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Cosa Vedere a Meda: Un Itinerario alla Scoperta del Patrimonio Storico e Architettonico

Meda, situata a poco più di 20 chilometri da Milano, è rinomata per la produzione di arredi e per l’industria del mobile. Immersa nel verde del Parco della Brughiera Briantea e bagnata dal torrente Tarò, la città offre un ricco patrimonio storico-architettonico da scoprire.

Architettura e Arte a Meda

Una tappa imperdibile è l’ex Casa del Fascio (1938), un esempio di architettura razionalista progettata da Giuseppe Terragni, situata nella centrale piazza della Libertà e oggi sede di spettacoli ed eventi culturali. A testimoniare la vocazione della città per il mobile sono soprattutto il vecchio complesso del mobilificio Paleari (1896), e la Biblioteca del Mobile e dell'Arredamento, unica nel suo genere in Italia.

Per scoprire che cosa vedere a Meda potresti iniziare la tua passeggiata in paese dall’incrocio tra via Cialdini e la strada vicinale dei Casarilli, dove sorge la Chiesa di San Giacomo. La facciata della chiesa medese ospita una statua del santo scolpita da Alberto Ceppi.

Lasciandoti la facciata della chiesa alle spalle, imbocca via Curie e percorrila fino in fondo, per poi svoltare a sinistra in via Luigi Rho. Vai sempre dritto; superato il passaggio a livello, alla tua destra al civico 33 noterai Villa Besana, oggi convertita in casa di riposo. Costruita all’inizio del Novecento, la villa - per volontà testamentaria di Pietro Besana, morto nel 1949 - venne destinata a sede di un ente a istituzione di beneficenza che desse vitto e alloggio a persone anziane in stato di bisogno. La casa di riposo entrò in funzione nel 1959.

Pochi metri più in là, all’incrocio tra via Luigi Rho e vicolo Luigi Rho, ecco il murale dell’Asnin del Talin. Realizzato da Valter Mariani, raffigura l’asino di un vecchio contadino del posto (Natale Orsi - Talin, appunto).

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Prosegui la tua passeggiata in via Luigi Rho, e allo stop gira a destra in via Como per raggiungere il civico 85. Qui puoi ammirare la suggestiva Cascina Belgora: fu edificata nella prima metà dell’Ottocento dalla famiglia dei marchesi Brivio e prese il posto di una cascina, che aveva lo stesso nome, che si trovava più vicino alla collina e che era andata distrutta in un incendio.

Ora torna indietro lungo via Como e raggiungi il civico 27: volgi lo sguardo in alto per osservare, sul muro di Casa Dentoni, la curiosa icona di Nuestra Señora de Lujan. La Vergine de Lujan viene venerata in un famoso santuario dell’Argentina, Paese in cui era emigrato alla fine dell’Ottocento Carlo Morganti, il quale dopo la Prima Guerra Mondiale tornò a Meda e fece costruire questa abitazione.

Continuando a passeggiare lungo via Como, puoi imboccare via Parini: qui alla tua sinistra, in corrispondenza del civico 2, noterai l’edificio neogotico di Casa Ferrrario, con annessa la Chiesina del Redentore. Il complesso fu costruito nell’Ottocento: la parte residenziale, un tempo casa di campagna della nobile famiglia milanese dei Ferrario, è direttamente collegata con la cappella tramite un ballatoio in pietra e un porticato con colonne in ghisa.

Proprio di fronte a Casa Ferrario, puoi imboccare via delle Colline: percorri questa strada (in salita) fino in fondo, e allo stop gira a destra in via delle Brughiere. Al civico 11 trovi la Cascina Fameta: situato al limite della brughiera, anche questo cascinale - proprio come la Cascina Belgora che hai visto poco fa - venne costruito per volere dei marchesi Brivio intorno al 1850.

Uscito dal parco, gira a sinistra: davanti a te vedrai, al civico 17 di via Garibaldi sul muro di Casa Baio, un dipinto dedicato alla Madre della Misericordia, chiamato dagli abitanti del posto Madonna dell’Uccellino.

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Prosegui lungo via Garibaldi e poi gira nella prima strada a sinistra, via Palestro: al civico 3 trovi ciò che rimane di Casa Maunier. I trompe-l’oeil dei resti di Casa Maunier: quello che vedi era uno degli edifici di servizio della quattrocentesca dimora signorile, che invece è stata abbattuta negli anni ’50 del Novecento.

Da via Palestro gira di nuovo a destra in via Garibaldi e poi svolta subito a sinistra per percorrere la salita di via Antona Traversi: in cima, sulla tua destra al civico 4 puoi ammirare Ca’ Vismara (o Villa Vismara).

