Escursioni Pericolose e Impegnative in Italia
Sempre più persone trovano tranquillità nella montagna, camminando tra i sentieri e i percorsi completamente immersi nella natura. In questo articolo ci concentreremo sui percorsi più difficili, adatti solo a chi è un escursionista esperto!
Classificazione delle Difficoltà Escursionistiche
Il grado di difficoltà di un sentiero è rapportato in base all’esperienza dell’escursionista ed al proprio limite sia fisico che psicologico.
- T (Turistico): Itinerario su stradine, mulattiere o larghi sentieri. I percorsi generalmente non sono lunghi, non presentano alcun problema di orientamento e non richiedono un allenamento specifico se non quello tipico della passeggiata.
- E (Escursionisti): Itinerari su sentieri od evidenti tracce in terreno di vario genere (pascoli, detriti, pietraie…). Sono generalmente segnalati con vernice od ometti. Possono svolgersi anche in ambienti innevati ma solo lievemente inclinati. Richiedono una sufficiente capacità di orientamento, allenamento alla camminata anche per qualche ora.
- EE (Escursionisti Esperti): Sono itinerari generalmente segnalati ma con qualche difficoltà: il terreno può essere costituito da pendii scivolosi di erba, misti di rocce ed erba, pietraie, lievi pendii innevati o anche singoli passaggi rocciosi di facile arrampicata (uso delle mani in alcuni punti). Pur essendo percorsi che non necessitano di particolare attrezzatura, si possono presentare tratti attrezzati se pur poco impegnativi. Richiedono una discreta conoscenza dall’ambiente alpino, passo sicuro ed assenza di vertigini. La preparazione fisica deve essere adeguata ad una giornata di cammino abbastanza continuo.
- EEA (Escursionisti Esperti con Attrezzatura): Vengono indicati i percorsi attrezzati (o vie ferrate), richiedono l’uso dei dispositivi di autoassicurazione.
Vie Ferrate: Classificazione e Sicurezza
Le vie ferrate sono sempre classificate in escursionismo/alpinismo con la sigla EEA (escursionismo esperti attrezzati) e devono essere affrontate con il relativo e certificato Kit da Ferrata (Imbrago-set ferrata-casco). Naturalmente per classificare il tipo di ferrata che si va a sviluppare facciamo riferimento ad una scala con relativa tabella adottata da diverse nazioni europee, dove le vie ferrate sono maggiormente presenti.
La classificazione italiana si basa su 5 valori che tengono conto delle difficoltà complessive della via: F (facile), PD (poco/moderatamente difficile), D (difficile), TD (molto difficile) ed ED (estremamente difficili). Questa classificazione tiene in considerazione le difficoltà globali dell’escursione e non solo le difficoltà inerenti la via ferrata.
Esempi di Escursioni Impegnative in Italia
Il Cammino dei Monaci
Si tratta di un percorso di circa 300 km che inizia in Umbria, a Norcia, e scende lungo il Lazio arrivando fino a Montecassino, nella Valle dei Liri. Questo cammino si sviluppa lungo 16 tappe, sono quindi necessari 16 giorni per percorrerlo e ha una difficoltà di livello medio. Non bisogna essere escursionisti esperti, ma è necessario almeno essere un po' allenati e in grado di camminare molto e per molto giorni. Lungo il percorso potrete dormire in monasteri e abbazie, oppure optare per i numerosi agriturismi e b&b presenti.
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Ippovia del Trentino Orientale
Questo percorso permette di scoprire i meravigliosi paesaggi della Valsugana e della catena montuosa del Lagorai. Si tratta di un tracciato di circa 400 km che comprende 15 tappe e che è composto da tantissimi percorsi di diversa difficoltà. Il percorso principale è un tragitto circolare di media/alta difficoltà. L'Ippovia è ricca di b&b e rifugi in cui fare tappa la notte oppure in cui fermarsi a mangiare se si fa un'escursione giornaliera. Inoltre potrete imbattervi in diversi centri ippici: infatti è possibile anche esplorare una parte della zona a cavallo.
