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Escursioni in Solitaria: Consigli e Sicurezza per Godersi al Meglio i Sentieri Italiani

Fare un cammino in solitaria significa percorrere i sentieri che caratterizzano l’Italia in modalità “solo” o in totale solitudine. Camminare in Italia non è come percorrere il Cammino di Santiago, dove si riversano centinaia di migliaia di camminatori all’anno. Se sul cammino spagnolo è naturale partire da soli per poi incontrare tante persone sul percorso, sui cammini in Italia, spesso, questi passi non trovano compagnia.

I Cammini più F frequentati in Italia

Precisiamo: nessun giudizio di “meglio o non meglio”, ma semplice constatazione della realtà. Partendo dal presupposto che in Italia i cammini non sono ancora famosi al pari del Cammino di Santiago, ci sono però 3 cammini che sono i più frequentati d’Italia. E in particolare uno di gran moda. Qui si dovrebbero incontrare persone, di mio le ho incontrate ad esempio, ma precisiamo: non è possibile stabilire una regola.

  • Via Degli Dei: Questo è uno dei cammini di gran moda, frequentato tantissimo, anche da giovani nonostante sia necessario essere allenati e di certo non è una passeggiata adatta a tutti. Qui però capita di incontrare altri camminatori.
  • Via Francigena: Si tratta del cammino più frequentato in Italia, ma è talmente lungo che serve scegliere anche la parte giusta e il periodo giusto. Vi consiglio la via Francigena Toscana se sperate di incontrare altri camminatori, molto frequentata.
  • Via di Francesco: Il terzo cammino più frequentato in Italia. Lo feci in inverno incontrando solo 2 camminatori, ma credo che nei periodi caldi si trovino più persone.

Consigli Utili per un'Escursione in Solitaria

Mi è stato chiesto tante volte “dove mi consigli di andare per un cammino in solitaria” e ho quindi pensato di raccogliere i miei consigli, le mie personalissime considerazioni qui. Una premessa: per cammino intendo e specifico che parlo di percorsi in ambienti collinari, urbani o di media montagna. NON parliamo di trekking in alta montagna o percorsi che richiedono tutt’altro genere di preparazione. Lì dovremmo aprire un altro capitolo come si suol dire. Qui parliamo di quelli comunemente intesi cammini in italia.

Inoltre aggiungo: questi consigli si rivolgono a tutti, ma in primis alle donne essendo di base per me più semplice capirle! Questo il mio consiglio personale: se non avete mai fatto un cammino da sol* in Italia, non avete idea di come sia l’impatto e soprattutto se vi piaccia oppure no, io partirei con il scegliere un cammino breve per capire se mi piace, se mi sento a mio agio in questa esperienza, se mi diverto e soprattutto se me la sto godendo. Ma questa una mia personalissima considerazione. Ovvio che dipende da mille fattori e tantissime persone partono in solitaria per mesi, dipende sempre anche da quanto vi spinge ad andare.

Non serve strafare perchè di base si rischia soltanto di non godersela e soprattutto, in questi casi, si rischia di farsi male. Tendiniti, infiammazioni, dolori vari sono il modo del nostro corpo per dire: “Non ce la fai”. E tocca tornare a casa. Mi è ovviamente successo e l’ho preso per quello che era: un fallimento. A voi quindi consiglio di scegliere un percorso adatto al vostro allenamento e magari allenarvi anche prima di partire se pensate di non esserlo abbastanza.

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Non solo. Aggiungo scegliere qualcosa che vada bene psicologicamente. Se ad esempio non amate gli ambienti troppo isolati, la natura selvaggia, meglio prediligere un cammino che passi in borghi e resti in contatto con l’ambiente urbano. Se non amate il bosco, come me, meglio evitare di fare la traversata dell’Appennino per dire perché difficilmente vi sentirete a vostro agio psicologicamente.

Per stare più sereni e dal momento che siete in cammino da sol* è meglio a mio parere avere già una meta chiara dove arrivare e sapere di avere un posto certo che vi attende (e magari anche una bella cena). Ci si sente più rilassati. Ovvio che se invece preferite l’avventura… Vi basta non prenotare! Sempre nella scelta del vostro primo cammino da sol*, io valuterei anche il rientro. Se si riesce a fare con mezzi pubblici o se è necessario un taxi visto che quando ci si muove da soli non è solo una questione di sicurezza, ma anche di costi (a far la differenza).

Consultate i gruppi, chiedete info ai locali o parlate con gli albergatori: oltre alle guide cartacee e agli articoli online è sempre bene cercare anche informazioni recenti presso le persone che vivono i posti o che hanno percorso il cammino in tempi recenti. Potrebbero aver chiuso un tratto di sentiero e sulle guide non lo trovate scritto, per esempio. O magari il maltempo ha fatto danni.

Sicurezza Durante l'Escursione in Solitaria

Se di mio avevo già vissuto viaggi e trekking semplici in solitaria, non avevo ancora provato un cammino itinerante di più giorni. Questo articolo si appoggia sugli articoli già presenti nel manuale riguardo al trekking ed è destinato a chi già abbia esperienza di escursioni e pernotto all’aperto lontano dalla civiltà.

