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Tu Bevi Io Guido: Viaggi e Sicurezza Stradale

L’idea di un ciclodiario nasce dalla consapevolezza che non potrò conservare un ricordo di tutte le mie piccole e grandi “cicloimprese”. Il numero di esse, tra l’altro, è aumentato considerevolmente nel periodo in cui mi sono trasferito in collina, ad Appiano, e ho scelto la bici per recarmi al lavoro a Bolzano, in inverno come in estate, sole, pioggia o neve, con 35 gradi sopra lo zero o 15 sotto, all’alba o dopo il tramonto. Così in quei 14 anni ogni ritorno a casa è diventato l’occasione per una nuova avventura grazie alle più svariate condizioni meteorologiche che ho incontrato e alle tante variazioni di percorso che mi si presentavano.

Dal 2010 ho dato il via inoltre a una nuova e stimolante attività: il “bici+treno”. Con questa nuova iniziativa, il mio orizzonte ciclistico si è allargato a dismisura, fino a portarmi addirittura in centro Italia, sulla mia adorata Panoramica Gabicce-Pesaro!

Ho pensato dunque di dedicare a queste avventure un’apposita sezione nel mio sito (che è destinato ad uso e consumo quasi esclusivamente personale…). Non voglio però che il ciclodiario diventi un luogo di malinconici ricordi. Deve essere piuttosto motivo di stimolo e, perché no, di confronto tra quello che sono adesso, quello che ero e quello che sarò. Perché ritengo che ci siano e ci saranno per lungo tempo il fisico, l’entusiasmo e la volontà per sempre nuove avventure.

A fine 2018 sono tornato a vivere a Bolzano, rinunciando a malincuore alle mie piccole avventure quotidiane. Il ciclodiario non poteva che iniziare con una giornata da incorniciare: sono uscito dall'ufficio subito dopo "pranzo" (pane ed insalata mangiati sulla tastiera...) per godermi al meglio una grandiosa nevicata! Ben 40 km sotto i fiocchi, i primi 20 sulla ciclabile fino ad Egna, dove l'altezza della neve mi ha costretto a ripiegare sulla strade aperte al traffico.

Viabilità in tilt: ho dovuto addirittura passare in campagna per un TIR piazzato di traverso sulla Strada del Vino. Per il ritorno ad Appiano non restava che la salita di Caldaro, visto che le strade secondarie e la ciclabile erano praticamente inutilizzabili. Davvero una bella avventura, mai in vera difficoltà nonostante le due ore passate sotto l'abbondante nevicata.

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La mattina discesa a BZ in bici con 25 cm di neve umida, strade in precarie condizioni e traffico quasi bloccato all'ingresso della città. È stato divertente osservare gli sguardi meravigliati degli automobilisti nel vedermi pedalare sotto (e nella...) neve: dal mio punto di vista i veri disadattati sono loro! Ho percorso la discesa di Cornaiano sotto fiocconi di dimensioni spettacolari, speravo non finisse mai! E' pura gioia concentrata, chi non l'ha mai provato non sa davvero cosa si perde!

Ritorno a casa dopo l'ufficio sotto la neve. Un po' di timore per le auto che mi sorpassavano, peccato perché nevicava davvero bene e l'occasione meritava qualcosa di più. Arrivo a casa stile pupazzo di neve, con il casco completamente imbiancato e la bici irriconoscibile.

Oggi pioggia, purtroppo, niente neve nonostante la temperatura vicina allo zero... uscito dall'ufficio un po' tardi sono salito fino al bivio di Bellavista (670 mt) nella (vana) speranza di vedere qualche fiocco. Nella successiva discesa di 5 km verso Appiano ero in condizioni miserevoli, completamente fradicio e sudato. Non c'è dubbio, sono una bestia ormai! E quando dico "bestia" non intendo "un grande", intendo semplicemente un... animale da soma! L'assuefazione a freddo, caldo e fatica è ormai totale e l'astinenza quasi insopportabile.

Oggi scalata del MONTE BONDONE IN INVERNALE. 20 chilometri di salita, gli ultimi 5 tra muri di neve alti due metri, giornata eccezionale!!! Altro bellissimo ricordo da aggiungere alla mia personale collezione, domani sarà già tempo di nostalgia che potrà essere sconfitta in un solo modo: con altre imprese del genere!

Il Bondone è una salita molto impegnativa anche in estate, figuriamoci d'inverno, con temperature intorno allo zero e MTB con pneumatici chiodati! Una volta tanto, in cima alla salita di giornata, mi sono concesso quella che in altre occasioni avrei considerato una vera e propria debolezza: una sosta al bar con cioccolata calda, che la dice lunga su quanto freddo e quanta fatica mi sia costata la scalata!

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Oggi non sono proprio riuscito ad evitare il ritorno a casa, dopo l'ufficio, al buio... che strana esperienza! Incute un po' di timore l'avanzare sulla ciclabile quasi alla cieca, in un silenzio irreale, con il solo conforto di una lucetta che rischiara a malapena i due-tre metri di strada davanti a te. Ma ci sono anche degli aspetti decisamente affascinanti: il fondovalle costellato di luci di ogni colore e dimensione, per esempio, oppure il procedere nel bosco tenendo come riferimento Venere, che risplende bellissimo a sud-ovest.

Grande divertimento oggi con la classica prova di Natale del Trofeo Bonatti. Giovanni ha imposto subito un'ottima andatura e Nicola si è accodato; insieme hanno guadagnato un discreto vantaggio. A quel punto, fiutando l'occasione, li ho recuperati lasciando poi "lavorare" Giovanni fino ad Auna di sotto. Qui ho preso l'iniziativa e pian piano mi sono trovato in testa da solo.

