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Morte di un Commesso Viaggiatore: Un Riassunto dell'Opera con Michele Placido

Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller è una feroce critica al sistema di valori su cui si basa la società americana, un sistema spietato e crudele alimentato dall’energia dei sogni della gente comune. Tracciando bilanci del secolo che si concludeva, agli inizi dell’anno 2000 la rivista Time elencò i dieci lavori teatrali più significativi del Novecento.

Il secondo posto andò a Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller: senza alcun dubbio la Grande Commedia Americana, quella che gli americani sentono come più autenticamente “loro”. Viene ripresa in continuazione in tutto il mondo, ma con Broadway ha un rapporto particolare.

La storia si svolge nell’America del secondo dopoguerra, tra le città di New York e Boston. L’epoca storica è quella del “sogno americano“, in cui ciascuno è responsabile del proprio destino e della costruzione del proprio futuro. Tutti vengono lasciati soli, in realtà, in città grandi, in cui regna il disincanto.

Inizia a questo punto della vita di Willy Loman la storia narrata in Morte di un commesso viaggiatore. Un sistema che induce Willy a cercare conforto nel passato, estraniandosi da un contesto deludente per rivivere momenti felici.

Personaggi e Interpreti

  • Michele Placido (Willy Loman): Uomo stanco, che si sforza ancora di credere nel suo sogno di successo. Malinconico, disperato, allegro, gioviale, talora aggressivo, rancoroso. Tante sono le facce che si alternano di questo personaggio presentato da Michele Placido.
  • Alvia Reale (Linda Loman): Mite e forte al tempo stesso questa Linda, interpretata da Alvia Reale. La moglie ancora innamorata del suo Willy, sempre pronta a proteggerlo, a sostenerlo, ad incoraggiarlo.
  • Fabio Mascagni (Biff Loman) e Michele Venitucci (Happy Loman): sono i due fratelli, i due figli di Willy.

Il Sogno Americano Infranto

Benvenuti a New York, la città simbolo del sogno americano, attraversata da un flusso continuo di idee, opportunità e denaro che sta agli ambiziosi saper cogliere e addentare come una grossa mela succosa. Willy Loman è un commesso viaggiatore e nel corso di una lunga carriera ha macinato chilometri su chilometri per far conoscere i prodotti che rappresenta al mercato del New England.

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Willy è il prodotto tipico della società americana: un uomo ossessionato dalla felicità personale e dal successo professionale con conseguente benessere economico. Al suo fianco c’è ancora la moglie innamorata ma i figli, al di là di quanto Happy si vanti, sembrano aver deluso i talenti e le prospettive giovanili e si accontentano - quasi compiaciuti - di una vita modesta.

Perché il Commesso colpisce così profondamente? Perché è la storia di un sogno; la storia di un piccolo uomo e del suo sogno più grande di lui. È un commesso viaggiatore che si guadagna da vivere con la parlantina, e ha allevato i figli al culto dell’apparenza e della superficialità; a disprezzare il cugino secchione e a puntare tutto sull’effimero; a essere attraenti, popolari, campioni sportivi.

Ma ha finito per farne dei falliti, vedi soprattutto il maggiore, Biff, la luce dei suoi occhi, che per una volta questo padre deluse, distruggendo la propria immagine. E Willy Loman è uno dei personaggi teatrali più tragici del ventesimo secolo. Nella sua mente c’è qualcosa di fratturato.

Willy Loman sogna un futuro che non è in grado di raggiungere; perché vive in un paese che all’apparenza offre illimitate opportunità e lui va alla ricerca disperata del successo. Ma fallisce, e non riesce a perdonarsi. I sogni di Willy sono tutti sbagliati, e lentamente la sua vita va in disfacimento; come la casa in cui abita.

Comincia a combattere con la tentazione di fare un gesto estremo che gli faccia riconquistare la stima dei suoi figli e assicurare loro un futuro economicamente più sereno. Allora inforca il volante della sua auto, e si mette alla guida per l’ultimo viaggio. Il più remunerativo.

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Morte di un commesso viaggiatore è la storia di un piccolo uomo e del suo sogno più grande di lui. Willy vuole così tanto essere “benvoluto”, che spesso trascura il fatto di essere amato. Infatti, contrariamente a quel che pensa, la sua famiglia lo adora: sua moglie ha votato a lui la sua esistenza; suo figlio minore Happy lo imita fino al punto da avere i suoi stessi sogni (sbagliati); Biff invece nutre nei suoi confronti uno strano sentimento di odio/amore ma sicuramente vince l’amore.

Temi Chiave

  • Il contrasto tra apparenza ed essere
  • La pressione del successo economico
  • Il rapporto tra padri e figli
  • La fragilità del sogno americano

Durante tutto lo spettacolo il pubblico assiste costantemente alla rappresentazione di queste due energie contrapposte: da un lato l’Amore incontrastato, dall’altro un odio viscerale. C’è qualcosa che non torna. Qualcosa che rende costantemente insoddisfatto lo spettatore. Non è un’opera teatrale che ci manda un messaggio univoco. Tutt’altro.

Il pubblico viene vorticosamente inghiottito dalla brutalità della vita. Dal punto di vista della messa in scena teatrale, molto impattante e da sottolineare, la scenografia mobile. La storia, essendo raccontata sotto forma di flashback ripetuti e costanti, viene rappresentata visivamente proprio dagli ambienti di scena. Piccoli accorgimenti scenografici tangibili che conducono ad una concatenazione di eventi tra passato e presente.

Durante l’evoluzione della storia, si scivola lentamente nell’abisso dove sprofonda il protagonista. Willy Loman entra in un vortice, è il vortice della sua smania di perfezione, della sua sete di successo e di autoaffermazione nella società. Il personaggio si pone in costante paragone con il resto delle persone che lo circondano e ha un rapporto morboso con i suoi due figli, in particolare con Biff.

Sa di poter e dover essere l’artefice del proprio destino, mantra alla base del “sogno americano” in cui è immerso, ma questo lo fa sentire a maggior ragione solo e inadeguato, inetto rispetto ai successi che vede accadere attorno a sé. Una storia triste che ha l’inquietante capacità di insinuarsi nella coscienza con tocchi di realtà attuale.

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Inoltre, il voler essere - e mostrare - ciò che non si è di Willy Loman e la sua superficialità ben si rispecchiano nella moderna richiesta di personal marketing e nel miraggio di successo degli influencer via rete, dove una vita virtuale fatta di apparenza sovraesposta riesce solo a stento e temporaneamente a nascondere l’essenza del nostro essere.

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