Percentuale di Stranieri nei Paesi Europei: Analisi Statistica
Le tragedie del mare e il possibile aumento esponenziale degli sbarchi alimentano una percezione distorta della realtà: l’idea di un’immigrazione incontrollata con drammatiche conseguenze sociali ed economiche.
Il problema degli sbarchi è innegabile, così come la mancanza di una risposta coordinata a livello europeo nei confronti dei Paesi di prima accoglienza come l’Italia. Questi argomenti autorizzano una narrazione che confonde accoglienza e integrazione, numeri presunti e numeri reali, presenza effettiva e presenza percepita.
In proposito, il confronto di dati e situazioni reali da Paese a Paese sarebbe di grande aiuto per ricercare risposte serie e possibilmente condivise.
Presenza di Stranieri in Europa: Dati Generali
Nel 2010, gli stranieri residenti in UE erano 32,5 milioni, di cui 12,3 milioni provenienti da paesi membri e 20,2 milioni da paesi extraeuropei. La loro incidenza sulla totale della popolazione è del 6,5%. Sono giovani: l’età media è di 34,4 anni, circa 7 anni in meno dell’età media dei cittadini residenti.
Distribuzione degli Stranieri nei Paesi Europei
I paesi con la presenza maggiore di residenti stranieri sono:
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- Germania (7,1 milioni, 9% della popolazione nazionale)
- Spagna (5,7 milioni, 12%)
- Regno Unito (4,4 milioni, 7%)
- Italia (4,2 milioni, 7%)
- Francia (3,8 milioni, 6%)
Mentre l’incidenza più alta rispetto alla popolazione locale si registra in:
- Lussemburgo (43%)
- Lettonia (17%)
- Estonia e Cipro (16%)
Altro dato interessante riguarda gli stranieri nati nei paesi ospiti che, eccetto in Lussemburgo, Lettonia e Repubblica Ceca, sono in numero maggiore rispetto agli stranieri residenti.
Immigrazione in Germania
Ai primi posti, la Germania, con oltre il 23% di popolazione di origine straniera. Parliamo di quasi 19 milioni di persone, praticamente un quarto della popolazione tedesca.
Il 17,3% della popolazione risulta immigrato in Germania a partire dal 1950 (14,2 milioni di persone), mentre il 5,7% risulta nato in Germania, ma discendente di genitori entrambi immigrati (4,7 milioni). Non sono stati inclusi nel calcolo altri 3,7 milioni di persone, pari al 4,5% della popolazione, con un solo genitore immigrato in Germania a partire dal 1950.
Facendo un rapido confronto tra il tasso di immigrazione in Germania e quello degli altri Paesi dell’UE, si può notare come la prima si collochi al di sopra della media di tutti e 27 gli Stati membri.
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Immigrazione in Francia
La percentuale di immigrati sulla popolazione è passata dal 6,5% al 10,3% tra il 1968 e il 2021. Se nel 1968 in Francia il 72% degli immigrati proveniva dall'Europa meridionale e dal Maghreb, oggi essi rappresentano il 45% degli immigrati (887.000 immigrati dall'Algeria e 600.000 dal Portogallo vivono in Francia).
Dagli anni Duemila sono aumentati soprattutto gli arrivi dall'Asia e dall'Africa subsahariana. Facilitata dalla libera circolazione, anche l'immigrazione intraeuropea è dinamica. Le donne, che nel 1968 rappresentavano il 44% della popolazione immigrata, oggi sono la maggioranza (52%).
Una volta arrivati in Francia, gli immigrati seguono traiettorie sociali diverse da quelle della popolazione generale. Si concentrano nelle grandi aree urbane e nei dipartimenti di confine. Ad esempio, "mentre il 10% della popolazione francese sarà costituito da immigrati nel 2020-2021, questa percentuale raggiungerà il 20% a Parigi e il 32% in Seine-Saint-Denis", sottolinea l'INSEE.
Inoltre, sono in netto svantaggio rispetto al resto della popolazione in termini di occupazione. Per spiegare le differenze nei tassi di occupazione e nella qualità, l'INSEE individua diversi fattori: il livello di istruzione più basso (il 38% non ha qualifiche, rispetto al 16% dei non immigrati), il mancato riconoscimento delle qualifiche ottenute all'estero e il minor livello di conoscenza della lingua francese.
La probabilità di essere colpiti dalla povertà di reddito è doppia, soprattutto se provengono dall'Africa o dall'Asia. L'INSEE ha analizzato anche le traiettorie dei discendenti degli immigrati, che rappresentano l'11,2% della popolazione.
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Anche questi ultimi soffrono di una situazione sociale più svantaggiata rispetto alla popolazione senza ascendenze migratorie dirette. Ad esempio, il 12% è disoccupato nel 2021, rispetto al 7% della popolazione. Tuttavia, come sottolinea l'INSEE, "i livelli di qualificazione dei discendenti degli immigrati sono molto vicini a quelli della popolazione che non è né immigrata né discendente di immigrati", il che dimostra un forte aumento del livello di istruzione e una forte ascesa sociale da una generazione all'altra.
Situazione in Italia
Secondo i dati Istat, al 1 gennaio 2022 gli stranieri residenti in Italia sono 5.193.669, pari all’8,6% della popolazione. L’incidenza della popolazione straniera sulla popolazione italiana totale è un dato in continua crescita: pensate che nel 1990 gli stranieri erano lo 0,8% della popolazione, e solo nel 2006 hanno superato il 5%.
Se scomponiamo ulteriormente questi dati scopriamo che circa 1,5 milioni sono gli stranieri di altri paesi dell’Unione Europea, mentre i cosiddetti extra-comunitari sono 3,7 milioni circa (6,2% della popolazione). Dei circa 5,2 milioni di stranieri residenti, 2,5 milioni sono cittadini europei, di cui 1,5 comunitari e 1 milione di non comunitari. 1,1 milioni sono i cittadini africani residenti in Italia.
Tra le tre comunità più numerose storicamente presenti in Italia, Romania, Albania e Marocco sono stabilmente sul podio da anni, anche se la loro crescita si è quasi fermata perché molti dei loro componenti sono diventati cittadini italiani e dunque usciti da queste statistiche. Un calo che ha coinvolto molte comunità, complice la pandemia, che ha ridotto l’arrivo di nuovi immigrati e convinto alcuni a rientrare nel paese di origine.
Tuttavia, osserviamo una crescita significativa nel numero di residenti da Cina, paesi del subcontinente indiano (India, Bangladesh, Pakistan, con la sola eccezione dello Sri Lanka) ed Egitto.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli immigrati in Italia al 1 gennaio 2021, le regioni con la maggiore incidenza della popolazione straniera residente sono quelle del centro-nord: Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio, Umbria, provincia di Bolzano, Veneto.
Andiamo però a vedere anche un altro dato: il numero di persone residenti in un paese ma nate in un altro. Questo dato ci dà la misura delle persone che sono diventate nel tempo cittadine di uno stato provenendo però da un background migratorio. L’Italia qui scivola ben oltre il decimo posto, con il 10,6%.
Questi diversi risultati riflettono le differenze in fatto di politiche migratorie. È per questo ad esempio che la Francia ha un’incidenza della popolazione straniera più bassa della nostra (7,7%), ma più alta se consideriamo i nati all’estero (12,8%). Eclatante il caso della Svezia, che ha 900 mila stranieri residenti, che diventano 2 milioni se consideriamo anche gli svedesi nati all’estero.
Rispetto al 1 gennaio 2020 si registra ovunque un aumento di stranieri residenti. L’aumento più significativo si registra in Croazia (+12%), seguita da Portogallo (+10,8%) e in generale nei paesi dell’est, che però partono da numeri molto bassi.
Nel 2022 dal resto del mondo sono entrate in Ue 5,1 milioni di persone. Nel 2021 Eurostat aveva registrato 2,4 milioni di ingressi. Il numero di chi decide di emigrare è rimasto stabile, un milione anche nel 2021. Con questo quadro, l’Ufficio statistiche dell’Unione europea rileva che dei 448,8 milioni di persone che vivevano nei Paesi membri al 1° gennaio 2023, 27,3 milioni di persone erano cittadini extra-Ue. Il 6,1 per cento.
In Italia nel 2022 sono entrati 7 immigrati ogni mille abitanti: 411 mila persone su una popolazione di 58.997 milioni. Di questi, 74,5 mila erano già in possesso della cittadinanza italiana e 49,4 mila hanno scelto di spostarsi in Italia da un altro Stato membro. Nel 2022, dal resto del mondo sono quindi arrivati nello Stivale 287 mila immigrati.
In rapporto alle dimensioni della popolazione nazionale, l’Italia è rimasta sotto la media europea per immigrati, che si attesta a 11 immigrati ogni mille residenti nell’Ue. Malta ha registrato il tasso più elevato di immigrazione nel 2022 - 66 immigrati ogni 1.000 residenti - seguita da Lussemburgo con 48 ed Estonia con 37. Al contrario, la Slovacchia ha registrato il tasso di immigrazione più basso, con 1 immigrato ogni 1.000 residenti, seguita da Bulgaria e Francia, ciascuna con 6 immigrati ogni 1.000 residenti.
Se si guarda il dato in termini assoluti, l’El Dorado europeo è la Germania: solo nel 2022 sono immigrati nella Repubblica federale 2,1 milioni di persone. Al secondo posto la Spagna, con 1,3 milioni, seguita da Francia e Italia con poco più di 400 mila immigrati. Dalla Germania però anche il maggior numero di partenze (533.500), seguita da Spagna (531.900), Francia (249.400), Polonia (228.000) e Romania (202.300).
