Favole Italiane Famose: Un Patrimonio di Storie Antiche e Popolari
L'Italia vanta un ricco patrimonio di fiabe popolari. Le fiabe più antiche sono italiane: pubblicate nel Cinquecento a Venezia e nel Seicento a Napoli, vi hanno attinto Perrault e i Fratelli Grimm.
Con la collana Fiabe antiche e popolari d’Italia, ci proponiamo di divulgare questo patrimonio, affiancando ai testi dialettali di ogni regione una nuova traduzione. Calvino ha tratto le sue Fiabe italiane dal formidabile patrimonio di fiabe popolari, raccolte sul campo fra Otto e Novecento.
Le fiabe - letterarie e popolari - che si sono formate nel corpo a corpo fra popoli colonizzatori e colonizzati, sono insuperabili per pregnanza, varietà di motivi e potenza narrativa.
Un Viaggio Attraverso le Regioni Italiane e le Loro Fiabe
Ogni regione italiana custodisce un tesoro di racconti unici, tramandati oralmente per generazioni. Queste storie riflettono le tradizioni, i costumi e l'immaginario collettivo di ogni territorio.
Abruzzo
La mia terra natale, aspra e solenne, è un luogo dove il passato e il presente convivono come in un sogno. Gli uomini e le donne degli Abruzzi portano nei loro occhi il segno della montagna e del mare, e il loro cuore batte al ritmo eterno della natura. Ogni angolo, ogni sentiero è un ricordo, un respiro della mia anima. Qui, sotto questo cielo limpido, il respiro del mare si fonde con quello della montagna, e ogni albero, ogni pietra canta una melodia antica che porta con sé la memoria di un popolo forte e indomito.
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Esempi di fiabe abruzzesi:
- Fiore e Gambedefiore / Fiore e Gambodifiore
- Violeta / Violeta
- Jo maco Felippo / Il mago Felippo
- I sette mari arrenati / I sette mari arrenati
- Lu cunte de la Bbrutta Saracine / La Brutta Saracina
- Lu zòcchele de légne / Lo zoccolo di legno
- Ju fatte du Dun Giuuanne De Lupini / La gatta di Don Giovanni De Lupini
- La bbèlla Mandùche / La bella Manduche
- La favulétte de la bbèlla Filìnde / La bella Filinde
- La favulétte de l’órche / Petrosinella o la favoletta dell’orco
- La favele de Niccasbarre / La fiaba di Niccasbarre
- Lu fijje de lu marenáre / Il figlio del marinaro
- La stòrije de la Bbèlla Vijènde / Aura la bella
Marche
Questo volume dedicato alle Marche è ricco di tante belle fiabe, tra le quali ne ricordiamo tre: la versione popolare di una novella del Boccaccio (El mercante), una storia tratta da Le Mille e una notte (La scuola di magia) e una favola che si trova in una raccolta letteraria cinquecentesca (Un terremoto in battaglia). Ma la ricchezza di questo volume è data anche dai canti popolari raccolti nell’Ottocento e nel secolo scorso: ne abbiamo inclusi molti per l’intensità poetica e la vivacità espressiva altissime.
Esempi di fiabe marchigiane:
- Gioanni senza paura / Giovannino senza paura
- Scacciamarzo / Scacciamarzo
- El fijo del re, che sposa 'na ranocchia/Il figlio del re che sposa una ranocchia
- Vedo la luna
- Il cestello / Il cestino
- Bovi bovi
- Gallo Cristallo (Le nozze de Treddici) / Gallo cristallo alle nozze di Tredicino
- Porti du’ occhi
- Giuan Benforte che a cinquecento diede la morte / Giovanni Benforte che cinquecento diede la morte
- I numeri
- La pupina / La pupina
- L’altra matina
- La scuola di magia
- Sona sona campanella
- La salciccia e 'l sorcetto/La salciccia e il sorcetto
- Ancor non è levata
- Quattordici / Quattordici
- La Pasquella di Jesi
- El fijo de' l'orco / Il figlio dell’orco
- Ffacciate alla finestra
- El mercante / Il mercante
- Passione di Monsano / La Passione di Monsano
- Er fijo de' re, puorco / Il figlio porco del re
- Astro mio bell’astro
- L’abate senza pensieri / L’abate senza pensieri
- In un campo di lino
Friuli Venezia Giulia
Il Friuli Venezia Giulia ha un primato in questo senso, non solo per il friulano, che varia di città in città, ma anche per il suo ricchissimo patrimonio di lingue locali, apparentate con il provenzale, il tedesco, le lingue slave, il ladino....Ma quel che più importa a noi che cerchiamo fiabe, è la varietà e la bellezza delle storie friulane in ogni lingua e dialetto, che spesso raccontano con sagacia e umorismo l'indipendenza da qualsiasi autorità.
