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Gorizia: Cosa Vedere e Attrazioni Turistiche

Gorizia, designata Capitale Europea della Cultura 2025 insieme alla vicina Nova Gorica in Slovenia, si trova in Friuli. Anche se non è una città particolarmente vivace o innovativa, merita una visita di un giorno se ti trovi nelle vicinanze mentre ti dirigi verso altre belle località della regione o della Slovenia.

Storia e Confini

Nova Gorica in Slovenia e Gorizia in Italia, insieme Capitale Europea della Cultura 2025? La mia ignoranza sulla storia stupisce anche me stesso, ma mi sono perdonato velocemente andando a leggere la storia di Nova Gorica che è sempre stata una città autonoma, nata da zero proprio alla fine del conflitto mondiale quando il confine tracciato il 15 Settembre del 1947 divise in 2 la regione del Goriziano. La differenza è chiara: il trattato di Parigi del 1947 firmato dalle potenze vincitrici non divise la città di Gorizia che restò totalmente italiana, ma ridisegnò i confini lasciò buona parte del territorio regionale senza capoluogo.

A proposito di confini ridisegnati dal Trattato del 1947 che hanno interessato Gorizia, mi permetto di svelarti una curiosità prima di proseguire. In seguito ai trattati di parigi del 1947, Via Rafut a Gorizia divenne il nuovo confine fra l’ Italia e l’ allora Jugoslavia, e il valico del Rafut il luogo dove venivano controllati i lasciapassare che permettevano alle persone di muoversi da una parte all’ altra del confine.

Proprio per la divisione a seguito del Trattato del 1947 che lasciò buona parte del territorio goriziano senza un capoluogo si decise di costruire una città nuova, che sarebbe stata la prima completamente nuova della nuova Jugoslavia, gioco di parole a parte, a tutti gli effetti una sorta di vetrina socialista sull’ Occidente. Però è anche vero che la città di Gorizia, bella o brutta che sia, è un importante simbolo storico legato ai conflitti mondiali e agli equilibri geopolitici internazionali proprio per la sua storica posizione geografica ai confini con l’ Est Europa.

A ragion del vero è stata Nova Gorica a promuovere la partecipazione e a presentare la candidatura, scegliendo Gorizia come partner trasfrontaliero, proprio per il valore simbolico del confine che le ha separate per moltissimi anni.

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Territorio dell’Impero austroungarico prima della Grande Guerra, annessa all’Italia nel 1918, la città ha vissuto sulla propria pelle le vicende che hanno coinvolto il confine orientale d’Italia durante il Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale. È al termine del conflitto che in piazza Transalpina viene eretto il cosiddetto “muro di Gorizia”, all’epoca con la cessione di parte dell’abitato alla Jugoslavia. Solo nel 2004, con l’ingresso della Slovenia nell’UE, il confine imposto cesserà di generare sofferenza (con l’abbattimento del muro).

È dunque nel segno di un epicentro transfrontaliero, diviso in passato da conflitti cruenti, e oggi unito nel segno della cooperazione, che si dispiegherà la fitta programmazione culturale nel 2025. Il 2025 celebrerà la specificità di Gorizia, città di confine scelta con la gemella slovena Nova Gorica per rappresentare il valore di un’Europa unita, senza barriere, nell’anno da Capitale europea della Cultura.

Piazza Transalpina

Piazza Transalpina era conosciuta come “l’ ultimo confine dell’ est europeo” perchè era tagliata in due con una parte in Italia e con l’ altra in Slovenia. In pratica, nel centro di Piazza Transalpina a Gorizia fai un passo al di là della linea di mattonelle bianche che disegnano il confine e sei in Italia, poi torni indietro e ne fai un altro per essere in Slovenia.

La divisione di Piazza Transalpina di Gorizia mi ha ricordato il Monumento della Metà del Mondo (Monumento a la Mitad del Mundo) che ho visitato qualche anno fa vicino a Quito in Ecuador e che stabilisce la linea di divisione immaginaria tra l’ Emisfero Nord e l’ Emisfero Sud della Terra.

Il mosaico circolare realizzato dall’ artista triestino Franco Vecchiet al centro di questa emblematica piazza a Gorizia riprende lo stesso numero del ceppo confinario in marmo bianco (57/15) che ancora oggi trovi ai bordi della stessa, e che fino al 2004 delimitava insieme agli altri il confine reale tra i due paesi. Sai da dove prende il nome la Piazza Transalpina di Gorizia? Il ponte della ferrovia che si trova nella frazione slovena di Solkan a circa 5 chilometri da Gorizia centro è il più importante della Transalpina e uno dei più famosi di tutta la Slovenia.