Al termine dell’ascesa di via Antona Traversi ti ritrovi in piazza Vittorio Veneto, il cuore antico del paese. Alla tua sinistra noterai la Chiesa di San Vittore, costruita nel XVI secolo, che ospita al proprio interno opere di Bernardino Luini, di Giulio Campi e di Giovan Battista Crespi (detto Il Cerano).

Dal cancello della chiesa - quando è aperto - puoi raggiungere Villa Antona Traversi: si tratta di una dimora progettata da Leopoldo Pollack, realizzata in seguito alla trasformazione dell’antico Monastero di San Vittore.

Esattamente di fronte alla Chiesa di San Vittore, una lunga scalinata ti porta al Monumento ai Caduti, che accoglie La vittoria alata, scultura in bronzo realizzata da Cesare Busnelli: l’autore diede alla statua le sembianze di sua moglie Irene.

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Su piazza Vittorio Veneto si affaccia anche il Santuario del Santo Crocifisso. Si ritiene che le origini di quest’ultimo, noto anche con il nome di Chiesa di Santa Maria, siano addirittura precedenti all’anno Mille, anche se ovviamente il suo aspetto attuale è frutto di interventi più recenti. L’edificio ospita, tra l’altro, affreschi dell’artista piemontese Luigi Morgari.

Accanto al santuario c’è la Ca’ Rustica. Sopra il portone di ingresso puoi notare uno stemma della famiglia Porro: vi è stato collocato nel secondo dopoguerra, dopo essere stato rinvenuto nelle campagne circostanti.

Sulla facciata di vicolo Santa Maria è collocata una lapide che ricorda l’incontro avvenuto proprio qui tra Ludovico il Moro, Beatrice d’Este e l’imperatore Massimiliano d’Asburgo nel 1496.

A questo punto ti ritrovi in via Santa Maria: percorrila fino al civico 71, dopo il quale vedrai alla tua sinistra la Cascina Munaia Vecc.

Giunto in piazza Volta, alla tua sinistra al civico 9 trovi Palazzo Clerici De Petri, le cui origini risalgono al XVI secolo.

Lasciandoti il portone di Palazzo Clerici De Petri alle spalle, vai dritto per poi girare subito a sinistra in largo San Giovanni da Meda. Andando dritto, ti ritrovi in via Colombo; dopo il civico 4, entra nel cortile del Bregoglio alla tua destra. Guardando alla tua sinistra, noterai un dipinto che raffigura Giovanni Oldrati, risalente al 1978 e realizzato dall’artista medese Angelo Borgonovo, in arte Ben-Novo.

Dopo pochi passi in via Manzoni, tieni la destra per imboccare dopo pochi metri via Colombara. La sua posizione sopraelevata, sul ciglio del piano morenico della brughiera, consente di godere di una vista panoramica sul pianoro della Cavallina. Per osservare la cascina ancora più da vicino, ti basta percorrere la salita di via del Ry: la cascina si trova al civico 3. Questo edificio fu costruito all’inizio del Settecento (è menzionato nella mappatura del catasto austriaco del 1721) per volere dei marchesi Clerici, che lo usavano come padiglione di caccia.

Ora puoi tornare in piazza Volta, e da qui girare a destra in corso Matteotti: arrivato all’altezza del civico 143, non ti sfuggirà l’affresco di Maria Ausiliatrice.

Continua a camminare in corso Matteotti: raggiunto l’incrocio con via Orsini, vedrai di fronte a te Casa Nobili, sulla quale spiccano - separati da un balcone - due pannelli in marmo bianco che ritraggono l’arcangelo Gabriele e Maria, risalenti ai primi anni del ‘900.

Prosegui la tua passeggiata in corso Matteotti; superato il civico 44, voltati indietro per osservare il murale Ruberò per te la luna, realizzato dallo street artist Cosimo Caiffa, in arte Cheone.

Proseguendo lungo via Mazzini, trovi sulla tua destra piazza della Repubblica. Ad abbellire la piazza contribuiscono anche i cinque pannelli che decorano Palazzo Mascheroni: realizzati dai corsisti dell’Unitre e dagli alunni delle scuole di Meda su progetto di Renata Barzaghi, rappresentano un presepe festoso e colorato.

Giunto in fondo a via Mazzini, ti ritrovi in piazza della Chiesa, dove puoi ammirare la Chiesa di Santa Maria Nascente: fu progettata da Paolo Mezzanotte, l’architetto del palazzo che ospita la Borsa di Milano.

Ora, lasciandoti la facciata della chiesa alle spalle, imbocca via Verdi (la strada parallela a via Mazzini) e prosegui lungo vicolo Comunale e poi via Solferino. Qui al civico 42 c’è la casa natale di Giuseppe Terragni, celebre architetto razionalista (il “papà” di Villa Bianca a Seveso, tra l’altro): a ricordarlo c’è una targa commemorativa posizionata all’esterno dell’abitazione.

