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Quanti Sono i Lavoratori Stranieri in Italia? Statistiche e Analisi Recenti

I cittadini stranieri rivestono un ruolo fondamentale nella forza lavoro del paese. Sono oltre 5 milioni, e per la precisione 5.253.658, i cittadini stranieri abitualmente dimoranti in Italia al 31 dicembre 2023. Sono 112mila in più rispetto all’anno precedente e rappresentano l’8,9% della popolazione totale (nel 2022 l’8,7%). In Italia, al 1° gennaio 2024, risiedono circa 5,3 milioni di cittadini stranieri, che costituiscono l’8,9 per cento della popolazione residente.

Distribuzione Geografica e Demografica

La popolazione residente straniera cresce in tutte le Regioni. Storicamente, gli stranieri sul territorio italiano si sono concentrati soprattutto nelle ripartizioni del Centro-nord dove, al 1° gennaio 2023, risiede l’83,2 per cento degli stranieri residenti in Italia. Nord e, in particolare, Nord-ovest sono le ripartizioni a maggiore concentrazione di popolazione straniera (rispettivamente, 59 per cento, oltre 3 milioni di individui; 34,2 per cento, quasi 1,8 milioni). Il Centro accoglie il 25 per cento dei residenti stranieri (1,3 milioni) e il Sud e le Isole, rispettivamente, il 12,1 e il 4,7 per cento.

Quasi la metà degli stranieri censiti nel 2023 è di cittadinanza europea (46,2%), il 23,4% asiatica, il 22,7% africana e il 7,6% americana. I cittadini stranieri residenti in Italia posseggono 194 nazionalità differenti, i due terzi (63,3%) delle quali concentrate entro i primi 10 Paesi esteri nella graduatoria per cittadinanza. La Romania si conferma il Paese di cittadinanza con il maggior numero di residenti (20,4% del totale), seguita a distanza dall’Albania e dal Marocco, come nel 2022 con un contingente pari al 7,9% e 7,8% della presenza straniera in Italia. Le collettività cinese (5,9% del totale) e ucraina (5,2%) si confermano la quarta e quinta per numero di individui, seguite da quelle di Bangladesh, India, Egitto, Pakistan e Filippine.

Si registra un aumento significativo di presenze rispetto al 2022 soprattutto per i cittadini del Bangladesh (+10,7%), del Pakistan (+10,5%), dell’Ucraina (+9,6) e dell’Egitto (+9,3%), mentre le prime tre collettività registrano un lieve calo di presenze, pari al -0,8% tra i rumeni, al -0,1% tra gli albanesi e al -0,7% tra i marocchini.

Rispetto all’anno precedente diminuisce, anche se lievemente, il peso percentuale degli stranieri in età 0-4 anni (era il 5,6% nel 2022, 5,2% nel 2023) e, più in generale, il peso della popolazione con meno di 18 anni (20,1% nel 2022, 19,6% nel 2023). Si registra anche tra i cittadini stranieri un progressivo aumento dell’età media, che passa dai 36,2 anni del 2022 ai 36,8 del 2023.

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Mercato del Lavoro

Gli occupati stranieri sono 2,4 milioni (10,1% del totale). Il numero di stranieri che fanno parte della forza lavoro in Italia è andato gradualmente aumentando dal 2010, quando ammontava a circa 2,2 milioni di persone, fino al 2019 (2,9 milioni). A causare questo fenomeno è stata la pandemia, che ha portato a una sostanziale ricaduta nell'inattività da parte di lavoratori di tutte le nazionalità ma soprattutto degli stranieri.

Nel 2023, il tasso di occupazione degli stranieri (20-64 anni) è di poco inferiore a quello degli italiani autoctoni: rispettivamente, 66,2 per cento, a fronte del 67,2 per cento. Tuttavia, rispetto al 2023, l’occupazione è cresciuta più intensamente per gli stranieri (+1,2 punti percentuali, rispetto a + 0,8 punti per gli autoctoni). Per entrambi i gruppi, la crescita dell’occupazione è maggiore tra le donne. Nel 2024, il tasso di disoccupazione scende al 6,1 per cento fra gli autoctoni e al 10,1 per cento fra gli stranieri, con un calo di intensità simile per entrambi i gruppi (rispettivamente 1,2 e 1,1 punti percentuali).

I settori con la più alta incidenza di occupati stranieri sono i Servizi personali e collettivi (30,4%), Agricoltura (18%), Ristorazione e turismo (17,4%) e Costruzioni (16,4%). Nel corso dell’anno sono stati attivati 2,5 milioni di rapporti di lavoro con cittadini stranieri (+4,7% rispetto al 2022), concentrati soprattutto nell’Agricoltura e nelle Costruzioni.

Nel 2023, il tasso di occupazione degli stranieri non UE cresce al 60,7% (61,5% per gli italiani), mentre calano disoccupazione, 11,4% (7,2% per gli italiani), e inattività, 31,5% (33,6%).

Al 1° gennaio 2024, l’83,9 per cento dei cittadini non comunitari regolarmente presenti ha un permesso rilasciato o rinnovato nel Centro-nord, mentre solo il 16,1 per cento l’ha ottenuto o rinnovato nel Mezzogiorno. Le regioni con le quote più elevate di rilasci o rinnovi di permessi di soggiorno sono: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto.

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Fabbisogno di Manodopera

Secondo le previsioni Unioncamere - Excelsior, nel quinquennio 2024-2028 le imprese italiane avranno bisogno di 3 milioni di nuovi occupati (esclusa P.A.), di cui 640 mila immigrati (21,3%). Il fabbisogno di manodopera in Italia dipenderà per l’80% dal ricambio legato ai pensionamenti e solo per il 20% alla crescita economica.

