Il Significato Profondo delle Sculture "I Viaggiatori" di Bruno Catalano
Nuovi e misteriosi viaggiatori hanno fatto la loro comparsa, invitando alla riflessione su temi universali come l'identità, il cambiamento e la ricerca di significato.
Durante l’estate 2024, l’arte monumentale di Bruno Catalano sarà protagonista di una mostra en plein air diffusa nel tessuto urbano di Genova, con un percorso espositivo che attraverserà il centro storico e si snoderà fino al porto.
“I Viaggiatori”, tra le opere più rappresentative del maestro, incarnano un senso profondo di bellezza e di cultura condivisa che trascende i confini geografici e linguistici.
La bellezza di queste opere risiede non solo nella loro ineguagliabile maestria tecnica, ma anche nel loro potere di connettere le persone e di stimolare la riflessione su temi universali come l'identità, il cambiamento e la ricerca di significato.
La Vita e l'Arte di Bruno Catalano
Bruno Catalano nasce in Marocco nel 1960, ma all’età di quindici anni è costretto all’esilio con la sua famiglia.
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Sbarca in Francia, a Marsiglia, con la speranza di ricominciare una nuova vita, ma conserva per tutta la vita il dolore per lo sradicamento dalla sua terra.
A 18 anni diventa marinaio, poi elettricista, a 30 incontra l'arte e la scultura in argilla attraverso artisti come Rodin, Giacometti, César.
Da quel momento decide di consacrarvi la propria esistenza.
Le sculture di Bruno Catalano sono presenti dal 2005 in musei e gallerie internazionali e in collezioni pubbliche e private e sono tra le opere più apprezzate dai critici attuali.
Notato per la prima volta nel 2005 da un gallerista parigino a una mostra d'arte contemporanea, evolve dall'argilla al bronzo e scolpisce personaggi sempre più grandi, realizzando così notevoli prodezze tecniche.
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Oggi “I Viaggiatori” arricchiscono le più prestigiose collezioni pubbliche e private.
I Viaggiatori: Simboli di Continuità e Trasformazione
I Viaggiatori di Bruno Catalano sono personaggi che la scultura immortala nel mezzo di un lungo viaggio, la cui durata, origine e destinazione rimangono a noi ignote.
Nella sua opera, questi uomini e queste donne tratti dal mondo del quotidiano assumono una dimensione eroica e diventano simboli di continuità e trasformazione.
Con la loro statura monumentale esplorano e raccontano i temi universali dell’esistenza umana: l’identità, la migrazione, il viaggio stesso.
Questi individui trasportano all’interno dei loro bagagli dei frammenti di vita e di storia.
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Il loro destino si lega inevitabilmente alle loro radici, e li mantiene in un equilibrio precario tra il passato e il futuro.
Bruno Catalano rappresenta esseri umani, figure sospese che viaggiano, attraversate dalla luce, dal vento e dallo sguardo.
Viaggio, fuga, esilio sono infatti esperienze universali a cui l’artista rende omaggio attraverso la statura monumentale di queste figure di donne e di uomini che assumono una dimensione eroica proprio perché tratte dal quotidiano.
Più che statue le opere di Bruno Catalano, classe 1960, sono la rappresentazione di esseri umani strappati, attraversati da un immenso vuoto che evoca la cicatrice della partenza e della separazione, le identità frammentate dalle difficoltà, o le zone d’ombra dell’immagine di loro stessi.
E così, nel loro eterno peregrinare, Les Voyageurs di Catalano si nutriranno anche degli spazi amalfitani che abiteranno per qualche mese, trasformando in immagine gli scorci dinanzi ai quali saranno collocati.
Trasportano all’interno dei loro bagagli dei frammenti di vita e di storia, mentre il loro destino si lega inevitabilmente alle loro radici e li mantiene in un equilibrio precario.
Effigiati in un materiale solido e resistente come il bronzo, ma strappati all’altezza dello stomaco, essi perseguiranno il loro cammino, armati di valigia.
E nel fuggevole respiro di questa sosta, il taglio che portano nel corpo si riempirà delle trame di un paesaggio unico al mondo.
Questi monumenti narrano i temi dell’esistenza stessa dell’artista, sradicato in giovane età dal suo paese natìo e costretto ad andar per mare nel suo periodo da marinaio, fino all’incontro con l’arte statuaria dei grandi scultori moderni e contemporanei, che gli cambia la vita.
«Nel mio lavoro sono alla ricerca del movimento e dell’espressione dei sentimenti; faccio emergere dall’inerzia nuove forme e riesco a levigarle fino a dare loro nuova vita - dice Catalano parlando della sua arte - Provenendo dal Marocco, anche io ho viaggiato con valigie piene di ricordi che rappresento così spesso nei miei lavori. Non contengono solo immagini ma anche vissuto, i miei desideri: le mie origini in movimento».
Analisi di Alcune Opere Specifiche
- Simone: Con “Simone”, Bruno Catalano ha realizzato il ritratto a figura intera di un giovane veneziano il cui aspetto, al di là della lacerazione caratteristica dell'intera serie dei Viaggiatori, evoca il gusto dell'eleganza italiana. Indossa un abito con cravatta e la sua silhouette trasmette l’immagine di una sobrietà elaborata. Da queste vesti nei toni del grigio emergono due tocchi di bronzo brillante: uno è la mano del personaggio che porta la sua grande borsa di cuoio e l'altro è il suo volto.
- Khadine: “Khadine” avanza con andatura calma e sicura con la sua valigia alla mano. Dall’alto, sembra scrutare un orizzonte lontano e indiscernibile per noi.
- Hubert: In piedi, in attesa, “Hubert” è stato immortalato in un momento di assenza in cui il suo spirito aleggia altrove. Vestito solamente di un paio di jeans, a torso e piedi nudi, è un viaggiatore umile, che si accontenta di seguire il corso delle cose. Il blu del pantalone contrasta con la pelle bronzea, brillante e grezza, esposta al sole e agli elementi.
- Benoît: All'origine di ognuno dei Viaggiatori, Bruno Catalano vede nei suoi soggetti, uomini o donne, un bagliore di ispirazione: uno sguardo, un'espressione, una statura, un dettaglio. Trova in loro la forza, l'originalità e l'umanità di un'opera d'arte. È il caso di “Benoît”, collaboratore e amico di Bruno Catalano alla fonderia d'arte.
- Pierre David Triptyque: Tracce di un viaggio che è allo stesso tempo mobile e immobile. Perché il Viaggiatore non è solo chi ha lasciato tutto per un sogno e un altrove. È anche chi, calzato di tutto punto, valigia in mano, nella sua postura diritta e degna, rappresenta ognuno di noi. È con questa idea che Bruno Catalano ha creato “Pierre David Triptyque”, una chiara metafora della nostra condizione umana. Qualunque sia il nostro itinerario, ecco ciò che resterà di noi, effimeri viaggiatori su questa Terra: qualche traccia di materia consunta, derisoria. Un paio di scarpe, una valigia, simboli del lascito di ogni essere umano dopo il suo passaggio.
- Blue de Chine: “Blue de Chine” è una scultura dedicata a tutti quei lavoratori che vengono da lontano. La sua patina di colore blu, suggerisce l'abbigliamento dell'operaio e del marinaio. Bruno Catalano era lui stesso uno di loro, immigrato dal Marocco arrivato a Marsiglia con una semplice valigia.
La Tecnica e la Poetica del Frammento
L’opera plastica di Bruno Catalano appare a prima vista disorientante perché lo scultore francese mette in atto una inedita e sorprendente strategia espressiva caratterizzata dalla frantumazione dell’integrità della figura.