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Originariamente conosciuta in Sloveno come trg Bohinjska Proga, ossia Piazza della linea ferroviaria di Bohinj e rinominata in trg Evrope, è suddivisa tra i comuni di Gorizia e Nova Gorica. Prende il nome dalla linea ferroviaria Trieste - Jesenice e sul lato sloveno della Piazza si trova la stazione ferroviaria di Nova Gorica. La piazza, una volta, era divisa da un muro che segnava il confine tra i due Stati.

Per celebrare l’unione della Piazza è stato realizzato un mosaico sulla piazza stessa e posta un targa con le date di unione e l’abbattimento del muro.

Castello di Gorizia

Da Piazza della Vittoria ci metti meno di 10 minuti a piedi a salire al Castello di Gorizia, che come ti puoi immaginare è il simbolo della città, anche perchè è visibile da ogni punto e anche dal circondario. Una volta arrivato, prima o dopo aver visitato i suoi ambienti, ti suggerisco di fare una passeggiata lungo il suo cammino di ronda grazie alla quale avrai una bella vista del centro storico di Gorizia.

L’ ampliamento più importante del Castello di Gorizia avvenne però nella seconda metà del secolo XV con la costruzione del Palazzo degli Stati Provinciali destinato ad accogliere le riunioni del piccolo parlamento goriziano, e se lo visiti puoi vedere le sale arredate con mobili d’ epoca provenienti dal territorio circostante.

Nel Castello di Gorizia trovi anche il Museo Medioevale Goriziano, che nelle sue sale ospita una collezione permanente di riprouzioni di armi bianche usate durante il periodo medioevale insieme a perfette riproduzioni di strumenti musicali antichi. Il granaio della Fortezza di Gorizia ospita invece una sezione didattica allestita con pannelli plastici con informazioni sulla storia e sulla geografia della Contea Goriziana.

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Una volta visitati i Musei di Porta Castello, prima di raggiungere Porta Leopoldina trovi la graziosa Chiesetta di Santo Spirito, pregievole esempio di architettura tardo-gotica a Gorizia che sulla facciata mostra gli stemmi delle nobili famiglie del territorio. Ti consiglio di dedicare 5 minuti per visitare anche l’ interno di questa chiesa a Gorizia e ammirare il quadro dell’ Assunzione attribuito a Domenico Tintoretto che si trova sopra l’ altare.

Dall’inizio di via Rastello inizia la salita fino al castello di Gorizia. Ma prima di arrivarci, devi varcare la Porta Leopoldina: questa segna l’ingresso all’antico borgo medievale che sovrasta la città. Borgo Castello racchiude al suo interno il Castello, i musei provinciali di Gorizia e la Cappella di Santo Spirito. Si trova a 155m di altitudine e devo dire che da qui la vista sulla città è davvero spettacolare.

Il mio itinerario su cosa vedere a Gorizia in un giorno arriva finalmente al cuore antico della città: il Castello di Gorizia, risalente all’XI secolo. Per accedere al castello si deve varcare un portone dove potrai notare un leone marciano, simbolo della - breve - dominazione della Serenissima. La costruzione subì diversi ampliamenti, passaggi di mano e cambi d’uso, nel corso dei secoli: si pensa assomigliasse al castello di Bruck, vicino Lienz, in Austria , quando appartenne ad Alberto II d’Asburgo.

La Serenissima fece un’ulteriore opera di fortificazione, per renderlo più adatto a resistere alle armi da fuoco. Il Castello di Gorizia è visitabile e per noi è stata una bellissima esperienza: al suo interno si trova il Museo del Medioevo Goriziano. Gli interni sono arredati con mobili e suppellettili originali, armi bianche, macchine d’assedio e una particolare collezione di cassapanche con esemplari dal XV al XVIII secolo. Attorno al castello si trova anche un parco pubblico.

Il nucleo più antico di Gorizia, risalente al periodo medievale, si apprezza invece nella stretta via Rastello, dove molti secoli fa si allineavano le botteghe artigiane.

Piazza della Vittoria

Parentesi caffè e ricerca del ristorante a Gorizia per cenare archiviata, ho lasciato Borgo Castello e mi sono diretto verso Piazza Cavour per dare un’ occhiata al Duomo di Gorizia e a 2 graziosi palazzi storici che sorgono nella vicina Piazza S.

