Giochi Tradizionali per Bambini nel Mondo: Un Viaggio nella Cultura Ludica
Giocare è una delle attività più autentiche e immortali della cultura umana e si adatta al tempo e al contesto in cui ci si trova. Creatività, innovazione e spirito d’iniziativa sono solo alcuni degli ingredienti che caratterizzano i giochi della tradizione, quelli che hanno ottenuto un tale successo da essere stati tramandati nel tempo fino ai giorni nostri. E, di conseguenza, si ripensa al passato, a quelle attività semplici ma sempre divertenti con la quale si trascorrevano le giornate: si giocava a nascondino, a ruba bandiera, a strega comanda colori e a un, due, tre…stella!
Nonostante le numerose proposte che si possono ritrovare nella nostra società odierna, ci sono alcune attività che coinvolgono sempre, anche gli adulti, che in questo modo tornano bambini a loro volta. Oggigiorno, sembra quasi impossibile sceglierne uno solo nella miriade di proposte disponibili: sicuramente, l’avvento della tecnologia ha ampliato le possibilità anche in termini di giochi e giocattoli e i bambini hanno disponibili tante di quelle opzioni davanti a sé che, in quanto genitori, ci si chiede se non siano addirittura troppe.
Giochi Tradizionali Italiani
Ve li ricordate alcuni dei giochi più popolari che si svolgevano da bambini nel passato?
- Gioco dei bottoni: Ogni bambino a turno lancia i bottoni e, sempre a turno, lancia poi un coccio, che deve avvicinarsi il più possibile al bottone. Vince chi si avvicina di più al bottone con il proprio coccio (ci sono poi dei punteggi a seconda delle dimensioni), conquistando poi i bottoni stessi.
- Braccio di ferro: Due sfidanti si posizionano ai lati opposti di un tavolo, dove appoggiano un gomito, mentre con l’altra mano afferrano quella sollevata dell’avversario. Vince chi riesce a spingere la mano dell’avversario contro la superficie senza sollevare il proprio gomito.
- Palla prigioniera: Uno dei giochi all’aperto più famosi che vede due squadri fronteggiarsi in un campo di gioco diviso in due metà uguali. Se si colpisce un membro della squadra avversaria con la palla, questo finisce “in prigione” (dietro ai giocatori della squadra avversaria) e lo si può liberare se si riesce a prendere al volo la palla lanciata da uno sfidante. Vince la squadra che al termine della partita avrà un numero maggiore di giocatori e prigionieri.
- Gioco del fazzoletto (o ruba bandiera): Prevede di tracciare una linea retta al centro di un campo, che determina le aree delle due squadre sfidanti. I giocatori di una squadra si allineano a bordo campo del proprio spazio e, ad ognuno di essi, viene assegnato un numero in ordine progressivo. Il porta-fazzoletto sta in piedi nel centro e tiene con la mano un fazzoletto o qualcosa di simile, con il braccio teso in avanti. Questo chiama poi un numero qualsiasi. Entrambi i giocatori delle due squadre corrispondenti al numero chiamato devono correre verso di lui per rubare il fazzoletto o prima che lo faccia l’altro, tornando poi all’interno della propria casa senza essere toccati dall’avversario, o, se non si riesce ad afferrare la bandiera per primo, toccando l’altro giocatore prima che arrivi nella sua casa.
“Mela, arancia, susina, banana…” Chi è stato bambino negli anni ‘70 ricorda questa filastrocca che si cantava mentre si saltava a corda. O meglio, chi è stata bambina lo ricorderà. Perché in passato, ancora più che adesso, i giochi erano rigidamente divisi in giochi da maschi e giochi da femmina. Come il salto alla corda, anche altri giochi all’aperto di una volta sono scomparsi. Un po’ perché anche i giochi e giocattoli, come i vestiti, cambiano con il tempo. Un po’ perché, scontato da dire, oggi bambini e bambine giocano soprattutto online e poco all’aria aperta o nei cortili. Questo cambiamento di abitudini ha portato, però, anche nuovi modi di imparare.
Altri giochi tradizionali italiani:
- Il ripiglino: Forse ci hai giocato senza sapere che si chiamava così, ma questo gioco era molto popolare negli anni 70 e 80. Il ripiglino si gioca in due con uno spago e consiste nel formare delle figure intrecciando a turno lo spago con le dita. Ogni giocatore “ripiglia” lo spago dalle mani dell’altro e crea ogni volta nuove figure. È un gioco che richiede abilità manuale e creatività, giocato in molti paesi.
- Saltare a corda: Saltare a corda è per eccellenza il gioco di un tempo passato pressoché sconosciuto dalle bambine di oggi. Come si giocava? Una o due bambine saltavano la corda, che veniva fatta girare da due persone. Ci si divertiva a fare diversi tipi di salti: a piedi uniti, a gambe alternate, incrociati, su una gamba sola. E intanto si cantava una filastrocca come “mela, arancia, susina, banana”. Saltare a corda è un ottimo allenamento per sviluppare la coordinazione, oltre a essere molto divertente, ed è un gioco perfetto per un pomeriggio al parco con un gruppo di amici.
- Gioco dell’elastico: Un altro gioco tradizionale italiano è il gioco dell’elastico, che si giocava con un lungo elastico da sarta. Come si gioca? Due giocatori tengono un elastico teso intorno alle caviglie, mentre un terzo giocatore esegue una serie di salti senza toccare l’elastico, seguendo una sequenza regolare: prima con tutti e due i piedi dentro l’elastico, poi fuori dall’elastico ai lati, poi uno dentro e uno fuori, e per finire un salto con entrambi i piedi sopra l’elastico. Se il saltatore tocca l’elastico perde il turno e passa a tenere l’elastico. Completata la seria, si ripetono gli stessi salti ma con l’elastico spostato ad altezza ginocchia, e poi ad altezza fianchi.
- La campana: La campana è un gioco antico, che richiede solo un pezzo di gesso e un sassolino. Ancora si vedono ogni tanto “campane” disegnate in terra, ma il gioco è rimasto una curiosità legata a tempi passati. Il gioco consiste nel saltare all’interno dei diversi riquadri della campana, numerati da 1 a 10, alternando salti con un piede e con due. Chi salta lancia un sassolino nel primo riquadro della campana, poi saltella fino alla casella numero 10 e poi torna indietro e raccogliere il sassolino. Poi continua tirando il sassolino nel secondo riquadro e così via fino all’ultimo riquadro. Se si perde l’equilibrio o si pestano i bordi della campana si perde il turno. Vince chi per primo riesce a completare il percorso.
- Mosca cieca: Un altro vecchio gioco molto giocato nei parchi e nei cortili dai bambini in passato è mosca cieca. Le regole di questo classico dei giochi del passato sono semplici. un bambino viene bendato e fatto ruotare qualche volta su se stesso perché perda l’orientamento. E questa è in genere la parte che diverte molto bambini e bambine. Poi la “mosca cieca” deve cercare di catturare gli altri partecipanti toccandoli, mentre loro si muovono intorno mantenendo la distanza.
- Nascondino: Chi non conosce questo classico dei classici dei giochi di un tempo? L’emozione di correre a nascondersi mentre chi si “acceca” conta fino a 10, correre per fare “tana” prima di essere acchiappati. Anche questo è un gioco del passato ormai poco praticato da bambini e bambine. Le regole: un giocatore “ si acceca”, cioè chiude gli occhi e conta ad alta voce fino a un numero stabilito. Gli altri corrono a nascondersi. Dopo aver finito di contare, il giocatore inizia a cercare gli altri giocatori nascosti e quando li scopre cerca di acchiapparli per eliminarli.
- Strega comanda colore: “Strega comanda color, color..” Comincia così il gioco “Strega comanda colore” che si giocava anche a ricreazione nei cortili delle scuole. Il giocatore “strega” recita la formula di inizio e poi grida il nome di un colore e tutti gli altri giocatori devono correre e toccare qualcosa del colore indicato per mettersi in salvo. La strega cerca di acchiappare più giocatori possibile, toccandoli prima che riescano a toccare il colore deciso. Ma la strega può cambiare quando vuole il colore, e allora i giocatori in salvo dovranno muoversi per toccare qualcosa del nuovo colore e tutto ricomincia.
- Mastermind: Dai giochi del passato da fare all’aperto passiamo a un gioco di logica moto popolare negli anni 70 e 80: il Mastermind. Un giocatore crea una combinazione segreta di 5 colori, utilizzando dei chiodini colorati, e l’altro deve indovinare la combinazione in massimo 20 tentativi. Per ogni tentativo, il primo giocatore fornirà indizi su quanti chiodini corrispondono alla combinazione segreta, per colore e posizione. Mastermind è un gioco di ragionamento davvero interessante, che richiede pensiero logico e strategico per arrivare alla soluzione in meno tentativi possibili.
- Gioco della bottiglia: Bacio, carezza o schiaffo? Un grande classico delle feste del passato, il gioco della bottiglia si gioca in cerchio con una bottiglia vuota al centro. Il primo giocatore decide se schiaffo bacio o carezza e fa ruotare la bottiglia. Quando la bottiglia si ferma il giocatore deve dare quando promesso ( bacio, schiaffo o carezza) al giocatore indicato dal collo della bottiglia.