Artista moderno, cioè contemporaneo a se stesso, Bruno Catalano ha naturalmente preso atto della storica situazione di crisi della scultura del suo tempo e, forse per una di quelle “geniali casualità” che l’arte ha più volte fatto emergere nel corso della storia, ha trovato una sua personale ed inedita via espressiva, manifestando per tale maniera una nuova concezione dell’opera plastica, fortemente caratterizzata dalla frattura della figura e della mancanza definitiva di alcune parti di essa.
Le sue sculture appaiono così, a prima vista, come incompiute, con vistose parti clamorosamente mancanti, obbligando i riguardanti a chiedersi perfino come possano stare in piedi, realizzando peraltro, Catalano, prevalentemente figure che camminano con una valigia o una borsa nella mano.
Sebbene così “mutilate”, le sue sculture conservano comunque tutte le seducenti possibilità estetiche e formali dell’opera plastica classica, e inducono anche ad una nuova e sorprendente riflessione sulla poetica e il dialogo con la materia, nel suo caso anche quella assente perché mancante.
Nell’opera di Catalano, che agli esordi ha usato la terracotta ed è giunto negli anni più recenti all’utilizzo del bronzo, si potrebbe perciò parlare di un percorso di ricerca nella materia, arricchita peraltro dall’apporto significativo delle qualità evocative del colore.
A questo punto è perciò inevitabile notare che tutte le sculture di Bruno Catalano rappresentano un “uomo che cammina”, una figura caratterizzata sempre, però, da un bagaglio che regge con una mano e che lo configura dunque piuttosto come un anonimo “viaggiatore”, che non si sa da dove viene né dove vada.
Un bagaglio di forma diversa - una valigia rigida, una borsa morbida, un semplice sacco e, in una occasione, perfino il contenitore di una chitarra - elementi che concorrono a dare una particolare connotazione umana, psicologica e sociale, del viaggiatore.
E dunque, per certi versi, a “riconoscerlo”.
Lo stesso artista, del resto, si è più volte interrogato sul significato dei suoi viaggiatori definendoli “uomini nel mondo e nel tempo” che, “fratturati e destabilizzati, privi di ogni riparo, camminano verso la salvezza o la perdita”.
Mostre e Riconoscimenti
Dal 9 maggio al 31 ottobre, Genova ospiterà le opere “Benoît”, “Hubert”, “Khadine”, “Pierre David Triptyque” e “Simone”, che si potranno ammirare in piazza De Ferrari, corso Italia, nella stazione Brignole e al Porto Antico, anticipando l’installazione ad Alassio di altre due sculture, “Blue de Chine e Non Finito, che saranno esposte all’ingresso del Molo Bestoso dal 1° giugno al 31 ottobre.
Durante l’estate 2024, l’arte monumentale di Bruno Catalano sarà protagonista di una mostra en plein air diffusa nel tessuto urbano di Genova, con un percorso espositivo che attraverserà il centro storico e si snoderà fino al porto.
Una mostra straordinaria che avrà anche un’appendice preziosa ad Alassio, in occasione del Festival della Cultura Ligyes.
«Le opere di Bruno Catalano ci trasportano in un viaggio emozionante attraverso i confini dell’identità e dell’appartenenza- dichiara il sindaco di Genova- Le sue sculture evocative, con le loro figure parziali, ci invitano a riflettere sul tema universale della ricerca di un senso di completezza in un mondo in costante movimento.
Questa mostra non solo arricchisce il panorama culturale della nostra città, ma incarna anche lo spirito di apertura di Genova verso l’arte.
«L’arte visionaria di Bruno Catalano traccia i confini tra due dimensioni quali l’arte e il viaggio, temi assai cari alla storia della Città di Alassio- commenta il sindaco di Alassio Marco Melgrati - Siamo orgogliosi di ospitare nell’ambito della sesta edizione di Ligyes_Alassio_Genova Cultura Fest due delle sue installazioni sul Molo Bestoso che saranno visibili dal 1 giugno al 31 ottobre 2024.
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