Troppo tardi Peter ha tentato la rimonta, il vantaggio era ormai incolmabile, anche perché per qualche chilometro ho spinto proprio a fondo, sembrava davvero di essere in gara! Bella sensazione poter contare così sulle proprie forze! Ciliegina sulla torta è stata la successiva sosta al sole con gli amici, davanti ad un panorama stupendo ed una bella Sacher con cioccolata in tazza davvero meritata!

L'ultimo ritorno a casa dell'anno è stato una vera e propria prova di forza e di volontà. Partito dall'ufficio con i soliti chiodati (iniziano davvero ad essere una "palla al piede!"), vestito in borghese ed in condizioni di salute non ottimali, mi sono messo in testa di scalare, dopo una ventina di km di pianura, sia il "muro" del Passo del Much (2 km tra il 12 ed il 15%) sia la successiva salita del Bellavista.

Risultato: il Much è risultato fin troppo duro perché non avevo i rapporti adatti, così sul Bellavista si è un po' spenta la luce e nella successiva discesa ho preso un sacco di freddo...

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E' più di un mese che non scrivo... non che nel frattempo non abbia fatto nulla, ma tra malanni e cattivo tempo le possibilità di combinare qualcosa di buono sono state veramente poche. La tanta neve caduta quest'anno ha avuto anche un risvolto negativo: le strade sono sempre sporche e/o ghiacciate e l'utilizzo dei pneumatici chiodati, che limitano il "raggio d'azione" in termini di chilometri percorribili, è spesso inevitabile. In più ci si è messa la chiusura del passo Mendola, per me un sorta di palestra invernale, la cui salita inizia proprio sotto casa...

Finalmente un giro degno di nota! Sono salito al lago di Costalovara senza dover montare le chiodate, che stavano ormai diventando una vera e propria palla al piede! Mille metri di dislivello superati senza la minima difficoltà e con il sole che inizia a scaldare annunciando la primavera... bene così!

Altri 90 km sul Garda, chi l'avrebbe mai detto? Ho approfittato dell'invito di un amico per un'altra pedalata sul lago, con un percorso più "piatto" ma non per questo meno piacevole rispetto al precedente. Ritorno sul lago e salita che da Torri del Benaco porta ad Albisano, l'ascesa più bella che io conosca, 6 km di tornantini tra uliveti e stupendi scorci panoramici.

Strano ritorno a casa, oggi. Non tanto per il percorso, la solita quarantina di chilometri con passaggio ad Ora e salita per Caldaro-Bellavista, quanto per il vento forte, inusuale per la nostra zona, che più di una volta mi ha costretto a pericolose sbandate. Non ho il contachilometri sulla bici "da ufficio", ma in alcuni tratti di pianura penso di essere sceso sotto i 20 all'ora!

Non è un gran momento per me... problemi a destra ed a manca... e quando serve ecco LEI che viene a darmi una mano... stupendo l'arrivo ai 1736 metri del Monte Penegal, cielo blu da favola, muri di neve ai lati della strada e sole che sembrava sorto apposta per portarmi allegria. NIENTE e NESSUNO come la mia bicicletta potrà mai regalarmi un simile concentrato di belle emozioni. Quante volte ti dovrò ancora dire GRAZIE nella mia vita? Spero tante!

Come trasformare un semplice ritorno a casa in un'occasione per rivivere vecchi, ma mai sopiti "pruriti" agonistici? Ebbene, ai -300, nonostante la bici "da ufficio" e la borsetta posteriore, ho buttato giù un po' di denti e mi sono goduto l'ebbrezza dei 30 e passa all'ora in salita. Una bella sensazione che mi ha ricordato i bei tempi in cui si gareggiava sul serio.

Primo appuntamento della stagione con i "matti" del trofeo a Ponte Resia. Quest'anno abbiamo deciso infatti di trovarci tutti i mercoledì alle 17 per una "sgambata", come si dice in gergo. Devo dire che in pianura ho un po' sofferto, ma quando la strada ha iniziato ad alzarsi sotto i pedali non sono stati pochi i tratti in cui mi sono trovato davanti a dettare il ritmo!

Sono stato a Pampeago, 1800 mt di quota sopra Cavalese, per assistere all'arrivo della seconda tappa del Giro del Trentino. Trasferta di 120 km effettuata (ma è il caso di precisarlo??) in bici, nonostante le previsioni meteo non fossero un gran che. Ne è venuta fuori una stupenda gita, poca fatica (quasi troppo poca!) e tanta gioia di essere in montagna, sotto una bella nevicata, ad attendere l'arrivo dei miei beniamini, da Basso a Simoni, da Garzelli a Di Luca.

120 km e 1700 mt di dislivello solo ieri, con due ore trascorse in attesa dell'arrivo dei corridori in buona parte al freddo e sotto la neve, 42 anni da compiere... ma non sentirli!! Non appena salito in bici mi sono come al solito trasformato nella "formica atomica", nomignolo che mi era stato appioppato anni fa e che mai come oggi mi sembra calzare a pennello Certo, la salita ad Appiano non è gran che, ma sfiorare in alcuni tratti i 30 all'ora con la bici "da ufficio" non credo sia poco!

Sveglia alle 4, oltre 8 ore di auto tra andata e ritorno più 3 di attesa, tutto per vedere l'arrivo del Giro a Chiavenna, città natale di un amico di famiglia che avevamo promesso di accompagnare in questa mezza pazzia.

Con la primavera arriva ...

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