Dossier Statistico Idos
A metà 2020 i migranti nel mondo sono 281 milioni (per il 48% donne), un numero pari al 3,6% dell’intera popolazione planetaria (7,8 miliardi di abitanti), cresciuti in un solo anno di ben 9 milioni. Nonostante la pandemia e la chiusura di alcune frontiere, l’aumento dei migranti internazionali ha superato la crescita media del quadriennio precedente (+6 milioni all’anno).
Se si considera che nel 2000 essi erano 173 milioni, si osserva che in 20 anni sono cresciuti di ben 108 milioni (+2,4% all’anno in media), con un ritmo particolarmente sostenuto per i migranti forzati (quasi quadruplicati nello stesso periodo: da 22,9 a 82,4 milioni).
Il Quadro UE
All’inizio del 2020 gli stranieri residenti nei 27 Paesi dell’UE (Regno Unito escluso, a Brexit ormai compiuta) sono 36,5 milioni (l’8,2% di tutta la popolazione residente), di cui i non comunitari ammontano a poco più di 22 milioni.
Il primo Paese per numero di residenti stranieri continua ad essere la Germania (circa 10,4 milioni, il 12,4% della popolazione complessiva), seguita a distanza dalla Spagna (oltre 5,2 milioni e 11,0%) e dalla Francia (5,1 milioni e 7,6%). L’Italia è quarta con poco più di 5 milioni di residenti stranieri, l’8,4% della popolazione totale (in linea con la media Ue).
Il numero dei residenti stranieri in Italia (5.013.200 a fine anno, l’8,5% dell’intera popolazione residente) registra il calo annuo più consistente degli ultimi 20 anni (-26.400 e -0,5% rispetto al 2019).
Così, nonostante tra i cittadini stranieri, al contrario degli italiani, restino positivi tanto il saldo naturale (eccedenza dei nati sui morti per 50.000 unità) quanto quello migratorio (eccedenza degli ingressi sugli espatri per 147.600 unità), l’immigrazione non è bastata ad attenuare il declino demografico del Paese nell’anno della pandemia.
Il 51,9% degli stranieri in Italia è di genere femminile e per quasi la metà è europea, in particolare comunitaria per il 30% del totale. Delle quasi 200 collettività estere presenti, solo 14 contano più di 100mila residenti e le 10 più numerose coprono insieme il 63,3% del totale (le prime 5, il 49,3%). I romeni, con 1,1 milioni di cittadini (22,7% di tutti i residenti stranieri), si confermano i più numerosi.
Situazione in Provincia di Trento
Secondo i dati provvisori prodotti dall’Istat, la popolazione straniera in provincia di Trento al 31 dicembre 2020 ammonta a 46.576 residenti, 431 in meno rispetto all’anno precedente, con un decremento relativo dello 0,9%. L’incidenza degli stranieri sul totale dei residenti si mantiene all’8,6%, un valore inferiore di due punti percentuali a quello medio del Nord-Est (10,6%) e di circa un punto percentuale rispetto a quello registrato in provincia di Bolzano (9,5%).
L’ordine della graduatoria delle prime dieci nazionalità non cambia: il gruppo romeno rimane saldamente al primo posto (22,2% del totale degli stranieri), seguito da albanesi (11,6%) e marocchini (7,9%). Non subisce, invece, sostanziali scostamenti da un anno all’altro la quota di alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica: nell’a.s. 2019/2020 rappresentano il 12,0%, con un volume che si rafforza di quasi un centinaio di unità, portandosi a 9.517 studenti.
Il quadro dei richiedenti protezione internazionale inseriti nel progetto di accoglienza straordinaria provinciale si definisce per una presenza che al primo agosto 2021 è di 515 persone, un valore inferiore del 9,5% rispetto a quello registrato a fine 2020 e del 37,5% rispetto alla fine del 2019.
D’altra parte, nei primi sette mesi dell’anno il numero di ospiti usciti dal progetto (167) è stato nettamente superiore a quello dei nuovi inserimenti (106). Le prime due nazionalità danno conto del 70% del panorama complessivo delle nazionalità degli accolti in progetto: si tratta di quella pakistana (38,3%), cui peraltro è attribuibile quasi totalmente la movimentazione dei nuovi ingressi in progetto, e della nigeriana (31,1%).
Tabella Riepilogativa: Stranieri nei Principali Paesi Europei
Paese | Numero di Stranieri (milioni) | Percentuale sulla Popolazione Nazionale |
---|---|---|
Germania | 7,1 | 9% |
Spagna | 5,7 | 12% |
Regno Unito | 4,4 | 7% |
Italia | 4,2 | 7% |
Francia | 3,8 | 6% |
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