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Piccioni Viaggiatori: Video e Addestramento

I piccioni viaggiatori, razze domestiche del colombo selvatico Columba livia, sono stati per molto tempo il più veloce mezzo di comunicazione disponibile, grazie alla loro eccellente abilità nel trovare la via del ritorno al nido. Vediamo come rendere l'allenamento gratificante per loro!

Storia e Importanza dei Piccioni Viaggiatori

L'utilizzo dei piccioni viaggiatori risale agli egizi e ai persiani, tremila anni fa, e rimase un efficiente mezzo di comunicazione fino all'avvento del telegrafo, del telefono e, infine, della radio.

Il Ruolo dei Piccioni durante la Seconda Guerra Mondiale

I piccioni in prima linea per la liberazione dell’Europa dal nazismo e dal fascismo. Durante entrambe le guerre mondiali furono utilizzati migliaia di piccioni per spedire messaggi strategici, scritti su carta leggera o in microfilm e inseriti in un tubicino legato a una zampa. Infatti erano addestrati per l’invio e la ricezione di preziose informazioni segrete e Paddy fu uno dei trenta “assegnati” dall’aviazione militare britannica alle unità operative della 1ª Armata americana l’8 giugno 1944.

Paddy: Un Eroe Alato

Il nome in codice della missione era “U2” e Paddy si trovò nel bel mezzo del fuoco nemico quando venne rilasciato in Normandia intorno alle 08.15 del 12 giugno per trasferire messaggi codificati sull’avanzata delle truppe anglo-americane. Il piccione irlandese volò per 240 chilometri fino all’Hampshire e “atterrò” alla base in quasi 4 ore e 50 minuti. Un’impresa eroica che gli valse la medaglia “Dickin” il 1° settembre 1944, dal nome della veterinaria Maria Dickin che aveva lanciato il riconoscimento in onore degli animali “in armi”.

Il Contributo delle Donne nell'Addestramento

Naturalmente dietro il loro addestramento c’erano donne e uomini che dedicarono tempo ed energie: «I piccioni viaggiatori sarebbero gli unici capaci di levarsi in volo a rivelare informazioni essenziali. Servono anche per non essere intercettati», spiega Nicoletta Maggi, giornalista e segretario dell’International Churchill Society Italia, nonché autrice del volume L’angelo di Churchill (Media&Books) dove ripercorre la storia della spia inglese Jicky che assieme a una sessantina di altre donne vennero impiegate in operazioni di intelligence.

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Jicky e l'Intelligence Britannica

«Jicky, Hazel Juvenal-Smith era un agente segreto che operava per il premier britannico in Francia - aggiunge Maggi -. Era specializzata in perizia calligrafica e nel settore delle comunicazioni coi piccioni viaggiatori. Dentro all’MI14 gestiva i report in entrata e in uscita grazie al gran lavoro dei piccioni inviati nelle nazioni occupate e poi trasmessi al Foreign Office». «Jicky sapeva che ogni agente britannico infiltrato col paracadute nell’Europa occupata aveva a disposizione due piccioni viaggiatori, al momento del lancio, nascosti in due calzini che lasciavano libera la loro testa - prosegue Maggi -. Il primo piccione veniva rimandato indietro all’atterraggio per trasmettere a Bletchley Park, la stazione di decriptazione di Alan Turing, che il lancio era andato a buon fine. Il secondo, quando l’agente voleva far sapere di voler essere ripreso avendo terminato la sua missione - prosegue Maggi -. Jicky era impegnata in questo ambito dell’intelligence britannica. E lo sbarco in Normandia, 80 anni fa, riuscì anche grazie ai piccioni viaggiatori».

I Piccioni nel D-Day

I piccioni furono protagonisti nel D-Day e molti di loro vennero imbarcati nelle unità della Royal Navy. «Un centinaio di loro fu inviato in Normandia il 6 giugno 1944 - sottolinea Nicoletta Maggi - e quando furono vicini alla costa, con la flotta d’invasione degli Alleati pronta a sbarcare, in silenzio radio per evitare di essere rilevata dai nemici, il loro contributo fu determinante».

La Medicina Aeronautica e i Piccioni

L’uso dei piccioni viaggiatori restò determinante anche per la medicina aeronautica: «Essi erano in grado di trovare la strada di casa utilizzando, secondo le ipotesi, dei navigatori olfattivi e dei navigatori magnetici», sottolinea il tenente colonnello medico dell’Aeronautica Militare Paola Verde, segretario generale dell’Associazione italiana di medicina aeronautica e spaziale. «I piccioni avrebbero infatti una sorta di magneto- recezione che consente l’identificazione delle variazioni nei campi elettromagnetici terrestri - l’ufficiale dell’Aeronautica Militare - ritornavano sempre al nido, quindi in un flusso che avveniva in un’unica direzione.

