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Reddito di Cittadinanza e Requisiti per Stranieri: Un'Analisi Dettagliata

Il Reddito di cittadinanza (Rdc) - abrogato a decorrere dal 1° gennaio 2024 - non ha natura assistenziale, non essendo diretto “a soddisfare un bisogno primario dell’individuo”: si tratta, infatti, di una misura di politica attiva per l’occupazione, di carattere temporaneo, soggetta a precisi obblighi e soprattutto a rigide condizionalità che, se disattese, determinano il venir meno del diritto alla prestazione.

Da quando è stato introdotto con il decreto legge 4/2019, è diventato subito oggetto di molte critiche. Un atteggiamento di matrice xenofoba che però ignora una serie di fattori. In primis, che i migranti, a meno che non siano regolarmente residenti in Italia, non possono accedere al sussidio. In secondo luogo, il fatto che il reddito di cittadinanza ha delle modalità di accesso e che chi le viola, ad esempio falsificando i documenti, è perseguibile penalmente - il che vale ugualmente per gli stranieri e per gli italiani.

Spesso nei fatti di cronaca a proposito delle indagini della guardia di finanza sui percettori di reddito di cittadinanza, si sottolinea quanti di questi sono cittadini extra-comunitari. Allo stesso tempo però gli stranieri sono una categoria fragile, e quindi questo tipo di narrativa può avere effetti negativi sulla percezione che la popolazione italiana ha di loro o esasperare tensioni sociali preesistenti.

Il reddito di cittadinanza è una misura di reddito minimo garantito, ovvero una forma di sussidio che lo stato offre ai nuclei familiari indigenti. Oltre a essere una misura di tipo assistenzialistico, il reddito di cittadinanza sarebbe anche pensata per essere una politica attiva del lavoro per tentare un reinserimento occupazionale delle persone che lo percepiscono.

Requisiti di Residenza e Cittadinanza

Vi sono poi requisiti di residenza. Specificamente, che si sia residenti in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in maniera continuativa. Il che qualifica l’Italia come il paese Ue con il requisito di residenza più stringente. Secondo la valutazione recentemente condotta dal comitato scientifico, si tratta di un requisito eccessivamente severo.

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Essere residenti in Italia da almeno 10 anni presuppone innanzitutto che si sia in possesso di un permesso di soggiorno di lungo periodo, e quindi che ci si trovi in una situazione di regolarità.

La quota di persone considerate a rischio povertà, che tra i cittadini italiani è pari al 18,9% del totale, sale al 24,2% per i cittadini comunitari e al 36% nel caso degli extra-comunitari. Secondo questi criteri, il 6,8% degli italiani si trova in condizioni di grave deprivazione materiale. Un dato che sale al 9,5% nel caso degli europei e al 15,4% dei cittadini extra-comunitari.

Intervento della Corte Costituzionale

La Corte costituzionale, con sentenza n. 31 del 20 marzo 2025, ha dichiarato l’incostituzionalità del requisito di 10 anni di residenza previsto per accedere al reddito di cittadinanza. Una precedente decisione della Corte di Giustizia dell’UE del 29 luglio 2024 aveva già sancito il carattere discriminatorio del requisito. La sentenza n. 31/2025 della Corte costituzionale dichiara l’incostituzionalità del requisito di residenza decennale per fruire del RdC per quanto riguarda le persone con cittadinanza UE.

La Corte ha dichiarato “l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, comma 1, lettera a), numero 2)” del decreto 4/2019, “nella parte in cui prevedeva che il beneficiario del reddito di cittadinanza dovesse essere residente in Italia «per almeno 10 anni», anziché prevedere «per almeno 5 anni”, come è poi stato previsto per l’Assegno di inclusione, la misura introdotta dal governo Meloni nel 2024 per sostituire il Rdc.

Tuttavia, nonostante tali considerazioni, il periodo di residenza decennale pone una barriera temporale all’accesso al Rdc che trascende la ragionevole correlazione con le finalità di quest’ultimo. In quest’ottica, il gravoso termine del pregresso periodo decennale non appare ragionevolmente correlato alla funzionalità del Rdc e si pone in violazione dei principi di eguaglianza, di ragionevolezza e proporzionalità di cui all’articolo 3 della Costituzione.

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La decisione, osserva la Corte, è coerente con la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, grande sezione, 29 luglio 2024, eliminando, in riferimento a qualsiasi cittadino, sia italiano, sia degli altri Stati membri, sia di Paesi terzi, il requisito della residenza decennale.

Decisioni della Corte di Giustizia dell'UE

La Corte di giustizia europea aveva dichiarato discriminatorio nei confronti degli stranieri il requisito dei 10 anni di residenza per l’accesso al Rdc, in particolare dei cittadini di Paesi terzi. Secondo i giudici europei, il requisito viola la direttiva 2003/109/CE, che garantisce uguali diritti ai residenti di lungo periodo, e può impedire loro di accedere a prestazioni sociali, contrastando così con la Carta dei diritti fondamentali Ue.

Con ordinanza del 16.11.2022, il Tribunale di Bergamo aveva disposto un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE, chiedendo alla Corte se il requisito di residenza decennale fosse conforme al diritto UE che dispone la parità di trattamento delle persone titolari di protezione internazionale.

La Corte di Giustizia rileva, preliminarmente, che la Direttiva in questione prevede che un cittadino di un Paese terzo può ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo i uno Stato membro trascorso un lasso temporale di cinque anni ininterrotti. Dunque, continua la sentenza, uno Stato membro non può prorogare il periodo di soggiorno richiesto dalla Direttiva per concedere ai cittadini di un Paese terzo l’accesso ad una prestazione sociale.

È necessario attendere la pronuncia della Corte di Giustizia relativa alla legittimità del requisito di residenza decennale previsto per i titolari di protezione internazionale. L’udienza è fissata 19.06.2025, la sentenza è prevista per il prossimo autunno.

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Implicazioni Penali per Dichiarazioni False

Due cittadine extracomunitarie vengono accusate di aver falsamente attestato di soddisfare il requisito della residenza almeno decennale in Italia, al fine di ottenere il reddito di cittadinanza. Il Tribunale di Napoli, investito della questione, mediante un rinvio pregiudiziale, chiede alla CGUE se tale requisito sia conforme o meno alla Direttiva sui cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo in uno Stato membro.

La sentenza della Corte di Giustizia conferma che la falsa dichiarazione sul requisito di 10 anni di residenza, essendo relativa a un requisito che non poteva essere richiesto, non ha alcuna rilevanza penale. Inoltre la Corte di cassazione, sez. Unite, con sentenza n. 49686/2023 ha sancito il principio secondo cui il reato di falsa dichiarazione ex art. 7 DL 4/2019 richiede pertanto un dolo specifico, che non si esaurisce nella falsa dichiarazione per se’, ma prevede che l’imputato abbia dichiarato il falso con il fine di ottenere indebitamente la prestazione o parte di essa dallo Stato.

Verifica del Requisito di Residenza

Dal 6 marzo 2019 è possibile richiedere il Reddito di cittadinanza. Come viene verificato il requisito della residenza decennale? Con circolare del 14 aprile 2020 n. L’attestazione come risultante dai registri anagrafici costituisce quindi una mera presunzione del luogo di residenza del destinatario superabile con altri “oggettivi ed univoci elementi di riscontro“ consentiti dall’ordinamento.

Dati statistici

Stando all’ultimo aggiornamento dell’istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) pubblicato a gennaio 2022 e relativo al mese di dicembre dell’anno precedente, erano circa 1,2 milioni i nuclei familiari beneficiari di Rdc in Italia. Mediamente, i cittadini stranieri ricevono importi medi inferiori rispetto agli italiani, probabilmente a causa delle discriminazioni esistenti rispetto alle famiglie numerose, che risultano meno coperte e che sono più frequenti tra i cittadini stranieri.

Tra 2019 e 2021 per i cittadini italiani l'importo medio mensile del reddito di cittadinanza è aumentato del 9,3%, passando da 537 a 587 euro. Ciononostante, gli importi per questi ultimi continuano ad essere inferiori rispetto a quelli erogati agli italiani. Gli stranieri, comunitari e non, costituiscono poco più dell'8% della popolazione italiana.

Le operazioni condotte dalla guardia di finanza nel corso del 2020 hanno portato all'identificazione di alcune migliaia di persone che hanno riscosso, o richiesto senza riscuotere, un totale di circa 63 milioni di euro (di cui 13 milioni non riscossi). Spesso, secondo la guardia di finanza, si tratta di mafiosi o evasori, che approfittano del reddito non avendone bisogno.

Tabella riassuntiva

Indicatore Italiani Comunitari Extra-comunitari
Rischio povertà 18,9% 24,2% 36%
Grave deprivazione materiale 6,8% 9,5% 15,4%
Bassa intensità lavorativa 10,5% 6,4% 5,1%

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