Esempi di fiabe friulane:
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- Meni Fari (friulano) / Mani Fari
- Pierissùt (friulano carnico) / Pieruccio
- La mari di San Pieri (friulano) / La madre di San Pietro
- La fie e la fiastre (friulano) / La figlia e la figliastra
- La cjamese de l’om content (istroveneto) / La camicia dell'uomo contento
- I tri fardai (istriano) / I tre fratelli
- Biela Fronte (istriano) / Bella Fronte
- Andrianiela (rovignese) / Andrianiela
- La Konzazénera (ladino istriano) / Cenerentola
- Storia de le fade e de un pastor de Beska ne l'isola de Veja (veglioto) / Storia delle fate e di un pastore di Beska nell’isola de Veja
- L'amur dei tri narançi (rovignese) / L’amore delle tre arance
- La zialla e la furmia (muglisano) / La cicala e la formica
- La Duaicessa (resiano sloveno) / La duaicessa
Calabria
La raccolta regionale di Letterio di Francia, dalla quale abbiamo tratto quasi tutte le fiabe calabresi, è una delle più belle. Questo piccolo libro custodisce come uno scrigno le fiabe, alcune delle quali fanno risuonare le lingue antiche delle isole alloglotte occitana e albanese. E ancora altri gioielli: canti d’amore e ninne nanne dolci come il miele in grecanico, vive testimonianze di antiche civiltà poco ricordate.
Esempi di fiabe calabresi:
- Chiocca d’oru / Chioccia d'oro
- La ricotta janca / La ricotta bianca
- Trimi e llinderna / Il giovane e la lanterna (albanese, isola alloglotta)
- La Bella di sette veli / La Bella dei sette veli
- I tri cicorari / Le tre cicoraie
- Mastrou Bëninhë / Mastro Benigno (occitanico, isola alloglotta)
- L'acqua di l'occhi e la Bella di setti veli / L'acqua degli occhi e la Bella dei sette veli
Lazio
Il romanesco, come il toscano che ha influito sulla sua formazione, è tanto simile all'italiano che non è stato necessario tradurre le fiabe della raccolta di Giggi Zanazzo, forse una delle più belle fra le raccolte regionali, certo la più ricca di umorismo. Oltre al gusto che danno a chi vive nell’area del romanesco, queste fiabe sono gustose anche per tutti gli altri: le fiabe popolari nella lingua originale fanno sentire sapori e ritmi narrativi salvandoli dall’oblio.
Esempi di fiabe romane:
- Rana rana
- Bel Miele e Bel Sole
- Er vaso de persa
- Gli tustamintu du 'na fata / Il testamento di una fata
- La torta
- Er Surtano
- Belinda e er Mostro
- Er matto
- Gli Giagantu / Il Gigante
- Le ventiquattro fije
- Er bambaciaro
- Li tre sordati
- Lo specchio
- La Fata Morgana
- La schiavetta
Lombardia
Sono poche le raccolte di fiabe dialettali lombarde, noi abbiamo deciso quindi di attingere al gruzzoletto di ventotto fiabe raccolte a Milano e dintorni dal napoletano Vittorio Imbriani, che le aveva stenografate facendosele raccontare da contadine, operaie e domestiche analfabete. Il grande studioso le fece stampare a Bologna nel 1872 in appena quaranta esemplari, poi, nel 1877, le inserì nella più ampia Novellaja fiorentina, che comprendeva uno straordinario apparato storico e filologico.