Giro dei Giganti
Questo percorso è circolare ed unisce l'Alta Via 1 e l'Alta Via 2. La cosa più bella è che in questo anello passerete vicino ai quattro grandi d'Europa: Monte Bianco, Monte Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso. Qualche informazione tecnica: l'intero Giro dei Giganti è lungo 370 km, unendo appunto l'Alta Via 1, detta anche Alta Via dei Giganti, e l'Alta Via 2, chiamata anche Alta Via Naturalistica. E' un trekking davvero impegnativo, soprattutto nella sua completezza, consigliato a chi ha almeno un po' di esperienza. Essendo un giro ad anello, il punto di arrivo e partenza è lo stesso: Courmayeur Mont Blanc, nella parte nord occidentale della Valle d'Aosta, poco distante dal confine con Francia e Svizzera.
Trekking del Lupo
Non solo natura, ma anche storia: quelli che potete percorrere sono gli antichi sentieri di caccia dei re. Il Parco Naturale Alpi Marittime era infatti la riserva di Caccia dei Savoia. Parlando nello specifico del Trekking del Lupo, questo è un percorso circolare di circa 75 km, con punto di partenza la cittadina di Entracque, dove potete visitare anche il centro faunistico "Uomini e Lupi". Per un piccolo tratto, il trekking passa anche per la Francia. Non serve essere escursionisti esperti per percorrerlo, ma è richiesta una buona preparazione fisica, anche per affrontare i forti dislivelli. Quindi è sconsigliato a chi non ha mai camminato in montagna o si è limitato a percorsi semplici.
Ascesa all'Etna
E' uno dei trekking più incredibili che la nostra penisola ha da offrire. Ci troviamo in Sicilia, precisamente nella zona di Catania, dove sorge il più alto vulcano terrestre attivo dell'Europa. Potrete visitarlo anche con un'escursione giornaliera da Catania e ci sono diversi percorsi da seguire per esplorarlo, più o meno difficili. Il trekking completo è piuttosto impegnativo, ha una lunghezza di circa 65 km e una durata di 4 giorni. Il consiglio è quello di affidarvi alle guide esperte, in quanto parliamo sempre di un vulcano attivo. La tappa più emozionante, e anche più difficile da raggiungere, è ovviamente l'ultima: salirete fino al Piano del Lago e, condizioni meteo e vulcaniche permettendo, potrete raggiungere i crateri sommitali di sud-est.
Il Tratturo Magno
Percorso compreso tra L'Aquila e Foggia. Il tratturo è un sentiero erboso o di terra che si è formato a causa dei continui spostamenti e passaggi dei greggi. In Italia se ne trovano di diversi, ma questo è il più lungo e più importante dei cinque Regi Tratturi, da qui il nome Tratturo Magno. Si articola per ben 244 km e composto da 10 tappe. Il percorso è stato ripristinato da non tantissimi anni e quindi pian piano si sta facendo strada tra i migliori trekking d'Italia.
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Grande Anello delle Dolomiti Friulane
E' un bellissimo trekking che corre sulle Dolomiti Orientali, lungo il confine tra Austria e Italia, attraversando Austria, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Qualche dato per capire meglio il percorso: trekking d 150 km, 9 tappe giornaliere, paesaggi che spaziano da aspre montagne a vallate, da meravigliosi laghi alpini, passando attraverso foreste rigogliose. Non è per niente un percorso facile, nella sua completezza è consigliato ad escursionisti esperti o comunque con un minimo di esperienza, non ad escursionisti improvvisati.
Alta Via delle Creste sulla Marmolada
Si trova tra le province di Trento e di Belluno. E' considerata la regina delle Dolomiti, oltre ad essere la sua catena montuosa più alta. La sua punta massima infatti è Punta Penia, alta 3.343 metri, seguita da Punta Roca (3.309 m) e Punta Serauta (3.218 m). In inverno è un'ambita meta sciistica, in estate potrete fare tantissime escursioni, di diversa difficoltà. Se siete escursionisti esperti allora spingetevi fino alle cime e lungo i sentieri più spettacolari e più difficili. Uno di questi è sicuramente il trekking dell'Alta Via delle Creste, sulla cresta del Monte Migogn. Si tratta di un percorso ad anello, con punto di partenza Passo Fedaia. Per completarlo ci vogliono circa 7 ore, l'altitudine massima che si raggiunge è di 2.384 metri e il dislivello che si deve affrontare è di 900 metri.
Alta Via numero 4 della Valtellina
E' una delle più importanti Alte Vie della Valtellina. Potrete percorrerlo tra agosto e settembre, nel mese di luglio solo se in inverno non ha nevicato troppo. Tornando al sentiero, questo si sviluppa lungo 54 chilometri e ci vogliono dai 3 (percorso ridotto) ai 5 giorni (percorso completo) per portarlo a termine. Non è assolutamente un sentiero consigliato ai principianti o a chi non ha mai camminato in montagna, anzi, è dedicato ad escursionisti esperti.
Selvaggio Blu in Sardegna
Questo famoso e inimitabile percorso negli ultimi anni ha conquistato fama a livello mondiale. Attenzione però, è tanto bello quanto difficile: stiamo parlando di quello che è considerato uno dei trekking più difficili d'Italia. Si tratta di un trekking di circa 50 km, parte da Pedra Longa e arriva a Cala Sisine. Si può percorrere in 5 o in 4 giorni, anche in base al livello di preparazione. Per percorrerlo bisogna affidarsi ad una guida locale, che vi accompagnerà durante tutto il tragitto.
Le Cenge dei Partigiani sulle Alpi Apuane
Durante un’escursione sulle Alpi Apuane è probabile poter incontrare una cengia. Infatti, come in ogni altro ambiente montano ne esistono anche sulle nostre montagne. Alcune di queste sono diventate simboliche come, ad esempio, le Cenge dei Partigiani situate fra la Pania della Croce e il Pizzo delle Saette.
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Cos'è una Cengia?
In ogni caso una cengia rappresenta sempre un punto critico sul percorso di un escursionista che deve essere valutata e affrontata opportunamente. La cengia è una conformazione naturale che si presenta come una fessura o sporgenza orizzontale, generalmente lunga e stretta, lungo una parete rocciosa o un versante montuoso.
Dal punto di vista alpinistico, la cengia può variare in larghezza e inclinazione, offrendo in alcuni casi un passaggio relativamente sicuro su un terreno altrimenti difficile o impossibile da attraversare.
Pianificazione e Preparazione
Affrontare una cengia, come anche la Cenge dei Partigiani, durante un’escursione o una scalata richiede un’attenta pianificazione e preparazione. Le cenge, per la loro natura, non sono tratti banali del percorso, ma possono diventare momenti cruciali che determinano il successo o il fallimento di un’ascensione.
La prima cosa da considerare quando si pianifica un’escursione su una via che include una cengia è valutare attentamente la propria esperienza e capacità tecnica. È fondamentale conoscere il livello di difficoltà del percorso, spesso indicato nelle guide e nelle cartine topografiche.
Una cengia larga e stabile può offrire un passaggio relativamente sicuro. Invece, una cengia stretta, inclinata o esposta può richiedere una maggiore esperienza in arrampicata.
Rischi e Pericoli
Una cengia, compreso quindi anche le Cenge dei Partigiani, presenta una serie di rischi che ogni escursionista o alpinista deve valutare attentamente. Uno dei pericoli principali è rappresentato dall’esposizione. Infatti, molte cenge si trovano su pareti verticali o fortemente inclinate, e una caduta potrebbe avere conseguenze fatali.
Per questo motivo, è cruciale procedere con la massima prudenza e, se necessario, utilizzare protezioni aggiuntive come chiodi da roccia o friend per ancorarsi alla parete.
Le condizioni meteorologiche possono influenzare drasticamente la sicurezza di una cengia. Vento forte, pioggia, neve o ghiaccio possono rendere la roccia scivolosa, aumentando il rischio di caduta. Per questo motivo, è importante monitorare le previsioni del tempo e, in caso di condizioni sfavorevoli, valutare se rinviare l’escursione o scegliere un itinerario alternativo.
Un altro rischio significativo è rappresentato dalla caduta di pietre. Le cenge, per la loro conformazione, possono essere soggette alla caduta di detriti dall’alto, specialmente in zone di montagna friabili o erose.