- Gioco delle biglie: Completiamo questa lista dei giochi di una volta con il gioco delle biglie, un gioco di origine molto antica e ormai scomparso. La collezione di biglie era il tesoro dei bambini e l’obiettivo del gioco era vincere le biglie degli altri giocatori. Una volta disegnato il campo, ogni giocatore a turno doveva lanciare una delle sue biglie cercando di colpire le biglie degli avversari e farle uscire dal campo di gioco. Le biglie che uscivano dal campo diventavano del giocatore che le aveva colpite.
- Un, due, tre stella!: Come si gioca: il giocatore di turno, dando le spalle ai giocatori e chiudendo gli occhi, dice a voce alta: "Un, due, tre... stella!", girandosi di scatto alla parola "stella". Gli altri, nel momento in cui lui è voltato, devono avvicinarsi al muro, ma devono essere perfettamente immobili quando lui si gira. Se qualcuno si sta ancora muovendo, deve tornare al punto di partenza.
Dieci giochi del passato dal sapore vintage, che siamo sicuri anche i bambini e le bambine di oggi possono trovare divertenti. Giochi della nostra infanzia: da palla avvelenata, alla campana, le biglie, le bocce e tanti altri ancora.
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Giochi Tradizionali Giapponesi
Quando pensiamo ai giochi giapponesi non possono non venirci in mente il grande numero di videogiochi che il Giappone produce ogni anno. Eppure i giapponesi non hanno iniziato a giocare solo con Super Mario e Sonic. Il “gioco”, in Giappone come in altri paesi, è un concetto antico che da sempre sta alla base delle prime forme di relazioni ed interazioni sociali. Anzi è spesso tramite il gioco che un paese riesce a condensare una parte della propria cultura e trasmetterla al resto del mondo.
Alcuni giochi giapponesi all'aria aperta:
- Hanetsuki: Fra i più antichi giochi giapponesi per ragazze va senza dubbio menzionato Hanetsuki (anche chiamato “badminton giapponese”), gioco risalente al XIV secolo e tipico del periodo di Capodanno. A differenza del badminton non si gioca con una rete, tuttavia si usa la stessa pallina: il volano. Il volano viene colpito con apposite palette di legno e l’obiettivo del gioco è di non farlo cadere per il maggior lasso di tempo possibile. Più tempo il volano rimane in volo e più grande sarà la fortuna dei partecipanti per il nuovo anno, mentre allo sventurato giocatore che lo lascerà cadere verranno dipinti i piedi con dell’inchiostro nero. La componente tradizionale che risiede in questo gioco è tanto forte che le palette di legno, chiamate hagoita, sono negli anni diventate veri e propri ornamenti per il periodo di fine anno.
- Oni Gokko: Oni Gokko viene giocato ogni giorno da gruppi di bambini giapponesi ovunque vi sia un parco o uno spazio aperto. Le regole sono molto semplici: uno dei bambini diventa l’Oni (il “demone”) e dopo aver contato fino a 10 dovrà cercare e scovare gli altri bambini. Chi viene catturato diventa a sua volta l’Oni e darà così inizio ad un nuovo turno del gioco. Una sorta di nascondino con un “tocco diabolico” in stile giapponese!
- Daruma: Fra i giochi tradizionali giapponesi non si può inoltre dimenticare “Daruma“, gioco molto simile al nostro “Un, due, tre stella!”. In Daruma una fila di bambini dovrà allinearsi a qualche metro da un muro, tentando di raggiungerlo. Il Daruma, ovvero un bambino rivolto verso il muro, si volterà di scatto e se vedrà qualcuno muoversi lo catturerà. Il gioco finisce quando il Daruma cattura tutti i partecipanti, o al contrario quando tutti i bambini riescono a raggiungere il muro.
- Kendama: Uno gioco tradizionale in legno, all’apparenza semplice, che nasconde una certa profondità d’utilizzo. Nasce probabilmente in Europa e arriva in Giappone lungo la via della seta dove nel tempo si modifica fino ad assumere l’aspetto odierno. Nella sua forma più tradizionale il kendama è composto da una palla di legno collegato tramite un cordino a una tazza dotata di impugnatura. Si tratta di un gioco di abilità dove è necessario con un colpo di mano posizionare la palla in una tazza o infilzarla con la punta del bastone. Al giorno d’oggi il gioco del kendama è venduto in tanti mercatini tradizionali, soprattutto di dolciumi.
Giochi giapponesi tipici dei matsuri (festival cittadini):
- Kingyo Sukui: Gli appassionati di manga ed anime avranno sicuramente visto qualche scena dove i protagonisti si cimentavano in questa tradizionale prova tipica dei matsuri giapponesi. Nel Kingyo Sukui, “la pesca del pesce rosso“, si cerca di catturare uno o più pesci rossi all’interno di una vasca con una particolare paletta di carta che si scioglie molto rapidamente a contatto con l’acqua. Inutile dire che se si riesce a prendere un pesciolino è possibile portarselo a casa!