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Esempi di fiabe lombarde:
- Scindirin-Scindiroeu/ Cenerin Cenerella
- El Corbattin / Il Corvetto
- L'Ombrion/ L'Ombrone
- I tre tosànn del re/ Le tre figlie del re
- La Scindoreura/ La ceneraia
- El sidellin/ Il secchiello
- I tre naranz/ I tre aranci
- La Stella Diana/ La Stella Diana
- El Tredesin/ Tredicino
- La regina in del desert/ La regina nel deserto
Campania
L’Italia ha con il secentesco Cunto de li cunti la prima raccolta di fiabe pubblicata al mondo, e la più bella. Non c’è regione italiana le cui fiabe non debbano qualcosa al Cunto, e anche i narratori più famosi, come Perrault e i Fratelli Grimm, hanno attinto motivi e intere fiabe a questa raccolta. Questo volume dedicato alla Campania contiene dieci fiabe che sono le prime versioni di altrettante fiabe famosissime, come Cenerentola, La Bella addormentata, Rapunzel. La lingua di Basile è un napoletano sia popolare sia colto, barocco, fiammeggiante, con cambi di registro dal comico al tenero al grottesco, che fanno pensare al suo coetaneo Shakespeare.
Esempi di fiabe campane:
- La Gatta cennerentola / La Gatta cenerentola (Cenerentola)
- Ninnillo e Nennella / Nini e Nina (Hänsel e Gretel)
- Petrosinella / Prezzemolina (Rapunzel)
- L'orza / L'orsa (Pelle d'asino)
- Gagliuso (Il Gatto con gli stivali)
- La serva d'agli / La foresta d'agli (Fantaghirò)
- Lo cunto dell'uerco / La fiaba dell'orco (Il ciuchino caca-zecchini)
- Le tre Fate (Il Gatto Mammone, ovvero La bella e la brutta)
Sardegna
Contos de fochile - racconti da focolare -, con questo dolce nome che rievoca tutta la tiepida serenità delle serate famigliari passate accanto al paterno camino, da noi vengono chiamate le fiabe, le leggende e tutte le narrazioni favolose e meravigliose, smarrite nella nebbia di epoche diverse dalla nostra. Il popolo sardo, specialmente nelle montagne selvagge e negli altipiani desolati dove il paesaggio ha in se stesso qualcosa di misterioso e di leggendario, con le sue linee silenziose e deserte o con l'ombra intensa dei boschi dirupati, è seriamente immaginoso, pieno di superstizioni bizzarre e infinite.
Esempi di fiabe sarde:
- Sa bitella de dos corros d'oro / La vitella dalle corna d'oro
- La Rundalja de Belindu lu mostru / Belindu il mostro (algherese, isola alloglotta)
- U Sciaixettu / Cecino (tabarchino, isola alloglotta)
- Is tresgi bandius / I tredici banditi
- La parlitoria de su puzzone ildhe / La favola dell'uccello verde
- La lampana de oro / La lampada d'oro
- Maria Intaulata / Maria Intavolata
- Lu babborcu / Il Babborco
- Crimintinu
Emilia-Romagna
Se è napoletano il primo libro di fiabe del mondo, è bolognese la sua prima traduzione integrale delle sorelle illuministe Zanotti e Manfredi.
Esempi di fiabe emiliane:
- Cindrella / Cenerentola
- Al ladr'unurà / Il ladro onorato
- E dregh dal sett test / Il drago dalle sette teste
- La fola del candlir / Il candeliere
- L'om salbadgh / L'uomo selvatico
- La fola di tri Prencip Bisti / I tre principi bestie
- La fola di Bianca come neve e rossa come sangue / Bianca come neve e rossa come sangue
- La mama ad S. Pir / La mamma di San Pietro
- La fola del Muretein / Il Morettino
- La maledizion de set fiù / La maledizione dei sette figli
Toscana
Questo volume contiene fiabe antiche e popolari senza traduzioni a fronte, unico nella collana: le fiabe raccolta in Toscana sono comprensibili per tutti gli italiani, come il grande capolavoro di Collodi. Insieme alla Sicilia, la Toscana è la regione più ricca di raccolte, particolarmente belle, scritte anche da insigni studiosi non toscani, come il napoletano Vittorio Imbriani e il siciliano Giuseppe Pitrè. Vi si trova l’ironia lieve e arguta di Collodi, che prima di dar vita a Pinocchio tradusse le fiabe francesi da par suo.
Esempi di fiabe toscane:
- La Cenerentola
- Il re Porco
- La Prezzemolina
- Giovannino senza paura
- Il canto e il Sòno della Sara Sibilla
- Cicerchia o i ventidua ladri
- La scatola di cristallo
- La Regina Marmotta
- Il Mortajo d'oro
- Barba-blu
- Occhi-Marci
- La Maga
- Il Gatto con gli stivali
- Soldatino
- Il Gatto Mammone
Sicilia
Non è un caso se la Sicilia, ricca di una insup... Re ottusi, matrigne rancorose, principesse rapite, contadini astuti… ma anche animali parlanti, orchi, draghi, streghe e incantesimi.
Le Fiabe Regionali Italiane: Un Universo Multiforme
Le fiabe regionali italiane sono un universo denso e multiforme. È un compito difficile confinare una fiaba in un luogo: essa è nata per viaggiare e sopravvive grazie ai racconti orali. Alcune storie si ritrovano contemporaneamente in tanti posti, i dettagli cambiano, ma la struttura e il senso della fiaba rimangono gli stessi. Altre storie, invece, sembrano tenacemente legate a un territorio. Ognuna di esse racconta dell’Italia, delle sue tradizioni e dei suoi abitanti.
L'Importanza delle Fiabe per i Bambini
L’importanza di conoscere le proprie tradizioni e la propria cultura, divertendosi, non è affatto un fenomeno da sottovalutare. In questa sezione del sito dedicata alle fiabe popolari italiane, potrete trovare una raccolta dei più bei racconti popolari per bambini. Fantasia, tradizioni e leggende popolari tramandate di generazione in generazione, magari nel proprio dialetto, non potranno che affascinare i vostri bambini!
Esempi di Fiabe Popolari Italiane per Bambini
- I giorni della merla: racconta di come il 29, il 30 ed il 31 gennaio siano considerati i giorni più freddi dell’anno. Una famiglia di merli infreddoliti trova rifugio, durante gli ultimi tre giorni di gennaio, all’interno di un camino. Si ricoprono di fuliggine e, per questo, i merli hanno le piume nere!
- Il calzolaio Toni: una fiaba originaria della Val Badia, in Trentino Alto-Adige, il protagonista è il calzolaio Toni che, una sera, prima di chiudere la bottega e tornare a casa, comincia a sistemare sul tavolo da lavoro tutto l’occorrente per preparare un nuovo paio di scarpe. Il giorno dopo, con sua grande sorpresa, trova le scarpe già pronte. Ci riprova la sera successiva, nascondendosi nel negozio insieme alla moglie per capire cosa stesse succedendo. Fu allora che vide entrare piccoli gnomi che iniziarono a confezionare allegramente nuove paia di scarpe.
- Bellindia: Ci troviamo a Livorno: un ricco mercante cade in disgrazia e si trasferisce in campagna con le figlie, Assunta, Carolina e Bellindia, la più buona e bella. Sulla strada del ritorno da un viaggio di lavoro, il mercante decide di passare la notta in un castello apparentemente disabitato, pieno di ricchezze e prelibatezze. Coglie anche una rosa dal giardino per portarla a Bellindia, ma si trova di fronte ad un terribile Mago che lo condanna a morte, ma decide di risparmiarlo in cambio della sua ultimogenita. Bellindia resta lì per qualche tempo, rifiutando costantemente la proposta di matrimonio del Mago. Un giorno, la ragazza si assenta dal castello per le nozze della sorella: al ritorno trova il Mago quasi morto. Disperata, decide di dichiararle il suo amore e avviene la magia: il Mago, vittima di un incantesimo, si trasforma in un bel principe.
- Il falegname e le ranocchie: Una fiaba abruzzese, scritta dallo storico Antonio De Nino, che si colloca tra le fiabe divertenti e con una bella morale. Il protagonista è un vecchio falegname povero che incontra un misterioso uomo dalla lunga barba: questi gli regala 100 scudi che il falegname nasconde nel letame. La moglie vende il letame inconsapevolmente, al falegname vengono regalati altri 100 scudi che decide di nascondere nella cenere. La moglie vende anche la cenere, così al falegname vengono regalate 24 ranocchie da vendere per comprare il pesce più grande possibile: all’interno del pesce il falegname scopre un bellissimo anello lucente. La luce dell’anello all’interno del pesce riuscì a fare da faro ad alcuni marinai, salvandoli da una mareggiata. Così i marinati promisero metà della loro pesca tutti i giorni al falegname: in cambio lui avrebbe dovuto posizionare il pesce lucente fuori dalla finestra tutte le notti.
- Fonzo e Candeloro: Fiaba dello scrittore campano Giambattista Basile, raccolta nell’opera “Lo cunto de li cunti”, piena zeppa di favole famose. Il Re e la Regina di Lungapergola, non riuscendo ad avere figli, si appellarono ad un santone dalla barba bianca, che diede loro uno strano consiglio: la Regina avrebbe dovuto annusare e assaggiare un cuore di drago marino cucinato da una vergine. Il consiglio fu seguito e dopo pochi giorni, incredibilmente, partorirono sia la Regina che la cameriera: i loro figli erano incredibilmente somiglianti, vennero chiamati Fonzo e Candeloro e cresciuti come fratelli. La Regina, gelosa del loro rapporto, provò ad uccidere Candeloro: quest’ultimo, fiutato il pericolo, chiese il permesso di lasciare il regno, donando a Fonzo una fontana e una pianta di mortella magiche che li avrebbero sempre tenuti in contatto. Un giorno l’acqua torbida e la piantina secca indicarono a Fonzo che il suo amico era in pericolo. Candeloro era stato catturato da un orco che lo aveva attirato con le sembianze di una cerva fatata.
- Le tre belle corone: Un’antica fiaba siciliana riportata da Giuseppe Pitrè, la cui protagonista è una fanciulla rimasta da poco orfana di madre. La ragazza scappa dalla casa del parroco al quale è affidata e arriva davanti ad un palazzo triste e solitario. Entrandovi, nota tutte le stanze sottosopra, quindi comincia a rassettare, cucinare e fare diverse faccende domestiche. Verso sera una signora rientrò esclamando disperata “Le mie tre belle corone! Le mie tre belle corone!”, poi decide di ringraziare la giovane regalandole il palazzo. La signora racconta di aver perso i suoi tre giovani figli, “le sue tre belle corone”, e di uscire ogni giorno a cercarli. L’indomani la fanciulla scoprì una porticina minuscola dietro cui erano nascosti i tre giovani, immobilizzati da un incantesimo. Raccolse un’erba magica e, strofinandola sui corpi, resuscitò e nutrì i tre giovani per otto giorni.
Conclusione
«La Gatta Cenerentola», «L'Augel Belverde», «Biancabella», «I sette colombelli», «Prezzemolina», «Tredicino», «Le Tre Melangole d'Amore», «Bellindia», «Bel Miele e Bel Sole»... Sono solo alcune, tra le tantissime e bellissime fiabe che il popolo italiano si tramanda oralmente, da secoli. Misteri, magia, ironia, creature benevole, e talvolta animali fatati, che vengono in soccorso dello sventurato protagonista e lo aiutano a cavarsi fuori dai guai. Nei nostri racconti tradizionali, mille personaggi, e mille situazioni si avvicendano e s'incrociano, per dare vita a storie fantastiche, avvincenti, e divertenti.
Raccontate, in origine, nei tanti e vari dialetti d'Italia, le nostre straordinarie fiabe sono piene di tutti quegli elementi d'amore, di suspence, e di magia, tipici della fiaba classica, e nulla hanno da invidiare con le storie dei novellieri francesi, dei tedeschi Grimm, o delle antiche fiabe russe raccolte dall'Afanasiev. Le nostre fiabe sono, appunto, tante, molto antiche, variegate; ricche di creatività, e straordinariamente espressive, ma troppo spesso dimenticate o addirittura ignorate.
Quanti, tra i nostri bambini, conoscono le fiabe popolari italiane? Oggi, in un momento storico di disgregazione sociale e politica, è più che mai importante recuperare lo spirito e il senso di appartenenza all'identità nazionale, alla Storia del nostro Paese, del nostro Popolo, delle nostre tradizioni, e del nostro immenso patrimonio culturale.