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Turismo Rurale: Definizione e Tipologie

L’Italia vanta un patrimonio territoriale unico, fatto di paesaggi rurali, tradizioni e cultura contadina. Negli ultimi decenni, si è assistito a una crescente tendenza delle persone a vivere nelle città megalopoli, complesse e densamente popolate, tuttavia, si osserva contemporaneamente una tendenza opposta: il declino demografico e lo spopolamento di alcune aree più periferiche e rurali.

Valorizzare il turismo rurale consente di creare nuove opportunità per questi territori, che spesso “soffrono” per la loro marginalità economica e sono soggetti a fenomeni di spopolamento. La pratica turistica ne aumenta la visibilità, stimolando processi di diversificazione ed innovazione delle economie agricole con benefici che si allargano a tutta la comunità e non alle sole filiere connesse. Oggi l’interesse dei turisti verso la ricerca del benessere psico-fisico, il desiderio di vivere gli spazi aperti e naturali, la voglia di conoscere e sperimentare l’enogastronomia in tutte le sue sfaccettature può sostenere processi di sviluppo turistico dei territori rurali.

Definizione di Turismo Rurale

Riprendendo la definizione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo-UNWTO, il turismo rurale è una tipologia di turismo in cui il viaggiatore fa esperienza del patrimonio naturale e culturale dei territori rurali. Secondo il piano del turismo italiano, il turismo rurale è considerato parte integrante dello slow tourism o green tourism, insieme a cammini, treni storici e parchi. Queste forme di turismo sono considerate proposte interessanti per il mercato italiano e internazionale.

Il turismo rurale è un insieme di attività svolte nelle aree naturali o rurali, che promuove il turismo sostenibile. A fronte di questa definizione, è chiaro che numerose e differenti possono essere i prodotti, i servizi e le esperienze turistiche che possono essere incluse nel turismo rurale.

Aspetti Legali e Regolamentazione

Il turismo rurale è regolamentato a livello nazionale dalla legge numero 26 del 1996, che stabilisce che solo gli imprenditori agricoli possono aprire una struttura di turismo rurale, rispettando la normativa pertinente. Oltre a queste disposizioni, vi sono anche leggi regionali che impongono ulteriori requisiti da soddisfare. In generale, le richieste delle diverse normative regionali includono alcuni requisiti comuni.

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L’attività è a tutti gli effetti quella di un’impresa turistica commerciale e necessita quindi di opportuna licenza comunale. Per esercitare il turismo rurale è possibile utilizzare strutture esistenti sul territorio o costruirne di nuove autorizzazioni permettendo. Il vincolo e che le strutture siano da catasto prendersi in zone turistiche-commerciali.

Per aprire un agriturismo è necessario soddisfare alcuni requisiti e seguire una procedura specifica. Innanzitutto, bisogna essere imprenditori agricoli, dedicandosi principalmente all’agricoltura e all’allevamento. La procedura richiede l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio e l’apertura di una partita IVA. È necessario anche registrarsi presso il registro degli operatori turistici della regione di appartenenza. Inoltre, occorre ottenere l’autorizzazione del sindaco per avviare l’attività agrituristica e l’autorizzazione dei Vigili del Fuoco.

Dal punto di vista fiscale, l’attività agrituristica è soggetta a una disciplina specifica. Il reddito derivante dall’agriturismo è considerato reddito agricolo.

Requisiti Comuni

  • Il requisito relativo ai procedimenti penali in corso riguarda attività illegali legate alla commercializzazione di alimenti nocivi o gravi violazioni delle norme sanitarie.
  • Successivamente, viene effettuata un’ispezione della struttura per verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie e di sicurezza.
  • Vi sono anche alcune limitazioni, come il numero massimo di 10 stanze destinate agli ospiti, per un totale di 30 posti letto.

Agriturismo vs Azienda Agricola

Nel contesto del turismo rurale, è importante comprendere la differenza tra un’azienda agricola e un agriturismo. Un’azienda agricola è un’impresa che si occupa principalmente di attività agricole, come la coltivazione di terreni agricoli o l’allevamento di animali. D’altra parte, un agriturismo è un’attività commerciale che si svolge all’interno di un’azienda agricola, offre ospitalità e servizi turistici e consente ai visitatori di sperimentare la vita rurale e le attività agricole.

La principale distinzione tra un’azienda agricola e un agriturismo risiede nella loro finalità e nella destinazione delle strutture. Mentre un’azienda agricola si concentra sulla produzione agricola, un agriturismo combina l’attività agricola con l’ospitalità turistica. L’agriturismo è un’impresa agricola ed è esercitata da un imprenditore agricolo. Le strutture dove esercitare l’attività non possono che essere esclusivamente quelle dell’azienda agricola. La ricettività segue le regole comunali e regionali, queste definiscono i posti letto o a sedere massimi che si possono avere. Chi ha un’agriturismo è soggetto all’iscrizione dell’elenco regionale degli operatori turistici.

