Xenofobia: Definizione, Origini, Manifestazioni ed Effetti
Con xenofobia si intende l'ostilità, la paura o l'avversione verso gli stranieri o nei confronti di qualsiasi altra cultura diversa dalla propria. Questo fenomeno può tradursi in varie forme, incluse manifestazioni di razzismo, discriminazione etnica e intolleranza religiosa.
La xenofobia può portare a comportamenti discriminatori e può dare origine a fenomeni come la segregazione sociale e la violenza contro individui o gruppi considerati diversi.
Origini e cause della xenofobia
Le radici della xenofobia possono risalire a molteplici fattori:
- Psicologici: ad esempio la paura del diverso;
- Sociali: la disoccupazione, l’insicurezza economica, la criminalità;
- Politici: sfiducia nelle istituzioni, nazionalismo estremo.
Anche l'isolamento culturale e la mancanza di comprensione delle altre culture possono contribuire alla formazione di pregiudizi e xenofobia. Questo atteggiamento spesso pone le proprie basi nell'errata idea che esistano distinzioni biologiche tra gli esseri umani e che queste possano giustficare discriminazioni o persecuzioni nei confronti di gruppi di persone considerate inferiori o inadeguate al modello culturale di riferimento.
Manifestazioni e tipologie di xenofobia
La xenofobia può manifestarsi in molteplici modi tra cui forme di discriminazione sul posto di lavoro, aggressioni verbali, violenza etnica ed esclusione sociale. Questi comportamenti possono essere diretti contro singoli individui o interi gruppi etnici e possono avere conseguenze devastanti sulla salute mentale delle vittime.
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Un recente studio condotto su soggetti di nove paesi in tutto il mondo ha dimostrato l’esistenza di un’associazione tra la sensibilità al disgusto per determinati odori corporei e la xenofobia. Il disgusto è considerato un meccanismo di difesa per proteggere il corpo dalla contaminazione di sostanze nocive individuando potenziali segnali di malattia.
Quello che molti non sanno però è che l’evitamento delle malattie potrebbe modellare gli atteggiamenti sociali e ideologici. La predisposizione individuale a interpretare i segnali come correlati ad una possibile malattia è stata collegata ad atteggiamenti negativi nei confronti di gruppi specifici percepiti come diversi come ad esempio le minoranze etniche e in particolare i rifugiati.
Effetti della xenofobia sulla società e sulle relazioni interculturali
La xenofobia mina la coesione sociale e ostacola la convivenza pacifica tra diverse comunità e contribuisce alla creazione di barriere culturali.
Un'etnografia critica condotta negli Stati Uniti ha permesso di raccogliere dati sul modo in cui i giovani immigrati ricostruiscono le loro amicizie e altre reti sociali dopo essere arrivati in un nuovo paese. I risultati di questo studio mostrano che i giovani evitavano di frequentare i coetanei americani per evitare l'imbarazzo dovuto alla scarsa conoscenza dell’inglese.
Il problema linguistico infatti aumenta la segregazione tra coetanei americani e giovani immigrati e gli stessi corsi di inglese come seconda lingua perpetuano quel senso di diversità percepito dagli immigrati, facendoli diventare spesso veri e propri bersagli di discriminazione (Hsin-Chun Tsai, J., 2006).
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Legami tra xenofobia e discriminazione
La xenofobia è strettamente correlata alla discriminazione etnica, alla discriminazione di genere sul lavoro, alla discriminazione religiosa e ad altri tipi di pregiudizio. Questi fenomeni si alimentano reciprocamente creando un ciclo di marginalizzazione per gli individui e le comunità colpite.
Ruolo dei media e della politica nella diffusione della xenofobia
I media e i politici hanno una responsabilità cruciale nel modellare le percezioni e le opinioni della società. Essi spesso giocano un ruolo significativo nell'amplificare i sentimenti anti-immigrati attraverso slogan anti-immigrazione e una retorica xenofoba.
La diffusione di messaggi xenofobi attraverso discorsi politici e rappresentazioni mediatiche negative degli immigrati e delle minoranze contribuisce all'accentuarsi della xenofobia e della discriminazione. Per usare un’espressione dello studioso francese Pierre-Andrè Taguieff quello che si sta affermando ai giorni nostri è un razzismo differenzialista che non ha come obiettivo la distruzione dell’altro ma il suo allontanamento come forma di difesa della propria identità.
Lotta contro la xenofobia: movimenti e iniziative
La xenofobia e la discriminazione etnica rappresentano gravi violazioni dei diritti umani e minacciano la coesione sociale. È fondamentale combattere il razzismo attraverso azioni concrete a livello individuale e comunitario che promuovano la tolleranza, l'inclusione e il rispetto reciproco.
Esistono numerosi movimenti impegnati nella lotta contro la xenofobia e nella promozione della tolleranza e dell'inclusione attraverso campagne di sensibilizzazione, programmi educativi e iniziative volte a proteggere i diritti degli immigrati e delle minoranze.
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Supporto psicologico per le vittime di xenofobia
Le vittime di xenofobia spesso necessitano di supporto psicologico per affrontare le conseguenze emotive e psicologiche dell'esperienza di discriminazione ed esclusione sociale. Il supporto psicologico è essenziale per aiutare le persone a superare il trauma e per ricostruire la propria autostima e identità.
