Turchia e l'Adesione all'Area Schengen: Requisiti e Sfide
L'adesione della Turchia all'area Schengen è una questione complessa, intrecciata con dinamiche politiche interne ed esterne. Negli ultimi anni, la Turchia ha oscillato tra l'aspirazione all'integrazione europea e la necessità di affrontare sfide regionali e interne.
I Requisiti Tecnici e Politici
Per aderire all'area Schengen, un paese deve soddisfare una serie di requisiti tecnici e politici. Le valutazioni, iniziate nel 2009, hanno avuto lo scopo di verificare il soddisfacimento dei requisiti necessari per l’applicazione di tutte le parti dell’acquis e la conseguente abolizione dei controlli alle frontiere interne (in particolare i requisiti tecnici sul controllo delle frontiere in materia di: protezione dei dati, adesione al Sistema informativo Schengen, frontiere aeree, frontiere terrestri, frontiere marittime, cooperazione di polizia e visti).
Certo, la riunificazione dell’isola contesa tra greci e turchi, che ora sembra finalmente possibile, rimuoverebbe automaticamente quest’ostacolo: ma è solo con una costituzione pienamente democratica che Ankara potrà soddisfare pienamente i criteri di Copenaghen. La nuova carta, destinata a sostituire quella di stampo autoritario scaturita dal golpe del 1980, è in via di preparazione: il Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) non dispone però dei voti necessari alla sua approvazione, visto che le opposizioni sono irremovibili nel rigettarne l’impostazione presidenzialista voluta da Erdoğan.
Le Sfide Politiche e gli Ostacoli
Nonostante i progressi compiuti, la Turchia deve affrontare numerosi ostacoli politici. Numerosi cittadini turchi guardano all’Unione europea, Ue, con riluttanza, non solo a causa dello scarso riguardo mostrato nei confronti del loro Paese, ma per il doppio standard che questa sta utilizzando.
I colloqui di adesione all’UE furono congelati nel dicembre del 2006 dopo che il governo turco si rifiutò di aprire i porti e gli aeroporti turchi per gli scambi commerciali da Cipro. Nel settembre del 1963, fu promessa per la prima volta alla Turchia l’adesione all’UE, quando Ankara firmò un “accordo di associazione” volto a stabilire un’unione doganale per aprire la strada all’eventuale adesione all’UE.
Leggi anche: Tutto quello che devi sapere prima di partire per la Turchia
In risposta all’epurazione, il 13 marzo 2019, il Parlamento europeo ha chiesto la sospensione dei negoziati di adesione con la Turchia. Con 14 capitoli già aperti e 21 ancora da aprire, i negoziati di adesione si trascinano da un decennio. Soprattutto, l’attuale clima politico turco non sembra promettere nessun miglioramento in quanto a conformità con le norme e gli standard Ue.
L'Accordo UE-Turchia sui Migranti
Il governo turco ha puntato a trasformare in opportunità la crisi provocata dai flussi di rifugiati che partono dalla Turchia, attraversano l’Egeo e i Balcani, in direzione Europa centrale e occidentale. Le autorità politiche turche si sono proposte come argine, l’unico capace di contenere la pressione verso il cuore del continente.
Sembra intanto funzionare l’accordo con l’UE sull’immigrazione perfezionato il 18 marzo, su impulso diretto della Cancelliera tedesca Angela Merkel: in passato esplicitamente avversa all’adesione piena di Ankara (la sua controproposta: una “partnership privilegiata”), ma pronta a riconoscere l’importanza cruciale di un’intesa sui rifugiati per il futuro dell’Europa unita. Il meccanismo condiviso - un’idea di Davutoğlu - è molto semplice: sistematico ritorno in Turchia di tutti i richiedenti asilo arrivati clandestinamente in Grecia via mare, accoglienza nei paesi europei di un numero equivalente di siriani registrati in Turchia.
La contropartita concordata è duplice: aiuti economici da Bruxelles - 6 miliardi di euro in totale - come contributo per le spese di accoglienza e integrazione sostenute da Ankara, e rilancio del processo di adesione all’UE. In concreto, la Turchia ha chiesto l’anticipo a giugno della liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi in visita nell’area Schengen già prevista per ottobre, l’apertura in breve tempo di nuovi capitoli negoziali.
La Liberalizzazione dei Visti e le Minacce Turche
La Turchia ha minacciato di riaprire le porte dell’immigrazione di massa in Europa, a meno che ai cittadini turchi non venga concessa la possibilità di recarsi nei paesi dell’Unione Europea senza dover richiedere il visto. Attualmente, la Turchia ospita circa 3,5 milioni di migranti e profughi - soprattutto siriani, iracheni e afgani.
Leggi anche: Organizza il tuo viaggio in Turchia
In un’intervista al canale televisivo turco TGRT Haber del 22 luglio, il ministro degli Esteri turco Mevlut Çavusoglu ha dichiarato che la Turchia si sta ritirando dall’accordo sui migranti poiché l’UE non ha rispettato il suo impegno a garantire ai titolari dei passaporti turchi il libero accesso senza visto a 26 paesi europei. Il giorno prima, il ministro dell’Interno turco Süleyman Soylu aveva accusato i paesi europei di lasciare la Turchia da sola a dover affrontare la questione migratoria.
Le Posizioni dei Leader Europei
L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato che non c’è posto per la Turchia nell’UE. Markus Söder, leader dell’Unione cristiano-sociale, il partito gemello bavarese dell’Unione cristiano-democratica della cancelliera tedesca Angela Merkel, ha messo in guardia sul fatto che milioni di curdi sono pronti ad approfittare dell’abolizione dei visti per recarsi in Germania e sfuggire alle persecuzioni per mano di Erdogan: “Stiamo importando un conflitto turco interno.
L'Assistenza Finanziaria dell'UE alla Turchia
Per quanto riguarda l’assistenza finanziaria resa disponibile per la realizzazione delle priorità e delle riforme richieste, si segnala che l’Unione europea ha previsto in favore della Turchia, nell’ambito dello strumento di preadesione IPA, un finanziamento a livello nazionale pari a 4.831,6 milioni di euro per il periodo 2007-2013. Per il periodo dal 2004 al 2006 la Turchia aveva beneficiato di un finanziamento totale di 1.050 milioni di euro.
Il Ruolo di Frontex e EUROSUR
E’ in corso di esame da parte delle istituzioni UE la proposta di regolamento del 12 dicembre 2011 che stabilisce un sistema di controllo alle frontiere, denominato EUROSUR (COM(2011)873). Il sistema è volto ad aumentare il coordinamento all'interno degli Stati membri e tra uno Stato membro e l'altro, per prevenire e affrontare forme gravi di criminalità quali il traffico di immigrati clandestini, la tratta degli esseri umani, e il traffico di droga, e per diminuire il tasso di decesso dei migranti in mare.
Attiva dal 2005 (Regolamento (CE) n. 2007/2004) con sede a Varsavia, FRONTEX ha il compito di:coordinare la cooperazione operativa tra gli Stati membri nella gestione delle frontiere esterne; assistere gli Stati membri in materia di formazione del corpo nazionale delle guardie di confine; effettuare analisi dei rischi; aiutare gli Stati membri in circostanze che richiedono una maggiore assistenza tecnica e operativa alle frontiere esterne; offrire agli Stati membri il supporto necessario per operazioni di rimpatrio congiunte.
Leggi anche: Indirizzo Consolato Turco Roma
Tabella: Capitoli Negoziati tra Turchia e UE
Capitolo | Stato | Data di Apertura |
---|---|---|
Scienza e Ricerca | Chiuso | - |
Impresa e Politica Industriale | Aperto | Marzo 2007 |
Controllo Finanziario | Aperto | - |
Statistica | Aperto | Giugno 2007 |
Reti Transeuropee | Aperto | - |
Salute e Protezione dei Consumatori | Aperto | Dicembre 2007 |
Diritto delle Imprese | Aperto | - |
Proprietà Intellettuale | Aperto | Giugno 2008 |
Libera Circolazione dei Capitali | Aperto | - |
Società dell'Informazione | Aperto | Dicembre 2008 |
Fiscalità | Aperto | 30 Giugno 2009 |
Ambiente | Aperto | 21 Dicembre 2009 |
Sicurezza Alimentare | Aperto | 30 Giugno 2010 |
TAG: