Viaggiare Sicuri in Tagikistan: Guida Completa
Probabilmente tra gli ‘stan countries il Tagikistan è il meno conosciuto (non che gli altri lo siano eh..), e ammetto che fino a poco tempo fa io stessa ne ignoravo l’esistenza. Quando poi ho iniziato a studiare la Via della Seta mi sono imbattuta in questo isolato paese dell’Asia Centrale e ho deciso, al contrario, che sarebbe stato il focus del mio intero viaggio. Tutto l’itinerario è stato studiato per il Tagikistan, e più in particolare, per il Pamir. Sin dall’inizio sono stata catturata dalle descrizioni di questi luoghi senza tempo e ho deciso che dovevo assolutamente percorrere anche io la M41, la “famosa” Pamir Highway, i 1000 e più km di sterrato che collegano Dushambe con Osh in Kirghizistan.
Informazioni Generali sul Tagikistan e il Pamir
Situato nel cuore dell’Asia, il Tagikistan è un Paese dalle forti individualità etniche, costrette a trovare una quasi impossibile convivenza entro i confini artificiali risultanti dagli interessi imperialistici del colosso sovietico. Cuore persiano confinato dentro un’area a netta prevalenza turca, il Paese è stato protagonista di un drammatico sfaldamento all’indomani della disgregazione dell’URSS, costellato da un alto numero di vittime, causate da una guerra civile dall’esito disastroso, e da centinaia di profughi.
Il Pamir occupa tutto il Tagikistan orientale ed è veramente un altro paese, ha le sue speciali regole di accesso, parla una lingua diversa (il farsi, come in Iran), professa una religione diversa (l’islamismo sciita quando tutto il resto del paese è invece sunnita) ed è abitato da etnie diverse. Il Pamir rappresenta il 45% del territorio tagiko ma ospita solo il 3% dell’intera popolazione. La maggior parte degli abitanti vive in piccoli villaggi annidati in mezzo a suggestive valli solcate da fiumi e circondate dalle altissime vette innevate dell’Afghanistan e del Pakistan.
Requisiti di Ingresso e Periodo Migliore
Quando ci sono andata io, nel 2017, bisognava richiedere il visto per entrare in Tagikistan, ma le regole d’ingresso sono cambiate da poco e i cittadini italiani non hanno più bisogno del visto per soggiorni inferiori ai 30 giorni. Tutti gli stranieri però hanno l’obbligo di registrarsi presso gli uffici del Ministero dell’Interno (OVIR) entro 10 giorni lavorativi dall’arrivo. Sono esentati dalla registrazione i titolari di visto elettronico.
Il periodo migliore per visitare il Tagikistan e il Pamir è l’estate, da giugno a settembre. Nella capitale Dushambe può fare molto caldo, ma questo è l’unico periodo dell’anno in cui è possibile entrare in Pamir.
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Come Arrivare e Spostarsi
Servito da un numero limitato di voli e con pochi posti di confine terresti, il Tagikistan è uno dei paesi dell’Asia Centrale più difficile da raggiungere. I collegamenti migliori per raggiungere Dushambe sono attraverso la Turchia (con Turkish Airlines) e sono abbastanza cari. Un’alternativa più economica può essere quella di volare su Tashkent (Uzbekistan) ed entrare dal confine di Oybek via terra o su Osh (Kirghizistan).
A meno che non abbiate mesi di tempo a disposizione, l’opzione migliore per visitare il Pamir consiste nel noleggiare una jeep 4×4 con autista. La Pamir Highway è in buona parte sterrata e, a tratti, decisamente pericolosa quindi il mio consiglio è quello di non lesinare troppo su questa spesa. Ci sono diverse agenzie che offrono il noleggio di jeep con autista o tour con la guida.
Esperienze Personali con World Roof Tour
Prima di partire ne ho contattate diverse e alla fine ho scelto la World Roof Tour. Mi sono trovata molto bene con loro, avevamo una jeep nuova e grande, un autista bravo che parlava inglese e abbiamo sempre dormito in posti carini e confortevoli. La World Roof Tour si è rivelata un’agenzia seria e super professionale. Per tutto il viaggio in Tagikistan-Pamir (8 notti - dal confine uzbeko fino a Osh, in Kirghizistan) con incluso jeep, autista, notti in homestay e pasti ho speso 1100 dollari (che ho pagato direttamente lì in contanti), l’equivalente di circa 925 euro.
Sicurezza e Precauzioni
Leggendo la scheda del Tagikistan sul sito Viaggiare Sicuri della Farnesina cercano di farti passare la voglia di andarci. Ovviamente avranno le loro buone ragioni e, dopo essere tornata, concordo anche io sul fatto che il Tagikistan sia potenzialmente (come altri ‘stan) un paese instabile e sicuramente la vicinanza con l’Afghanistan non aiuta la stabilità. Detto questo io non ho ne visto ne vissuto sulla mia pelle situazioni di pericolo, ma so bene che potrebbero verificarsi (come ovunque nel mondo al giorno d’oggi).
