Identificazione del Picchio Rosso Maggiore (Dendrocopos major)
Il Picchio rosso maggiore (Dendrocopos major) è una specie forestale ad ampia valenza ecologica, ben distribuito in tutte le regioni italiane.
In Sardegna e Corsica è presente con la sottospecie Dendrocopos major harterti (Arrigoni, 1902).
Caratteristiche fisiche
Il picchio rosso maggiore è di dimensioni medio-piccole, non supera di solito i 21-26 centimetri di lunghezza, per un’apertura alare di 42-43 centimetri e 60-90 grammi di peso. È lungo circa 20 cm, ha il becco nero appuntito e robusto, i muscoli del collo ben sviluppati, le zampe dotate di due dita avanti e due dietro per favorire la presa sui tronchi e la coda rigida per attutire i contraccolpi.
I due sessi presentano una livrea molto simile, bianca e nera con sottocoda rosso. La parte superiore del corpo è nera, con grandi macchie bianche, mentre le parti inferiori sono bianche e il sottocoda rosso vivo in entrambi i sessi. Il maschio si differenzia tuttavia per l’evidente macchia rossa presente sulla nuca. Nel maschio adulto, a differenza della femmina, è presente una macchia rossa sulla nuca. Anche i giovani sono facilmente riconoscibili grazie all’intera sommità del capo colorata di rosso.
Il becco è nero, appuntito e ben robusto e le zampe sono conformate per agevolare la progressione su tronchi verticali, che il Picchio rosso maggiore risale a saltelli, aggrappandosi con le forti zampe e aiutandosi con la coda, molto robusta.
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Distribuzione e Habitat
Particolarmente ampio è l’areale di presenza della specie, che si estende dall’Africa nord-occidentale a buona parte dell’Eurasia. Distribuito dall’Africa nord-occidentale a buona parte dell’Eurasia. Ben 14 sottospecie sono riconosciute nel Paleartico occidentale, 7-11 in Asia.
Tendenzialmente sedentario alle nostre latitudini - ove è presente la sottospecie Dendrocopos m. - mostra invece comportamenti migratori o invasivi in tutto il nord Europa. , diffusa anche in parte della Slovenia, nel nostro Paese si ritrova la sottospecie Dendrocopos m. , diffusa in Sardegna e Corsica.
È diffuso ovunque vi siano aree forestali di ogni tipo (latifoglie, conifere o miste) che costituiscono il suo habitat ottimale. Specie forestale spiccatamente territoriale, poco tollerante con gli individui della stessa specie. Abita la maggior parte degli ambienti alberati tra il livello del mare e il limite superiore del bosco. In assenza del suo habitat ideale colonizza anche altri ambienti quali: parchi, giardini, coltivazioni di pioppo.
Condizione essenziale è la presenza di alberi di diametro sufficiente per la nidificazione. Il Picchio rosso maggiore è presente nei boschi sia di conifere sia di latifoglie, nelle campagne alberate e perfino nei parchi cittadini.
Il picchio rosso maggiore trascorre gran parte del suo tempo arrampicato sugli alberi, e presenta numerosi adattamenti per questo stile di vita particolare. Oltre ad utilizzare cavità degli alberi per nidificare, i picchi rossi maggiori riposano di notte, e talvolta anche durante il giorno, in vecchie cavità nido scavate da altri picchi.
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Presenza in Orto botanico: frequente sugli alberi più vetusti dell’Arboreto e dei Settori delle angiosperme e gimnosperme.
Alimentazione
Si nutre essenzialmente di Artropodi forestali, sebbene integri la sua dieta anche con semi e bacche. Prevalentemente insettivoro, può integrare la propria dieta con pinoli e frutta, specialmente al di fuori del periodo riproduttivo.
Gli insetti e le larve che il picchio scova sotto la corteccia degli alberi vengono individuati dal rumore che emettono mentre rodono il legno. Di solito, individua gli insetti e le larve che vivono sotto la corteccia dell’albero dal rumore che emettono mentre rodono il legno, allorquando, grazie al robusto becco, buca il legno e con la lingua retrattile cattura l’insetto.
Cattura le proprie prede - soprattutto insetti - infilando la lunga lingua nelle gallerie scavate nel legno con il becco. In autunno la sua dieta è composta anche di semi e frutti, quali bacche e ghiande, che accumula nel nido. Onnivoro, integra la dieta proteica con pinoli e frutta.