Tecniche di Addestramento

Il piccione viaggiatore è stato uno degli animali più utilizzati dall’uomo. Di solito vengono utilizzati i piccioni selvatici, motivo per cui sono così tolleranti nei confronti della presenza dell’uomo: portano sulla schiena un lungo processo di addomesticamento. L’incredibile capacità spaziale che hanno questi uccelli non è passata inosservata alla nostra specie, che si è lanciata, all’epoca, ad utilizzarli per scambiarsi messaggi in sicurezza. Vedremo come si insegna ai piccioni ad andare da un punto all’altro ea tornare al loro luogo di origine.

Come Iniziare l'Addestramento

Se non possiedi un piccione viaggiatore e/o da competizione (se ne hai uno costoso per esempio), puoi farlo volare per vederlo ritornare. Puoi allora prendere l’uccello e portarlo in un posto a chilometri di distanza. Vai a nord, sud, est e ovest, così imparerà a tornare da tutte le direzioni. Ripeti questa operazione un paio di volte e dopo inizia ad allontanarti sempre di più. Comincia spostandoti a un chilometro da casa per poi aumentare di volta in volta.

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Distanze e Precauzioni

I piccioni viaggiatori riescono a tornare da distanze notevoli, anche da 80 km, anche se alcuni uccelli con doti straordinarie sono capaci di ritornare da distanze più grandi. Lasciare volare il tuo piccione troppo presto significherà farlo volare via per non vederlo tornare mai più. I piccioni viaggiatori anziani o con più esperienza potrebbero non essere adatti a questo addestramento. Potrebbero essere già stati addestrati per tornare a un altro sottotetto.

Passi per Addestrare un Piccione Messaggero

Ci sono due pilastri per affrontare questa formazione. Il primo è lo sviluppo della capacità di orientamento dell’uccello. Il secondo è l’apprendimento stesso: il condizionamento.Ecco i passi fondamentali:

  1. Stabilire un rapporto positivo con l’uccello: i piccioni sono sensibili e ombrosi, ma anche socievoli.
  2. Familiarizzazione con l’oggetto da trasportare: è normale che il piccione sia spaventato dal messaggio o dal suo contenitore le prime volte che lo vede. Per questo, prima di tutto, deve abituarsi ad essa, esponendosi ad essa progressivamente.
  3. Allenamento: ora passiamo al condizionamento stesso. Deve essere fatto per fasi. In sostanza, bisogna insegnare al piccione a portare il messaggio da un punto all’altro vicino, premiandolo ogni volta.
  4. Stabilire punti di consegna: una volta che ha familiarità con pesi diversi e vola in modo appropriato con loro, il piccione viaggiatore è pronto per consegnare messaggi.
  5. Uso di riferimenti e rinforzi positivi: va da sé che la punizione non è un metodo valido per addestrare un piccione. Invece, l’utilizzo di dolcetti e piattaforme di riferimento per l’atterraggio è un buon strumento.

Come Farli Tornare al Loft?

Per garantire che il piccione viaggiatore ritorni una volta che il carico è stato consegnato, è meglio ricorrere al rinforzo positivo. Seguire una routine con il cibo, ad esempio, gli farà sapere di tornare a una certa ora per riceverlo. Anche premiarli con ninnoli durante l’allenamento aiuta. Un’altra idea molto diffusa è quella di associare dei segnali alla cerimonia di premiazione per farli tornare.

Frequenza dell'Addestramento

Convincere uno di questi uccelli a percorrere lunghe distanze e tornare a casa non è un compito di un giorno: sono necessarie costanza e pazienza. Di solito si consiglia di allenarli 2 o 3 volte a settimana, circa 30 minuti per sessione. È importante che queste sessioni siano all’interno di una routine, ovvero che l’allenamento avvenga negli stessi giorni della settimana, sia ricompensato allo stesso modo e si svolga alla stessa ora del giorno.

Addestramento dei Pulcini

Qualsiasi animale nella sua fase giovanile ha una maggiore plasticità cerebrale rispetto a un adulto. Di conseguenza, la loro capacità di apprendimento sarà maggiore e sarà più facile stabilire un legame sociale con loro. Naturalmente, l’uccello deve essere in grado di volare da solo quando inizia l’addestramento.

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L'Incredibile Capacità di Orientamento dei Piccioni

Non ci sarebbe mai stato un piccione viaggiatore, se nessuno avesse notato la sua incredibile capacità di navigare.Ecco i fattori chiave:

  • Punti di riferimento: i piccioni sono in grado di riconoscere un’area al primo volo che vi effettuano sopra.
  • Individuazione dei campi magnetici terrestri: essendo in grado di volare su lunghe distanze, i piccioni hanno bisogno di punti di riferimento su larga scala.
  • Influenza sociale: quando volano in coppia o in gruppo, i piccioni imparano a ottimizzare il percorso.

Attraverso l’addestramento e fornendo punti di riferimento, è possibile insegnare ai piccioni a percorrere grandi distanze.

I Sensori dei Piccioni

Sembra molto probabile che per navigare i piccioni usino tutta una serie di capacità sensoriali poco conosciute. La vista ha un certo ruolo, soprattutto quando sorvolano l’area intorno alla loro colombaia, ma ritrovano la strada anche quando gli vengono applicate lenti a contatto opache, pur non riuscendo a rientrare nel loro ricovero. I ricercatori hanno dotato i piccioni di dispositivi che cambiano i campi magnetici intorno al loro capo per vedere se, come molte creature marine, usano i poli per orientarsi. Negli anni settanta degli scienziati italiani scoprirono che tagliando il nervo olfattivo i piccioni non ritrovavano la strada di casa, e studi successivi hanno ipotizzato che si creino una “mappa olfattiva” utilizzando gli odori portati dal vento.

Uso Storico e Moderno

È questa loro straordinaria capacità di tornare nella colombaia d’origine che li ha fatti diventare tra gli animali da compagnia più diffusi. I piccioni volavano in tutto l’impero romano portando messaggi dalla periferia alla capitale. Durante il settecento e all’inizio dell’ottocento diventarono ausiliari importanti delle reti tecnologiche che stavano spuntando in tutto il mondo.

Tabella Riepilogativa dei Contributi dei Piccioni Viaggiatori

Periodo Storico Utilizzo Principale Esempio Notabile
Antico Egitto e Persia Comunicazione a lunga distanza Invio di messaggi da regioni periferiche
Impero Romano Comunicazione militare e civile Decimo Bruto spezza l'assedio di Modena
Medioevo e Rinascimento Comunicazione mercantile e diplomatica Famiglie nobiliari utilizzano piccioni per informazioni finanziarie
Guerre Mondiali Comunicazione militare strategica Paddy riceve la medaglia Dickin per il servizio in Normandia
Oggi Sport, Hobbies e ricerca scientifica Competizioni di volo e studi sull'orientamento animale

Il Servizio Segreto dei Piccioni: Operazione Columba

L’idea di usare i piccioni a scopi di spionaggio fu una delle tante reazioni alla difficoltà di far uscire informazioni dall’Europa all’inizio della seconda guerra mondiale. Durante la prima guerra mondiale, lo spionaggio per l’estero britannico dell’Mi6 aveva usato corrieri e passeur per portare le informazioni oltre le linee nemiche. Era un lavoro pericoloso, e molti furono catturati e giustiziati. La necessità di nuovi mezzi di comunicazione portò ad alcuni progetti bizzarri, e l’operazione Columba fu tra quelli che ebbero maggiore successo.

L’operazione Columba fu concepita e gestita da una banda scombinata di funzionari dei servizi segreti, allevatori di piccioni, aristocratici amanti degli animali e soldati che non sempre lavoravano bene insieme. Era diretta dallo Special continental pigeon service, l’Mi14(d), un ramo dell’intelligence militare (Mi16), e il suo ideatore fu Rex Pearson, un agente che aveva passato gli anni tra le due guerre alla Unilever, in Svizzera, come copertura del suo lavoro per l’organizzazione Z, una rete parallela dei servizi segreti gestita dall’Mi6. Nel 1939 Pearson suggerì che i piccioni si potevano usare non solo per ricevere informazioni dagli agenti in servizio, ma anche per reclutarne di nuovi. L’Mi6 la giudicò un’idea ridicola e non volle saperne. Ma l’intelligence militare, che era gestita dall’esercito e aveva sede al ministero della guerra invece che al ministero degli esteri, permise a Pearson di andare avanti.

Dopo lo scoppio della guerra i membri dell’Nps accettarono di fornire venti piccioni al mese, e in cambio poterono continuare a curare le loro colombaie e acquistare il mangime. I primi lanci sperimentali dell’operazione Columba risalgono alla fine del 1940, e dall’inizio del 1941 fino al settembre 1944 il servizio lanciò sull’Europa occupata 16mila piccioni attaccati a piccoli paracadute, coprendo un territorio che andava da Copenaghen a Bordeaux.

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