Il pericolo più importante per l’escursionista solitario sono gli infortuni, non che ci sia un maggiore rischio di ferirsi nell’ ”andare da soli”, è che senza una compagnia, ci si può facilmente trovare nella situazione di non poter essere soccorsi in tempi utili. L’altro problema in cui ci si può imbattere è quello di smarrirsi: anche in questo caso non ritengo che sia più facile perdere il sentiero quando si è soli: in gruppo, soprattutto se non c’è un “capo escursione” riconosciuto che faccia da guida, è possibile che, discorrendo o confidando che il/i compagno/i stiano memorizzando il percorso, può succedere che nessuno si preoccupi di controllare la via.

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Però mentre in gruppo è possibile perlustrare una zona a distanza di voce dal punto in cui ci si è persi fino ad un posto noto, questo da soli non si può fare e spesso la ricerca frettolosa della via può portare ad uno smarrimento più profondo, e con quello fisico anche a quello psicologico.

L'Importanza del Fattore Psicologico

Il fattore psicologico è estremamente importante: l’essere umano in generale, chi più chi meno, non è a suo agio da solo. Spesso, nella civiltà, anche chi ama starsene in disparte non si rende conto che inconsciamente lui sa di non essere realmente solo e questo potrebbe portarlo a progettare prematuramente esperienze per cui non è ancora pronto, magari può esserlo fisicamente e tecnicamente, può avere l’equipaggiamento idoneo ma, senza una mente preparata, può andare incontro a problemi che possono andare dalla semplice escursione non pienamente apprezzata all’attacco di panico con tutto ciò che ne può conseguire.

Attrezzatura Essenziale

Come già detto l’attrezzatura dell’escursionista solitario non ha sostanziali differenze rispetto a quella di chi esce in gruppo ma è ancora più importante per chi va da solo avere con se un kit d’emergenza che consideri un’eventuale notte all’addiaccio: costruire un riparo con metodi naturali (ammesso che lo si sappia fare) per 4 persone o per 1 sola persona non è molto differente in termini di tempo e fatica, solo che nel primo caso tempo e fatica saranno divisi per quattro, nel secondo NO!

La notte da soli nella Natura è paradossalmente il momento più sicuro dell’escursione in solitaria e al contempo quello che più intimorisce il neofita: se il bivacco è stato preparato correttamente, non cambia assolutamente nulla, ai fini della sicurezza, passarlo da soli o in compagnia ma (soprattutto se come riparo si scegliesse amaca e tarp o bivybag che offrono un’esposizione maggiore rispetto alla tenda) è anche il momento in cui l’Uomo è maggiormente spaesato: un animale sociale e diurno al buio da solo.

Qualcuno consiglia di portarsi della musica per distrarsi, ma per me è preferibile abituarsi fin da subito alla vita notturna della Natura: la radio, oltre a rendere più invadente la nostra presenza, ci priverebbe di esperienze che con il tempo impareremmo ad apprezzare; tutt’al più la si può portare come precauzione da usare solo se lo stress diventasse eccessivo.

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Mi sento di sconsigliare invece di tenere il coltello troppo vicino come aiuto psicologico perché chi riuscisse a trascorrere la notte senza agitarsi non ne avrebbe bisogno, mentre chi fosse troppo spaventato potrebbe rischiare di ferirsi inutilmente da solo.

Consigli del Soccorso Alpino

Un’escursione è un’attività da fare sempre con consapevolezza e preparazione. Di seguito riportiamo i consigli del Soccorso Alpino per chi decide di affrontare un’escursione in solitaria:

  1. Comunica sempre l’itinerario previsto (anche gli eventuali itinerari secondari) ad almeno un parente o un amico fidato. Specifica anche dove parcheggerai la macchina.
  2. Segui sempre l’itinerario (o gli itinerari secondari) che hai previsto e comunicato.
  3. Non ti avventurare da solo fuori dal sentiero per nessun motivo.

Gestire le Paure Durante un'Escursione Solitaria

Durante un'escursione solitaria, è naturale provare delle paure. Ecco alcune delle paure più comuni e come affrontarle:

  1. Paura di incontrare malintenzionati: È la paura più menzionata.
  2. Paura di un infortunio accidentale: Ad esempio, una caduta o uno scivolamento.
  3. Paura di perdersi.
  4. Paura di animali selvatici e cani.
  5. Paura di furti dei propri effetti personali.

Strategie per Gestire le Paure

L’articolo di nostro riferimento (Coble et al., 2003) ci viene in aiuto con diverse strategie:

  1. Evitamento della minaccia percepita.
  2. Modifiche all’escursione: Cambiare orario, zona, fino a decidere di interrompere il trekking in solitaria.
  3. Utilizzo di aiuti e di dispositivi di protezione.
  4. Aumento delle conoscenze o abilità.
  5. Utilizzo dell’approccio psicologico.

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