Malattie dei Colombi Viaggiatori: Prevenzione e Cura
La salute dei colombi viaggiatori è fondamentale per garantire le loro prestazioni e il loro benessere. Diverse malattie possono colpire questi volatili, rendendo essenziale adottare misure preventive e terapeutiche adeguate.
Paramixovirosi
Si conoscono 9 sierotipi dello stesso Paramixovirus (PMV 1-9). Sierotipo, in termini più semplici, significa che il virus responsabile della malattia può essere uno dei componenti di una famiglia molto numerosa, nella quale ci sono tanti “fratelli” molto simili tra loro ma non proprio identici. Quindi ognuno di questi “virus fratelli” avrà un comportamento simile a quello degli altri ma non uguale.
Sintomi
I sintomi della Paramixovirosi sono molto eterogenei potendo variare dalla classica forma neurologica (collo torto, testa girata, barcollamenti, paralisi, ecc.), ad una forma respiratoria, fino alla diarrea transitoria. La malattia è stata meglio studiata nel Pollo domestico dove prende il nome di “Malattia di Newcastle”.
Contagio
La via di contagio può essere sia inalatoria (per via aerea) sia oro-fecale (attraverso le feci). Hanno maggiori probabilità di contagio gli animali che vivono all’aperto. Ad esempio il PMV-1 preferisce gli uccelli da reddito; il PMV-2 e PMV-3 sia tacchini e polli, sia Passeriformi e Psittacidi; il PMV-5 solo i Pappagallini ondulati! - il sistema nervoso, dando sintomi neurologici: animali che perdono l’equilibrio, girano la testa verso l’alto come se guardassero le stelle, rotolano su se stessi, presentano paralisi, non riescono più a mangiare e bere da soli.
Prevenzione e Vaccinazione
Le vaccinazioni sono (insieme allo scrupoloso rispetto delle norme igienico sanitarie) l’unico vero sistema di prevenzione delle malattie in allevamento. Anche in questo caso bisogna utilizzare una vaccinazione extra label, ovvero prodotta per una specie diversa da quella a cui viene somministrata. Da qui l’utilizzo del condizionale quando si parla di risposta alla profilassi. In commercio ci sono dei prodotti iniettabili per Piccioni viaggiatori. Ci sono poi dei prodotti da somministra tramite acqua di bevanda oppure in aerosol spruzzandoli direttamente sugli animali.
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Modalità di Vaccinazione
Prima di accingersi a vaccinare gli animali tramite aerosol, bisogna premurarsi di indossare dei guanti in lattice e di coprirsi naso e bocca con una mascherina. Chi non porta gli occhiali può indossarne un paio, anche solo da sole, per proteggere gli occhi dalle goccioline di vaccino. L’immunità che si va a stimolare nell’animale è quella locale, proprio nelle vie di ingresso naturali del virus in questione (naso, occhio, bocca). Vaccinare è molto semplice. Gli animali vanno bagnati facendo attenzione che il prodotto arrivi specialmente in testa, sugli occhi e sul becco. La vaccinazione va fatta appena terminata la muta; nel caso di Fringillidi attorno ai primi giorni di settembre, per tutti gli altri conviene anticipare al mese di agosto. La vaccinazione per la Pseudopeste è obbligatoria in alcune esposizioni e per alcune specie in particolare. Conviene vaccinare sempre gli animali 2 settimane prima delle mostre e compilare il Mod.
Salmonellosi
Il primo impatto che si ha con i piccioni di città é nella maggior parte dei casi di tipo negativo perchè non è certamente gradito essere colpiti dal guano che ci piove addosso dai fili e dalle grondaie. Gli escrementi dei piccioni contengono una grande quantità di acidi che penetrano nelle strutture di laterizio o di pietra diluite dalla pioggia o dalla umidità. Anche le strutture metalliche subiscono lesioni e danni a causa della capacità corrosiva del guano. I "veicoli" di queste malattie sono il GUANO e le ZECCHE. (ulteriore approfondimento nell'articolo di E.Andreani tratto da una rivista scientifica).
