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Pescaturismo a La Maddalena: Un'Esperienza Autentica tra Tradizione e Natura

Il concetto di Turismo responsabile nasce da nuove esigenze di valorizzazione e riscoperta della realtà sociale ed ambientale dei luoghi più suggestivi e delle antiche tradizioni della nostra cultura. Si vuole offrire al visitatore la possibilità di inserirsi in maniera armonica nel contesto preesistente senza alterarne le preziose particolarità.

Il Pescaturismo può portare molteplici vantaggi: il mantenimento di quell'integrità sociale ed economica spesso danneggiata dal voler promuovere attività che non tengono conto del contesto locale; una valida risposta ai problemi legati alla pesca, con la possibilità di integrazione del reddito degli operatori del settore attraverso un'attività non contrastante con la loro stessa identità storica e culturale; la razionalizzazione del prelievo delle risorse, ottenuta tramite l'orientamento verso una graduale diversificazione delle attività produttive.

La Tradizione della Pesca a La Maddalena

Già due secoli fa, l’attività peschereccia a La Maddalena era una sicura fonte economica. Nel 1841, Vittorio Angius, nel Dizionario del Casalis, riferiva che a La Maddalena “Le barche pescherecce sono circa 25. Abbondano in queste acque pesci di moltissime specie, e sono un gran ramo di lucro per i pescatori, già che provvedono tutta la Gallura”.

Gli stessi nomi dei pescatori isolani, i vari Scotto, Aversano, Acciaro, Barretta, Di Fraia, Di Meglio, D’Arco, Nicolai, Pattarino, Ricco, Sabatini, Vitiello e tanti altri, danno una precisa connotazione geografica dell’area di provenienza, con evidente preminenza dell’area partenopea. Per non parlare poi di Rivieccio, il famoso “Squarciò”, morto per lo scoppio di un ordigno preparato per la pesca di frodo e immortalato nella nota sceneggiatura cinematografica di Franco Solinas. Ma i figli di questi immigrati della pesca divennero presto “quasi maddalenini” ed i loro figli maddalenini del tutto e come tali restii alle fatiche, ai sacrifici e all’aleatorietà dei guadagni che l’attività peschereccia comporta. Ma tutto ciò non è certo una novità né una scoperta.

La scarsa solerzia dei maddalenini verso l’attività peschereccia fu oggetto di osservazioni e di richiami fin dal primo nascere della comunità isolana. “Secondo gli ordini che mi ha dato V.E. - scriveva al viceré in una lettera del 29 novembre 1793 - ho vivamente rappresentato a questi isolani i vantaggi che procurerebbe loro la noncuranza con la quale lasciano i napoletani in possesso di questa attività.

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L’ottimistica proposta del De Chevillard, sebbene con molte riserve, fu approvata dal vicerè che colse l’occasione per suggerire ai maddalenini di assumere anche un altro proficuo ramo di attività finora rimasto in mano ad altri: quello del trasporto della posta da Livorno a La Maddalena, con prosecuzione per Porto Torres.

Solo all’inizio di questo secolo e fino all’ultimo dopoguerra, grazie anche ai collegamenti marittimi diretti fra l’isola e il continente vi fu un’intensa attività peschereccia con consistente esportazione di prodotto, soprattutto di crostacei; ma non fu certo un’attività positiva. Difatti, se è vero che i pochi pescatori isolani diranno che oggi le acque dell’arcipelago sono sempre più povere di pesce, è altrettanto vero che in quegli anni le unità pescherecce hanno svolto il loro lavoro, e non sempre con mezzi legittimi, entro la fascia batimetrica che va dai 50 ai 100 metri, trascurando e addirittura impoverendo anche le batimetriche inferiori che costituiscono in tutti i mari il 70% del potenziale produttivo.

Forse l’occasione buona per i pescatori maddalenini, oggi trasformati quasi esclusivamente in barcaioli che conducono all’indiscriminato assalto delle spiagge isolane le orde sciamenti dei turisti, è ora quella offerta dal tanto discusso parco. Gli esempi più immediati vengono dal parco di Lavezzi ove le cernie, scomparse dalle isole dell’arcipelago, sono tornate numerose, e dal parco di Ustica dove la chiusura alla pesca di vaste zone di scarsa profondità ha dato luogo già in pochi anni ad un apprezzabile ripopolamento non solo delle batimetriche adiacenti poste agli stessi livelli dei fondali protetti, ma anche delle zone più profonde ove scende il pesce che si è riprodotto indisturbato ai livelli superiori. I pescatori di Ustica, dapprima diffidenti, cominciano ora a trarre beneficio dal parco e ad apprezzarne gli effetti positivi.

Oggi ai turisti di quell’isola viene servito quasi totalmente pesce che parla uticense; ai turisti maddalenini, invece, viene portato a tavola pesce che parla greco, spagnolo, marocchino, corso, olbiese ed anche lingue di lontanti mari tropicali.

Normativa e Regolamentazione del Pescaturismo

L'attività di Pescaturismo è attualmente regolamentata dal D.M. 13 aprile 1999, n. 293 MIPAF (Regolamento recante norme in materia di disciplina dell'attività di pesca turismo, in attuazione dell'art. 27-bis della legge 17 febbraio 1982, n.41, e successive modificazioni) e dal Dlgs. 26 maggio 2004 n.

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Tali iniziative possono essere svolte anche nei giorni festivi, in ore diurne, e qualora esistenti le sistemazioni d’alloggio di caratteristiche pari a quelle dell’equipaggio (art. [1] La Direz. Gen. della pesca e dell’acquacoltura con Dp. 602020 del 13/7/2000 ha chiarito che il DM 22/6/82 intitolato “imbarco di ricercatori” l’ autorizzazione al pernottamento a bordo, è prevista per attività superiori alle 24 ore, con turni di riposo notturni. La stessa norma, pertanto, non è pertinente nel caso di pesca che si svolge nel corso di una notte, dal calar del sole all’alba, per cui si può prescindere dalle sistemazioni a bordo.

Esperienze di Pescaturismo con Stefano Adami

Siamo pronti a farti vivere le battute di pesca in Sardegna che hai sempre sognato tutto l’anno! Cosa aspetti? Mi chiamo Stefano Adami e sono una guida di pesca certificata con più di 15 anni di esperienza, ho pescato nei più bei mari di tutto il mondo.

Alcune delle tecniche e specie che potresti incontrare:

  • Spinning alla spigola in laguna: 400 ettari di laguna esclusiva piene di spigole aggressive. La Laguna Di Mistras è una peschiera privata dove nessuno può infastidire le centinaia di spigole che nuotano fameliche al suo interno.
  • Pesca Al Tonno: Il tonno rosso è in assoluto il pesce con più forza nel mediterraneo: la sua pesca è una delle massime espressioni di tecnica e potenza nel combattimento, sia che la cattura si effettui a drifting che a traina con il vivo.
  • Traina col vivo: Probabilmente una delle tecniche più affascinanti che si possa praticare dalla barca.

Un’uscita di pesca in Sardegna con Stefano Adami è un’esperienza da provare assolutamente, sia che siate pescatori navigati che neofiti, in qualsiasi situazione Stefano vi farà sentire a vostro agio e vi sorprenderà con pesci incredibile e battute taglienti, pesci e divertimento con Stefano Adami non mancano mai !

Il Parco Nazionale dell'Arcipelago della Maddalena

Istituito nel 1994, primo in Sardegna, il parco nazionale dell’arcipelago della Maddalena si estende su terra e mare per oltre 20 mila ettari. Abbraccia 180 chilometri di coste, comprendendo oltre 60 isole, grandi e piccole, granitiche e scistose, modellate da vento e correnti. Spiccano Budelli, Caprera, Razzoli, Santa Maria, Santo Stefano e Spargi, mete di indimenticabili tour in barca partendo da Baja Sardinia, La Maddalena, Palau e Santa Teresa Gallura.

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L’Arcipelago è un insieme di isole a nord­-est della Sardegna, di fronte alla coste della Gallura.

Come Arrivare

Da Palau, prendere il traghetto per La Maddalena, collegata a Caprera mediante il Passo della Moneta, un ponte­diga lungo circa 600 metri. Non è possibile sbarcare o raggiungere l’arenile di Budelli, poichè proprietà privata. Le altre isole sono raggiungibili tramite imbarcazioni private.

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