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Pizzocco: Brevi Viaggi alla Scoperta delle Dolomiti Bellunesi

L'Alta Via Dolomiti Bellunesi è un percorso certamente impegnativo, dal punto di vista fisico nel suo complesso, ma anche tecnicamente in diverse tappe. Questo itinerario incrocia l’Alta Via nr 1 e poi anche la nr 2, offrendo un'esperienza unica tra paesaggi mozzafiato e rifugi accoglienti.

Un Viaggio Solitario tra le Montagne Dimenticate

Dal 7 al 13 luglio, ho percorso l’Alta Via interamente a piedi tra Forno di Zoldo e la birreria Pedavena, aggirando i monti del Sole a nord sul percorso tematico “La montagna dimenticata”. Ho percorso l’alta via da solo, è stata in parte una scelta, in parte forse ero troppo stanco di aspettare l’occasione giusta per una esperienza che desideravo fare da tanti anni.

Da parte mia ho sentito che in quanto escursionista mi veniva lasciata spesso carta bianca rispetto a varianti, punti di appoggio possibili, deviazioni, ma insieme a questa libertà ovviamente arriva anche la responsabilità di sapersi orientare in ambiente e fare le scelte giuste. E così da escursionista bisogna farsi anche un po’ interpreti della montagna e imparare ad adattarsi, a non limitarsi a seguire soltanto acriticamente una lunga serie di bolli e cartelli ma a guardarsi attorno e capire bene l’ambiente attorno a sé.

Il mio viaggio comincia innanzitutto nella mia mente circa quattro mesi prima del giorno che mi ero prefissato per la partenza che sarebbe stata in agosto. Rapito un pò dalle immagini affascinanti dei luoghi di passaggio dell’Alta Via Dolomiti Bellunesi, ma anche dalla volontà di fare un viaggio in solitaria con un po' di sano spirito di avventura. Quindi, mi informo, il più dettagliatamente possibile su sentieri e dislivelli e creo le mie tappe, con eventuali varianti. Prenoto anche le strutture che mi ospiteranno per i pernottamenti e soprattutto spero nella clemenza del meteo!

Tappe Indimenticabili

Le tappe che ho apprezzato di più sono la seconda dal Rifugio Pramperet al Bianchet complice anche un tempo splendido. Altra tappa fantastica la salita ai Piani Eterni (eccetto i primi 10 km su asfalto) ripagati dal sentiero e dall’ambiente davvero unico quando si arriva a malga Erera. Ho avuto la fortuna di essere l’unica ospite di malga Erera e se non avessi avuto gli altri rifugi prenotati sarei rimasta li molto volentieri. E’ un luogo magico dove regna pace e silenzio.

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Il giorno successivo ho percorso la Variante Alpinistica che porta al rifugio Boz. Arrivata alla fine delle cengie ero davvero provata. L’unico neo di questa Alta Via è la tappa nr 4 perché il sentiero della Via degli Ospizi è poco curato perciò ci si ritrova a camminare nell’erba alta ed è molto facile sbagliare.

Rifugio Sommariva Pramperet

Ospitato da un amico a Pralongo, parto alla volta di Forno. Prima tappa d’obbligo il caffè al Fornel: la giornata parte alla grande! Opto per salire al Rifugio Sora al Sass da dove mi godo il panorama stupendo su Castello di Moschesin e San Sebastiano sorseggiando una bella birra fresca. Ritorno a valle lungo il sentiero attrezzato e mi congiungo al sentiero che di solito percorre la navetta verso la Malga Pramper: c’è un gran via vai di persone, d’altra parte è la settimana di Ferragosto. Proseguo però direttamente verso il Rifugio Sommariva Pramperet e una volta arrivato mi godo il meritato relax circondato da avventurosi ragazzi stranieri che stanno ultimando l’Alta Via Numero 1. Un bel tramonto e un bel grappino, mi indicano che è già ora di andare a letto.