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Tipologie di Turismo Rurale

Il turismo rurale trova espressione in differenti forme, che si rinnovano in funzione dei nuovi stimoli che si generano sia sul fronte della domanda turistica (evoluzione e diversificazione dei fabbisogni dei turisti) che dell'offerta (maggiore consapevolezza delle potenzialità delle risorse locali, necessità di diversificare le attività produttive, ecc.).

  • Equiturismo: Una forma di turismo rurale in cui il cavallo diventa il mezzo di trasporto.
  • Parchi naturali e riserve: Oltre alla conoscenza delle realtà cittadine e dell’entroterra in cui si soggiorna, si può anche godere dell’immersione nella natura che sostiene l’intera zona grazie al turismo.
  • Birdwatching: Una pratica che combina turismo rurale e sostenibilità.
  • Degustazioni enogastronomiche: Questa forma di turismo rurale è un vero piacere per i sensi.

Il Ruolo delle Politiche di Sviluppo Rurale

La politica di sviluppo rurale ha, fra i suoi compiti, la funzione di cogliere la molteplicità di queste forme, ampliando, man mano, la tipologia di investimenti da finanziare all'interno dei suoi Programmi. Da una fase iniziale in cui l'agriturismo rappresentava l'unica forma di diversificazione aziendale extra-agricola contemplata nei PSR si è gradualmente passati a considerare l'attività turistica - e le sue differenti espressioni - come parte integrante dei percorsi di sviluppo delle aree rurali, prevedendo il suo finanziamento in differenti Misure dei PSR.

Al fine di cogliere le diverse interrelazioni che si possono creare fra turismo e le altre componenti dello sviluppo rurale, la chiave di lettura adottata dai ricercatori CREA riguarda tutte le tipologie di intervento cofinanziate dai Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020. Ciò al fine di dare evidenza a tutti gli interventi che supportati dalla politica di sviluppo rurale, pur se non direttamente finalizzati, favoriscono la creazione di un contesto territoriale idoneo per innescare potenziali asset turistici.

Esempi di interventi includono:

  • Natura: interventi volti a salvaguardare le foreste con la realizzazione di corridori ecologici, fasce tampone, siepi e boschetti, torbiere; a implementare il patrimonio boschivo laddove è danneggiato da calamità naturali ed avversità atmosferiche connesse al clima, o da tagli intensivi da parte della mano dell'uomo; a conservare e incrementare la biodiversità.
  • Turismo: sostegni diretti alle imprese turistiche e investimenti volti a potenziare i servizi direttamente correlati all'attività turistica. Nel primo caso, la finalità è quella di favorire la diversificazione economica delle aziende agricole, con il sostegno a attività di ricettività, ospitalità e accoglienza (agriturismo, agricampeggio, ippoturismo, ecc.).
  • Produzioni di qualità: in questo caso, parliamo di prodotti che costituiscono, senza dubbio, un fattore di attrazione per i cultori dell'enogastronomia e, a loro sostegno, nei PSR sono previsti interventi volti a sostenere l'adesione ai sistemi di certificazione dei prodotti (DOP, IGP, ecc.), nonché la diffusione delle pratiche biologiche nelle coltivazioni.

Le risorse finanziarie programmate e destinate alle venti sotto-misure di interesse, diretto o indiretto, per lo sviluppo di attività turistiche nelle aree rurali, ammontano a circa 4.500 mln di euro (il 41% della dotazione complessiva delle otto misure di riferimento), di cui 831 mln di euro relativi alle sotto-misure riconducibili alla macroarea "Turismo".

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Dati ISTAT

Secondo Istat nel 2021 le aziende agrituristiche attive sono 25.390 (+1,3% rispetto al 2020). La crescita maggiore è nelle Isole (+8,2%) e al Sud (+1,5%).

Come Promuovere una Struttura Agrituristica

Le strategie di promozione di una struttura ricettiva agrituristica sono varie e dipendono molto dai servizi offerti, dalla zona in cui ci si trova e dal tipo di ospiti che si intende ricevere.

  1. Il sito web e i social media (con budget di investimento a supporto della visibilità) sono punti di partenza imprescindibili per consentire alle persone di conoscerti ed entrare in contatto con te.
  2. E una volta che sono arrivati sul tuo sito, non devono fare altro che acquistare la soluzione che preferiscono, possibilmente in autonomia attraverso un sistema di prenotazione integrato.
  3. Creare dei pacchetti vacanza, ovvero combinazioni di alloggio e altre esperienze, può trattarsi di laboratori di cucina, di visite alle cantine o alla fattoria, di percorsi di degustazione.
  4. La sostenibilità ambientale è uno dei criteri per cui il turismo rurale viene incoraggiato e scelto.
  5. Nel convertire gli spazi rurali è opportuno prestare attenzione anche alla loro estetica, con progetti e arredi scelti.

Si parla di turismo rurale quando un imprenditore agricolo offre vitto e alloggio nella sua proprietà, utilizzando prodotti propri e organizzando attività ricreative o culturali. Il turismo rurale è un’attività economica complementare all’agricoltura, che consente ai piccoli produttori o alle unità produttive di espandere la propria fonte di reddito. Ciò riduce la propria dipendenza dalla monocoltura. Si tratta inoltre di un turismo a basso impatto ambientale e socioculturale.

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