Albergo Atene Riccione

 

Schengen e Svizzera: Analisi delle Differenze e Implicazioni

Schengen è un termine ricorrente in aeroporto e qualsiasi viaggiatore, prima o poi, si domanderà cosa sia e come può influire sul suo viaggio. In questo articolo scopriremo quindi il suo significato, in cosa consiste e quali paesi ne fanno parte. In breve, l’area Schengen (chiamata anche Spazio Schengen o Zona Schengen) è l’area composta da 26 stati europei più 3 extra UE, che, attraverso l’omonimo Trattato di Schengen, hanno abolito i controlli alle frontiere creando di fatto un territorio dove è possibile circolare liberamente.

Che cos'è l'Area Schengen?

Con l'accordo di Schengen ci fu la graduale abolizione dei controlli alle frontiere comuni interne, mentre sono stati inaspriti i controlli alle frontiere esterne, è stata inoltre intensificata la cooperazione di polizia alle frontiere interne e di conseguenza è stato migliorato l'approccio al traffico di sostanze stupefacenti. All’atto pratico, nel caso in cui si viaggi verso paesi NON Schengen, il viaggiatore dovrà sottostare ad ulteriori controlli sui documenti alle frontiere (nel caso di paesi Europei come Gran Bretagna o Irlanda) o, nel caso di paesi extra-UE, possedere un visto secondo le normative di ciascun paese.

Per informazioni aggiornate sui documenti necessari per entrare in ogni paese vi rimandiamo al sito web della Farnesina Viaggiare Sicuri.

Paesi Aderenti allo Spazio Schengen

Nei paesi seguenti è possibile circolare liberamente senza controlli alle frontiere:

  • Austria
  • Belgio
  • Città del Vaticano *
  • Danimarca **
  • Estonia
  • Finlandia
  • Francia
  • Germania
  • Grecia
  • Islanda
  • Italia
  • Lettonia
  • Liechtenstein
  • Lituania
  • Lussemburgo
  • Malta
  • Monaco *
  • Norvegia **
  • Paesi Bassi
  • Polonia
  • Portogallo
  • Rep. Ceca
  • San Marino *
  • Slovacchia
  • Slovenia
  • Spagna
  • Svezia
  • Svizzera
  • Ungheria

* stato non membro ma con frontiere aperte ** vedere Eccezioni

Leggi anche: Libera Circolazione: L'ingresso di Romania e Bulgaria

Eccezioni nello Spazio Schengen

In Bulgaria, Cipro, Croazia e Romania, pur essendo stati membri dell’area Shengen, la libera circolazione non è ancora entrata in vigore a causa della mancanza dei necessari adeguamenti tecnici. Restano pertanto al momento attivi tutti i controlli alle frontiere.

I seguenti territori inoltre, seppur facenti parte politicamente di stati sottoscriventi l’accordo, non sono coperti:

  • Danimarca: Groenlandia e isole Fær Øer
  • Francia: Guyana francese, Guadalupa, Mayotte, Martinica, Nuova Caledonia, Polinesia Francese, Riunione, Saint-Barthélemy, Saint-Martin, Saint-Pierre e Miquelon, Wallis e Futuna
  • Norvegia: isole Svalbard
  • Paesi Bassi: Aruba, Curaçao, Isole BES e Sint Maarten.

Paesi NON Schengen

Gli unici paesi dell’Unione Europea che non hanno aderito al patto di Schengen sono Irlanda e Regno Unito.

Sviluppo Storico dell'Area Schengen

Dopo il primo accordo tra i cinque paesi fondatori, firmato il 14 giugno 1985, è stata elaborata una convenzione, firmata il 19 giugno 1990 ed entrata in vigore nel 1995, che ha permesso di abolire controlli interni tra gli Stati firmatari e di creare una frontiera esterna unica lungo la quale i controlli all’ingresso nello spazio Schengen vengono effettuati secondo procedure identiche. Sono state adottate norme comuni in materia di visti, diritto d’asilo e controllo alle frontiere esterne onde consentire la libera circolazione delle persone all’interno dei paesi firmatari senza turbare l’ordine pubblico.

Per conciliare libertà e sicurezza, inoltre, la libera circolazione è stata affiancata dalle cosiddette “misure compensative” volte a migliorare il coordinamento tra polizia, dogane e amministrazioni giudiziarie nonché a combattere, in particolare, il terrorismo e la criminalità organizzata. A tal fine, si è creato il complesso Sistema d’informazione Schengen (SIS), che consente di scambiare dati sull’identità delle persone e sulla descrizione degli oggetti ricercati.

Leggi anche: Tutto quello che devi sapere sullo Spazio Schengen

Lo spazio Schengen si è esteso progressivamente a tutti gli Stati membri. Gli accordi sono stati firmati dall’Italia il 27 novembre 1990, dalla Spagna e dal Portogallo il 25 giugno 1991, dalla Grecia il 6 novembre 1992, dall’Austria il 28 aprile 1995 e da Danimarca, Finlandia e Svezia il 19 dicembre 1996. Successivamente, il 21 Dicembre 2007 si sono aggiunti Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Malta; il 12 Dicembre 2008 la Svizzera; il primo Novembre 2009 il Liechtenstein.

