Romania e Bulgaria entrano a far parte dell'area Schengen: Un traguardo storico per l'integrazione europea
Bruxelles - Romania e Bulgaria faranno definitivamente parte dell’area Schengen, lo spazio di libera circolazione che permette a oltre 400 milioni di persone di muoversi in 29 Paesi senza i controlli alle frontiere. Dopo aver abolito quelli aerei e marittimi già dal 31 marzo, il Consiglio dell’Unione europea ha deciso di rimuovere l’ultimo ostacolo con Bucarest e Sofia: con l’anno nuovo, anche i controlli ai confini interni terrestri saranno un ricordo.
Il 1° gennaio 2025, Romania e la Bulgaria sono diventate membri a pieno titolo dell'area Schengen, dopo la revoca dei controlli sulle persone alle frontiere terrestri interne. I controlli alle frontiere interne aeree e marittime tra Bulgaria e Romania e i paesi dell'area Schengen erano già stati revocati dal 31 marzo 2024.
Una vittoria per l'Europa
“Una grande vittoria per la Bulgaria, la Romania e tutta l’Europa”, ha esultato annunciando il via libera la presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue. La decisione è stata presa all’unanimità dai ministri degli Interni dei 27, riuniti a Bruxelles. L’ungherese Sandor Pinter, che dirige i lavori, al suo arrivo aveva dichiarato con chiarezza i due Paesi “sono tecnicamente preparati, come risulta da tutte le valutazioni effettuate dagli esperti europei”. Per il neo commissario Ue per gli Affari interni e la Migrazione, Magnus Brunner, l’ingresso di Romania e Bulgaria in Schengen è “un momento storico”.
È arrivato immediatamente il benvenuto della Commissione europea, accompagnato da un post su X di Ursula von der Leyen: “Pienamente in Schengen, dove siete a casa”, ha scritto la leader Ue. Secondo l’esecutivo europeo, il pieno ingresso di Bucarest e Sofia nello spazio di libera circolazione “rafforzerà ulteriormente il mercato interno, aumentando i viaggi, il commercio e il turismo”.
L'area Schengen ampliata
Ora la più grande area di libera circolazione al mondo, nata nel 1985 con l’abolizione dei controlli alle frontiere tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, comprenderà effettivamente 29 Paesi: 25 Stati membri - all’appello mancano Cipro e Irlanda -, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.
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Schengen è la più vasta zona di libera circolazione al mondo. I controlli alle frontiere tra Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo sono stati soppressi per la prima volta nel 1985. L’area comprende attualmente 29 paesi (25 dei 27 Stati membri dell’UE, più quattro Paesi non UE: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera) e 420 milioni di persone.
L'accordo di Schengen, sottoscritto nel 1985, garantisce la libera circolazione a oltre 450 milioni di cittadini dell'UE, insieme ai cittadini non UE che vivono nell'Unione Europea o che la visitano come turisti, studenti o per motivi di lavoro (chiunque sia legalmente presente nell'UE). Gli Stati Schengen collaborano strettamente su sicurezza e migrazione attraverso una politica comune sui visti, operazioni di polizia congiunte e scambi di informazioni in tempo reale tra le forze dell'ordine, nonché procedure armonizzate per rimpatriare coloro che non hanno alcun diritto legale di soggiornare nell'area Schengen.
Questa decisione rafforza l’unità europea, stimola il commercio e il turismo e rappresenta un traguardo importante per l’integrazione dell’UE. La Commissione accoglie con grande favore questo risultato, che fa seguito alla storica decisione del Consiglio del dicembre 2023.
Il Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato: “La Bulgaria e la Romania entrano a far parte della famiglia Schengen. Accolgo con favore l'abolizione dei controlli alle frontiere interne aeree e marittime. È un grande successo per entrambi i Paesi. E un momento storico per l'area Schengen, la più grande area di libera circolazione al mondo. Dallo scorso dicembre, entrambi gli Stati membri hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire un’applicazione agevole delle norme di Schengen a partire dal 31 marzo 2024.
Sfide e cooperazione
Schengen sposta i suoi confini orientali: la Bulgaria confina a Est con la Turchia ed è parte della rotta migratoria balcanica, mentre la Romania condivide 500 chilometri di confine con l’Ucraina e altrettanti con Moldova.