Assicurazione Sanitaria
In Tagikistan la nostra copertura sanitaria non vale. Il mio consiglio è quello di fare sempre una classica assicurazione medico-bagaglio che vi possa coprire durante il viaggio. Io mi trovo molto bene con Heymondo, un sito che confronta le polizze di diverse compagnie e propone la polizza più conveniente per quel determinato viaggio.
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Itinerario Dettagliato
Dushanbe e Inizio del Viaggio
Dopo un rocambolesco transfer di 8h da Samarcanda arriviamo finalmente a Dushambe, la capitale del Tagikistan. Siamo arrivate in hotel che era già buio e non sono riuscita a farmi un’idea di questa città. Dopo una notte ristoratrice, l’ultima in un hotel dal confort occidentale, conosciamo Ali, il nostro driver, cambiamo i soldi e ci mettiamo subito in marcia.
Verso Kalai-Khum
Veniamo fermati diverse volte dalla polizia e Ali ogni tanto deve tirare fuori qualche banconota, ma si fa in fretta tra grandi sorrisi. Questo tratto di strada è stato recentemente asfaltato dai cinesi ed è in ottime condizioni. La strada è bellissima, scende lentamente verso il fiume ed è incredibile come questo stretto ma tumultuoso fiume divida di fatto la strada tagika da un precario e incerto sentiero sul lato afgano che collega minuscoli centri abitati con case in pietra. Fa strano, l’Afghanistan è a pochi metri ma è praticamente impossibile raggiungerlo; attraversare il fiume sarebbe un suicidio. Verso le 6 di sera raggiungiamo Kalai-Khum, una piccola cittadina sul fiume. Alloggiamo in un homestay carina (addirittura con wifi) che si affaccia proprio sul fiume e dormiamo cullati dal rumore all’acqua.
Khorog e la Valle di Wakhan
Oggi si inizia a ballare, da Kalai Khum la strada è super panoramica ma sterrata e alcuni tratti sono pericolosissimi. Due corsie scarse costeggiano il fiume senza alcun tipo di protezione e spesso e volentieri si vedono i fiori sul ciglio della strada in ricordo di auto o camion che sono volati giù. Qui entriamo nel vivo del Pamir e ci dobbiamo fermare diverse volte per essere registrati dalla polizia; per fortuna non si perde molto tempo. Dopo 8 ore di lavatrice arriviamo stanche a Khorog, la “capitale” del Pamir.
Prima di cenare nella nostra homestay c’è il tempo di fare un giro per la cittadina e un salto al bazaar (dove vengo importunata da un uomo ubriaco che mi urla davanti la faccia). L’M41 parte da Khorog, ma noi, come quasi tutti, abbiamo deciso di seguire la variante che scende invece verso sud per raggiungere la Valle di Wakhan (o corridoio di Wakhan come lo chiamano in molti).
Ishkashim e Incontri Interessanti
Poco prima di arrivare a Ishkashim passiamo davanti al ponte della frontiera afghana che è deserta. È sabato e, fino a pochi mesi fa, ogni sabato qui c’era un mercato (bellissimo ci dicono) dove tagiki e afghani potevano scambiarsi le merci. Purtroppo dopo l’ultimo attacco dei talebani è stato chiuso e non ci resta che arrivare nella nostra guesthouse. Ishkashim è una cittadina piccola, non c’è praticamente niente se non tanta polizia.
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Questa è la zona più “sensibile” del Pamir, da qui passa tantissima droga e da qui, ogni anno, provano ad attaccare i talebani. Noi alloggiamo alla guesthouse Hanis, un posto molto grande, dove conosciamo un altro team del Mongol Rally, questa volto formato da una coppia inglese e un ragazzo neo zelandese. Il ragazzo inglese ci racconta che, senza averlo deciso prima, ha chiesto la mano della sua ragazza durante il viaggio, davanti all’Hell’s Gate in Turkmenistan e che hanno pianificato di sposarsi a Ulaan Batar, all’arrivo del Mongol Rally.
Fortezze e Sorgenti Termali
Partiamo di buon ora per visitare le fortezze di Kah-Kaa e Yamchum, due fortezze del XII secolo che si trovano in posizione sopraelevata sul fiume e offrono una vista spettacolare su tutta la vallata. Sopra la fortezza di Yamchum ci sono le sorgenti termali di Bibi Fatima e la credenza locale vuole che bagnandosi in queste acque a 40° le donne possano aumentare la loro fertilità.
Yamg e Incontri Significativi
Da lì andiamo a visitare la casa-museo del mistico Muabara Kadam a Yamg, una casa in stile del Pamir molto interessante e ci fermiamo a pranzo nella guesthouse di Aydar, il custode del museo. Qui facciamo la conoscenza di Zahara, una signora iraniana in viaggio con suo figlio per il Pamir. Zahara ci racconta che vivono a Lipsia da 30 anni (suo figlio è nato lì) perchè lei è dovuta fuggire dall’Iran negli anni ’90: c’era un taglia sulla sua testa.
