante, giunti in prossimità di una baita iniziamo a sentire l’asfalto sotto i nostro piedi e con un paio di lunghi tornanti guadagnamo qualche metro di dislivello.

Giunti nuovamente in piano la strada si immerge in un fitto bosco e dopo pochi minuti si ricongiunge con le poche case di località Pian Dell’osteria e conseguentemente con il parcheggio dove abbiamo lasciato l’auto.

Informazioni utili per l'escursione

I sentiero sull’altopiano del Cansiglio possono essere affrontati in tutte le stagioni. In caso di escursione in ambiente invernale vi invito invece a valutare le condizioni del manto nevoso, la percorribilità della strada ed eventuali pericoli nella zona. Durante la mia percorrenza non ho trovato fonti d’acqua lungo il sentiero. Sembra però che ci siano delle fontanelle in località Pian Dell’osteria e nell’area pic-nic Archeton.

Durante le uscite l’obiettivo è comunque quello di godersi la giornata: niente “corse” o tempistiche obbligate da rispettare.

Il bramito del cervo

Oltre ad essere una delle foreste del Triveneto meglio conservate, per la sua conformazione orografica, la Foresta del Cansiglio rappresenta il luogo ideale dove i cervi in autunno si incontrano per i suggestivi rituali d’amore. Ogni anno la conquista dei branchi di femmine diventa una sfida incredibile che ha nel bramito l’espressione vocale più caratteristica.

Questo periodo degli amori è uno dei momenti più importanti per i cervi e per tutto l’ambiente del Cansiglio. Assistere a questo rituale significa farlo in maniera assolutamente rispettosa e senza recare nessun tipo disturbo. Per questo quella che trovi qui sotto è un’esperienza guidata sostenibile e non un fai da te (in questa occasione sempre altamente sconsigliata).

Date, orari, percorsi e modalità dell’escursione sono stabilite da guide naturalistiche esperte. Il periodo degli amori è all’incirca da fine settembre a metà ottobre. Unisciti ad un mese di osservazioni ed escursioni per assistere a questo spettacolare evento naturale! Nella competizione con altri maschi, solo il maschio più forte potrà riprodursi e quindi concorrere al miglioramento della specie.

Puoi partecipare a delle passeggiate in natura per avvistare i cervi (con gruppi piccoli di circa 12 persone), seguendo le indicazioni della guida naturalistica per non disturbarli. Da un po’ di anni, ci sono davvero moltissime visite che stanno creando uno squilibrio e disturbando i cervi.

Effettueremo una passeggiata preserale per l’avvistamento dei cervi con incontro alle ore 15.30. Ascolterai spiegazioni interattive sulla biologia del cervo nel periodo del bramito. Questo è il momento ideale sia per l’avvistamento che per sentire i cervi. L’escursione termina indicativamente alle ore 19.

Se vuoi vivere un’esperienza più completa, tra le ore 19 e le ore 20.30 ti aspetta una gustosa cena con prodotti tipici e poi, dopo cena, una passeggiata notturna dalle 20.45 fino alle 22 per l’ascolto del bramito. L’alba è un momento davvero incantevole per osservare i cervi quando il resto del mondo dorme ancora.

Un’occasione unica per immergersi nella natura del Cansiglio in un’atmosfera da sogno. Per vivere al meglio l’osservazione è fortemente consigliato portare il proprio binocolo.

Ti consigliamo di vivere le due esperienze in abbinata per vivere al massimo questo rito della natura ed avere più possibilità di avvistare i cervi oltre che ascoltare il bramito nel silenzio della notte. Anche perché in queste escursioni in natura i cervi si trovano nel loro habitat e non in esposizione per noi, pertanto non c’è la garanzia di ascoltarli o vederli.

Quindi, perché non passare l’intero weekend immersi nei colori e nella magia della Foresta del Cansiglio? Abbiamo pensato dei comodi pacchetti che includono le escursioni, l’alloggio e la cena. Scegli l’esperienza che fa per te. ore 8.00 fine escursione.

Se vuoi vivere un weekend intero alla scoperta del Cansiglio, puoi scegliere di fare una giornata di immersione nel mondo dei cervi e poi approfittare del giorno seguente per scoprire il territorio! Puoi esplorare la spettacolare Foresta del Cansiglio oppure visitare il Giardino Botanico Alpino di Tambre.

Se sei un fotografo o un appassionato a cui piacerebbe fare un’esperienza molto approfondita, puoi richiederci un’uscita personalizzata. In particolare durante la settimana c’è una maggiore quiete e sarà più facile personalizzare l’escursione in base alle tue esigenze. Il momento privilegiato è ovviamente l’alba.

Per i fotografi, consigliamo un’uscita privata di almeno 3 a 4 ore. Riportiamo qui tutti i dettagli tecnici che ti serve sapere per assistere a questo emozionante spettacolo naturale e goderti la tua escursione in Cansiglio. Sottolineiamo che il terreno può essere abbastanza accidentato e con tratti più in oscurità; è quindi necessario portare una pila e scarpe adeguate alla montagna.

Ricordati di coprirti bene per il freddo e l’umido; l’esperienza si svolge anche in caso di pioggia! Ti suggeriamo di vestirti a strati di diversa pesantezza, in quanto l’appostamento può richiedere di trascorrere lungo tempo in posizione fissa.

Ovviamente, maggiore è il silenzio che riusciremo a fare, maggiore sarà la probabilità di avvistare i cervi. Dalla reintroduzione dei lupi in Cansiglio, il bramito del cervo ha perso intensità visto che la popolazione dei cervi in Cansiglio è andata diminuendo.

Ricorda: le nostre guide hanno grande esperienza della foresta e del cervo e ti metteranno nelle migliori condizioni per riuscire nell’avvistamento. Se hai già avuto modo di partecipare ad un’escursione al bramito dei cervi in Cansiglio e vorresti provare a vivere quest’esperienza anche in un’altra località, potrebbe piacerti questa uscita alle porte delle Dolomiti, in località Vedorcia.

Precauzioni e rispetto per l'ambiente

Nelle nostre escursioni prestiamo attenzione anche all’ambiente in cui ci muoviamo evitando assolutamente di:

  • abbandonare rifiuti al di fuori delle normali aree di raccolta;
  • gettare qualsiasi cosa a terra: mozziconi di sigarette, fazzoletti, ecc. ;
  • creare danno o fastidio alla flora ed alla fauna del luogo;
  • porre in essere comportamenti maleducati ed irrispettosi verso le strutture usate come ristoro o ricovero notturno.

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