Escursioni e Sentieri al Lago di Pilato
Il Lago di Pilato è uno specchio d’acqua situato sul Monte Vettore, nel massiccio e nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini ad una quota di 1.941 m s.l.m.
È conosciuto e spesso definito “il lago con gli occhiali” per la forma dei suoi invasi complementari e comunicanti nei periodi di maggiore presenza di acqua.
Il lago è nelle Marche, ma a meno di un chilometro dal confine umbro, racchiuso in una stretta valle glaciale a nord della cima principale del massiccio.
È l’unico lago naturale delle Marche e uno dei pochissimi laghi glaciali di tipo alpino presenti sull’Appennino.
Si è formato a causa dello sbarramento creato dai resti di una morena creatasi in epoca glaciale.
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L’ultimo modellamento della valle glaciale è del Pleistocene superiore (da 125.000 a 10.000 anni fa).
Il perimetro del lago è di circa 900 metri per una larghezza di 130 metri: la misurazione della profondità degli invasi, pari a circa 8-9 metri, fu rilevata nell’anno 1990, quando la zona restò completamente asciutta per la siccità.
Il lago ospita un particolare endemismo, il Chirocefalo del Marchesoni: è un piccolo crostaceo di colore rosso che misura 9-12 millimetri e nuota col ventre rivolto verso l’alto.
La zona presenta anche un insetto molto piccolo detto ditiscide, coleottero acquatico nero di origine boreo-alpina.
Leggende e Misteri
Nella tradizione popolare il lago è stato ed è considerato un luogo magico e misterioso.
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Prende infatti il suo nome da una leggenda secondo la quale nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio.
La pena non fu solo questa, ma anche la mancata sepoltura del suo cadavere.
Il corpo, chiuso in un sacco, venne affidato ad un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e sarebbe precipitato nel lago dall’affilata cresta della Cima del Redentore.
Anche per questo il lago, a partire dal XIII secolo è stato considerato luogo di streghe e negromanti, tanto da costringere le autorità religiose del tempo a proibirne l’accesso e a far porre una forca, all’inizio della valle, come monito.
Nel Museo della Grotta della Sibilla, presso Montemonaco, è custodita una pietra scura, detta “La Gran Pietra”, che reca incise lettere misteriose e rinvenuta nei pressi del lago.
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Percorsi Escursionistici
Alla ricerca di panorami spettacolari e grandi montagne si punta quasi sempre il dito sulle Alpi, trascurando forse troppo la catena appenninica capace invece di regalare spunti originali e inaspettati.
Gli amanti del trekking e della natura hanno l’imbarazzo della scelta nel decidere quale itinerario seguire per una escursione zaino in spalla nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini; sulla linea di confine tra le regioni di Marche ed Umbria si inerpica un sentiero che porta prima al rifugio Tito Zilioli, poi alla vetta del Monte Vettore a quota 2476 metri.
Altri sentieri si diramano dal rifugio per raggiungere il Lago di Pilato che potete scegliere seconda del tempo e della preparazione fisica di ogni camminatore.
Sentiero da Foce al Lago di Pilato (Sentiero 151)
Superato Montemonaco, salite per circa 9 km fino alla frazione Foce (970 m) dove potrete parcheggiare l’auto al termine delle case lungo l’ultimo tratto di strada asfaltata.
Calzati gli scarponi iniziate la camminata lungo lo sterrato (sentiero 151) che percorre il fondovalle alzandosi piuttosto timidamente tra i prati del piano della Gardosa al termine dei quali, in un gruppo di alberi si trova una fontana.
Se affrontate l’itinerario in estate fate scorta d’acqua e dosatela attentamente, perché oltre questo punto e fino al lago (e ritorno), non troverete altre fonti.
Lo sterrato procede ancora per un ultimo tratto accentuando la pendenza e si trasforma quindi in sentiero in località Le Svolte, superando il gradone della bassa valle con una serie di zig zag piuttosto ripidi nel bosco su un fondo di brecciolino un po’ insidioso.
Usciti dagli ultimi alberi intorno a quota 1.500 metri, fate ingresso nella valle del lago di Pilato camminando ora tra i pascoli in pendenza meno marcata.
Aggirate le pendici del monte Rotondo e superato il bivio con il sentiero 153, la traccia si alza sul fianco della conca (destra orografica) entrando nella sua parte terminale ora in vista delle pareti del pizzo del Diavolo (2.410 m), e della cima del Redentore che sorveglia il lago di Pilato dai suoi 2.443 metri di altezza.
Sarete così all’imbocco della conca dove, pochi metri più in basso, vi attende lo specchio d’acqua (1.941 m).
Oltre a essere l’unico lago naturale della regione Marche, è anche un bacino di origine glaciale, vera rarità sull’appennino; la sua forma ricorda un paio di occhiali quando l’abbondanza d’acqua rende comunicanti i due bacini che lo formano regolati dalle precipitazioni e dallo scioglimento delle nevi.
