Lampo, il Cane Viaggiatore: Una Storia Ferroviaria Italiana
La ferrovia ha contribuito in maniera sostanziale alla storia del nostro paese, è stata linfa vitale per il progresso, volano per la crescita dei paesi, per lo sviluppo economico e culturale di regioni intere.
I treni e la ferrovia nascondono in sé aneddoti che se scoperti possono aiutare a capire molte cose. In realtà le vicende di Lampo mi erano ben note già da tempo, ma non avevo mai visitato la stazione dal vivo (se non di passaggio con il treno, anche per Piombino con i diretti da Firenze, ndr) e, quindi, non avevo potuto “respirare” a fondo il clima di questa storia ferroviaria. Così lo possiamo fare adesso.
Parcheggiata l’auto, si entra in stazione, dall’accesso più vicino rispetto ad un bar esterno che accoglie i viaggiatori (lato nord stazione), si percorre la banchina del binario uno da nord verso sud. Superata per la totalità la copertura del primo binario ecco che alla nostra sinistra appare un aiuola ben curata e, all’ombra di due grandi alberi, una statua raffigurante un cane con la zampina sollevata in segno di saluto.
La Storia di Lampo: Un Riassunto
La storia, che ha fatto il giro del mondo, in sintesi è questa. Sono i primi anni cinquanta, 1953 per l’esattezza, e un cane randagio si aggira nella stazione di Livorno. Siamo nei primi anni cinquanta e un cane randagio si aggira nella stazione di Livorno.
Lampo comparve nella stazione di Campiglia Marittima in una giornata del mese di agosto del 1953: era un «piccolo bastardello pezzato, senza famiglia né dimora», sceso da un vagone di un treno merci di passaggio. Dalla stazione di Campiglia, come detto nodo ferroviario con molto traffico, Lampo è in grado di prendere un treno per dovunque. Da Campiglia, un nodo ferroviario con molto traffico, Lampo è in grado di prendere un treno per dovunque.
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Sale solo su treni passeggeri, nascondendosi sotto un sedile quando sente arrivare il controllore. La notte dorme nella stazione, ma al mattino salta sul treno locale per Piombino per accompagnare Virna Barlettani, la figlia del vice capostazione, a scuola e riprendere il treno per Campiglia subito dopo. Nel pomeriggio ritorna in treno a Piombino per riaccompagnare Virna a casa e poi di nuovo a Campiglia.
Un giorno, però, il cane rimane intrappolato in una porta e il treno in partenza deve essere fermato per liberarlo. Un ispettore, che osserva l’accaduto, ordina di farlo sparire: Lampo viene caricato un treno per il lontano sud, con le istruzioni di abbandonarlo in aperta campagna, lontano da ogni stazione. Così viene deciso di accompagnarlo fino a Barletta (Puglia) e lasciarlo in affido ad un contadino, in aperta campagna.
Dopo alcuni anni, la Direzione del compartimento ferroviario di Firenze obbligò Barlettani ad allontanare il cane: inizialmente venne messo su un treno merci diretto a Napoli ma riuscì a ritornare a Campiglia dopo qualche giorno. In seguito venne affidato a un contadino delle campagne vicino a Barletta, ma nonostante ciò, dopo circa cinque mesi, ricomparve a Campiglia Marittima, dove divenne ufficialmente la mascotte della stazione ferroviaria.
Dopo cinque mesi, malato e ferito, Lampo tornerà, ancora una volta… e per sempre. Dopo cinque mesi, malato e ferito, Lampo tornerà. Diventerà famoso e finirà sui giornali nazionali ed esteri. Diventerà famoso e finirà sui giornali nazionali ed esteri. Sarà anche filmato da diverse troupe televisive.
La sua storia incuriosì i giornalisti di tutto il mondo, che gli dedicarono servizi televisivi, articoli e copertine.
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Il Libro di Elvio Barlettani
Elvio Barlettani, il vice capostazione, ha scritto un libro sulla sua storia intitolato “Lampo, il cane viaggiatore” edito dalla casa editrice La Bancarella di Piombino. E’ catalogato fra le letture per l’infanzia, ma è un’iniezione di poesia ed energia raccomandabile anche agli adulti. Esiste anche un libro a fumetti in inglese intitolato “Famous dogs: Lampo the travelling dog” realizzato da James E. McConnell e pubblicato dalla Look and Learn. Elvio Barlettani, il vice capostazione, ha scritto un libro sulla sua storia intitolato “Lampo, il cane viaggiatore” edito dalla casa editrice La Bancarella di Piombino. E’ catalogato fra le letture per l’infanzia, ma è un’iniezione di poesia ed energia raccomandabile anche agli adulti. Esiste anche un libro a fumetti in inglese intitolato “Famous dogs: Lampo the travelling dog” realizzato da James E.
Ne abbiamo parlato nel nostro sito nel 2019 (Leggi Qui), la storia di Lampo il cane ferroviere affascina grandi e piccini.
La Scomparsa di Lampo
Il cane ferroviere conosciuto in tutto il mondo viene incidentalmente investito da un treno merci in manovra nella stazione di Campiglia Marittima, lo scalo ferroviario che il bastardino aveva scelto come sua casa qualche anno prima. Il 22 luglio 1961 muore Lampo.
Fu ucciso da un treno merci in manovra nell’estate del 1961, esattamente otto anni dopo aver fatto la sua comparsa, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di tutti coloro che ebbero la fortuna di avere a che fare con lui.
L'Eredità di Lampo
A Lampino è stata dedicata la statua in marmo bianco posta nell’aiuola rivolta al binario 1 della stazione di Campiglia Marittima che tuttora è meta di cinofili e curiosi di ogni dove. Un piccolo monumento eretto grazie ad una spontanea colletta di gente comune dalle più differenti condizioni economiche, nonché ad una sottoscrizione indetta dalla rivista americana di allora This Week che dedicò alle avventure del cane ferroviere un articolo letto da ben 13 milioni di persone.
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“Questa è la vita di Lampo, un oscuro cane bastardo venuto chissà da dove. Durante gli anni trascorsi in sua compagnia, ho voluto scrivere questa storia semplice e vera. Desidero premettere che in questo mio racconto non sono narrati fatti eroici compiuti da Lampo; né il cane ha salvato la padroncina dalle fiamme, o tratto il padrone dalla furia del fiume, e neppure ha atteso di coronare la sua esistenza con una morte retorica sulla tomba della padrona. Lampo ha solo voluto vivere in un modo diverso da tutti i suoi simili, viaggiando per conoscere non soltanto un po' del nostro mondo, ma anche la vita e i sentimenti degli uomini”Elvio Barlettani
Italia, 1953. È estate, fa caldo, e da un treno merci appena giunto alla stazione di Campiglia Marittima in provincia di Livorno scende un bastardino pezzato di taglia media. Nessuno lo aveva mai visto prima e nessuno sapeva come fosse arrivato lì. E’ l’inizio di una storia incredibile, toccante, che ha appassionato milioni di persone in tutto il mondo raccontata in un libro da Elvio Barlettani, che di mestiere non faceva lo scrittore ma il ferroviere. È la storia di un cane soprannominato Lampo perché comparve all’improvviso nella vita del Barlettani e della figlia Mirna, riuscendo immediatamente a farsi voler bene.
Ma Lampo non era un cane come gli altri: era libero, fuorilegge, audace. Un viaggiatore. Lo rese famoso la sua abilità a salire e scendere dai treni con incredibile consapevolezza, dimostrando di conoscere a memoria tratte e coincidenze da nord a sud, da Genova a Roma e anche oltre.
Iniziano i problemi
Tuttavia chi si stacca dal coro, chi infrange le norme consolidate del sistema, rappresenta da sempre una minaccia: poco importa se uomo o animale. Così quel cane senza padrone e senza museruola che se ne andava libero e indipendente per i treni di mezza Italia per poi tornare a casa dalla famiglia che lo aveva adottato cominciò a dare fastidio all’establishment di ferrovie dello stato. Che, con buona pace del Barlettani, ordinò di caricarlo su un treno merci diretto al Sud allo scopo di risolvere il problema per sempre.
Il miracoloso ritorno
Eppure Lampo dopo cinque mesi fece ritorno a Campiglia, malconcio e quasi in fin di vita. Da quel momento nessuno più si permise di ostacolarne la presenza in alcuna stazione d’Italia: spontaneamente nacque una rete di ferrovieri che lo segnalavano in ogni dove, preoccupandosi che avesse sempre a disposizione di che vivere nel suo girovagare vagabondo e temerario.
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