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Tragedia a Mirabilandia: la morte di Edoardo Bassani e le conseguenze legali

La vicenda legata alla morte di Edoardo Bassani, il bambino di 4 anni annegato il 19 giugno 2019 in una piscina di Mirabilandia Beach, ha scosso profondamente l'opinione pubblica. Il piccolo Edoardo è annegato in una piscina di Mirabeach, parco acquatico all'interno di Mirabilandia, alle porte della città romagnola.

La dinamica dell'incidente

A mostrare come sono andate le cose sono stati i video delle telecamere interne del parco di divertimenti, sequestrati dagli investigatori. Nelle immagini si vede la madre lasciare il bimbo vicino a uno scivolo con circa 30 centimetri di acqua dicendogli di restare lì fermo perché lei sarebbe tornata a breve. Il bambino invece si sposta verso una baby-dance, prima giocando e poi annaspando. Alla fine, annega in 110 centimetri d’acqua. Il corpo quindi si sposta per le correnti della piscina fino al punto dove verrà poi trovato. Il video dura circa otto minuti, dal momento dell’allontanamento della madre fino ai soccorsi, quando già la donna lo stava cercando. Per circa tre minuti il bimbo è rimasto a faccia in giù in acqua.

La madre lo stava supervisionando a qualche metro di distanza, mentre lui giocava sugli scivoli, e gli aveva raccomandato di fare attenzione. Ma lui, con l’innocenza di un bambino di quattro anni, si è allontanato all’improvviso, uscendo dalla sua visuale. Si è tuffato nella piscina “Laguna del Sol” e ha iniziato ad annaspare nell’acqua. È rimasto a faccia in giù per tre minuti prima che qualcuno si accorgesse della tragedia.

Subito il personale addetto al salvataggio che lavora all'interno del parco è corso in aiuto del piccolo, dopo che era stato segnalato un corpo galleggiare. Il piccolo è stato portato in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale di Ravenna con codice di massima gravità, ma purtroppo non ce l'ha fatta.

Le indagini e il processo

Dopo gli accertamenti la Medicina del lavoro dell’Ausl punterà a scandagliare i protocolli legati alla sicurezza interna del parco e verificherà il rispetto di tutte le norme di settore. Per ora, sono una decina le persone indagate per omicidio colposo in cooperazione.

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Per la morte di Edoardo la procura di Ravenna aveva chiesto la condanna per omicidio colposo nei confronti di tutti gli imputati, ovvero i genitori del bambino, il direttore del parco, la direttrice operativa, il responsabile di area e il bagnino, che quel giorno era in servizio nella zona in cui è annegato il piccolo. Il procuratore Daniele Barberini, nel chiedere condanne per tutti e sei, nella sua requisitoria aveva sottolineato che «il minore doveva essere con un adulto, e non c'era. Si è consentito che rimanesse lì, benché fosse solo. E, infine, avrebbe dovuto esserci l'intervento del bagnino».

A più di quattro anni dalla morte di Edoardo Bassani, la Procura di Ravenna ha chiesto la condanna per i sei imputati finiti alla sbarra nel processo per omicidio colposo in cooperazione. I sei imputati sono, per la cronaca, i genitori del bimbo - alla sbarra e parte civile - per cui il pm Daniele Barberini ha chiesto «il minimo della pena con tutti i benefici», il bagnino da poco maggiorenne all’epoca dei fatti responsabile del settore della piscina in cui si era consumata la tragedia per cui la procura ha chiesto attenuanti generiche e un anno pena sospesa. E poi il direttore del parco, la direttrice operativa e il responsabile dell’area.

Il pm Daniele Barberini ha spiegato: «In questo processo l’importanza della pena è secondaria. Io credo che sia fondamentale accertare le responsabilità per prevenire future tragedie. Non avrebbe dovuto rimanere solo».

Il docente di Impianti industriali e meccanici all’università di Bologna ha spiegato che, "esaminando gli atti del procedimento sulle caratteristiche tecniche dell’impianto, non ci sono stati elementi tecnici e strutturali nel funzionamento della piscina in relazione causale o diretta con l’evento". In buona sostanza il prof Saccani ha spiegato che la piscina è stata costruita a norma di legge, secondo lo schema classico.

Marcante ha spiegato di aver firmato la procedura operativa del parco ("ce n’erano circa 300 dall’apertura dei cancelli all’accesso alle varie aree"), elaborata dal Gruppo Parques Reunidos, di cui Mirabilandia fa parte, e recepita sulla base delle peculiarità del parco. Incalzato dalle domande degli avvocati, Marcante ha poi spiegato che per la piscina dove è morto Edoardo non c’è divieto di ingresso per i bambini piccoli più bassi di un metro e 10 (come per altre attrazioni quali le Montagne Russe) ma si raccomanda ai genitori di restare entro la distanza di un braccio da loro. E comunque "ai bagnini veniva detto che se un bambino piccolo entrava non accompagnato dai genitori andava mandato fuori".

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La sentenza

La vita di Edoardo si è fermata in quella piscina, così come quella dei suoi genitori. Ma, a quattro anni di distanza da quel giorno, il dolore della famiglia è in parte alleviato dalla sentenza del Tribunale di Ravenna che ha assolto tutti gli imputati per omicidio colposo - i genitori e i tre accusati legati alla struttura - tranne il bagnino, all’epoca neomaggiorenne, condannato a un anno con sospensione condizionale della pena.

Dopo 45 minuti di camera di consiglio, la giudice Natalia Finzi del Tribunale di Ravenna, ha deciso la condanna a un anno di reclusione, con pena sospesa, per il giovane bagnino di salvataggio e l'assoluzione degli altri cinque imputati per omicidio colposo in cooperazione: ovvero i genitori del bimbo di Castrocaro Terme (Forlì-Cesena), «perché il fatto non costituisce reato», e i tre accusati legati alla struttura - il direttore Parco, la direttrice operativa e il responsabile area - «perché il fatto non sussiste».

Il giudice ha inoltre condannato bagnino e Parco quale responsabile civile a risarcire in solido le parti civili in separata sede.

I legali della famiglia, Antonio Zanacca, Giovanni Zauli e Siegfried Menotto Zauli, commentano la sentenza: «Nel corso del processo abbiamo dimostrato che i genitori del piccolo Edoardo non sono responsabili della tragedia che, secondo il Tribunale di Ravenna, è dipesa dall’omesso intervento del bagnino del Mirabeach. Purtroppo una sentenza non può restituire agli straziati genitori un figlio perduto, ma è importante dal punto di vista umano e giuridico che, all’esito di un giudizio di primo grado, sia stata giudizialmente riconosciuta l’impossibilità di muovere agli stessi alcun rimprovero».

Il parco ha rilasciato una nota a margine della sentenza: "Il Tribunale ha riconosciuto che il parco acquatico Mirabeach dispone di procedure adeguate. La sicurezza degli ospiti e dei dipendenti costituisce uno degli obiettivi della nostra formazione e delle nostre procedure operative.

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