Se ne avrete voglia, salite ancora qualche decina di metri verso il passo, per ammirarlo in tutto il suo splendore disteso tra le pareti che lo circondano.
E' una delle escursioni più famose dei Monti Sibillini per la presenza dell’unico lago naturale delle Marche, relitto del ghiacciaio che occupava la valle durante l’ultima glaciazione.
Dalla piccola frazione di Foce il percorso attraversa il piano della Gardosa e risale costantemente la valle fino a raggiungere sulle sponde del lago di Pilato, sorvegliato dalla spettacolare roccia del Gran Gendarme.
La bellezza e la magia del luogo faranno da sfondo ai racconti e alle storie e leggende legate a questo luogo spettacolare.
Ritorno sullo stesso itinerario.
Informazioni Utili
- Partenza: Foce (circa 1000 m s.l.m.)
- Arrivo: Lago di Pilato (1.941 m s.l.m.)
- Sentiero: 151
- Difficoltà: Itinerario su sentieri o tracce di sentiero ben visibili, normalmente con segnalazioni. Può avere tratti ripidi; i tratti esposti sono di norma protetti o attrezzati. Può prevedere facili passaggi in roccia, non esposti e che comunque non richiedono conoscenze alpinistiche specifiche.
Tranne il punto chiamato le Svolte, il percorso si mantiene con una pendenza più o meno costante.
Si raccomanda abbigliamento consono alla stagione estremamente calda (ricambio, cappello, protezione solare).
Il sentiero non sempre è segnalato poiché in inverno sono numerose le valanghe, ma non si rischia mai di perdersi poiché le rotte sono ben visibili.
Il primo pezzo è composto da terreno morbido e foglioso (prestare attenzione in caso di piogge recenti) e subito dopo diventa roccioso e instabile.
Il sentiero inizialmente è immerso nel bosco ma all’uscita è esposto al sole e di conseguenza è consigliato l’utilizzo di copricapi, scarponi da trekking con i tasselli, racchette e una buona scorta di acqua poiché, soprattutto nei mesi caldi (luglio e agosto) il sole scalda molto e la sudorazione è abbondante.
Altri Sentieri
Lasciata la macchina nell’ampio parcheggio adiacente la strada, si intraprende il sentiero che passa dietro ai camioncini dei venditori ambulanti, contrassegnato da una bacheca in legno che indica l’inizio del sentiero.
Da Forca di Presta fino al Rifugio Tito Zilioli è una salita costante, a tratti anche impegnativa con strappi davvero duri.
I panorami verso la piana di Castelluccio sono incredibili sia durante la fioritura che nei periodi invernali con tempi di percorrenza fin sotto al rifugio di circa un’ora e mezza sulla lunghezza di 4 km.
Il Bivacco è di nuova realizzazione, rivestito con materiale adatto al clima a cui è sottoposto giornalmente, dentro invece, l’accoglienza è calorosa grazie al rivestimento totalmente in legno.
Dal rifugio si diramano 3 sentieri: guardando la cartina sottostante il sentiero sulla porta alla cima del Lago, Monte Redentore e Pizzo del Diavolo, verso il basso si raggiunge il Lago di Pilato e sulla destra la vetta del Monte Vettore, distante poco più di un chilometro; il sentiero del CAI sale agevolmente e man mano che ci si avvicina alla croce il pensiero va a chi ci ha lasciati in quella lunga notte del 24 agosto del 2016.
La via diretta lungo il prato: scende giù in maniera decisa senza un sentiero di imbocco.
Oltrepassate il prato per poi seguire il percorso che man mano sarà sempre più visibile.
La veduta del lago diventa senza dubbio più affascinante man mano che ci si avvicina con scorci da immortalare quando l’acqua raggiunge i massimi livelli; seguite attentamente l’ampio ghiaione senza effettuare fuori pista.
Se siete fortunati avrete la possibilità di avvistare il gambero del lago di Pilato, il chirocefalo del Marchesoni.
L’anello del Lago di Pilato è un percorso lungo che si sviluppa per metà sulle creste.
Non è adatto per chi soffre di vertigini a causa di passaggi delicati in alta quota con pochi punti di appoggio su entrambi i lati; ma non è adatto neanche alle persone che non sono abituate a camminare per ore onde evitare problemi di infiammazioni alle articolazioni.
La durata di questo anello è di circa 4 ore; prima di intraprendere questo sentiero sono da valutare le condizione fisiche ed il meteo.
Vista dalla cima del lago verso la piana di Castelluccio (foto fine giugno).
Attributo | Valore |
---|---|
Altitudine Partenza | 1000 m s.l.m. (Foce) |
Altitudine Arrivo | 1941 m s.l.m. (Lago di Pilato) |
Profondità massima del lago | 8-9 metri (nel 1990) |
Perimetro del lago | Circa 900 metri |
Larghezza del lago | Circa 130 metri |
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