Comportamento
Il picchio rosso maggiore è una specie prevalentemente stanziale, ma si possono registrare spostamenti anche notevoli quando vi è scarsità di cibo e quando ci sono i giovani in dispersione.
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È una specie solitaria. Il periodo migliore per osservarla è febbraio-marzo, quando, alla vigilia della fase riproduttiva, inizia a mostrare un comportamento “territoriale”, difendendo vivacemente la propria porzione di foresta. Si può facilmente osservare, allora, mentre tamburella con il becco sui tronchi o sui rami cavi per delimitare il territorio.
Il volo è tipicamente molto ondulato. La specie si fa riconoscere per un sonoro e acuto “pik” (o “kik”). Il tambureggiamento, che può essere facilmente confuso con quello di altri picchi, dura poco meno di un secondo e presenta un crescendo finale.
Riproduzione
Il periodo riproduttivo ha luogo in aprile-maggio. Dopo il lungo rituale di corteggiamento - che inizia già a febbraio con l’insistente “tambureggiare” del maschio sui tronchi per delimitare il territorio e attirare l’attenzione della compagna - la coppia nidifica in cavità scavate nel tronco o in rami particolarmente robusti. Dal diametro d’ingresso non è superiore ai 5 centimetri, viene scavato a circa una decina di metri d’altezza.
La femmina depone un’unica covata di 4-6 uova, spesso in corrispondenza del periodo di maggior abbondanza di insetti utilizzati per nutrire i pulcini. La femmina vi depone 4-6 uova, per una sola covata l’anno, che vengono covate per circa due settimane.
Stato di Conservazione
Specie non minacciata a livello regionale. Alterazione e contrazione dell’habitat ideale. Convenzione di Berna All. II, L.R.23/98.
Attualmente la specie presenta uno stato di conservazione favorevole in tutta Europa. Valutata stabile nel complesso, mostra un andamento positivo in alcune popolazioni chiave quali quelle di Germania, Francia, Polonia, Ucraina e Russia.
Anche le popolazioni italiane mostrano un buono stato di salute, grazie alla notevole plasticità ecologica, alla tolleranza al disturbo antropico e alla buona disponibilità di superfici boscate - anche di dimensioni ridotte - su ampia parte del territorio nazionale. La specie è infatti ben distribuita nell’intera Penisola e sulle due isole maggiori.
A livello nazionale, mancano in ogni caso dati quantitativi sul successo riproduttivo e altri parametri riproduttivi. Sulla base dei dati disponibili, per gli ambienti forestali più idonei e continui - quali boschi maturi di latifoglie, saliceti ripariali e pioppeti maturi in aree golenali - si può proporre, come Valore di Riferimento Favorevole (FRV) per il nostro Paese, una densità riproduttiva pari a 5 coppie per kmq a scala di comprensorio. A scala locale, tale valore può essere fissato a 2 coppie per 10 ettari.
Pertanto, soprattutto in ambito planiziale e agricolo, andrebbe rivolta maggiore attenzione nella pianificazione territoriale prevedendo azioni volte al mantenimento e al rinforzo di efficaci reti ecologiche tramite la creazione e il ripristino di aree forestali ed elementi minimali di “cucitura”, tra loro interconnessi.
Tabella: Valori di Riferimento Favorevole (FRV) per la densità riproduttiva
Ambiente | Scala | Densità riproduttiva (coppie per kmq) |
---|---|---|
Ambienti forestali idonei e continui | Comprensorio | 5 |
Ambienti forestali idonei e continui | Locale | 2 coppie per 10 ettari |
Agrosistemi planiziali, boschetti e filari dispersi, peccete pure e boschi sopra i 1.500 metri | Comprensorio | 0.5 |
Un fattore limitante per il suo insediamento, in pianura, può dipendere dalla scarsità di alberi, come registrato in alcuni settori del Piemonte coltivati a riso. Il disturbo antropico, trasformazione e distruzione dei siti riproduttivi, asportazione di tronchi secchi e deperienti, interventi selvicolturali e tagli forestali in periodo di nidificazione - uniti al fenomeno degli abbattimenti illegali - possono comunque provocare episodi di mortalità e di riduzione del successo riproduttivo.
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