Manubrio Bici da Turismo: Tipologie e Caratteristiche
Il setup della bicicletta è un aspetto cruciale per affrontare al meglio un'avventura su due ruote. Prima di partire, è fondamentale documentarsi sul territorio, la tipologia di percorsi, il fondo stradale, le temperature e le precipitazioni previste. Dopo un'attenta analisi, si potrà capire quale tipo di bici utilizzare e come settarla al meglio.
Un viaggio in bici implica molte ore di pedalata, centinaia di chilometri e migliaia di metri di dislivello. Per questo, è essenziale trovare il giusto compromesso tra comfort e pedalabilità. Diverse tipologie di bici possono essere adatte, dalle gravel bike alle mountain bike biammortizzate con escursione moderata. Anche le fat bike e le 27,5″/29″ plus offrono un comfort notevole grazie alla sezione generosa dei pneumatici, consentendo di affrontare terreni difficili anche in assenza di sospensioni.
Spesso, gli appassionati preferiscono adattare la propria bici esistente alle esigenze del viaggio piuttosto che acquistarne una nuova. Il bikepacking, con le sue borse da montare direttamente sul telaio, si presta bene a diverse tipologie di bici.
Partiamo dalle gomme. Per viaggi lunghi e su fondo misto, è da preferire la scorrevolezza e magari, per acquisire un po’ di comfort in più, si potrà optare su pneumatici con sezione un po’ più generosa. Con copertoni dal volume maggiore si potrà mantenere una pressione un po’ più bassa, tenendo comunque presente che dato il carico bisognerà gonfiarli maggiormente rispetto al solito.
Andiamo ora nella zona manubrio. La borsa anteriore dovrà essere installata avendo cura di intralciare il meno possibile il normale passaggio di cavi e guaine. Le fibbie di fissaggio delle borse sul manubrio dovranno comunque consentire un agevole posizionamento del dispositivo gps e di eventuali fari/batterie. Consiglio di preservare il telaio della bici dall’eventuale sfregamento con borse o nastri tramite l’utilizzo di pellicola protettiva.
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Prima di partire per un trail o un viaggio è fondamentale fare un test della bici completamente equipaggiata così come lo sarà durante la nostra avventura. Un’uscita in bici medio/lunga su un percorso conosciuto è un’ottima prova per capire se tutto resta al suo posto e funziona.
Manubrio Gravel: Considerazioni Generali
Quando si parla di gravel bike (e più in grande di cicloturismo su diversi terreni) un ampio spettro si apre per quanto riguarda la scelta dei manubri. Infatti oltre alla classica piega da corsa, è possibile installare una serie di diverse pieghe, con fogge e angoli particolari, che aumentano il comfort e la guidabilità del mezzo nei tratti in fuoristrada.
Nel mondo delle gravel bike, nonostante la sua anima fuoristrada, si deve sempre tenere presente che il manubrio sarà una piega da corsa o un componente con una forma simile. Rispetto a una bici da corsa, dove solitamente possiamo scegliere tra poche combinazioni di forma e l’unica vera scelta sta nel materiale di fabbricazione, per le gravel bike le proposte si ampliano. Molte case produttrici infatti propongono delle curve con ergonomie differenti, in funzione del grado di sollecitazioni e del livello di impegno in fuoristrada.
Analizziamo ora nel dettaglio le diverse tipologie di manubrio, cercando di indicare in quale contesto d’utilizzo siano da preferire.
Piega da Corsa Classica
Si tratta della tradizionale piega da corsa, che può essere classica (o belga), ergonomica oppure compatta.
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La scelta di questo componente è consigliata a chi utilizza la gravel bike come bici da allenamento per l’inverno o per ampliare il proprio raggio “d’azione”, pur rimanendo focalizzato su una guida su strada. Inoltre anche se si fa parecchio sterrato durante gli allenamenti ma il target della propria guida sono le granfondo, è sempre meglio montare una piega pensata per le bici da corsa.
Piega "Cowbell"
La Cowbell è una piega da corsa con un design tradizionale ma con curvature differenti che consentono di aumentare il controllo e la guidabilità del mezzo su brecciolino e sterrato.
Le curvature verticali infatti presentano un angolo di 12° più aperto rispetto alle classiche pieghe da corsa, che permette di aumentare la distanza tra l’attacco manubrio e il punto di appoggio delle mani, con un miglioramento della stabilità sullo sconnesso.
