Albergo Atene Riccione

 

Il Significato Profondo del Viaggio nella Vita

“La vita è un viaggio” quante volte abbiamo sentito queste parole? Sembrerà una frase un po’ idiomatica, un banale modo di dire, eppure possiede un significato molto più profondo di quanto si possa immaginare. La vita è un viaggio: tale affermazione, riconosciuta come espressione idiomatica, sottende un significato più profondo. Da un punto di vista psicologico si può dire che ci sia analogia tra il viaggio inteso come conoscenza di realtà esterne (luoghi, culture, lingua ecc.) e il percorso di conoscenza di sé (Carbonetto, 2007).

Il Viaggio come Metafora della Vita

Il viaggio è un fenomeno psicologico che nelle sue fasi (partenza, percorso e arrivo) rende l’idea della ciclicità della vita e del suo dinamismo. Così come teorizzato dalla psicoterapeuta Margaret Mahler (1897), superando la fase simbiotica, il bambino approda ad una fase definita separazione-individuazione che è compatibile con il momento della partenza, perché comporta il distacco dalla madre, considerata una base sicura, per raggiungere un livello sempre maggiore di autonomia che si intensifica nell’adolescenza, ma si definisce nell’età adulta.

Il termine ‘partenza’ fa riferimento al verbo ‘partire’, la cui etimologia è fondamentale per comprendere come questa prima fase del viaggio possa essere considerata metafora della vita. Il verbo ‘partire’ deriva dal latino ‘partire’ denominativo di ‘pars’, ‘parte’. Il significato letterario del verbo latino è ‘dividere, separare’, da cui deriva il significato più generico di ‘allontanarsi’. Da questi presupposti etimologici, è possibile rilevare come il concetto di partenza abbia una duplice valenza: di nascita e di morte.

Viaggiare: Superare la Routine e Trovare Nuove Prospettive

Viaggiare rappresenta il superamento delle azioni abituali e quotidiane o anche la rottura dalla routine della vita condotta nel luogo di residenza, che denota una base sicura per l’individuo. Viaggiare significa anche avere una possibilità di svago dalla vita lavorativa e quotidiana. Viaggiare, quindi, rappresenta il superamento delle azioni abituali e quotidiane o anche la rottura dalla routine della vita condotta nel luogo di residenza, che denota una base sicura per l’individuo.

Viaggiare significa allontanarsi da questa base sicura (partire deriva infatti dal latino “partire” = “dividere”) ma porta con sé l’idea positiva di una possibilità di svago dalla vita lavorativa e quotidiana. Tutto questo comporta una disponibilità a mettersi in gioco, ad affrontare l’ansia dell’imprevisto e dell’ignoto che ogni viaggio, anche quello più organizzato o vicino, comporta, ad abbandonare la sicurezza di ciò che è conquistato e garantito. Tutto questo comporta una disponibilità a mettersi in gioco, ad affrontare l’ansia dell’imprevisto e dell’ignoto che ogni viaggio, anche quello più organizzato o vicino, porta con sé (Papapicco, 2019).

Leggi anche: Il vero valore del viaggio

Anche la scelta della meta risulta, in tal senso, significativo perché permette di cogliere la possibilità da parte dell’individuo di aver costruito una corretta immagine di sé, dal momento che si è spinti a cercare una località turistica in base a caratteristiche personali. Tuttavia, se l’individuo non ha costruito adeguatamente il proprio Sé, non ha raggiunto un’identità stabile, non può ricercare il sostegno in programmi turistici attraenti o nei compagni di viaggio.

L'Importanza dell'Arrivo e delle Aspettative

L’arrivo nella località scelta comporta il raggiungimento di un traguardo. Questa fase implica una pausa, una sospensione di un flusso sempre più minaccioso che suscita ansie, implica la realizzazione di un’aspettativa. Si pensi alla necessità diffusa di informare subito i congiunti sull’andamento del viaggio, alla situazione più rilassata e tranquilla di chi ha raggiunto l’albergo (Carbonetto, 2007). L’arrivo, però, non rappresenta il punto finale del viaggio, ovvero la ricerca della stabilità, perché l’individuo sarà alla ricerca di nuovi traguardi, orizzonti da esplorare, nuovi abbandoni.

