Gildo Claps: Una Vita Dedicata alla Ricerca della Verità per Elisa
Gildo Claps, fratello di Elisa Claps, ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità sulla scomparsa e l'omicidio della sorella. La storia di Gildo è una testimonianza di resilienza e determinazione di fronte a una tragedia inimmaginabile.
Ermenegildo Claps, detto Gildo, è il primogenito di Filomena e Antonio Claps e fratello maggiore di Luciano ed Elisa. Aveva appena 25 anni quando Elisa scomparve il 12 settembre 1993 a Potenza ed era allora uno studente di Giurisprudenza come tanti altri quando sparì sua sorella Elisa: la sua vita da allora fu completamente sconvolta.
Oggi l’uomo ha 54 anni, è sposato con una donna di nome Irene, con cui era già fidanzato all’epoca della scomparsa di Elisa e che lo ha accompagnato in questo lungo percorso di difficoltà e sofferenza. Della vita privata di Gildo Claps si sa molto poco. È sposato con la donna con cui era fidanzato anche all'epoca della scomparsa di Elisa e con lei ha due figli. Il 54enne in passato ha raccontato che per un periodo i due si erano lasciati visto che lui non voleva trascinarla nella sua "lotta" ma che alla fine avevano deciso di tornare insieme.
La Fondazione dell'Associazione Penelope
Nel 2002, Gildo ha fondato l’associazione Penelope a sostegno delle famiglie di persone scomparse, che fornisce sostegno psicologico e legale ai parenti e agli amici. Penelope nasce nel 2002 dall'idea di Gildo di aiutare "tutte le persone che si ritrovano catapultate nel limbo della scomparsa di un proprio parente o amico", come si legge sul sito dell'associazione, che fornisce loro sostegno di tipo legale, psicologico e umano. L'organizzazione cerca anche di fare da tramite, promuovendo diverse iniziative, tra le istituzioni, gli organi di stampa e i media, e le famiglie degli scomparsi, per dare loro voce e attivare gli organi competenti.
Le Indagini e Danilo Restivo
Nel corso delle indagini sulla scomparsa di Elisa Claps, oltre a Danilo Restivo, era stato coinvolto anche Eris Gega, un giovane albanese che viveva a Potenza nel 1993. Anche lui era stato arrestato per false dichiarazioni rese al Pubblico Ministero. L'inchiesta è stata trasferita dalla Procura di Potenza a quella di Salerno, e Danilo Restivo ed Eris Gega sono di nuovo al centro delle indagini degli inquirenti. Restivo ora è indagato per violenza sessuale, omicidio volontario e occultamento di cadavere.
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In un’intervista rilasciata da Danilo Restivo a “Chi l’ha visto” un mese dopo la scomparsa di Elisa Claps, il giovane aveva ricostruito l’appuntamento che aveva avuto con la ragazza e i suoi spostamenti una volta separatosi da lei. I due si sarebbero dati appuntamento alle 11.30 presso la Chiesa della SS. Trinità di Potenza. Verso le 12 Elisa Claps avrebbe detto di avere un appuntamento in campagna e si sarebbe allontanata lasciando solo Restivo, che avrebbe girovagato un po’ per la città, rincasando con una ferita alla mano che si sarebbe procurato, a suo dire, scivolando su delle scale mobili in costruzione intorno alle 13.30. Secondo il suo racconto avrebbe impiegato un’ora e mezza circa per percorrere 1,5 km.
Nell'informativa conclusiva citata dalla Gazzetta del Mezzogiorno, consegnata al Pm di Salerno Rosa Volpe, Danilo Restivo è l'unico accusato con nome e cognome dell'omicidio di Elisa Claps dalla Squadra Mobile di Potenza. Un omicidio preterintenzionale, conseguenza di una pulsione sessuale. Nelle pagine firmate dal vicequestore Barbara Strappato sono ipotizzati anche i profili di altre persone "da identificare" coinvolte nell'occultamento del cadavere e nei depistaggi.
Gildo Claps, fratello di Elisa, presidente e uno dei fondatori di Penelope ha detto: "Non posso dire che ritengo Danilo Restivo colpevole oltre il reato di false dichiarazioni. Certo, però, che non può bastare alla mia famiglia. Ma credo che non può bastare alla stessa città di Potenza, alla società civile, accontentarsi del fatto che Danilo Restivo viene giudicato colpevole, condannato e che però non dica poi la verità su quello che è successo realmente quella domenica. A noi certo non serve a niente una sentenza di questo tipo".
