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Il Dolce Far Niente: Significato e Origini di un'Arte Perduta

Viviamo in una società in cui il "dolce far niente" è spesso visto con sospetto, eppure questa visione è lontana dalla realtà. L'ozio è parte integrante della nostra vita, e saperne trarre benefici è fondamentale per un'esistenza piena e gioiosa.

L'oziare, come il "dolce far niente", è un'espressione che oggi si usa raramente, perché indica un'attività che sembra non avere più spazio nella nostra vita, soppressa dal progresso incessante.

Il "Dolce Far Niente" Oggi

Oggi ci troviamo nell'era dell'iper-produttività, dove l'ozio è visto come qualcosa di negativo. La società cerca di impedirci di oziare, offrendo continue distrazioni, spesso a pagamento. Questo ha reso il "dolce far niente" tutt'altro che dolce. Molti non riescono a "non fare niente" quando ne hanno l'occasione, come se il sistema nervoso non fosse più capace, o non lo fosse mai stato, perché siamo stati "modellati" per usare il tempo in modo finalizzato.

L'idea che il "dolce far niente" porti a rilassamento mentale, improduttività e pigrizia è diffusa, ma priva di prove concrete. Allo stesso modo, non è detto che chi è sempre indaffarato conduca una vita di successo.

Riscoprire il "Dolce Far Niente"

Ritagliarsi regolarmente del tempo per "non fare niente", in uno stato di pura coscienza, porta molti benefici alla salute e alla psiche. Tuttavia, è importante non confondere l'ozio con il "cazzeggio" o l'intrattenimento. Artisticamente, l'ozio può essere visto come un'esaltazione del tempo libero, dove corpo e mente rinascono e si rinvigoriscono. Più che "far niente", bisognerebbe chiamarlo "fare IL niente".

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Se non vogliamo consumarci e morire prima di aver vissuto, dobbiamo recuperare l'arte del "dolce far nulla", concedendoci il lusso di dire: "per oggi basta, per oggi mi fermo". Questo "NON FARE" è utilissimo per la nostra salute psicofisica. Ci permette di "resettare" il sistema nervoso e ridurre il consumo energetico.

I Vantaggi del "Dolce Far Niente"

Quando si vive il "far niente" non come un conflitto o una colpa, ma come un piacere, diventa una forma di libido. In questo momento, la nostra energia interiore riesce a liberarsi. Sospendiamo le attività finalizzate al profitto e ci godiamo il puro piacere di esistere.

Dobbiamo riscoprire questa dimensione, programmando momenti di ozio, considerandoli imprescindibili. È una rivoluzione interiore ed esteriore che dipende solo da noi.

"Otium" e Pigrizia: Un Confronto Storico

Il termine "ozio" viene spesso associato alla pigrizia, poiché il lavoro è diventato una condanna in un sistema che pone il profitto e il consumo come unici scopi della vita. Nell'evoluzione dal latino all'italiano, il valore positivo della parola "otium" si è perso. L'accezione moderna ha soppiantato quella antica, ma un po' di "otium" alla latina farebbe bene a molti di noi. Seneca ci ricorda che il ritiro non è necessariamente disimpegno e pigrizia.

Come attività, l'"otium" ha molti caratteri del gioco, a cominciare dall'essere un'attività scelta liberamente e disinteressata, cioè fine a se stessa. Gli antichi greci chiamavano il gioco "paidia", materia da ragazzi. Oggi il tempo libero è un concetto consolidato nella nostra cultura.

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Ricordiamoci che il semplice riposo, ossia non lavorare o faticare, è fondamentale: nella Costituzione Italiana, all'articolo 36, si parla di feste e ferie, intese come funzionali al recupero di energie psicofisiche, spese durante la propria attività.

Josef Pieper, filosofo del ventesimo secolo, era d'accordo con Aristotele e definì il tempo libero come la base della cultura.

L'Ozio e la Creatività

Nonostante le difficoltà, imparare a non fare niente ci farebbe bene. Lasciare che il pensiero vaghi liberamente, mentre si eseguono compiti semplici e non strutturati, può migliorare la nostra creatività e la nostra capacità di risolvere problemi. Non sottovalutiamo il contributo che l'"otium" dà alla nostra capacità intellettiva. Concedersi pause frequenti ci rende più intelligenti, più saggi, più accorti, più ispirati e capaci di ispirare.

Il cervello passa naturalmente dalla modalità focalizzata alla diffusa. In focus ci si concentra su qualcosa, mentre in diffuse i pensieri vagano, un processo naturale che permette alla mente di cercare nuovi elementi, soluzioni, alternative. Il divagare della mente può essere un'opportunità di problem solving.

Niksen: L'Arte Olandese di Non Fare Nulla

Il "Niksen", un termine olandese, rappresenta un modo di vivere improntato al non porsi obiettivi, al vivere lentamente, godendosi il momento piuttosto che fare programmi e fissare scadenze. Potrebbe sembrare simile all'ozio, ma è tutt'altro che pigrizia fine a se stessa. È una filosofia di vita che mette il benessere personale al primo posto.

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Liberare la mente significa riscoprire ciò che fa realmente bene, ciò che piace, ciò che si vuole fare, anche se significa non fare nulla. Rallentare non significa impigrirsi, ma godersi ogni momento in serenità, liberandosi dal peso di dover essere in un certo modo.

Il "Niksen" insegna il risvolto positivo del "dolce far niente", riscoprendo il vero senso delle cose.

Consigli Pratici per Abbracciare il "Dolce Far Niente"

  • Fatti aiutare dalla natura: Il contatto con la natura e la luce solare apportano benefici immediati.
  • L'olfatto ha un ruolo chiave: Scegli un incenso o un olio essenziale che ti piace.
  • Usa tecniche di rilassamento: Concentrati su ogni parte del tuo corpo, rilassando le tensioni con il respiro.
  • Quando vai in vacanza goditela davvero: Elimina i pensieri negativi e goditi il riposo.
  • Quando hai più tempo per dormire, dormi: Il tuo corpo ti sarà grato.

Nei momenti di ozio, il cervello continua a elaborare informazioni, stimolando la creatività. L'inattività aiuta a mettere in ordine le idee e a riconnettersi con il proprio corpo.

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