La forma anatomica della Cowbell si traduce in un drop (l’altezza tra la parte centrale e il termine della curvatura) di 120 mm e un reach (la distanza tra la parte centrale e l’asse della curvatura, ovvero la lunghezza della piega) di 76mm. È un’ottima soluzione per chi voglia esplorare strade non asfaltate ma anche percorrere parecchi chilometri su strada. È inoltre adatta per effettuare una sorta di transizione dalla piega da corsa a pieghe pensate per l’utilizzo fuoristrada.
Piega "Cowchipper"
Una particolare piega pensata per offrire confort e guidabilità sia nell’uso stradale che su sterrato e brecciolino. Infatti le due curvature hanno un’angolazione di 24° ciascuna rispetto alla parte centrale della piega e questo sposta verso l’esterno l’appoggio delle mani, offrendo quindi maggiore stabilità e una presa più salda nei tratti sconnessi.
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La speciale foggia aumenta anche lo spazio tra le curvature (che supera i 120mm) e permette di alloggiare borse a manubrio in stile bikepacking. In questo caso il drop è di 116mm e il reach di 96mm. È la soluzione adatta ai cicloturisti che vogliono usare la gravel per viaggiare su superfici miste, dall’asfalto allo sterrato sconnesso e hanno bisogno di comfort e guidabilità, oltre alla possibilità di montare una borsa a manubrio.
Piega "Woodchipper"
Una piega che non ha paragoni sul mercato e che offre le stesse caratteristiche di un manubrio flat da mtb, pur mantenendo le tre posizioni tipiche delle pieghe da corsa (sulla parte orizzontale, sui paramani delle leve, sulle curvature).
Il manubrio Woodchipper ha infatti una conformazione particolare. Le curvature sono angolate con una gradazione di 38° ciascuna e la parte diritta di queste ultime è ulteriormente angolata verso l’esterno di 26°. Questa speciale sagomatura aumenta notevolmente la larghezza della piega stessa, consentendo di avere, quando le mani sono sulla parte terminale delle curvature, una distanza dall’attacco e un controllo come quello donato da un manubrio flat per mtb. In questo caso il drop è di 100mm e il reach di 80mm.
La Woodchipper è una piega particolare che va provata e utilizzata per qualche uscita prima di “amarla” oppure sostituirla. Il grande spazio tra le curvature consente di montare borse a manubrio molto ampie oppure i sostegni da bikepacking per fissare il sacco a pelo a manubrio. Allo stesso modo potrà rilassare la schiena, poiché la presa alta, anziché tenere le mani sui comandi, produce una minor flessione del tronco sul manubrio.
Misure del Manubrio Gravel
Quando si acquista una piega da corsa (di qualunque tipo e foggia) bisogna sempre ricordarsi di controllarne le dimensioni, nello specifico: la larghezza totale, il reach, il drop e il diametro di attacco.
La prima corrisponde alla distanza tra alla larghezza delle spalle, misurata frontalmente e indica la misura che corre tra gli acronomi della spalla. La piega da corsa deve essere sempre larga quanto le spalle.
Il reach (o lunghezza della piega) avrà effetto sulla nostra posizione in sella. Una piega troppo corta tenderà a farci stare troppo eretti sulla sella e ci obbligherà ad allungare l’attacco manubrio mentre una troppo lunga ci costringerà a “sdraiarci” sul tubo orizzontale per poter raggiungere le leve del freno.
Il drop invece solitamente si sceglie in base alle preferenze di guida e alla posizione in sella. Una piega compatta consente di stare più eretti, una con un drop elevato fa sì che ci si debba allungare sul tubo orizzontale per afferrare le curvature.
Il diametro d’attacco indica la dimensione della parte centrale della piega. Solitamente le pieghe (a meno di non usare quelle in alluminio delle bici d’epoca) hanno un diametro da 31,8mm ma iniziano a essere proposte anche in ambito gravel pieghe da 35mm, che aumentano la rigidezza strutturale. Qualunque sia il diametro da voi scelto, dovete controllare che sia lo stesso dell’attacco manubrio, altrimenti non potrete montare la piega.
Il mio consiglio è il seguente: se non siete sicuri del manubrio che avete scelto o se il montaggio è stato corretto, rivolgetevi a un biomeccanico qualificato (che sia laureato in scienze motorie o in fisioterapia), che possa valutare non solo la dimensione ma anche il posizionamento del manubrio, al fine di evitare l’insorgenza di problemi al collo o di formicolii alle mani.
Manubri Alternativi per il Cicloturismo
Nell’universo delle touring bike ci sono fondamentalmente due approcci diversi: la bicicletta con manubrio tipo flat o leggermente curvo e il manubrio di tipo drop bar, di derivazione stradale.
Salsa Woodchipper
Il capostipite dei manubrio drop bar da fuoristrada è il Salsa Woodchipper, nato nel 2009 con la Fargo, la bicicletta da viaggio offroad per eccellenza. Il Woodchipper, che assomiglia in modo impressionante ai manubri da corsa di inizio secolo, quando le biciclette andavano su sterrato, è un manubrio da MTB che nasce per offrire sia posizioni delle mani diversificate che un maggior controllo nella guida offroad.
Questo avviene grazie alla particolare curvatura del drop, che è molto stretta e ha le due appendici inferiori che si aprono verso l’esterno (flare) per avere le mani in presa bassa più larghe e con un’inclinazione dei polsi più naturale e meno stancante. Il Woodchipper ha un angolo di flare della parte bassa verso l’esterno tra i più pronunciati, ovvero 25°, mentre le altre misure sono piuttosto compatte rispetto ai classici manubri da corsa: 114 mm di drop, 56mm di reach e 38° di angolo drop.
Bisogna tenere conto che il Woodchipper è un manubrio da fuoristrada, anzi è un drop bar da MTB, quindi va montato con la presa bassa (curvatura) piuttosto in alto, circa alla stessa altezza di un manubrio flat da MTB, in modo da garantire il massimo controllo nella guida tecnica in questa posizione. Inoltre il reach, ovvero l’avanzamento, è molto corto - per essere precisi è il più corto tra i manubri di questo tipo - rendendo il Woodchipper molto adatto a non perdere la presa sullo sconnesso, rendendo un po’ più lungo il posizionamento ideale delle leve freno.
Una volta trovata la posizione ideale, il Woodchipper ti garantisce diverse posizioni per le mani, in modo da poterle cambiare spesso e non stancarti troppo.
Surly Moloko
Il Moloko di Surly, invece, è un manubrio multiposizione MTB, che deriva dall’idea originale di Jeff Jones e del suo H Bar, che nasce a completamento del suo progetto di bicicletta totale, che comprende telaio, forcella, e ruote.
L’idea dei manubri multiposizione, che nascono espressamente per aumentare il comfort delle mani durante i viaggi su terreno offroad, è di aumentare l’angolatura delle manopole verso il corpo in modo che i polsi mantengano una posizione più naturale e riposante.
Naturalmente il Moloko è la versione Surly, quindi ha delle caratteristiche uniche e diverse da ogni altro. Innanzitutto è realizzato in acciaio, il che lo rende estremamente resistente, o meglio, indistruttibile. Un manubrio in carbonio, se sbatte contro un albero in velocità, ha alte probabilità di rompersi. Mentre il Moloko non si romperà mai.
Anche la forma del Moloko è piuttosto inusuale e unica, con un ponte di comando che oltre a numerose posizioni per le mani garantisce un solido appoggio per borse (in pratica fa da portapacchi a sospensione) e per accessori vari (computer, GPS, faretti, etc). Quindi un manubrio che diventa componente fondamentale per il carico delle borse anteriori in completa sicurezza.
Le due prolunghe anteriori si prestano ottimamente come supporto avanzato per una posizione con la schiena più piatta e allungata e per avere una migliore penetrazione aerodinamica, soprattutto in caso di vento.
Il Moloko può essere nastrato integralmente, per avere un sacco di posizioni per le mani e cambiarle spesso, anche in funzione del percorso che si sta affrontando, oppure solo in alcune parti, per lasciare dello spazio agli accessori che saranno sempre a portata, anche mentre si pedala.
Premettiamo che bisognerà sempre valutare correttamente la misura del telaio e dell’attacco manubrio per avere una distanza più confortevole. Confrontando il Woodchipper con il Moloko si nota immediatamente una differenza: la presa principale del Moloko risulta più avanzata con la posizione centrale abbastanza simile a quella sulle leve del Woodchipper.
Il Moloko ha poi almeno un paio di posizioni supplementari nella parte anteriore, comprese le due appendici. Questa posizione a volte viene replicata in gare di bikepacking aggiungendo due prolunghe stile crono al manubrio stile drop bar, mentre il Moloko le ha di serie!