Ci spostiamo ora in macchina fino al centro storico di Gorizia per visitare Piazza della Vittoria. Sorge ai piedi del colle dove si trova il castello di Gorizia e una volta era un grande prato. Per questo, quando la città era sotto la Slovenia, veniva chiamata Travnik, ossia prato. Oggi è il cuore principale del centro storico cittadino, ma una volta era separata dal resto della città dal “rastello”, un cancello che divideva la cittadella del castello dalla campagna.

Oggi su Piazza della Vittoria si affacciano numerosi bar e caffè, la Casa Torriana, sede della Prefettura, e la chiesa di Sant’Ignazio. Noterai sicuramente la Fontana del Nettuno e i tritoni, realizzata su volere dell’imperatrice Maria Teresa. Sono raffigurati il Dio Nettuno e tre tritoni che simboleggiano i fiumi Isonzo, Corno e Vipacco, situati nel territorio goriziano.

Si sposta poi in centro, a meno di due chilometri dalla piazza tristemente nota, per visitare piazza della Vittoria, con la sua fontana del Nettuno di epoca settecentesca e il Duomo di Sant’Ignazio, segnalato dalle cupole a cipolla dei campanili che affiancano la facciata barocca, come sono pure gli interni, riccamente decorati con stucchi dorati.

Piazza della Vittoria è una delle piazze più belle di Gorizia. Si trova proprio ai piedi del colle del castello ed è caratterizzata da un fascino d'altri tempi. Fin dal '700 rappresenta il vero e proprio cuore della città e qui vi si affacciano numerosi edifici storici. Fermatevi a guardare dall'esterno la Casa Torriana, di origine cinquecentesca, oggi sede della Prefettura. Qui passarono molti personaggi illustri e, tra le sue mura, ospitò anche il poeta e diplomatico veneziano Giacomo Casanova.

La piazza è famosa per essere divisa tra Gorizia, in Italia, e Nova Gorica in Slovenia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale venne divisa proprio fisicamente dal cosiddetto “Muro di Gorizia”. Nella Stazione della Transalpina oggi è allestita una sala espositiva dedicata alla storia del confine, mentre in piazza si tengono eventi e manifestazioni. Dopo aver visitato la storica Piazza della Transalpina ho cominciato a esplorare il centro storico di Gorizia partendo da Piazza della Vittoria, cuore della città.

Duomo di Sant'Ignazio

La chiesa di Sant’Ignazio è realizzata in stile barocco e si caratterizza per la presenza di due torri campanarie, sormontate da cupole a cipolla in bronzo, ai lati della facciata principale. Sulle nicchie poste sopra i portali si trovano le statue di San Giuseppe col bambino, San Giovanni Battista e Sant’Ignazio da Loyola. L’interno presenta una pavimento a scacchi bianchi e rossi, con una navata centrale molto alta e sei cappelle laterali.

Sul soffitto si trovano quattro affreschi realizzati da Lorenzo Bianchini, pittore udinese dell’800, mentre il presbiterio è un tutt’uno con la navata. Da vedere, infine, l’altare dello scultore Lazzarini e l’affresco che si trova sul pulpito, La Gloria di S. Ignazio, di epoca settecentesca dipinto all’artista Christopher Tausch.

L'edificio principale della Piazza della Vittoria è sicuramente la Chiesa di Sant'Ignazio, imponente struttura barocca voluta dai Gesuiti , protagonisti della storia religiosa di Gorizia. La facciata è affiancata da due alte torri campanarie, coronate da cupole a cipolla tipiche dell'architettura dell'Est Europa. Di fronte alla Chiesa, invece, potrete ammirare la Colonna di Sant'Ignazio, datata 1687.

La facciata è imponente e a rendere tutto ancora più maestoso ci sono due campanili sormontati da due “cupole a cipolla” in bronzo. Quando sono entrata all’interno sono rimasta di stucco per la bellezza delle decorazioni, le cappelle con altari barocchi ricchi di fregi, gli arredi lignei intagliati. Imperdibili, inoltre, l’altare dello scultore di Venezia Lazzarini nonché l’affresco del pulpito “La Gloria di S.

Via Rastello

Forse la via più nota di tutta la città e sicuramente tra le cose da vedere a Gorizia. Si tratta di via Rastello, che deve il suo nome ad un cancello. Questo veniva chiuso la notte e separava la parte nobile, rappresentata dalla cittadella del castello, dalla parte più umile del popolo, la campagna. La via risale al 1300 ed oggi è una strada ricca di negozi e case colorate.

In passato ha anche ospitato il ghetto Ebraico, prima del suo spostamento in via Ascoli. All’inizio della via si trova una statura commemorativa dedicata a Carlo Raimondo Michelstaedter, filosofo goriziano morto suicida a 23 anni ma che lasciò un notevole patrimonio culturale in eredità, come poesie e saggi.

Da Piazza Vittoria ho imboccato Via Rastello, la via più antica della città (risale al 1300). Si chiama così perché era chiusa da un cancello a forma di “rastrello” che di notte, in epoca medievale, separava la cittadella sorta intorno al castello dalla campagna circostante. Per molti anni fu la via del commercio, con le numerose botteghe artigianali e negozi. Qualcuno c’è ancora oggi e, accanto a questi, sorgono anche negozi più moderni. Tuttavia, tante botteghe ormai sono chiuse e vi rimangono solo le insegne.

Duomo di Sant'Ilario e Tiziano

L’ edificio, risale al XIII secolo col campanile realizzato nel 1500. Tutta la chiesa ha subito diverse ristrutturazioni ed ampliamenti durante gli anni. La facciata esterna è in stile neoclassico a capanna e molto semplice. Gli interni invece sono più complessi e tra il 1688 e il 1702 vennero aggiunte 2 navate in stile barocco.

Un'altra imperdibile cosa da vedere a Gorizia è il Duomo di Sant’Ilario e Tiziano, patroni della città. Questo edificio, che mi ha veramente stupito, ha origini antichissime e ha subito importanti rimaneggiamenti nel corso del tempo. La facciata è in stile neoclassico, a capanna, con incastonata una statua della Madonna. Bellissimo il pulpito con i rilievi in marmo e l’organo a canne.

Piazza Sant'Antonio

Non molto distante dal Duomo si trova Piazza Sant’Antonio, un’elegante piazza che prende il nome dall’antico convento dei Frati Minori situato lì accanto.

Qui trovi i locali più eleganti e la piazza stessa l’ho trovata molto tranquilla, sobria ma al tempo stesso particolare. Prima qui c’era un convento francescano e quello che ne rimane è un pozzo al centro e un arioso colonnato, facente parte dell’antico chiostro che incornicia da un lato la piazza.

Piazza Sant'Antonio è un'altra meravigliosa piazza goriziana, completamente circondata da eleganti edifici e anch'essa ai piedi del colle del castello. Nei portici che la incorniciano oggi si trovano diversi locali in cui assaggiare anche la cucina tipica o concedersi un aperitivo. Durante la manifestazione Gusti di Frontiera, inoltre, è qui che si tiene la cerimonia di inaugurazione, oltre diversi incontri durante tutta la durata dell'evento.

Come anticipato, la piazza è circondata da eleganti e importanti palazzi: su un lato potrete ammirare la facciata settecentesca di Palazzo Strassoldo, una delle più antiche casate friulane e oggi sede dell'hotel 4 stelle Grand Hotel Entourage, e sul lato opposto invece si trova il chiostro dell'ex convento francescano, edificato nel trecento. Infine, sul fondo della piazza, sorge il meraviglioso Palazzo Lantieri, una dimora privata di origine trecentesca.

Altri Palazzi e Musei

Palazzo Lantieri a Gorizia, noto anche come Casa Bella, è una dimora privata edificata nel secolo XIV che da fortezza diventò residenza nobiliare, e a quanto pare si può visitare su richiesta. Ma io purtroppo non ci sono riuscito.

Vale la pena vedere anche Palazzo Strassoldo, soprattutto per la sua bella facciata settecentesca, che dal 1836 ospitò i Borboni a Gorizia dopo che furono scacciati dalla Francia durante la Rivoluzione Francese. A proposito, lo sai che Carlo X di Borbone, ultimo Re di Francia, riposa insieme ai suoi discendenti nella cripta del Monastero della Castagnavizza in Slovenia a meno di 4 chilometri da Gorizia?

Ospitato nei sotterranei delle cinquecentesche case Dornberg e Tasso, in Borgo Castello, il museo si articola in nove sale espositive, con la particolarità della ricostruzione a grandezza naturale di una trincea, che si “percorre” mentre una registrazione dei rumori assordanti della guerra aiuta a calarsi nel contesto. Tramite molti documenti, cimeli e oggetti appartenuti a soldati italiani e austro-ungarici si rivivono i conflitti che hanno a più riprese sconvolto il territorio.

Una serie di plastici aiutano a ricostruire l’assetto strategico dell’epoca, focalizzando l’attenzione su Gorizia e sulle alture che la circondano, con particolare riferimento al Monte Calvario e al Sabotino. Costruito nella prima metà del Settecento per volontà della famiglia Attems, il palazzo rappresenta la transizione dal Barocco al Rococò, pur avendo subito una ristrutturazione neoclassica nella prima metà dell’Ottocento. Al suo interno si cela il giardino all’italiana con la fontana dell’Ercole, che originariamente era collocata in piazza De Amicis.

La Pinacoteca conta opere di alcuni maestri del Settecento veneto, molti ritratti ottocenteschi e una collezione di opere del Novecento (da Italico Brass a Luigi Spazzapan, Tullio Crali e Vittorio Bolaffio). Lungo il viale XX settembre si estende il parco di Palazzo Coronini Cronberg, realizzato sul finire dell’Ottocento nell’ambito di un programma di riqualificazione urbana che voleva fare di Gorizia una “città giardino”. Il palazzo, fondato in origine alla fine del Cinquecento, è stato ampiamente ricostruito al termine della Prima Guerra Mondiale, ma ha scontato anche il secondo conflitto novecentesco, rientrando in proprietà della famiglia Coronini solo negli Anni Cinquanta.

Oggi è sede museale per oggetti della storia di famiglia, ceramiche, stampe, dipinti (con una quadreria di oltre 1200 opere, dal XV al XX secolo), e ospita mostre temporanee. Nato negli Anni Settanta per iniziativa di Luciano Viatori, il giardino si visita (solo su prenotazione) raggiungendo una collina con vista sulla città, l’Isonzo, il Carso e le Prealpi. Centinaia di rododendri e azalee, collezioni di lillà, ortensie, spiree, viburni, osmanti, peonie, rose rampicanti, pruni e meli da fiore, e un centinaio di magnolie caducifolie animano il parco botanico, insieme all’erica, ai bucaneve e ai narcisi, e poi iris, peonie, Hemerocallis, Hosta, salvie, papaveri, Agapanthus, astri, gladioli, gigli, dalie e ciclamini.

Parco della Rimembranza

Anche Gorizia ha il suo polmone verde ed è il Parco della Rimembranza, situato lungo Corso Italia. Questo è uno dei viali più importanti della città, che dalla stazione ferroviaria di Gorizia Centrale conduce direttamente al centro storico.

Non si tratta però di un semplice parco: il Parco della Rimembranza è stato pensato e voluto per ricordare le vittime della Prima Guerra Mondiale. Si estende per circa 2,5 ettari e presenta numerosi sentieri alberati che, anche nelle giornate più calde, vi permetteranno di scoprire i diversi monumenti all'interno del parco. Troverete, infatti, dei busti dedicati agli irredentisti goriziani Giovanni Maniacco ed Emilio Cravos, all'interventista toscano Vittorio Locchi e delle sculture che celebrano la Brigata Alpina "Julia" e la Brigata di Fanteria dei "Lupi di Toscana".

Ma il monumento principale è la fontana nel centro del parco, costruita vicino ai resti di una cappella del 1929. Il muro, che commemora i 665 deportati goriziani durante il maggio 1945, completa il parco ed il ricordo dei caduti.

Ristorazione

Il Rosenbar, non distante dal centro città, è una valida tappa per scoprire la gastronomia locale, tra Rosa di Gorizia (in stagione) con le frizze, sardoni impanati, gnocchi ripieni di susine. Ci sono la cucina di mare (l’Adriatico non è poi così distante), la campagna, la tradizione mitteleuropea che ancora si fa sentire. In soli trenta minuti di auto, attraversando vigne e campi del Collio, si raggiunge una delle mete gastronomiche più meritevoli d’Italia.

È a Dolegna del Collio, minuscola frazione di confine tra Italia e Slovenia, la casa di campagna di Antonia Klugmann: L’Argine a Vencò è un ristorante di ricerca oculata, centrata sul legame con i frutti della terra (l’orto si ammira dalle grandi vetrate che “fanno entrare” l’esterno in sala). In direzione opposta, scendendo a sud verso la Slovenia della Valle di Vipava, il ristorante immerso nella tenuta Dvorec Zemono è un’altra destinazione da appuntare.

Consigli per la Visita

Detto questo ti consiglio di visitare Gorizia se sei di passaggio e in giornata, perchè non vale davvero la pena fermarsi più giorni come ho fatto io, stessa cosa vale per Nova Gorica. La città di Gorizia non ha lasciato il segno dentro di me come invece ci sono riuscite molte altre città del Friuli che ho visitato prima e dopo.

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