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Cosa vedere a Viterbo: Un viaggio nel cuore della Tuscia

Se il Lazio è ricco di meraviglie, Viterbo è una di queste. L’antica città etrusca, infatti, nel corso della sua lunghissima storia è stata anche sede papale: un periodo florido, ricchissimo, del quale conserva ancora oggi il lascito. Viterbo si trova nel Lazio ed è il capoluogo dell’omonima provincia situata nella parte settentrionale della regione.

Viterbo ha il centro storico medievale più grande d’Europa, ma pochi italiani lo sanno. Ha l’atmosfera, l’architettura e lo stile di vita di un borgo anche se ha le dimensioni di una media città. Visitare Viterbo in un giorno permette di osservare tutte le bellezze della città, ma fermarsi due giorni o un weekend lungo rende possibile esplorare anche le meraviglie circostanti. Insomma, ce n’è per riempire 2-3 giorni di arte, spiritualità, natura e cibo!

Simboli e luoghi imperdibili di Viterbo

Palazzo dei Papi

Impossibile non visitare il simbolo di Viterbo, il Palazzo dei Papi. Dal 1257 al 1281 questo edificio fu la residenza papale, come voluto da Alessandro IV. Quando Roma diventava troppo pericolosa, i Papi preferivano scappare a Viterbo, città vicina, ricca e soprattutto sicura perché Guelfa. Il Palazzo dei Papi fu quindi fatto costruire tra il 1255 e il 1266 dal Capitano del Popolo Raniero Gatti proprio per ospitare i pontefici romani che trasformarono Viterbo in una “Piccola Roma”, la “Città dei Papi”, come viene ancora oggi chiamata. Se la bellezza della Loggia dei Papi conquista già di per sé, l’incanto è completo osservando la Valle Faul dal retro del palazzo.

Questa loggia è chiamata anche “delle benedizioni” perché i papi si affacciavano da qui per benedire il popolo. Questo luogo è interessante perché storicamente, qui, è nata la parola conclave. Non servì a nulla, perché ci vollero comunque 3 anni per eleggere il Papa, ma resta di quel periodo la parola Conclave che si usa ancora oggi.

Cattedrale di San Lorenzo

La Cattedrale di Viterbo si trova accanto al Palazzo dei Papi, di cui è stata per molto tempo il giusto completamento. La Cattedrale di San Lorenzo sorge sul colle del Duomo il quale viene considerato come il primo nucleo abitato della città risalente all’epoca degli Etruschi. Il campanile gotico bicolore fu modificato nel 1369 e svetta sulla piazza con la sua mole possente. L’interno è suddiviso in tre navate con a destra il fonte battesimale del XV secolo, le cappelle di Santa Caterina e dei Santi Valentino ed Ilario.

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La cattedrale di Viterbo ha una particolarità: dietro l’abside centrale c’è ancora l’abside barocco con la volta affrescata e il meraviglioso Coro Barocco. L’interno della Cattedrale mostra chiaramente i vari interventi successivi alla sua impronta tipicamente romanica. i pregiati affreschi della cappella di Santa Caterina, nella quale vi è un rosone risalente all’antica facciata medievale.

Museo del Colle del Duomo

Il Museo del Colle del Duomo è il terzo elemento del polo che unisce il Palazzo dei Papi e la Cattedrale di San Lorenzo. Inaugurato nel 2005 raccoglie le opere archeologiche, storiche-artistiche e il tesoro dei Papi. Visitare il museo significa ripercorrere la storia del Colle del Duomo e quindi della città di Viterbo. Nella sezione archeologica sono raccolti alcuni importanti reperti di Viterbo e della Tuscia di epoca etrusca, romana e medievale.

Il centro storico e i suoi quartieri

Il centro storico di Viterbo racchiude, come uno scrigno, diversi tesori. Se avete mai visto una foto di Viterbo, quasi sicuramente ritraeva qualche scorcio del quartiere medievale di San Pellegrino. Le case torri, profferli, richiastri, architetture tipiche del medioevo viterbese per fortuna conservate intatte. Molte abitazioni hanno anche i richiastri, un cortile interno al servizio di una o più abitazioni. Tra questi, il quartiere di San Pellegrino è uno dei più preziosi. Passeggiando col naso all’insù s’incontrano archi, logge, palazzi in pietra, ma soprattutto lo splendido Palazzo degli Alessandri, l’antica torre e Casa Poscia. La piazza S. Pellegrino rappresenta un ambiente caratteristico dell’omonimo quartiere poiché si apre come un naturale punto di confluenza di Via S. Pellegrino ( A.

I turisti più disattenti si fermano a San Pellegrino e poi tornano indietro: pochi metri dopo, invece, si può scoprire un gioiello meno conosciuto ma altrettanto bello di Viterbo: è il quartiere di Pianoscarano, un tempo diviso da San Pellegrino dal fiume e dal Ponte del Paradosso. Il centro del quartiere è la piazza con la fontana del “Piano”, famosa perché fu causa della rivolta dei viterbesi contro Papa Urbano V.

Le fontane di Viterbo

Le fontane, a Viterbo, sono ovunque. Per la maggior parte, hanno forma fusolare e sono realizzate in peperino, pietra locale; l’acqua che sgorga è proveniente dai monti Cimini.

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Viterbo sotterranea

Cosa fare a Viterbo se non visitare (anche) la Viterbo sotterranea? I cunicoli, la cui origine è controversa ma secondo alcuni archeologi risalirebbe all’epoca etrusca, si snodano sotto la città in un reticolo di tunnel che partono dal cuore cittadino e sbucano oltre le mura.

Le Terme

Viterbo è anche la città delle terme, tanto da ospitarne alcune nel cuore cittadino, oltre che nei dintorni. Il bacino idrominerale e idrotermale di Viterbo è famoso per essere uno dei più copiosi d’Italia e per le qualità terapeutiche. Devi sapere che prima di te in queste terme si sono riposati e rilassati anche gli antichi romani e non solo, naturalmente. Le più famose - e antiche - sono le Terme dei Papi, volute da Papa Niccolò V. Note anche come “il Bagno del Papa”, sono uno dei luoghi da visitare assolutamente in città.

Chiesa di Santa Maria della Peste

La zona del Sacrario, altresì nota come piazza dei Caduti, nacque negli anni Trenta come conseguenza dell’abbattimento di diverse case medievali. A colpire lo sguardo è la Chiesa di Santa Maria della Peste, costruita in seguito a un voto successivo alla pestilenza che colpì la città dal 1493 al 1501.

I dintorni di Viterbo: tesori da scoprire

I dintorni di Viterbo offrono tantissime cose da fare. Di palazzi e parchi da vedere, in Lazio, ce ne sono tantissimi, e la regione della Tuscia non è da meno. Oltre a Viterbo, nella zona ci sono alcuni itinerari da non perdere che distano non meno di un’ora di auto: Marta, sul Lago di Bolsena, la meravigliosa Civita di Bagnoregio, Caprarola e Ronciglione.

Villa Farnese a Caprarola

Tra i palazzi più belli c’è sicuramente Villa Farnese, a Caprarola. VILLA FARNESE DI CAPRAROLA è una delle opere più apprezzate del Rinascimento in Europa e risale al Secondo Cinquecento. Esatto, la villa porta il nome della stessa famiglia di Palazzo Farnese di Roma e sorge, inaspettata, nel verde dei Colli Cimini. Villa Farnese è un complesso architettonico impegnativo che si articola in un palazzo fortificato pentagonale a cinque piani con un cortile circolare.

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Nei Giardini Bassi, e nei Giardini Alti con fontane, labirinti, sculture. Si tratta di spazi esclusivi che avevano la duplice funzione di rappresentanza e di villeggiatura del cardinale Alessandro Farnese (1520-1589), nipote di papa Paolo III (1468-1549). Il cardinale Alessandro mecenate d’arti e uomo ricco, incaricò al grande architetto, Jacopo Barozzi da Vignola, che disegnò anche la vicina Villa Lante a Bagnaia per un altro cardinale. Il Vignola realizza in soli 26 anni tutto l’alzato del palazzo di Caprarola, dal 1550 al 1576. A Villa Farnese di Caprarola l’architettura dell’edificio e della natura venne disegnata secondo le regole rinascimentali: simmetria, ordine, proporzioni perfette, equilibrio.

Villa Lante a Bagnaia

Vale davvero la pena spostarsi 5 km fuori dal centro di Viterbo per visitare Villa Lante, una delle più belle ville del mondo. VILLA LANTE a Bagnaia si divide in un parco e in un giardino a sorpresa, assieme manierista e all’italiana, con fantasiosi giochi d’acqua. Ci troviamo nel giardino della residenza estiva dei Vescovi di Viterbo risalente al Secondo Cinquecento, disegnato probabilmente dal grande Barozzi da Vignola. Le due costruzioni più rilevanti della villa sono le due palazzine gemelle anche se costruite con 30 anni di differenza.

L’altro grande artefice della villa fu Tommaso Ghinucci da Siena, architetto ed ingegnere idraulico che, dopo aver finito Villa d’Este a Tivoli si dedicò a Villa Lante per circa 10 anni. Il nome di Villa Lante sarà attribuito nel XVII secolo quando divenne proprietà di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere. Ancor oggi è possibile addentrarsi nel parco, tra le fontane rustiche, dove gli alberi ed arbusti furono piantati raggruppati, come volevano i trattati degli alboricoltori del ‘400 e del ‘500, secondo la stessa specieCome in tutte le altre ville rinascimentali, anche a Villa Lante il parco è la parte dove la natura viene lasciata al suo stato selvaggio, non controllata attraverso la ragione.

Sacro Bosco di Bomarzo

Sempre restando in tema di giardini, da vedere è il Sacro Bosco di Bomarzo. Per una gita fuori porta in Tuscia, ad un quarto d’ora d’auto dal centro di Viterbo si trova il Parco dei Mostri di Bomarzo conosciuto anche come Sacro Bosco di Bomarzo. Un luogo unico al mondo la cui bizzarria non può non conquistare. Il percorso di sculture, volute dal principe Orsini nel 1547, si sviluppa tra olmi, noccioli e meli selvatici: il visitatore ora s’imbatte in un enorme orco, ora in un elefante semi sospeso.

È un’attrazione sui generis molto apprezzata dalle famiglie che si divertono a scovare le enormi sculture di pietra disseminate lungo il percorso nel bosco. Mancano didascalie per approfondire anche solo brevemente i significati delle statue quindi divertitevi voi ad interpretarli. In alternativa si può pranzare, previa prenotazione, al ristorante “La Locanda del Mostro” oppure portare il pranzo a sacco e sistemarsi nell’area pic-nic. Il parco è sempre aperto.

I borghi più belli vicino a Viterbo

Quali sono i borghi più belli vicino a Viterbo? Sant’Angelo vale senza dubbio una visita. Soprannominato il “paese delle fiabe”, è un museo a cielo aperto: le sue case sono abbellite da murales raffiguranti universi leggendari e fantastici.

Cucina Viterbese

La cucina viterbese è fortemente influenzata dalla regioni limitrofe e porta con sé suggestioni romane, ma anche toscane e umbre. I ristoranti a Viterbo spaziano dalla cucina più tradizionale, con osterie e trattorie, a locali più raffinati e di ricerca. Tra gli indirizzi migliori in città si segnalano l’Osteria del Vecchio Orologio, presente da più di 50 anni nel cuore della Città dei Papi e il ristorante Sale Nero, specializzato perlopiù in cucina di pesce.

10Verso la fine del Lazio, già quasi Toscana e anche un po’ umbria, la cucina di Viterbo e della provincia unisce i sapori di queste 3 grandi culture gastronomiche, come si scopre già dai nomi dei piatti. Se si è fortunati si trova nel menu il Fieno Canepinese, pasta fresca simile alle tagliatelle condita con sugo di pollo. Molti dimenticano che la Tuscia viterbese è anche zona ricca d’acqua e dai laghi di Bolsena e Vico arrivano i pesci (luccio, tinca, coregone anguilla) per un’eccezionale zuppa (Sbrescia). Il secondo più famoso è la Pignataccia, uno stufato cotto al forno in un tegame di coccio con carne e interiora di bovino e suino. Tra i dolci ricordiamo le fregnacce (frittelloni), le ciambelle all’anice, il Pangiallo, tozzetti e frittelle di riso.

Piatti tipici viterbesi

  • Lombrichelli: pasta fresca senza uovo, preparata con farina, acqua e sale ed impastata in modo da ottenere dei filamenti, simili ai classici spaghetti.
  • Pasta Straccia: pasta fatta in casa con semplice acqua e farina.
  • Gnocchi col ferro: gnocchi fatti in casa con semplice acqua e farina.
  • Strozzapreti: pasta fatta in casa con semplice acqua e farina.
  • Fieno di Canepina: pasta fresca simile alle tagliatelle condita con sugo di pollo.
  • Pignataccia: uno stufato cotto al forno in un tegame di coccio con carne e interiora di bovino e suino.

Informazioni utili per visitare Viterbo

Il clima a Viterbo è mite, con estati calde e afose e inverni quasi mai rigidi. Viterbo ha due stazioni ferroviarie, una a Porta Fiorentina e una a Porta Romana. Per raggiungere Viterbo in aereo l’aeroporto di riferimento è quello di Roma Fiumicino. Partendo da Roma è necessario imboccare la tangenziale del GRA e arrivare fino all’uscita Cassia bis per poi proseguire sulla strada verso Viterbo. A Viterbo non è proprio comodo guidare all’interno del centro storico, tutte le strade sono piuttosto strette e a senso unico, alcune anche a traffico limitato.

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