Fattori di Scelta del Manubrio per Cicloturismo
La scelta dei componenti della bicicletta è fondamentale per godersi un cicloviaggio al meglio, in particolare il manubrio è uno degli aspetti da non sottovalutare. Essendo uno dei tre (oltre a sella e pedali) punti di contatto tra il ciclista e la bici, eleggere il manubrio migliore per i cicloturisti sarebbe azzardato. La scelta coinvolge abitudini e preferenze personali, ci sono, però, delle caratteristiche generali che occorre tenere presente in fase di scelta.
Comodità
In primo luogo bisogna essere consapevoli che, se stiamo cercando un manubrio per avventure cicloturistiche, passeremo diverse ore al giorno, per più giorni consecutivi, con le mani su di esso.
Dovremo cercare, quindi, una soluzione che reputiamo comoda in base alle nostre sensazioni. Il manubrio non sarà un elemento essenziale per migliorare l’aerodinamicità della nostra posizione in sella, ma deve permetterci di poter tenere le mani ben salde sulla presa senza avvertire fastidiosi dolori a palmi, polsi, braccia o spalle.
Spesso chi passa tante ore in sella usa dei guanti da ciclismo con imbottiture in gel che servono per avvertire meno vibrazioni dal terreno e avere una presa efficace anche in caso di sudorazione alle mani. Per gli stessi scopi si possono scegliere, qualora avessimo un manubrio che ne permette l’uso, i nastri manubrio in sughero o degli inserti di gel sotto al nastro.
La comodità è chiaramente un fattore personale che può emergere solo dopo aver provato il manubrio. Talvolta possono bastare pochi minuti in negozio, ma spesso è necessario percorrere qualche chilometro prima di accorgerci se quello che montiamo può essere il manubrio più comodo per noi.
Manubrio Multipresa
Passare la giornata assumendo sempre la stessa posizione potrebbe risultare disagevole. Per questo i cicloturisti, spesso, preferiscono manubri che consentano di cambiare presa mentre si pedala.
Nei tratti in discesa è necessario appoggiare le mani nella posizione migliore per gestire i freni, ma in salita o in pianura si può cambiare presa frequentemente. Questo consente di rilassare alcuni muscoli e utilizzarne altri e soprattutto di decomprimere il nervo mediano che si trova tra il palmo della mano e l’interno del polso (che se infiammato può dare origine alla sindrome del tunnel carpale).
Spazio per gli Accessori
Scegliere un manubrio che ci consenta di avere abbastanza spazio per gli accessori senza toglierne alle mani si può rivelare fondamentale per aumentare il confort durante un cicloviaggio.
- Sicuramente ci sarà bisogno di montare una luce anteriore.
- Inoltre, un cicloturista può avere bisogno di un ciclo-computer.
- Per gli amanti dei video reportage può risultare utile trovare spazio anche per alloggiare una piccola action cam.
- Infine, avere un campanello sul manubrio può essere molto utile nei tratti urbani o sui percorsi ciclabili.
Tutti questi accessori, per quanto piccoli e compatti, occupano spazio prezioso sul manubrio. Se non abbiamo un manubrio che ci permetta di montarli senza occupare lo spazio dedicato alle mani, possiamo utilizzare delle estensioni.
Tipologie di Manubri per Cicloturismo
In commercio esistono svariate tipologie di manubrio che ben si possono adattare alle esigenze di un cicloturista. Possiamo provare a ricondurli a tre categorie: i manubri flat, i manubri drop e i manubri da turismo.
Manubri Flat
I manubri flat sono lineari, costituiti da un tubo dritto o leggermente curvato al centro, sono i più semplici. Questa tipologia è solitamente preferita da chi si approccia per le prime volte al mondo a pedali o dai mountain bikers.
Possono risultare adatti ai principianti per la loro semplicità e la maneggevolezza che consentono di avere sulla bicicletta. Sono spesso scelti dai mountain bikers, anche esperti, perché sono abbastanza larghi da consentire un ottimo controllo sui terreni più sconnessi.
I manubri flat dispongono di molto spazio per alloggiare gli accessori, ma non consentono di cambiare posizione delle mani. Quest’ultimo difetto si può ovviare montando delle appendici sulle estremità del tubo che permettano di appoggiarsi e rilassare i polsi.
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