Diffusione e Contagio
L'uomo ha molte occasioni di contagiarsi. Si tratta, infatti, di una specie di volatile assai diffusa nelle città italiane, che ha ampie possibilità di contaminare con le feci l'ambiente, come piazze, fontane, giardini pubblici, davanzali, soffitte, mercati, depositi alimentari, carri ferroviari per il trasporto di derrate in sosta alle stazioni eccà, tutti luoghi di abituale raccolta degli uccelli. Il consumo stesso di carne e di uova contaminati, sono stati ritenuti responsabili di episodi di tossinfezione umana (Gullotti e coll.). Noi stessi (Andreani e coll.) abbiamo isolato 2 stipiti di S.T.V.C. Da tutte le indagini espletate emerge concordemente che la stragrande maggioranza degli stipiti isolati dal piccione, in special modo da quello semidomestico, dei centri cittadini, risultano appartenere al tipo S.T.V.C. (Wuthe 1971, Muller 1972,Oye e Borghijs 1973, Van Leeuwen e Guinòe 1975, Andreani e coll.).
Si deve pertanto dedurre che il piccione rappresenta per la salmonellosi una fonte di contagio trascurabile per l'uomo. Alla medesime conclusioni sono pervenuti Farrant e coll. Noi stessi in collaborazione con il Prof. Tali dati concordano con quelli riscontrati da Bechir (1979). L'infezione realizzata con S. All'esame necroscopico i soggetti morti per setticemia presentano lesioni patologiche molto evidenti. E' ovvio che la diagnisi certa si baserà sulla messa in evidenza del microorganismo, tramite esame colturale da effettuarsi su campioni di feci o di organi interni(fegato, milza cistifellia). Solo pochi ceppi appartenenti ad altri tipi, sono stati evidenziati molto spesso in allevamenti di colombi da carne, che come è noto, sono inquinati di sovente con i più svariati tipi.
Vaccinazione e Trattamento
I vari tipi di vaccini sperimentati nei riguardi della Salmonellosi non si sono dimostrati del tutto efficaci. Si tratta di preparati allestiti con ceppi di S.T.V.C. inattivati con il calore o con la formalina il veicolo oleoso o meno somministrati per via orale o perentale. I risultati migliori si sono ottenuti nei soggetti inoculati per via parentale, in cui la vaccinazione è riuscita ad impedire la sintomatologia clinica, ma non lo stato di eliminatore del germe per periodi più o meno lunghi (Bechir 1979, Bechir e coll.1979). Il trattamento degli animali infetti con sulfamidici ed antibiotici è stato utilizzato con successo nella salmonellosi.Klinger e Morgenstern (1971) riferiscono di aver curato soggetti ammalati con furazolidone ed ossitetraciclina per via orale, alla dose di circa 50 mg. Così pure la somministrazione per via parentale od orale di tetracicline, 100 mg. per Kg di peso vivo, per alcuni giorni è sufficiente secondo Arnstein e coll.
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Clamidiosi
Si tratta di affezioni, che colpiscono l'uomo, quasi tutti gli animali domestici e selvatici e moltissime specie di volatili, sostenute da un microrganismo appartenente al genere Clamydia Trachomatis e C. psittaci. Le due specie si distinguono fra di loro in base alla suscettibilità alla sulfonamide e all'accumulo di glicogeno (colorazione con Jodio) all'interno delle inclusioni C psittaci è sulfamido-resistente e negativa alla Jodio- colorazione. In modo opposto si comporta C. Ad esempio, C. Mentre è stato possibile classificare i vari stipiti di C. Nell'ambito degli stipiti di C.psittaci, comunque, sono state riscontrate alcune proprietà differenziali. La prima segnalazione d'infezione da Clamydia nel piccione risale al 1940 in Sud Africa ad opera di Coles.
Questi prodotti morbosi, sparsi nel suolo, sui posatoi, nelle piume degli animali infetti, hanno la possibilità di venire largamente disseminate in forme di minutissime particelle nell'ambiente, in seguito agli spostamenti ed al volo degli uccelli medesimi. Non si può escludere una trasmissione della madre tramite l'uovo infetto ed anche per mezzo di ectoparassiti (Gorovitis e coll.). A sostegno della scarsa importanza che riveste il piccione nella diffusione del contagio sono calzanti gli esempi di città come Venezia, Firenze, Milano, Pisa, eccà. Dei due pazienti colpiti uno faceva l'allevatore di piccioni.
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