Legislazione e protezione dei diritti degli immigrati e delle minoranze
Esistono numerose fonti legislative che garantiscono la protezione dei diritti degli immigrati e delle minoranze sia a livello nazionale che internazionale. Per questo è fondamentale aumentare la consapevolezza sull'esistenza di diritti inviolabili che in Italia sono sanciti dalla Costituzione e che a livello sovranazionale sono presenti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Educazione e sensibilizzazione per contrastare la xenofobia
L'educazione e la sensibilizzazione sono strumenti essenziali nella lotta contro la xenofobia. Nel contesto scolastico ad esempio bisogna promuovere una didattica inclusiva e a livello sociale sono fondamentali le campagne di sensibilizzazione pubblica che permettono la comprensione interculturale e promuovono la tolleranza e il rispetto delle differenze.
L'importanza del supporto psicologico per le vittime di xenofobia e discriminazione
Serenis si impegna nella lotta contro ogni forma di discriminazione sociale e offre supporto psicologico e psicoterapeutico alle vittime di xenofobia e discriminazione. I professionisti della salute mentale di Serenis aiutano le persone a elaborare le loro esperienze, a gestire lo stress e la rabbia associati alla condizione di esclusione sociale con l'obiettivo di ristabilire il benessere psicologico.
Tabella: Fattori che contribuiscono alla Xenofobia
Fattore | Descrizione |
---|---|
Psicologici | Paura del diverso, insicurezza personale |
Sociali | Disoccupazione, insicurezza economica, criminalità percepita |
Politici | Sfiducia nelle istituzioni, nazionalismo estremo, retorica anti-immigrazione |
Culturali | Isolamento culturale, mancanza di comprensione interculturale, stereotipi |
Nonostante la sua radice greca possa far pensare il contrario, la parola “xenofobia” ha origini moderne: fu usata per la prima volta in Francia all’inizio del XX secolo in relazione ad un caso giudiziario estremamente complesso e discusso.
Quando nasce la “paura dello straniero”? Sono stati davvero i greci ad inventare quella parola così altisonante e complicata da pronunciare, per indicare il rifiuto, il terrore, nei confronti di qualcuno diverso da noi? Perché di “invenzione” si tratta: il fatto stesso che una parola così usata e sentita al giorno d’oggi abbia dovuto aspettare gli albori del XX secolo per essere usata la prima volta, la dice lunga sul fatto che lo stesso sentimento che racchiude sia in qualche modo artificioso, convenzionale, comodo in un dato periodo storico o politico.
Un’etimologia greca
Ma andiamo per gradi: cosa vuol dire la parola “xenofobia”? Si tratta di un composto delle due espressioni greche “xenos”, che vuol dire appunto “straniero”, e “fobos”, che come qualsiasi vocabolario ci spiega indica una “paura angosciosa per lo più immotivata e quindi vicina alla patologia”.
Un rifiuto spaventoso, un’avversione generica non solo verso ciò che, a seconda della situazione, percepiamo come estraneo, ma contro tutto ciò che di quest’estraneità si manifesta: un sentimento radicato nella cultura e nel modo in cui scegliamo di guardare all’Altro. Un concetto complesso che negli anni si è guadagnato l’attenzione di psicologi e sociologi, tanto esso appare radicato e allo stesso tempo dissimulato nella nostra quotidianità.
Che non sia un sentimento, se così vogliamo chiamarlo, naturale ce lo suggerisce la storia stessa della parola: nonostante l’origine greca di questo costrutto esso non compare mai nell’antichità con l’accezione che abbiamo scelto di dargli. Il rapporto conflittuale con l’Altro è sempre esistito: la stessa grecità era caratterizzata da complessi meccanismi sociali per i quali il diverso era da emarginare, e per “diverso” i Greci intendevano soprattutto gli schiavi (quindi una diversità sociale e di casta) e i “barbari”, coloro che “non parlavano la koiné”.
Un’origine recente: il caso Dreyfus
Quando nasce, dunque, la parola “xenofobia”? La sua origine è da rintracciare nel francese: fu infatti uno scrittore, vicino al movimento naturalista e al gruppo di intellettuali capeggiati da Èmil Zola, ad inserirla per la prima volta in uno dei suoi romanzi. Non si tratta di un semplice romanzo, bensì di un’accurata ricostruzione storica che coinvolge, fra le altre cose, il ben noto “affare Dreyfus”: è proprio in relazione al caso giudiziario che coinvolse l’ufficiale francese di origini ebraiche, accusato e condannato per alto tradimento e spionaggio nel 1894, che il termine “xenofobia” viene inserito da France nella sua cronistoria romanzata.
L’affare Dreyfus ebbe un’eco straordinaria sull’opinione pubblica, a causa della natura palesemente antisemita e razzista dell’accusa, contro la quale intellettuali come Zola e, appunto, Anatole France, si schierarono. Il libro e l’opera dello scrittore non ebbero mai il successo sperato, e ben presto il suo nome venne iscritto dai Surrealisti nella lunga lista di narratori da rifiutare in quanto non conformi all’ideale estetico dell’epoca.
Nonostante questo, la sua opera ha lasciato sicuramente un segno: dare un nome ad un fenomeno che, oggi più che mai, va analizzato e compreso.
Fonti:
- Hsin-Chun Tsai, J. (2006). Xenophobia, ethnic community, and immigrant youths’ friendship network formation. Adolescence, 41(162),285-98
- Zakrzewska, M., Challma, S., Lindholm, T. et al. (2023). Body odour disgust sensitivity is associated with xenophobia: evidence from nine countries across five continents.
- Dell’Osso L., Conti L. (2017), La verità sulla menzogna.
- Dell’Osso L., Lorenzi P. (2018), L’ombra dell’autismo.
- Lorenzi P., Zerbetto R. (2016), Arianna.
- Mahler M., Pine F., Bergman A. (1978), La nascita psicologica del bambino (trad.
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