Lettura della Cartina
Quando si pianifica un’escursione che include il passaggio su una cengia, la lettura accurata della cartina è fondamentale. Le cenge sono generalmente rappresentate con linee orizzontali o tratteggiate e spesso vengono indicate nelle descrizioni delle guide alpinistiche. È importante non sottovalutare queste formazioni: una cengia che sembra facile sulla carta può rivelarsi molto più impegnativa dal vivo.
Prima di affrontare una cengia, è consigliabile studiare attentamente il profilo altimetrico del percorso e cercare di ottenere quante più informazioni possibili dalle guide o da altri escursionisti che hanno già percorso quella via.
Inoltre, è utile avere sempre con sé una mappa aggiornata e, se possibile, un dispositivo GPS per orientarsi in caso di necessità.
Le Cenge dei Partigiani: Storia e Significato
In sintesi, le cenge rappresentano una sfida interessante per alpinisti ed escursionisti, offrendo opportunità di avanzamento su terreni montuosi complessi. Le Cenge dei Partigiani sono una formazione rocciosa situata sulle Alpi Apuane, in Toscana, che ha acquisito un grande valore storico per il suo ruolo nella Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale.
Le Cenge dei Partigiani sulle Alpi Apuane si trovano a circa 1350 m s.l.m. e a ovest rispetto del callare del monte Pania della Croce. La cengia si stacca dal sentiero 126 in direzione Croce di Petronio.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, le Alpi Apuane furono teatro di aspri combattimenti tra le truppe nazifasciste e i partigiani italiani. Proprio questa cengia fu utilizzata dai partigiani come rifugio e punto strategico per sfuggire alle pattuglie nemiche e organizzare operazioni di guerriglia. Grazie alla sua posizione, la cengia offriva una difesa naturale contro gli attacchi e una via di fuga difficilmente individuabile dalle truppe nemiche.
Oggi le Cenge dei Partigiani sono diventate una meta escursionistica per chi desidera non solo affrontare un percorso montano impegnativo, ma anche rivivere un pezzo di storia. Il percorso che porta alla cengia è piuttosto tecnico e richiede una buona preparazione fisica e conoscenze alpinistiche di base, in linea con le sfide che le cenge possono presentare in generale.
La zona offre un affascinante connubio tra la bellezza naturale delle Alpi Apuane e la storia. Percorrendo i sentieri che conducono alla Cengia dei Partigiani, è possibile imbattersi in testimonianze del passato, come targhe commemorative e vecchi rifugi, che ricordano il sacrificio dei combattenti per la libertà.
Per chi affronta l’escursione, è importante essere consapevoli dei rischi legati al terreno montuoso. Le stesse precauzioni, che si adottano su qualsiasi altra cengia, sono valide anche qui: prudenza, preparazione tecnica, attrezzatura adeguata e un occhio attento alle condizioni meteorologiche.
Le Cenge dei Partigiani sulle Alpi Apuane rappresentano un perfetto esempio di come una formazione geologica possa assumere un valore simbolico che va oltre la sua semplice conformazione naturale. Questo luogo, infatti, racchiude storie di coraggio e resistenza che fanno parte del patrimonio culturale e storico dell’Italia.
Regole Fondamentali per l'Escursionista
- MAI IN SOLITARIA: Imprevisti possono diventare situazioni a grave rischio durante un’escursione.
- CONDIZIONE FISICA: Prepararsi fisicamente e scegliere mete adatte alle proprie possibilità.
- METEO: Informarsi sulle previsioni meteo prima della partenza e durante l’escursione osservare lo sviluppo delle condizioni del tempo. Nel dubbio, tornare indietro.
Cosa Portare Sempre nello Zaino
Anche quando si parte per una breve escursione non impegnativa, è fondamentale non trascurare l’importanza di avere con sé alcuni elementi essenziali per garantire sicurezza e comfort:
- Almeno 500 ml d’acqua extra rispetto al fabbisogno calcolato, da utilizzare solo in caso di emergenza.
- Kit di emergenza con fischietto, lente d'ingrandimento, scaldamani d’emergenza.
- Ricetrasmittente per comunicazioni in zone senza copertura cellulare.
- Tarp per proteggersi dalle intemperie.
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