Negli anni ’80 era rappresentate d’istituto nel suo liceo di Teheran, organizzava manifestazioni e distribuiva volantini ed è stata considerata una dissidente politica dal regime. È dovuta stare per 3 anni chiusa in casa di amici di famiglia senza poter mai uscire prima di decidere di scappare con l’aiuto di suo zio che era fuggito anni prima. Dopo mesi di organizzazione, a 19 anni, da sola, è riuscita a passare il confine turco prima a piedi e poi a cavallo prima di poter essere al sicuro. Da allora (30 anni fa) ha rivisto i suoi genitori solo 2 volte e molti suoi “compagni” iraniani sono morti o sono in carcere da anni. Lei non potrà mai più tornare in Iran perchè sarebbe arrestata.
Petroglifici e Ritorno alla Pamir Highway
La giornata di oggi inizia con una passeggiata (in salita) sopra Langar alla ricerca di alcuni petroglifici. Arrivati più o meno in cima li individuiamo ma è difficile distinguere le incisioni antiche e autentiche dagli emulatori moderni. Ci rimettiamo poi in macchina ed è tempo di abbandonare il fiume Pyanj e l’Afghanistan, fra 200 km inizieremo a costeggiare la Cina.
La strada che sale per riprendere la Pamir Highway è spettacolare, uno dei tratti più belli (e più pericolosi), con mille curve a strapiombo e delle viste panoramiche incredibili. Prima di raggiungere di nuovo l’M41 riusciamo anche a vedere delle carovane afgane con i cammelli, sono bellissime!
Laghi Alpini e Murgab
Dall’M41 deviamo quasi subito per raggiungere 2 bellissimi laghi alpini salati: il Bulunkul e lo Yashil-kul. Il paesaggio intorno è lunare e desertico e mi ricorda tantissimo le lagune altiplaniche boliviane. Da qui in poi le temperature sono rigide (siamo tra i 3500 e i 4000 mt), tiriamo fuori il piumino e ci dirigiamo nel piccolo villaggio di Alinchur per il pranzo (anche se sono le 4 del pomeriggio) e raggiungiamo con il buio Murgab.
Non avremmo dovuto dormire qui questa notte e non abbiamo prenotato nulla; incredibilmente tutte le guesthouse sono piene e riusciamo a stento a trovare 2 letti per dormire. Per cenare andiamo nell’unico hotel del paese, il Pamir Hotel, punto di ritrovo di tutti i backpacker, ciclisti e motocicilisti e, sopresa delle soprese, rincontriamo un gruppo di motociclisti italiani che avevamo incontrato 4 anni fa in Tibet su un passo di montagna vicino all’Everest!!
Karakul e Confine con il Kirghizistan
Torniamo al Pamir Hotel per la colazione e conosciamo il nostro nuovo autista. Da qui in poi, pur essendo sempre in Tajikistan, ci abitano principalmente kirghizi ed è meglio avere un autista kirghizo (che ci accompagnerà poi fino a Osh). Salutiamo Ali tra la commozione e le lacrime e ci rimettiamo in macchina; superiamo l’Aiktal Pass (4600 mt) prima di raggiungere Karakul con il suo lago alpino salato a 3900 mt.
A Karakul arriviamo per pranzo e passiamo il resto della giornata a passeggiare lungo il lago e soprattutto a chiaccherare con i personaggi incredibili che incontriamo nella nostra guesthouse. Partiamo verso le 9 e raggiungiamo dopo un’oretta il Kyzyl-Art Pass (4282 mt) dove si trova il primo posto di confine tagiko-kirghizo.
Ingresso in Kirghizistan e Riflessioni Finali
Qui non dobbiamo neanche scendere dalla macchina, l’autista sbriga tutte le procedure doganali da solo. Per raggiungere l’altro posto di confine ed entrare in Kirghizistan impieghiamo invece un’altra oretta. Finite le procedure doganali rivolgo un ultimo sguardo al Pamir con le lacrime agli occhi, questo paese mi ha regalato tanto, anzi tantissimo, mille emozioni che mi rimarranno negli occhi e nel cuore per tutta la vita.
Entrando in Kirghizistan sembra di entrare in Svizzera, le strade sono belle, ben asfaltate e improvvisamente diventa tutto molto più verde. Raggiungiamo l’hotel a Osh per le 3 del pomeriggio e ci buttiamo direttamente sotto la doccia (non ci laviamo da 2/3 giorni!).
Tabella Riepilogativa Spese di Viaggio
Voce di Spesa | Costo Approssimativo |
---|---|
Jeep con autista (8 notti) | $1100 (circa €925) |
Homestay e pasti | Incluso nel costo della jeep |
Assicurazione medico-bagaglio | Variabile (consigliato Heymondo) |
Voli per Dushanbe | Variabile (Turkish Airlines o via Tashkent/Osh) |