- Wanage: Anch’esso tipico dei festival cittadini, il Wanage è un lontano parente del “lancio dell’anello” sempre presente nei luna park di una volta. Tutto ciò che si deve fare è lanciare un anello (si hanno dalle tre alle cinque possibilità) e centrare il premio desiderato. Più facile a dirsi che a farsi, ma non temete, non tornerete a mani vuote. In Giappone se non riuscirete ad ottenere alcun premio vi sarà infatti donato l’anello stesso!
Giochi giapponesi da tavolo:
- Shogi: Passando adesso a giochi più complessi, Shogi è senza dubbio il più famoso gioco da tavolo giapponese. Ad un primo approccio può ricordare gli scacchi in quanto l’obiettivo è di immobilizzare il re avversario, tuttavia nello Shogi la scacchiera è 9×9 ed i pezzi nemici conquistati possono essere rimessi in gioco sotto il proprio controllo. I giocatori più esperti dovranno quindi anticipare le mosse dell’avversario con vari turni in anticipo ed ideare strategie che portino al completo controllo della partita. Si tratta quindi di un gioco molto creativo e meno “matematico” di quello che potrebbe sembrare. Lo Shogi è anno dopo anno sempre più amato anche dai bambini giapponesi ed è utilizzato all’interno del sistema educativo per insegnare la creatività, la concentrazione ed il rispetto del prossimo. Sono pertanto in molti a ritenere lo Shogi il “gioco giapponese” per eccellenza.
- Go: “Go” è un gioco da tavola semplice ed allo stesso tempo molto complicato, famoso in Giappone, Cina e Corea ed amatissimo da persone di ogni età e sesso. Si gioca su una griglia simile ad una scacchiera 19×19 con piccoli sassolini ritondi bianchi e neri. A differenza dei giochi da tavolo occidentali come dama o scacchi, questi sassolini andranno tuttavia a posizionarsi sulle intersezioni fra le righe della scacchiera e non all’interno dei riquadri. L’obiettivo è riuscire a circondare tutti i sassolini dell’avversario con i propri ed a conquistare un maggior spazio possibile sul piano del gioco. Per quanto semplice a dirsi, le partite di Go risultano spesso in lunghe ed intricate battaglie strategiche per la conquista di determinate posizioni sulla scacchiera.
Le sale giochi giapponesi:
Non esiste una città in Giappone che sia troppo piccola (piccoli paesi di campagna esclusi) per non avere al suo interno almeno una sala giochi. Anche se non viaggiate con bambini vi consiglio di entrare in una di queste strutture per verificare di persona la serietà e l’impegno che i giapponesi, adulti e bambini (ma soprattutto adulti), mettono nel gioco.
- Wani Wani Panic: In un paese dove si lavora duro e molto seriamente, cosa può esserci di meglio che scaricare un pò di tensione in sala giochi? Wani Wani Panic è un videogioco simile al nostro “Acchiappa la Talpa”, in cui si colpiscono rapidamente i simpatici animaletti mano mano che escono dai loro buchi. La differenza è che invece delle talpe qui si hanno dei coccodrilli da colpire proprio sul naso!
- Taiko no Tatsujin: Tanto raro in Occidente quanto comune nelle sale arcade giapponesi, il videogioco Taiko no Tatsujin ci trasforma nei batteristi scatenati che abbiamo sempre desiderato diventare. Il gioco consiste in due grandi tamburi da percuotere con le apposite bacchette, seguendo il ritmo ed i comandi che ci appaiono sullo schermo. Le note rosse indicano un colpo al centro dei tamburi, le note blu un colpo alle estremità ed infine le note gialle richiedono una serie di rapidissimi colpi. Una sorta di “Guitar Hero” ma con bacchette e tamburi.
- Dance Dance Revolution: Rimaniamo in tema musicale con Dance Dance Revolution, il gioco arcade in cui si balla a ritmo di musica pop seguendo accuratamente i comandi sullo schermo. Che si danzi come dei veri performers o che si zompetti come dei principianti, il divertimento con questo gioco è assicurato. Per chi pensa inoltre che un videogioco da sala giochi non possa essere definito “tradizionale”, Dance Dance Revolution è qui proprio per sfatare questo mito. Sono infatti ormai 20 anni che questo appassionante gioco domina gli arcade giapponesi (e non solo) con le sue energetiche canzoni e la sua spettacolare atmosfera da club underground.
Il gioco è l’espressione più autentica della cultura umana, è sempre “figlio del tempo” e si adatta al contesto sociale in cui si svolge. Il recupero dei giochi tradizionali rappresenta pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza. Il gioco stimola l’inventiva, la curiosità, la manualità, l’ingegno; con il gioco il bambino si adatta e si avvicina alla società degli adulti.
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