Imprenditoria Straniera

In continuo aumento gli imprenditori immigrati, che nel 2023 sono 776 mila (10,4% del totale). In dieci anni (2013-23), gli immigrati sono cresciuti (+27,3%) mentre gli italiani sono diminuiti (-6,4%). Nel 2023 il numero dei titolari extra UE di imprese - complessivamente 392.489, pari al 13% del totale - è risultato in aumento di circa 2 mila unità (+0,5% rispetto al 2022). Gli imprenditori non comunitari sono prevalentemente concentrati nei settori del commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli etc.

Sfide e Disparità

Nonostante il loro importante contributo, che secondo le stime della fondazione Leone Moressa nel 2020 ha rappresentato il 9% del Pil nazionale, si trovano ancora mediamente in condizioni lavorative peggiori rispetto agli italiani. Cittadini stranieri e autoctoni in Italia non svolgono sempre gli stessi lavori. Sia gli italiani che gli stranieri risultano maggiormente impiegati nel settore dei servizi, in particolare le donne. Tra gli uomini stranieri risulta particolarmente elevata l'incidenza di lavoratori agricoli (8,9%). Una quota che, stando ai dati del ministero del lavoro, sale al 12,6% se consideriamo solo gli extra-comunitari.

Inoltre, gli stranieri sono più frequentemente impiegati in ambiti poco qualificati, come il lavoro manuale non specializzato. Mentre il 39% degli italiani svolge un lavoro altamente qualificato, intellettuale o tecnico, questa cifra scende all’11,9% per i cittadini comunitari e al 5,7% per quelli extra-comunitari. Tuttavia, come evidenzia il dossier Idos, c'è una bassa corrispondenza tra la qualifica e il titolo di studio.

Tra le ombre evidenziate dal Rapporto, il forte divario di genere che vede le donne non UE penalizzate su tutti gli indicatori: occupazione (45,6%), disoccupazione (13,8%), e inattività (46,9%), con forti differenze tra le diverse comunità. È confermato lo schiacciamento dei lavoratori stranieri su basse qualifiche, con retribuzioni medie annue inferiori di oltre il 30% rispetto al totale dei lavoratori.

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Politiche Attive e Sicurezza sul Lavoro

Per quanto riguarda le politiche attive del lavoro, il rapporto dedica un focus al progetto PUOI (Protezione Unita a Obiettivo Integrazione), promosso dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e realizzato da Sviluppo Lavoro Italia (già Anpal Servizi).

Tra gennaio e dicembre 2023 gli infortuni occorsi ai lavoratori stranieri sono stati 118.096, il 20,8% del totale; in particolare 96.558 casi hanno riguardato gli extracomunitari e 21.538 quelli Ue. Sono stati denunciati 209 decessi sul lavoro di lavoratori stranieri (19,2% del totale) con un aumento del 13,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Impatto Economico e Fiscale

I contribuenti immigrati in Italia sono 4,6 milioni (11,0% del totale) e nel 2023 hanno dichiarato redditi per 72,5 miliardi di euro e versato 10,1 miliardi di Irpef. La Fondazione Leone Moressa ha presentato ieri a Roma il Rapporto annuale 2024 sull'economia dell'immigrazione, che quest'anno si concentra sulle "conseguenze economiche della recessione demografica”. Positivo il saldo tra entrate e uscite per lo Stato. Nel 2023 gli immigrati in Italia hanno inviato 8,2 miliardi di euro a sostegno delle famiglie nei Paesi d’origine. Considerando le rimesse “informali” (es. consegne a mano o regali), il volume complessivo potrebbe arrivare a 12 miliardi. Rapportando questo dato alla popolazione straniera residente, mediamente ciascun immigrato ha inviato in patria 133 euro al mese.

Confronto Europeo

Al 1° gennaio 2023, l’incidenza degli stranieri residenti in Italia (8,7 per cento) è leggermente inferiore alla media UE. Al tredicesimo posto nella graduatoria dei 27 paesi europei, l’Italia segue la Germania (14,6 per cento) e la Spagna (12,7 per cento), ma precede la Francia (8,2 per cento).

In diciotto paesi UE, il tasso di occupazione della popolazione straniera è inferiore rispetto a quello degli autoctoni. I divari sono più contenuti (inferiori ai due punti percentuali) in Romania, Italia, Cipro e Portogallo; più elevati (superiori ai dieci punti percentuali) in Finlandia, Svezia, Francia, Ungheria, Germania e Bulgaria. Viceversa, in nove paesi il tasso di occupazione dei cittadini stranieri è più elevato di quello degli autoctoni, in particolare per Lussemburgo e Malta, dove il divario a favore degli stranieri supera i 6 punti percentuali.

Nel contesto UE27, il tasso di disoccupazione per gli stranieri è superiore rispetto a quello degli autoctoni, con un divario che varia da un massimo di 12 punti, in Svezia, a un minimo di 0,5 punti, in Cechia (4,1 punti, in Italia); fa eccezione la Lituania, dove i tassi di disoccupazione degli stranieri non differiscono sostanzialmente da quelli degli autoctoni.

Nel 2023, in Europa, il tasso di inattività della popolazione straniera diminuisce in misura più contenuta rispetto a quello relativo alla popolazione autoctona, sia nella media europea sia in Italia, dove il valore dell’indicatore per gli stranieri (30,5 per cento) è ancora più basso, rispetto a quello della popolazione autoctona (33,6 per cento), mentre, nella media europea, accade il contrario.

Tabella: Principali Indicatori del Mercato del Lavoro in Italia (2023)

Indicatore Stranieri Italiani
Tasso di Occupazione (20-64 anni) 66,2% 67,2%
Tasso di Disoccupazione 10,1% 6,1%
Tasso di Inattività 30,5% 33,6%

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