Il Monte Velino visto da Roma: Informazioni e Prospettive
Il Monte Velino, con la sua imponente presenza, offre uno spettacolo suggestivo se osservato da Roma, specialmente durante le giornate invernali quando la neve ne ricopre la cima. Questo fenomeno ha catturato l'attenzione di molti, dai viaggiatori del Grand Tour ai fotografi contemporanei.
Testimonianze Storiche e Impressioni
Altri acuti osservatori prima di lui, avevano già descritto questa impressione, come Vincenzo Abbate, che sul Bollettino del Club Alpino Italiano n. Come la scrittrice Mcdonnel: - “Guardando attentamente da Roma verso est, oltre le alture più vicine che circondano la campagna romana, si vedono ergersi in lontananza figure imprecise, simili a nuvole immerse nel blu (…) simili a sentinelle all’erta su una frontiera.
O come Steinitzer: -"Per quanto riguarda il panorama e l’orientamento oserei assegnare al Velino, senza alcun dubbio, la palma del monte più bello dell’Abruzzo (…)." Tutti i viaggiatori stranieri del Gran tour provenienti dalla capitale, raggiunto l’abitato dell’attuale Tagliacozzo restavano affascinati dal colpo d’occhio che si offriva alla loro vista, come lo descrive anche Edward Lear nel suo “Viaggio attraverso l’Abruzzo pittoresco“: -“(…) ci siamo sentiti ben ripagati della fatica perché vi si gode il panorama della Marsica bellissima. Alla destra i picchi nevosi del Velino, alto più di settemila piedi, erano coperti da minacciose nuvole, e un’aspra catena di montagne nebbiose chiudeva quella parte di veduta.
In molti, soprattutto i non pratici di fotografia, hanno pensato al fotoritocco; ma in realtà giù con un 300 mm è possibile scattare una foto che metta in risalto le montagne e i monumenti di Roma in prospettiva neppure così lontani. Inoltre è molto semplice avere conferme su quanto si sta fotografando quando si cercano paesaggi innevati, esiste infatti un’applicazione “Peak Finder” che è in grado di mostrarci a seconda del paesaggio che gli mostriamo la mappa delle montagne che ci circondano.
Il Monte Velino dal Gianicolo
Da Roma spesso riescono ad essere scattate delle foto eccezionali, non solo quando si tratta di immagini associate a dei monumenti ma anche quando la neve giunge a quote di media montagna e a dominare lo scenario meteorologico sono le freddi correnti settentrionali; che ripuliscono l’aria e l’atmosfera.
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Non ultima la foto che in queste ore sta suscitando molto scalpore nel web, l’immagine scattata da Roberto Perazzola che da Belvedere del Gianicolo ha immortalato il Monte Velino notevolmente innevato subito dietro al Vittoriano.
Se sei di Roma, basta andare al Gianicolo in una bella e fredda giornata invernale e si può vedere questo paesaggio. La foto è fatta con un 500mm + duplicatore di focale, e quindi sia la sommità dell'Altare della Patria che il Velino sono molto avvivinati. Considera anche l'Altare della Patria è lontano circa 2Km dal punto della foto.
Caratteristiche del Monte Velino
Il Monte Velino è la cima più elevata della catena Velino-Sirente con 2487 metri slm. La vetta principale, alta “2846 metri” appare di forma slanciata, sostenuta ad est e ad ovest dalle sorelle minori: il Sevìce (2355 mt) e il Pizzo Cafornia (2409 mt). Le valli di Teve, del Bicchero e Majelama segnano una demarcazione profonda tra le cime più alte e il resto del massiccio. I confini regionali poi, ritagliano parte dei Monti della Duchessa nel Lazio e, ad oriente, i Monti della Magnola e i Piani di Ovindoli saldano il Velino alla catena del Sirente.
Eppure questa montagna mantiene inalterato un suo valore dal punto di vista botanico, con una vegetazione preziosa e rara, tenace e di selvaggia bellezza, che contende lo spazio alla nuda pietra. A nord le faggete sono ancora presenti, splendide sono quelle del Puzzillo e della Duchessa.
Percorsi Escursionistici
Ci sono almeno quattro percorsi principali per arrivare in vetta, ognuno dei quali piuttosto impegnativo per dislivello, compresa la cosiddetta Via Normale che parte da Rosciolo. Da Massa D’Albe si arriva tramite la direttissima, o tramite il sentiero che passa per il Monte Cafornia.
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La Via Normale del Velino permette di raggiungere con uno sforzo minimo in più anche il Monte Sevice (2.355 slm) e il Monte Costognillo (2.339 slm). Per il Monte Rozza (2.064 slm), serve invece una vera e propria deviazione così come per arrivare sul Monte Cafornia (2.424 slm). L’escursione inizia dal parcheggio posto subito prima della Chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta (1.020 slm).
Dal fontanile si prosegue fino alla Selletta dei Cavalli e al bivio tra la strada “panormica” e il Monte Sevice. Vale la pena fare una sosta nel vicinissimo Rifugio Capanna di Sevice (2.119 slm) anche perché già si è guadagnato un dislivello di 1.100 metri in appena 4,3 chilometri da fare in un paio d’ore a passo allenato. A questo punto sorge un dilemma se andare verso sinistra per la panoramica o dirigersi a destra verso il Monte Sevice.
Personalmente preferisco affrontare prima le salite, quindi imbocco il sentiero non troppo difficoltoso per il Monte Sevice (2.355 slm). Arrivati in vetta la fatica si comincia a far sentire, anche perché solo da qui si comincia a vedere bene la cima del Monte Velino, ancora distante. Tuttavia, a parte l’ultimo tratto, il più si può dire che è fatto. A seconda dell’allenamento la vetta si può raggiungere in un tempo compreso fra le 3 e le 4 ore, quindi si dovrebbe essere abbastanza stanchi.
Base di partenza è l’imbocco della Valle Majelama che è aperta agli escursionisti dal 15 Agosto al 15 Febbraio, negli altri periodi dell’anno è vietata. Il motivo è la presenza di una colonia di Grifoni, (Gyps fulvus, avvoltoio di grandi dimensioni) che nidifica nelle pareti rocciose poco accessibili proprio nel periodo di chiusura.
Superata la prima parte del paese (rettilineo), si giunge in una piccola piazza dove di fronte si vede la chiesa parrocchiale, si lascia la strada principale per prendere a sinistra una stretta stradina (in caso di dubbi chiedere agli abitanti del luogo qual è la via da prendere per giungere all’imbocco della Valle Majelama). A piedi si segue il sentiero che si allontana subito dalla strada e punta all’evidente imbocco della Valle Majelama. Dopo circa 1 chilometro si incontra una grossa roccia dove è stata ricavata una piccola edicola sacra dedicata alla SS Madre di Gesù, quota 1230 m.
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Usciti dalla macchia si arriva ai piedi della prima morena, quota 1332 m, dove la valle inizia a cambiare direzione e piega verso Ovest. Si continua lungamente superando altre morene e caratteristici enormi massi erratici solitari, adagiati su piccoli prati.
Sul valico transita la via normale che sale sul Monte Velino proveniente da Capo Pezza, si va a sinistra su questa pista che si abbandona dopo 15 minuti per fare una piccola deviazione e raggiungere la cima del Monte il Bicchero (quota 2161 m, 0,15 ore a/r). Si prende a destra e in poco tempo si arriva sulla sella (2390 m) tra il Pizzo Cafornia a destra (Nord) e il Monte Cafornia a sinistra (Sud), qui c’è una lapide al ricordo di un escursionista morto in quel punto perché sorpreso da una bufera . Con una deviazione verso Nord si raggiunge rapidamente il Pizzo Cafornia (2409 m) da dove lo sguardo spazia sulla Punta Trento, Punta Trieste, la Vena stellante.
Rosciolo e Dintorni
Rosciolo è un piccolo borgo di origine medievale che sorge ai piedi del Monte Velino. Ci troviamo ai piedi dell’incantevole Monte Velino, in una frazione di Magliano, provincia dell’Aquila. Siamo alle falde del Velino, tra querce centenarie e natura incontaminata. Qui sorge la chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta, un gioiello architettonico.
La prima costruzione antica potrebbe risalire al V-VI secolo sulle rovine di un tempio pagano. La data certa però che testimonierebbe l’effettiva presenza di Santa Maria è tra il 1048 e il 1080. L’interno della chiesa è suddiviso in due aree quadrate.
Da questo luogo possiamo godere di una vista suggestiva sul verde e sulle montagne. Oltre queste due meravigliose chiese, Rosciolo è davvero incantevole.
Con Elena, mia figlia, eravamo a caccia della centesima cima per la sua collezione di vette over 2000 e per l'occasione si cercava una cima importante. Poco dopo le dieci, dopo circa due ore di cammino, raggiungiamo la fonte di Sevice, a quota 1930 metri. Ripartiamo seguendo la comoda cresta verso Nord - Est, fino a raggiungere, nei pressi del rifugio, la deviazione per il sentiero 3A per la vetta del Sevice. La quota in questo punto è di 2100 metri.
Iniziamo la scalata dei 250 metri che ci separano dalla vetta del Sevice. Il pendio è ripido ma anche qui, i numerosi tornantini aiutano la progressione. Si riparte per affrontare la facile salita al monte Costognillo, piccola salita posta sotto alla piramide sommitale del Velino. Scesi dal Costognillo ci prepariamo ad affrontare l'ascesa finale del Velino.