Il Ruolo della Svizzera e la Sicurezza al Confine Italo-Svizzero

L’entrata in vigore degli accordi di Schengen/Dublino in Svizzera è avvenuta il 12 dicembre 2008 e permette alle persone di circolare liberamente all’interno dell’area Schengen in principio senza essere sottoposte a dei controlli alle frontiere. Fino ad allora tutti i valichi stradali erano presidiati da guardie di confine durante il giorno, mentre di notte le autorità italiane chiudevano ermeticamente tutti i passaggi minori. Restavano pertanto aperti ed occupati unicamente i valichi più importanti sugli assi stradali principali.

Dopo il 2008, nello spazio di pochi mesi per il controllo dei valichi minori si passò gradualmente al controllo dinamico, i cancelli da parte italiana rimasero aperti 24h/24 e il dispositivo d’impiego del Corpo guardie di confine venne adattato alla nuova situazione ed ai nuovi strumenti a disposizione. Con controlli molto più mobili venne introdotta vieppiù la componente di “intelligence” per finalizzare controlli mirati (persone, veicoli e merci) e si passò a ridefinire i compartimenti di terreno da sorvegliare.

Un enorme contributo a questa evoluzione lo ha pure dato l’introduzione ed un continuo sviluppo dell’uso della tecnologia (videosorveglianza, banche dati tra cui Sistema di informazione Schengen, diverse applicazioni, detettori elettronici di stupefacenti, scanner, ecc.) fondato sulle vigenti normative legali.

La collaborazione tra le autorità svizzere e quelle italiane funziona molto bene, tutte le parti coinvolte si impegnano a dare continuità in questa positiva evoluzione. Oltre agli interessi condivisi nell’assicurare costantemente la sicurezza della Popolazione, dell’Economia e dello Stato, l’ottima collaborazione in essere è agevolata certamente anche da solide conoscenze personali e dalla lingua comune. Vi sono numerosi esempi di collaborazione sul territorio nella fascia di confine. Non passano certo inosservate nelle zone limitrofe del confine, auto prioritarie dell’UDSC in Italia e della Polizia di Stato italiana in Svizzera.

Leggi anche: Schengen e Romania: Cosa aspettarsi

La firma della dichiarazione comune tra Svizzera e Italia, avvenuta il 18 febbraio 2019 a Chiasso, ha permesso di istituire concretamente una nuova forma di cooperazione nel contesto della sicurezza transfrontaliera. Essa definisce le modalità operative delle pattuglie miste e contiene in particolare la definizione esatta del territorio interessato, il Canton Ticino e le Province di Como e Varese e prevede le autorità responsabili del dispiegamento di queste pattuglie. Questa collaborazione mira a combattere l’immigrazione illegale e il contrabbando.

Sfide Attuali e Futuro di Schengen

L'UE si trova ad affrontare diverse sfide come la crisi migratoria, la crescente minaccia del terrorismo, l'impatto della Brexit, la disuguaglianza fra i paesi membri. Nella zona Schengen, la crisi migratoria ha portato tensione fra i paesi membri su come affrontare il tema rifugiati e migranti. Alcuni paesi Schengen hanno ripristinato i controlli alle frontiere per mantenere la situazione sotto controllo, questo naturalmente a danno della libertà di viaggiare all'interno della zona.

La digitalizzazione è di grande aiuto ma il controllo del collaboratore rimane imprescindibile. Se da un lato alcune forme di criminalità economica fanno riferimento al mondo virtuale non va dimenticato che a compierla vi sono individui che vivono e si spostano esponendosi così al rischio di essere scoperti grazie ai controlli che avvengono al confine. Contrasto al contrabbando, alla migrazione illegale, allo smercio di prodotti pericolosi per la salute o l’ambiente o ancora provvedimenti con restrizioni d’entrata volti a contenere la diffusione di malattie per salvaguardare la capacità del nostro Paese, dimostrano l’importanza dei controlli al confine.

La nostra organizzazione è cambiata nel tempo e continuerà a cambiare per far fronte alle costanti nuove sfide. L’obiettivo è di anticipare i rischi laddove possibile con la prevenzione e di alimentare qualitativamente la nostra analisi dei rischi con i controlli e le cooperazioni.

Impatto Economico e Mobilità

Schengen ha rappresentato un potente strumento di incremento dei flussi economici interni: lo scambio commerciale interno al mercato unico dell’Unione Europea ammonta attualmente a più di 2800 miliardi di euro annui, con un volume di 1700 milioni di tonnellate di merci che si muovono attraverso i confini dell’Unione. Schengen non serve quindi solo ad aumentare la facilità di movimenti turistici o a rendere più facile viaggiare in Europa, ma è anche essenziale per il mantenimento dei vantaggi del mercato unico.

Stime della Commissione europea, datate marzo 2016, indicano infatti tra 1,3 e 5,2 miliardi di euro i costi aggiuntivi che si avrebbero qualora il meccanismo Schengen subisse crescenti impedimenti o addirittura venisse a cadere; costi aggiuntivi che aumenterebbero il prezzo dei beni all’ingrosso e si riverserebbero inevitabilmente sui prezzi al consumo.

Un’altra voce che inciderebbe sul bilancio complessivo è il calo dei flussi turistici interni dovuti al ritorno dei controlli: sempre la Commissione ha ipotizzato 13 milioni di notti in meno a causa della reintroduzione dei controlli di frontiera e al conseguente scoraggiamento dei turisti a breve termine; sempre da computare tra i costi vi sarebbe anche l’aumento del personale di controllo da assumere e l’aumento del tempo perso alla frontiera per quel milione e 700.000 lavoratori frontalieri che si muovono quotidianamente tra gli Stati europei per raggiungere il posto di lavoro.

TAG:

Più utile per te: