Regioni Italiane con la Più Alta Concentrazione di Stranieri: Analisi Statistica
I cittadini stranieri regolarmente presenti sono una realtà consolidata anche in Italia, sebbene in misura più contenuta, rispetto a molti altri paesi europei. In Italia, al 1° gennaio 2024, risiedono circa 5,3 milioni di cittadini stranieri, che costituiscono l’8,9 per cento della popolazione residente. Al 1° gennaio 2024, i cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia sono oltre 3,6 milioni.
Al 1° gennaio 2024, in Italia, risiedono circa 5,3 milioni di cittadini stranieri (8,9 per cento del totale dei residenti), in aumento di 112 mila unità (+2,2 per cento), rispetto all’anno precedente. L’incremento dovuto al saldo naturale è di circa 41 mila unità; quello dovuto al saldo migratorio è pari a circa 334 mila. Nel 2023, rispetto al 2022, risulta stabile il numero di stranieri che ha acquisito la cittadinanza italiana (circa 214 mila).
Al 1° gennaio 2024, sono regolarmente presenti in Italia 3.607.160 cittadini non comunitari, il 59,3 per cento dei quali ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. Nel 2023, i nuovi permessi di soggiorno rilasciati a cittadini non comunitari sono circa 330 mila, con una diminuzione del 26,4 per cento, rispetto al 2022. Questa flessione si deve principalmente alla forte riduzione dei permessi per asilo e protezione internazionale (-47,6 per cento).
Distribuzione Geografica degli Stranieri in Italia
Storicamente, gli stranieri sul territorio italiano si sono concentrati soprattutto nelle ripartizioni del Centro-nord dove, al 1° gennaio 2023, risiede l’83,2 per cento degli stranieri residenti in Italia. Nord e, in particolare, Nord-ovest sono le ripartizioni a maggiore concentrazione di popolazione straniera (rispettivamente, 59 per cento, oltre 3 milioni di individui; 34,2 per cento, quasi 1,8 milioni). Il Centro accoglie il 25 per cento dei residenti stranieri (1,3 milioni) e il Sud e le Isole, rispettivamente, il 12,1 e il 4,7 per cento.
Le regioni con le quote più elevate di rilasci o rinnovi di permessi di soggiorno sono: Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. Rispetto al 2023, le regioni che hanno mostrato l’incremento maggiore sono: Molise, Basilicata, Trentino-Alto Adige/Sudtirol e Campania. Al 1° gennaio 2024, l’83,9 per cento dei cittadini non comunitari regolarmente presenti ha un permesso rilasciato o rinnovato nel Centro-nord, mentre solo il 16,1 per cento l’ha ottenuto o rinnovato nel Mezzogiorno.
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Concentrazione per Provincia
A livello di immigrati per provincia, Milano è quella che conta più permessi di soggiorno: 384.853. Segue Roma con 315.749. Il minimo nella piccola Oristano con 1.419. Ma più importante del numero di quanti immigrati ci sono in Italia è il conto dei permessi di soggiorno per abitante: solo questo rapporto dà l’idea della maggiore o minore concentrazione di immigrati per provincia, a prescindere dal valore assoluto. Ebbene, in testa c’è Prato. E di gran lunga: 17.113 permessi di soggiorno ogni 100mila abitanti. Sono in gran parte cinesi, naturalmente. Una situazione particolare, diversa da molte altre aree.
A seguire ci sono due province dell’Emilia Romagna: Reggio Emilia e Modena con, rispettivamente, 9.745 e 9.704 permessi per 100mila abitanti. Sono da sempre tra le aree con più immigrati, impiegati soprattutto nell’industria zootecnica. Sono in gran parte asiatici, indiani, in particolare. Milano è “solo” al quarto posto, con 9.416 permessi di soggiorno ogni 100mila residenti, davanti a un’altra città emiliana, Parma. Poi viene Mantova con 9.137, una provincia lombarda che economicamente è molto simile all’Emilia.
La prima provincia che non sia dell’Emilia Romagna, della Lombardia o della Toscana, che sono il centro dell’immigrazione regolare in Italia, è Macerata, con 8.172 permessi ogni 100mila abitanti. Nessuna provincia meridionale si colloca al di sopra della media italiana degli immigrati in Italia per provincia, che è pari a 5.359 permessi ogni 100mila abitanti.
La prima provincia di “vero” Sud è, invece, Ragusa, con 4.293 concessioni e rinnovi su 100mila abitanti. Nel Sud Est della Sicilia c’è da sempre una industria orto-frutticola intensiva che costituisce una eccezione nel panorama meridionale. Agli ultimi posti aree periferiche, come Enna o Oristano, con meno di mille permessi per 100mila abitanti.
Motivazioni dei Permessi di Soggiorno
No, a quanto pare la maggioranza relativa dei permessi è per motivi di famiglia, di fatto ricongiungimenti familiari tra genitori e figli, tra coniugi, o parenti stretti: si tratta di 1.380.925 permesso, il 42,5% del totale. Certo, insieme ai permessi per lavoro autonomo sono il 46,7%, al primo posto, ma comunque meno della metà. E’ probabilmente tra questi che si trovano gli immigrati che sono riusciti a comprare una casa e, quindi, si presume, ad integrarsi sia dal punto di vista economico che sociale.
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Perché poi vi sono le varie forme di protezione, che sia la richiesta di asilo, nel 2,4% dei casi, o l’ottenimento dello stesso, per il 0,7%, o altri strumenti simili. Nel complesso quelli legati all’asilo assommano al 5,3% dei motivi per i quali vengono concessi i permessi.
In generale il Sud supera la media nazionale per la proporzione di permessi finalizzati al lavoro autonomo. Al Nord sono anche maggiormente concentrati i ricongiungimenti familiari degli immigrati, che sono il 47,6% in Piemonte e il 49,8% in Trentino Alto Adige, e sono invece sotto il 30% in Campania. Al Sud sono decisamente di più, in percentuale, le richieste di asilo e protezione. Le richieste d’asilo sono infatti il 5,2% delle motivazioni dei permessi nel Sud e il 5,4% nelle Isole. Tra tutti i motivi legati alle protezioni umanitarie nelle Isole si raggiunge il 16,8% dei permessi. Nel Sud il 12,1%. Di fatto la circostanza che gli sbarchi avvengono soprattutto in Sicilia influisce molto.
Provenienza degli Immigrati
Il grafico sotto mostra, infine, la provenienza degli immigrati ai quali è stato concesso il permesso di soggiorno. Gli europei sono maggiormente presenti nel Nord Est, molto probabilmente sono coloro che provengono da Ucraina, Moldova, Balcani. A Nord Ovest invece prevalgono gli africani: sono 383.995 contro i 269.532 europei e i 320.061 asiatici. Questi ultimi sono maggiormente concentrati nel Centro, e certo qui i cinesi in Toscana contano. Al Sud, anche se su livelli minori, ancora grande equilibrio. Infine: prevalenza di africani nelle Isole, dove sono 61.132: la metà del totale. E questo non deve stupire: è proprio in Sicilia che avvengono la quasi totalità degli sbarchi, che coinvolgono quasi solo persone provenienti dall’Africa.
Integrazione nel Mercato del Lavoro
Nella partecipazione al mercato del lavoro, permangono alcune differenze tra italiani e stranieri. Nel 2024, il tasso di occupazione degli stranieri (20-64 anni) è di poco inferiore a quello degli italiani autoctoni: rispettivamente, 66,2 per cento, a fronte del 67,2 per cento. Tuttavia, rispetto al 2023, l’occupazione è cresciuta più intensamente per gli stranieri (+1,2 punti percentuali, rispetto a + 0,8 punti per gli autoctoni). Per entrambi i gruppi, la crescita dell’occupazione è maggiore tra le donne.
Nel 2024, il tasso di disoccupazione scende al 6,1 per cento fra gli autoctoni e al 10,1 per cento fra gli stranieri, con un calo di intensità simile per entrambi i gruppi (rispettivamente 1,2 e 1,1 punti percentuali). Nel 2024, il grado di istruzione degli stranieri è ancora inferiore a quello degli italiani, nonostante i miglioramenti degli ultimi anni. Il 48,1 per cento degli stranieri tra i 15 e i 64 anni di età ha conseguito al più la licenza media, rispetto al 34,5 per cento dei coetanei italiani; il 40,2 per cento ha un diploma di scuola superiore e l’11,6 per cento una laurea, a fronte, rispettivamente, del 44,8 per cento e del 20,7 per cento degli italiani nella stessa fascia d’età.
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Nel 2024, rispetto all'anno precedente, si rileva un aumento del tasso di occupazione degli stranieri nella fascia d’età tra i 20 e i 64 anni, in particolare nelle regioni del Centro (+2,4 punti percentuali). La riduzione del tasso di disoccupazione si registra al Centro e nel Mezzogiorno (rispettivamente, -2,4 e -2,3 punti), maggiormente per la componente femminile di popolazione.
Confronto con l'Europa
Al 1° gennaio 2023, l’incidenza degli stranieri residenti in Italia (8,7 per cento) è leggermente inferiore alla media UE. Al tredicesimo posto nella graduatoria dei 27 paesi europei, l’Italia segue la Germania (14,6 per cento) e la Spagna (12,7 per cento), ma precede la Francia (8,2 per cento).
In diciotto paesi UE, il tasso di occupazione della popolazione straniera è inferiore rispetto a quello degli autoctoni. I divari sono più contenuti (inferiori ai due punti percentuali) in Romania, Italia, Cipro e Portogallo; più elevati (superiori ai dieci punti percentuali) in Finlandia, Svezia, Francia, Ungheria, Germania e Bulgaria.
Nel contesto UE27, il tasso di disoccupazione per gli stranieri è superiore rispetto a quello degli autoctoni, con un divario che varia da un massimo di 12 punti, in Svezia, a un minimo di 0,5 punti, in Cechia (4,1 punti, in Italia); fa eccezione la Lituania, dove i tassi di disoccupazione degli stranieri non differiscono sostanzialmente da quelli degli autoctoni. Il divario tende tuttavia a ridursi nella media europea e in nove paesi - tra cui l’Italia - dove si registra una riduzione dell’indicatore maggiore per la popolazione straniera.
Nel 2023, in Europa, il tasso di inattività della popolazione straniera diminuisce in misura più contenuta rispetto a quello relativo alla popolazione autoctona, sia nella media europea sia in Italia, dove il valore dell’indicatore per gli stranieri (30,5 per cento) è ancora più basso, rispetto a quello della popolazione autoctona (33,6 per cento), mentre, nella media europea, accade il contrario.