Rifugio Bianchet

Riparto verso le valli glaciali dei Van de Zita. L’aria è bella fresca ma da sopra si apre un panorama mozzafiato sul Pelmo con il suo immancabile cappello di nuvole. Dalla forcella scendo verso il Rifugio Pian de Fontana; una piccola pausa e poi via verso il Bianchet. Arrivo in una spiaggia di erba con sdrai e panche: è il prato antistante il Rifugio Bianchet gestito da Enzo e Sonia. Una doccia de-faticante e poi si passeggia un pò attorno al rifugio. La mancanza della connessione internet fa si che possa leggere tutte le riviste. Una cena con due signore ospiti del rifugio, due chiacchiere, un paio di grappe… che piacevole serata!

Val Falcina e i Piani Eterni

Il cammino riprende percorrendo l’infinita mulattiera all’ombra dei faggi che porta alla Statale agordina. Decido di saltare la parte “degli ospizi” ed invece visito le parte iniziale della Val de Piero guadando il Cordevole in un punto sicuro, con minore flusso d’acqua. Gli scarponi si sono un pò bagnati ma mi ritrovo ora direttamente nel sentiero che porta verso il Mis. Arrivato nel tardo pomeriggio all’Area camping della Val Falcina con l’aiuto di Daniele, gestore del posto, allestiamo una tenda fornita dagli sponsor dell’Alta Via. La cena è eccezionale, con prodotti del posto. Poi chiacchierando con Lucia, la gestrice del campeggio, si arriva a scoprire che non solo è originaria della mia zona ma pure parente di un caro amico.

Malga Erera e la Val Canzoi

Un saluto all‘“Orso delle Cascate della Sofia” e dopo una lunga strada con molte gallerie scavate nella roccia lungo il torrente Mis arrivo a Mori e Pattine. Sono posti dove si ha l’impressione che sia montagna dimenticata, ma resta sempre estremamente affascinante! Un lungo sentiero in un sottobosco afoso mi porta ai Piani Eterni… ed infatti arrivarci è stato veramente eterno! Mi accoglie la signora Novella della Malga Erera ed i suoi due aiutanti. Con altri ospiti del posto si parla di lupi e di cervi. Anche qui la mancanza di connessione dà invece importanza alla comunicazione con gli altri!

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Al mattino riprendo il viaggio dopo una buona colazione. Al passaggio verso la casera Brendol mi ferma però Marco, speleologo del posto. Mi chiede: “Sior, beveo un cafè ?” . Al caffè, si sa, non si rinuncia mai, soprattutto se accompagnato da un giro di grappa aromatizzata, sempre offerta dal buon Sig. Marco. Non manca ora l’energia per ripartire energia verso la Val Canzoi, dato che il passo dell’Omo è attualmente impraticabile. Lungo il sentiero 806 mi porto in ambiente molto severo, tipico delle Vette Feltrine. Percorro il “Troi dei Caserin” ed arrivo al Rifugio Boz.

Rifugio Dal Piaz e Feltre

Lasciati i compagni di carte si parte per la traversata delle Vette. Fatto lo Scarnia (il pezzo più esposto) e tutto un saliscendi in un ambiente… indescrivibile! Dalla piazza del Diaol passo alla “Busa de Pietena” ed arrivo così a quelle che sarà l’ultimo pernottamento del mio viaggio: il Rifugio Dal Piaz dove la leggendaria pizza di Mirco mi fa riprendere dalle fatiche della giornata. Cala la sera, un pò nuvolosa e dopo abbondante cena chiacchiero un pò con un ragazzo che ha portato la figlia di 4 anni a dormire in bivacco. Nel frattempo arriva altra gente del posto. Hanno fatto tanta strada di sera solo per bere una birra al rifugio!

Si parte per Feltre, dove un amico mi aspetta. Il bottino finale sono la spilla dell’Alta Via Dolomiti Bellunesi e la maglietta, sempre dell’Alta Via, per mio nipote.

Forno di Zoldo: Un Tesoro Nascosto

Conoscevo Forno dal libro di Sebastiano Vassalli “Marco e Mattio” che mi era molto piaciuto per la accurata ricerca storica dell’autore. Da questo libro avevo appreso della grande povertà di questa valle, dei mestieri delle genti zoldane (carbonai, legnaioli) e da anni avevo la curiosità di conoscerlo. Ancor più interessante di quanto mi attendessi, affascinanti le borgate sulle colline (Col, Pieve, Astragal, Palù, Casal… ), con le preziose chiese (come la chiesa di San Floriano, preceduta da una salita con pregevole via crucis in legno), il museo di storia naturale, il museo del ciodo e del ferro.

Apprendiamo della maestria degli intagliatori di legno (la famiglia Besarel ha lasciato molte testimonianze artistiche), esportata a Venezia negli squeri per le gondole. Sorprendente il gran numero di fontane con acqua freschissima, sparse per le borgate. Una piacevole passeggiata il giorno prima della partenza ci ha permesso di scoprire queste preziose realtà che si potrebbero perdere, nella foga di iniziare l’escursione. Conversando con la signora del nostro BB scopriamo la tradizione dei gelatieri zoldani esportata nel mondo.

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Percorsi Alternativi e Rifugi Accoglienti

Si parte dal ponte che ricorda l’emigrazione zoldana in Brasile, seguendo il sentiero n. 531 (diventerà poi 521) che scegliamo perché sicuramente meno battuto, mentre il classico sentiero che porta alla malga Pramper l’avevamo già percorso qualche anno fa lungo la Alta Via N. 1. Questo risulta più lungo ma è appagante la vista sulle cime del Bosconero. Il sentiero è un continuo sali-scendi, ma comunque piacevole e non particolarmente impegnativo.

Discesa alla strada Statale agordina, ad alcuni può sembrare noiosa, ma noi la apprezziamo perché è una valle molto stretta, diventa una forra, in basso lo scrosciare del torrente Vescovà. Arriviamo al canale d’Agordo e aspettiamo il bus da Agordo diretto a Belluno, decidiamo di prenderlo perché il gestore del Bianchet ci dà la notizia che da La Muda la Via degli Ospizi non è messa benissimo, è meglio dalla stazione forestale di Candaten, antico ricovero per pellegrini dove c’è un guado del Cordevole facilmente sorpassabile.

Il Villaggio Fantasma di California e i Piani Eterni

In fondo al vallone una stradina a sinistra ci porta a California, zona mineraria e poi turistica, distrutta dall’alluvione del 1966 e poi abbandonata. Il villaggio fantasma, ruderi delle case e del vecchio albergo, sono il simbolo dell’abbandono della montagna. Di qui il sentiero sale nella frescura del bosco, anche questa volta provvidenziale, visto il caldo torrido del primo pomeriggio. La salita è molto pendente, in lontananza le cime delle Pale di San Martino ci accompagnano, le slanciate vette danno slancio anche al nostro cammino.

La faticosa salita è appagata quando si apre davanti a noi la piana di Erera Brendol popolata di mucche e cavalli al pascolo. Grande è la gioia che ci dà questo ambiente pastorale, isolato e immerso nel silenzio, dal nome magico di “Piani Eterni”. Alla malga Erera conosciamo Novella, il gestore che produce dell’ottimo formaggio a latte crudo e ci serve una semplice e genuina cena. Conosciamo una famiglia trevigiana molto alla mano, pongono l’attenzione sull’isolamento del posto, non raggiungibile con i cellulari e per questo ancora più pregevole.

Tabella delle Tappe Principali

Tappa Descrizione Punti di Interesse
Forno di Zoldo - Rifugio Sommariva Pramperet Salita al rifugio con vista panoramica. Castello di Moschesin, San Sebastiano
Rifugio Pramperet - Rifugio Bianchet Percorso attraverso valli glaciali. Pelmo, Rifugio Pian de Fontana
Val Falcina - Piani Eterni Salita ai Piani Eterni. Cascate della Soffia, Malga Erera
Malga Erera - Rifugio Boz Percorso verso la Val Canzoi. Vette Feltrine, Troi dei Caserin
Rifugio Boz - Rifugio Dal Piaz Traversata delle Vette. Scarnia, Piazza del Diaol

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