A questo punto torna indietro lungo via Solferino e gira nella prima strada a sinistra, via De Amicis, percorrendola fino in fondo. Sbucherai, così, in piazza della Stazione, dove alla tua sinistra troverai Casa Lanzani. Si tratta di un complesso costituito da due ville gemelle in stile eclettico collegate attraverso un portico vetrato: a realizzarle fu l’impresa edile di Michele Terragni, papà di Giuseppe Terragni.

Da qui, raggiungi il semaforo, e superando il passaggio a livello ti ritrovi in via Indipendenza. L’edificio tra il civico 2 e il civico 14 è l’elegante Palazzo Buzzi, in stile eclettico con echi liberty, risalente al 1910. Venne costruito inizialmente come sede dell’industria di mobili di Piero e Giuseppe Besana: per questo oggi è noto anche come Palazzo Besana. Nel 1915, con l’arrivo del gruppo Asnaghi, qui nacque la Società Anonima Lavori di Aviazione (SALDA), che più tardi divenne Società Anonima Lavori di Ammobiliamento, occupandosi della produzione di mobili su scala nazionale.

Accanto, attorno al civico 22 di via Indipendenza si sviluppa il Palazzo Pro Meda, che deve il proprio nome all’associazione che lo gestiva un secolo fa. Inaugurato nel 1913 come teatro (intitolato a Giannino Antona Traversi), già negli anni ’20 venne destinato ad uso abitativo.

Lasciandoti il Palazzo Pro-Meda alla tua destra, continua a passeggiare lungo via Indipendenza fino al civico 38, dove trovi il Palazzo dell’Esposizione Artigiani Medesi, costruito nei primi anni Cinquanta per offrire una vetrina alla produzione artigianale locale. La facciata ospita due bassorilievi, realizzati da Cesare Busnelli a metà degli anni Sessanta, che rappresentano le fasi della lavorazione del legno.

Ancora pochi passi e alla tua sinistra, all’incrocio tra via Indipendenza e via Cadorna, noterai la facciata monumentale del Palazzo delle Scuole Professionali, decorata da lesene neoclassiche. L’edificio fu realizzato - su progetto di Aldo Vicini - sull’area in cui prima sorgeva il cimitero e inaugurato nel 1932.

Lasciandoti il palazzo alla tua sinistra, prosegui la tua passeggiata in via Indipendenza, per poi girare a sinistra in viale delle Rimembranze.

A questo punto puoi ritornare verso Palazzo Buzzi, in via Indipendenza e da qui svoltare a sinistra in viale Francia per raggiungere piazza del Lavoratore, dove c’è un’altra risposta alla domanda “che cosa vedere a Meda?”: è il Monumento al falegname, opera in bronzo realizzata dallo scultore milanese Virginio Cimnaghi, che celebra la città dell’industria del mobile.

Ora continua a camminare in viale Francia, supera il semaforo per imboccare via Busnelli e vai sempre dritto: arrivato allo stop del passaggio a livello, svolta a destra in via Milano. All’incrocio con via San Celso, sulla tua destra, c’è la Chiesa dei Santi Nazaro e Celso.

Ora torna indietro lungo via Milano, supera il passaggio a livello e vai dritto fino alla Chiesa di San Pietro Martire, subito dopo il civico 117.

I Dintorni di Meda

L'etichetta 'distretto dei mobili' porta a sottovalutare il ricco patrimonio storico-architettonico dei dintorni di Lissone. A Desio si visitano la parrocchiale dei Ss. Siro e Materno e villa Tittoni Traversi, bella residenza tardoneoclassica con apporti del Piermarini e restauri di Luca Beltrami nel 1903. A Cesano Maderno il seicentesco palazzo Arese Borromeo esemplifica il passaggio dalla residenza tardorinascimentale a corte chiusa alla villa barocca di rappresentanza. Seveso custodisce una interessante Villa Bianca. Seregno è un grosso polo industriale nato dall'aggregazione di corti rurali; ha tradizioni produttive che risalgono almeno al '500. Altro nodo centro di mobilifici è Meda, la cui storia si identifica in gran parte con quella del millenario cenobio femminile di S. Vittore, costruito nel medioevo e soppresso in età napoleonica. Nella parte alta dell'abitato ne resta l'oratorio, del primo '500, con affreschi coevi e una pala del Cerano all'altare maggiore. A Lentate sul Seveso, il gotico oratorio di S. Stefano (1369) conserva affreschi anonimi del tardo '300 della migliore tradizione lombarda.

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