In questo stadio, fondamentali sono le aspettative che il soggetto si crea al momento della partenza e che possono essere confermate oppure disconfermate in seguito all’incontro con la nuova realtà. Più ci sarà accordo tra il nuovo contesto e le aspettative, più il soggetto sarà soddisfatto del suo viaggio. Viaggiare è un modo di cambiare, una trasformazione che avviene attraverso la visione di nuovi luoghi e il contatto con persone e culture diverse.

Un dato interessante è il fatto che la sensazione di benessere aumenta significativamente nella pianificazione e nell’anticipazione del viaggio, forse allo stesso modo delle esperienze effettive durante il viaggio. L’impatto del viaggio sulla qualità di vita può dipendere dalle diverse fasi di vita e da altre variabili di background, ma risulta evidente che i viaggi contribuiscono alla qualità della vita, con un impatto positivo in diversi ambiti come la vita sociale, familiare, lavorativa, spirituale, culturale.

Il Souvenir come Ricordo Tangibile

Proprio per superare la nostalgia legata al ritorno a casa, il viaggiatore tende ad acquistare souvenir che gli permettono di avere un ricordo dei luoghi visitati. Negli ultimi anni, con il crescente impatto della tecnologia, sta aumentando il fenomeno di raccolta di fotografie non professionali scattate durante il viaggio. La fotografia, proprio per queste possibilità che offre ai turisti, sta sostituendo il tradizionale souvenir.

Leggi anche: Nomi di bambina ricchi di significato

Il souvenir è dunque qualcosa che può essere regalato a qualcuno o che si tiene per sé; è un pensiero di un viaggio che ha lo scopo di ricordare un luogo visitato. Il souvenir solitamente schematizza, concentra in sé un luogo, si pensi alla Tour Eiffel parigina e al Colosseo romano, ridotti a portachiavi o a piccole statuine. Il souvenir diviene “feticcio” (Panizza, 2013) per colui che lo acquista, poiché vengono assegnati a questo oggetto significati aggiunti in base all’esperienza vissuta; i souvenir aiutano e sorreggono la narrazione del viaggio, riportano il possessore nel luogo in cui è avvenuto il contatto con l’oggetto.

Il significato del souvenir ed il tipo di souvenir ricercato è cambiato insieme al significato del viaggio. All’epoca dei viaggi commerciali il souvenir era qualcosa di esotico, di non facilmente recuperabile in altri luoghi. Era qualcosa da mostrare con fierezza, quasi come prova indiscutibile del viaggio intrapreso. Oggi il souvenir turistico ha connotazioni diverse e si configura nello scattare fotografie. Questa trasformazione del souvenir in fotografia dipende da varie ragioni: innanzitutto la fotografia è qualcosa di personale, auto-prodotta, è molto economica ed è tipica del luogo visitato.

Il Viaggio Interiore ed Esteriore

In quest’ultimo incontro prima della pausa estiva, come augurio di vacanze fruttuose, proponiamo una riflessione di Enzo Bianchi, priore di Bose, sul senso del viaggio. Viaggio da intendersi in due accezioni complementari: esteriore, per terre e paesi sconosciuti; e interiore, al centro del proprio essere, della propria verità e dei propri desideri. Sì, sovente un viaggio aiuta l’altro, quello esteriore offre spunti a quello interiore e quest’ultimo fornisce le motivazioni al primo e ne anima il percorso: i pellegrinaggi non nascono forse da un desiderio dello spirito? Ciascuno infatti ha in sé un “continente interno”, che non finirà mai di esplorare e che nessun altro potrà esplorare al suo posto, ma a delimitare i contorni di questo continente, a modularne suoni e colori, ad arricchirne flora e fauna hanno contribuito i “continenti esterni”, quell’alterità di luoghi e di volti sovente sperimentata nel viaggiare alla ricerca di un altrove.

Ma è altrettanto vero che il viaggio interiore fornisce spesso un perché al viaggio esteriore e ne anima i percorsi. Allora è in base a queste motivazioni che decidiamo il bagaglio e l’abbigliamento adatti: per sceglierli infatti dobbiamo conoscere noi stessi, le nostre esigenze e le realtà ambientali cui andremo incontro. Incamminarsi verso il profondo obbliga allora a un discernimento previo di ciò che ci fa muovere e vivere, costringe alla rinuncia a quanto, magari buono in sé, finirebbe per ostacolare il cammino, invita a una purificazione della memoria, a chiedersi cosa portare con sé del proprio passato.

Leggi anche: Definizione di Turismo

TAG: #Viaggio #Viaggi

Più utile per te: