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Marco Polo: Viaggiatore e Mercante Veneziano

Marco Polo, viaggiatore, mercante e scrittore, nacque a Venezia nel 1254. La sua vita è un'avventura straordinaria che ha spalancato all’Europa cristiana del pieno medioevo il lontano e favoloso Oriente. Non servono i 700 anni dalla morte - 1324 - né i 770 anni dalla nascita - 1254 - per riscoprire Marco Polo, ma si tratta comunque di una bella occasione per ritrovarne le tracce.

I Primi Viaggi in Asia

A soli 17 anni, Marco partì con il padre Niccolò e lo zio Matteo per un viaggio in Asia. Lì, si guadagnò la fiducia del Gran Khan, signore del Catai (l’odierna Cina), che gli affidò importanti missioni in province anche remote del suo impero.

Il Ritorno a Venezia e la Prigionia

Tornato a Venezia nel 1295, Marco partecipò alla battaglia di Curzola, dove fu catturato dai genovesi. In carcere, dettò al letterato Rustichello da Pisa il racconto dei suoi viaggi in regioni ancora sconosciute agli europei.

Il Milione: Un'Opera Che Ha Cambiato la Storia

Il racconto dei suoi viaggi fu pubblicato nel libro Il Milione, un'opera che provocò la meraviglia e l’incredulità del pubblico, che riteneva impossibile l’esistenza fuori d’Europa di una società bene organizzata e avanzata come quella da lui descritta. Il manoscritto non è giunto fino ai giorni nostri, ma sappiamo che originariamente l’opera fu diffusa con titoli diversi. Oggi si trovano numerose edizioni de Il Milione, pubblicate da diverse case editrici, a cui si affiancano innumerevoli pubblicazioni dedicate a Marco Polo.

La complessità del Milione è tale che non è soltanto un avventuroso resoconto di viaggio: pur non mancando di elementi che appaiono oggi fantasiosi e poco verosimili, Il Milione rappresenta il culmine della geografia e dell’etnologia dell’Età Medievale. Per trascrivere le memorie di Marco Polo, Rustichello da Pisa utilizzò la lingua franco-veneta e successivamente la lingua d’oïl.

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Il Contesto Veneziano

Marco Polo non è un mercante qualunque, ma un mercante di Venezia. Nello stesso Milione l’elogio del mercante diventa apologia della città che gli aveva dato i natali e ne aveva forgiato lo spirito, l’indole, la cultura, le attitudini mentali: insomma, il genio. Marco è unico perché unica era Venezia. Dietro a Marco emerge con prepotenza quel substrato culturale e cognitivo che era proprio di ciascun veneziano del tempo.

È proprio di Venezia, della sua civiltà, dell’ambiente in cui Marco era cresciuto e si era formato, temprandone il carattere e l’anima, e di quel mondo di mercanti che spunta da ogni pagina dell’opera, che ho inteso per lo più occuparmi nel libro.

Il Ruolo di Marco Polo alla Corte di Kublai Khan

Durante la permanenza alla corte del sultano, Marco Polo, divenuto ventenne, riuscì a guadagnare la fiducia e la stima di Kubilai Khan, se è vero, come riportato nel Milione, che da quel momento il sovrano iniziò ad affidargli dei piccoli incarichi per suo conto. Ottenutane la fiducia, Marco Polo ne divenne consigliere e ambasciatore.

Due anni prima dell’arrivo di Marco, Kublai Khan aveva completato la conquista di tutte le parti della Cina e aveva bisogno di amministratori non mongoli nelle aree che resistevano alle autorità mongole. Marco assunse così vari tipi di ruoli diplomatici e amministrativi per l’imperatore dalla sua base a Dadu, che Kublai Khan costruì vicino a Khanbaliq. Sia Dadu che Khanbaliq si trovavano in quella che oggi è Pechino.

Nel 1280 Polo fece ritorno a Pechino, fornendo al sultano un lungo e minuzioso resoconto sui territori visitati. La mole di informazioni raccolte dal veneziano, soprattutto di carattere economico e produttivo, dovettero evidentemente risultare utili al Khan nell’amministrazione dei territori.

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Il Viaggio di Ritorno a Venezia

Dopo più di 16 anni in Cina, i Polo chiesero a Kublai Khan il permesso di tornare a casa a Venezia. Nel frattempo, come riferito nel Milione, i Polo erano riusciti a guadagnare durante la loro permanenza in Cina una notevole ricchezza: dopo tanti anni di assenza dal loro luogo di origine era venuto evidentemente per loro il momento del rientro a Venezia.

Il viaggio di ritorno, iniziato nel 1292, non fu tuttavia semplice; nella prima parte i tre veneziani furono aggregati ad un corteo nuziale allestito da Kubilai, che ebbe diverse difficoltà. L’occasione per ritornare a Venezia arrivò con una spedizione navale in Persia che accompagnava una principessa cinese sposa del sovrano persiano.

Gli Anni Successivi e la Morte

Nel 1299 Marco fu liberato e tornò a Venezia, dove riprese a fare il mercante senza più viaggiare lontano, si sposò ed ebbe tre figlie. Morì nel 1324, ma non ebbe, a quanto pare, la soddisfazione di essere davvero creduto dai suoi concittadini: si dice che perfino in punto di morte gli venne chiesto di confessare che aveva raccontato molte bugie ed esagerazioni...

Marco Polo è nato nel 1254 a Venezia, dove è morto l’8 gennaio 1324.

Il Codice Diplomatico Poliano

L’obiettivo del Codice diplomatico poliano è quello di creare un repertorio completo di tutta la documentazione superstite relativa a Marco Polo e alla sua famiglia, sia edita che inedita, e di renderla disponibile a studiosi e appassionati in edizioni critiche filologicamente rigorose. Si tratta di un centinaio di documenti, dal 1280 al 1388, in gran parte conservati in Archivio di Stato di Venezia e nella Biblioteca Marciana. Ciascun documento sarà corredato da regesti trilingui, italiano, inglese e cinese. È prevista un’edizione sia a stampa sia online.

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Marco Polo nell'Immaginario Collettivo

Nell’immaginario collettivo, non solo italiano, Marco Polo è lo scopritore di mondi remoti e fantastici, di cui allora in Occidente si avevano solo conoscenze vaghe, intrise di leggende e misteri. Marco è l’eroe che sfida l’ignoto e l’infinito alla ricerca di nuove terre, ma anche di inedite rotte commerciali, poi capace, come forse nessun’altro, di trasformare mirabilmente le sue imprese in racconto.

Proprio grazie al suo racconto l’Oriente, compreso quello più estremo, diventò più accessibile e vicino: non era più, come era sin lì stato, terra di grandi meraviglie e di ancor più grandi paure, ma una realtà connessa, raggiungibile, con cui si potevano stringere contatti, avere relazioni e, soprattutto, fare affari.

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