La Scoperta del Corpo e la Condanna di Restivo
La verità sul caso Claps è arrivata molti anni dopo, il 17 marzo 2010, quando i resti della studentessa, allora 16enne, furono ritrovati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Per l'omicidio della ragazza è stato condannato a 30 anni di carcere Danilo Restivo, che all’epoca ne aveva 21.
Danilo Restivo - dopo essersi trasferito in Inghilterra ha ucciso un'altra donna, Heather Barnett. Restivo è stato condannato a 70 anni di carcere, di cui 30 in Italia e 40 in Gran Bretagna, dove è detenuto attualmente.
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L'Impatto sulla Famiglia Claps
La famiglia Claps venne travolta dalla scomparsa di Elisa ma fino al giorno del ritrovamento del corpo della ragazza non si diede mai per vinta e si impegnò con ogni mezzo per ottenere giustizia. La ragazza veniva da una famiglia semplice e assolutamente normale: la madre Filomena, era un'impiegata mentre il padre Antonio era un commerciante. Aveva due fratelli più grandi, Ermenegildo, detto appunto "Gildo", e Luciano. I cinque erano legatissimi fra loro e la scomparsa della figlia più piccola, sempre descritta come una bravissima ragazza, disponibile e affettuosa, fu un vero e proprio terremoto.
L'altra metà della famiglia, invece, come ha raccontato il giornalista Pablo Trincia nel podcast Dove nessuno guarda - Il caso Elisa Claps, si chiude nel proprio dolore: "La famiglia Claps si divide in due mondi diversi. Quello di Filomena e Gildo: entrambi agguerriti, vanno in tv a parlare del caso, non mollano. E poi quello di papà Antonio e dell'altro figlio Luciano: restano nell'ombra, dietro le quinte. Non hanno forze per reagire", racconta Trincia.
Filomena oggi ha 86 anni e in occasione della recente riapertura al culto della chiesa dove è stato trovato il corpo della figlia, avvenuta lo scorso 24 agosto, è tornata a chiedere che paghino anche le persone che nel 1993 e negli anni successivi fecero di tutto per ostacolare le indagini. Il padre Antonio, molto amato dalla sua unica figlia femmina, è morto nel 2014.
La Riapertura della Chiesa e le Polemiche
Dopo essere stata riaperta ad agosto, lo scorso 2 novembre, nella Chiesa della Santissima Trinità, la stessa dove è stato ritrovato il cadavere di Elisa, è stata celebrata la Messa. Questa decisione ha suscitato la protesta e l'indignazione di molti cittadini, i quali si sono riuniti davanti alla chiesa per manifestare la loro solidarietà alla famiglia Claps e il loro dissenso nei confronti della diocesi di Potenza.
Ieri sera, intervistato dagli inviati di Federica Sciarelli, Gildo Claps, fratello della vittima, ha detto: "Nessuno ha mai chiesto scusa a mia mamma", riferendosi soprattutto agli ambienti religiosi dell'Arcidiocesi di Potenza a cui apparteneva Don Mimi Sabia, il parroco sospettato di aver protetto Danilo Restivo, l'assassino di Elisa.
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Gildo Claps, come la madre, prosegue la sua battaglia per ottenere giustizia per Elisa. In un'intervista a Fanpage.it anche lui ha commentato la riapertura della Santissima Trinità. "Davvero folle farlo in questo momento, come dobbiamo prenderla? Come una provocazione? Come un affronto? La mia famiglia si è sempre detta disponibile ad assicurare la propria neutralità rispetto alla riapertura della chiesa della Santissima Trinità, a patto che la Chiesa si assumesse, mediante un'unica dichiarazione, le proprie responsabilità sia per i ritardi del ritrovamento e sia per quello che è accaduto all'alba e nelle settimane successive", ha detto il 54enne.
"Negare questo passaggio vuol dire andare a inficiare quella battaglia per la verità e la giustizia che la nostra famiglia ha portato avanti per 30 anni. Che sia la città a dimostrare che non si accontenta di una verità parziale, il primo modo per dimostrarlo è non entrare in quella chiesa".
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