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La Commissione europea ha sottolineato “l’attuazione positiva dei progetti pilota per procedure rapide di asilo e rimpatrio” in entrambi i Paesi, e ha garantito che “continuerà a offrire sostegno finanziario e assistenza” per il controllo delle frontiere esterne attraverso l’Agenzia Ue della Guardia di frontiera e costiera (Frontex).
I quadri di cooperazione lanciati all’inizio di marzo dalla Commissione con la Bulgaria e la Romania si basano sull'attuazione positiva dei progetti pilota per procedure rapide di asilo e rimpatrio. Inoltre, è stata istituita un’iniziativa regionale sulla cooperazione di polizia tra gli Stati membri lungo le rotte dei Balcani occidentali e del Mediterraneo orientale, tra cui Bulgaria, Romania, Austria, Grecia, Ungheria e Slovacchia.
Le autorità bulgare, in particolare, sono state accusate a più riprese da diverse ong di attuare violenti respingimenti contro le persone migranti in arrivo dalla Turchia. Con la presunta complicità degli agenti di Frontex. Solo nel 2023, come riporta il Consiglio europeo per i rifugiati e gli esuli (Ecre), sono stati registrati 9.897 casi di respingimenti che hanno coinvolto 174.588 persone.
Il Consiglio dovrà prendere una decisione per stabilire una data per l’eliminazione dei controlli alle frontiere terrestri interne tra Bulgaria, Romania e gli altri Paesi Schengen. Già nel 2011, la Commissione ha confermato nelle relazioni di valutazione di Schengen che la Bulgaria e la Romania hanno soddisfatto tutti i requisiti per entrare a far parte a pieno titolo dell'area Schengen.
Un lungo percorso verso l'adesione
Il 1° gennaio, Romania e Bulgaria sono entrate nell’area Schengen, concludendo un lungo percorso iniziato con la loro adesione all’UE nel 2007. Dalla loro adesione all’UE, la Bulgaria e la Romania hanno applicato parti del quadro giuridico di Schengen (acquis di Schengen), tra cui quelle relative ai controlli alle frontiere esterne, alla cooperazione di polizia e all’uso del sistema d’informazione Schengen.
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Il 12 dicembre gli stati membri dell’Unione europea hanno dato il via libera all’ingresso a pieno titolo della Romania e della Bulgaria nello spazio Schengen, un’area di libera circolazione delle persone in Europa, a partire dal 1 gennaio 2025, dopo alcuni anni di negoziati.
L’abolizione dei controlli alle frontiere terrestri della Romania e della Bulgaria è un “evento storico”, ha dichiarato il ministro dell’interno ungherese Sándor Pintér, il cui paese detiene la presidenza di turno del consiglio dell’Unione europea. In un comunicato stampa congiunto, Bucarest e Sofia hanno salutato “una decisione storica”. “Si tratta di un obiettivo che Romania e Bulgaria perseguivano fin dall’ingresso nell’Unione europea nel 2007”, hanno scritto i rispettivi ministeri degli esteri nel comunicato. Secondo il presidente romeno Klaus Iohannis, “è il riconoscimento di lunghi anni di progressi compiuti dai due paesi”. “Continueremo ad agire con responsabilità per proteggere e rafforzare le frontiere esterne dell’Unione europea”, ha aggiunto.
La piena adesione della Romania e della Bulgaria allo spazio Schengen è stata resa possibile dalla revoca del veto dell’Austria. Nel marzo scorso Vienna aveva accettato un’adesione parziale per Bucarest e Sofia, limitata a porti e aeroporti, prima del via libera definitivo e a pieno titolo dato il 12 dicembre. Il paese alpino, che temeva un aumento dei richiedenti asilo alla sua frontiera, ha riconosciuto gli sforzi compiuti dai due paesi. In base a un accordo presentato a Budapest a novembre, ci saranno dei controlli temporanei “per un periodo iniziale di sei mesi allo scopo di ridurre al minimo i potenziali cambiamenti nelle rotte migratorie”.
Creato nel 1985, lo spazio Schengen comprende oggi venticinque dei ventisette stati dell’Unione europea, oltre a Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein. In linea di principio, più di quattrocento milioni di persone possono circolare liberamente nello spazio Schengen senza essere sottoposte a controlli.
Lo spazio Schengen senza controlli alle frontiere interne è una delle conquiste più care ai cittadini dell’UE. Quello che è iniziato come un progetto intergovernativo tra cinque Stati membri nel 1985 - Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi - si è gradualmente ampliato fino a diventare quello che oggi è il più grande spazio di libera circolazione al mondo.
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