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Esplorando Cividale del Friuli: Un Tesoro Storico e Culturale

Cividale del Friuli, situata ai piedi dei colli friulani orientali e lambita dalle acque del fiume Natisone, è una cittadina ricca di storia e fascino, un vero gioiello del Friuli Venezia Giulia. Dal 2012, Cividale è stata riconosciuta come Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, un riconoscimento meritato per la sua straordinaria ricchezza culturale e storica.

Il Centro Storico: Un Viaggio nel Tempo

Molto bello e suggestivo è il centro storico dove le case, con le facciate dipinte, si affacciano su stradine acciottolate e piazze silenziose. Il ben conservato centro storico presenta le case con le facciate dipinte che si affacciano su un intrico di strade acciottolate e di piazzette silenziose.

Piazza del Duomo e i Suoi Tesori

Una visita può partire da piazza del Duomo, che sorge dove un tempo c’era l’antico foro romano. Qui affacciano il maestoso Duomo di Santa Maria Assunta del XIV secolo, nella cui navata destra c’è l’ingresso al Museo Cristiano che raccoglie le più importanti sculture altomedievali dell’Italia Longobarda, il Palazzo Comunale di origini quattrocentesche con un bel portico ogivale e il Museo Archeologico Nazionale, che raccoglie reperti archeologici romani, paleocristiani e longobardi.

Prendendo via Mazzini, si arriva in piazza Paolo Diacono, una delle piazze piĂą animate della localitĂ .

Duomo di Santa Maria Assunta

Ci dirigiamo lentamente verso il Duomo di Santa Maria Assunta, attraversando vicoli senza tempo: costruito nel XV secolo su un precedente edificio, il complesso venne terminato dopo anni di lavori. Di fronte al duomo sorge il bellissimo Palazzo Comunale, con i suoi eleganti mattoni a vista ed il porticato. Risale al XVI secolo, anche se il palazzo precedente è del XIII secolo. Nel cortile interno sono stati rinvenuti resti di una domus, traccia dell’antica dominazione romana.

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Musei di Cividale

In realtà non ci arrendiamo e tentiamo ugualmente di entrare. Veniamo premiati dalla fortuna: si è appena conclusa la visita di un gruppo a cui avevano aperto il museo su richiesta e così ci concedono mezz'ora di tempo per visitare il museo, che comunque è piccolino. Il mio consiglio, in quest'epoca di pandemia e distanziamento sociale, che ha modificato le modalità di fruizione delle visite, è quindi quello di verificare direttamente con gli uffici turistici e i musei, la possibilità di accedere, non limitandosi alle sole notizie riportate sui siti web.

E’ incredibile come in una città così piccola vi siano ben tre musei degni di nota, che intendiamo visitare e pertanto facciamo un biglietto cumulativo molto vantaggioso del costo di 9 €.

Museo Cristiano e Tesoro del Duomo

Il museo Cristiano e del Tesoro del Duomo contiene tre “pezzi” eccezionali che da soli valgono il prezzo del biglietto; si tratta del decoratissimo altare del Duca Rachtis, dell’elegante fonte battesimale di Callisto, di epoca longobarda (VIII secolo d.c.) e dell’imponente cattedra su cui sedettero ben 26 Patriarchi. In tempi normali un gruppo di luci al LED colora lentamente i bassorilievi dell’altare di Rachtis, ricostruendo come apparivano in origine, ma al momento della nostra visita tale modalità non era disponibile.

Museo Archeologico Nazionale

Dopo il museo cristiano decidiamo di visitare il Museo Archeologico, che ha sede nella piazza adiacente il duomo, all’interno dell’incantevole palazzo dei Provveditori Veneti, progettato dal Palladio.

E’ un vero peccato che la piazza, su cui affacciano altri importanti palazzi, sia rovinata dalle auto regolarmente in sosta, poiché adibita a parcheggio.

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Il piano superiore del museo archeologico è dedicato al periodo longobardo e pertanto vi si trovano tantissimi oggetti rinvenuti nelle campagne di scavo, che hanno portato alla luce antiche tombe e sepolture, diffuse in aree diverse nelle campagne intorno a Cividale; pezzi di spade, umboni di scudi, monete, collane, spille gioiello, fibule sono una vera festa per gli occhi…Al piano inferiore fra i reperti di epoca romana spiccano alcuni bellissimi mosaici.

Tempietto Longobardo

Tra gli altri siti storico-culturali più importanti troviamo l’Oratorio di Santa Maria in Valle, noto come il Tempietto longobardo, considerato un esempio raro di architettura e scultura altomedievale. Abbiamo una prenotazione per la visita al Tempietto longobardo, situato all’interno del monastero di Santa Maria in Valle, per le ore 15:00, considerato che consultando il sito web era possibile accedere solo con la prenotazione.

In realtà essendoci pochi turisti hanno fatto entrare anche coloro che non erano prenotati, ma come dico, è sempre buona norma non affidarsi alla fortuna, ma verificare preventivamente.

E’ una rigorosa aula quadrata, nella cui parte centrale, ora, vi sono scavi archeologici in corso, eretta nell’VIII secolo. Una meraviglia, cari tutti, una assoluta meraviglia! Sulle pareti le decorazioni sono quelle originali, e la teoria di Sante sulla parete frontale è incorniciata da una serie di gigli. Mi trattengo a lungo ad ammirare la delicatezza delle figure affrescate, forse troppo a lungo, dato che quando usciamo è ormai completamente buio.

Ponte del Diavolo

L’ingresso alla città è segnalato dall’attraversamento del Ponte del Diavolo sul fiume Natisone, dal quale si ha un’incantevole visione d’insieme sulla città.

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Prima di passare il ponte consiglio di scendere la scalinata che sulla sinistra arriva fino al letto del fiume per ammirare il ponte dal basso.

Una volta risaliti, seguite le indicazioni che dalla parte destra conducono ad un punto panoramico, da cui si possono scattare foto ed ammirare la limpida acqua che scorre in fondo e lascia trasparire i grossi sassi al centro del fiume.

Ponte del Diavolo…vorrei proprio raccontarvi il perché di questo nome così poco accogliente. Era una notte buia e tempestosa. Gli abitanti di Cividale, stanchi di doversi lanciare con le corde per entrare in paese (gli sport estremi sono sopravvalutati), decisero che era giunto il momento di costruire un ponte. Come fare, come non fare, tutti d’accordo decisero di chiedere aiuto al migliore sul campo.

Il nome del ponte si narra sia dovuto dal fatto che, i cividalesi, per la sua costruzione, chiesero l’aiuto del Diavolo, il quale acconsentendo pretendesse l’anima di chi per primo avesse attraversato il ponte. I cividalesi lo beffarono facendo transitare per primo sul ponte un animale (gatto o cane, alcune fonti parlano di un maiale).

Ipogeo Celtico

Lungo la strada per arrivare al Monastero di Santa Maria in Valle, notiamo le indicazioni per l’ipogeo celtico, che non avevo messo in conto di visitare, perché pur essendo ad ingresso libero, occorre recuperare le chiavi all’Ufficio turistico in centro o presso il monastero.

I Dintorni di Cividale: Le Valli del Natisone

Nonostante il legame storico con l'Italia, le Valli del Natisone mantengono la loro lingua e tradizioni originali, che sono slovene e arricchiscono queste terre con leggende particolari, feste popolari e specialitĂ  gastronomiche.

Centro principale delle Valli del Natisone, San Pietro rappresenta una buona base per raggiungere alcune destinazioni che ben raccontano la storia del territorio. E proprio sul potere del racconto si fonda l’allestimento del Museo di paesaggi e narrazioni (SMO), che propone percorsi interattivi e affreschi multimediali per evocare le storie dei luoghi e le memorie della comunità del paesaggio culturale che dalle Alpi Giulie arriva al mare, nell’area dove la contaminazione con la Slovenia è stata determinante. Non aspettatevi, quindi, una collezione nel senso canonico del termine: SMO - che non è solo acronimo, ma anche termine sloveno per la prima persona plurale del verso essere, “siamo” - utilizza la parola (anche, e spesso, quella dialettale) e la suggestione delle immagini per rappresentare l’identità multiculturale della regione.

Dal paese si sale, poi, alla volta del Santuario della Beata Vergine di Castelmonte, sorto a oltre 600 metri d’altitudine tra V e VII secolo (all’epoca era solo un sacello), sul luogo di una precedente postazione militare romana (la vista di cui si gode oggi, che nelle giornate limpide spazia fino al mare, conferma l’importanza strategica della vetta). Nella giurisdizione del Patriarcato di Aquileia, fu tra i più antichi santuari mariani del nord-est Italia, presto meta di pellegrinaggio e dunque naturalmente portato a crescere in dimensioni e per ricchezza dell’apparato decorativo. Nel 1253 il santuario era già diventato un borgo, nei secoli successivi crebbe ancora, rafforzando ance le sue strutture difensive in funzione anti-turca. Ma il complesso odierno fu ricostruito dopo il 1469, quando un fulmine fece crollare il campanile e gran parte della chiesa; tra gli artisti, anche Giovanni da Udine partecipò alla decorazione, ma i suoi stucchi furono presto rimossi.

Rientrando verso San Pietro, un’altra deviazione conduce alla Grotta di San Giovanni d’Antro, chiesa ricavata all’interno di una grotta calcarea. Il sito si raggiunge dopo una breve passeggiata nel bosco e 86 gradini che conducono a 348 metri d’altitudine: all’interno si scopre la decorazione di una chiesa rupestre tardogotica, con le belle mensole antropomorfe che sorreggono i costoloni delle volte, e misteriosi affreschi con simboli riconducibili forse ai Templari.

Tra le trincee e le postazioni d’artiglieria nascoste sulle Prealpi Giulie, nell’ottobre 1917, si consumò la vita di molti soldati, coinvolti nella drammatica battaglia di Caporetto. Il sentiero trekking della Grande Guerra del Natisone - che in alcuni tratti ricalca la direttrice d’attacco intrapresa dall’ufficiale Erwin Rommel (non si tratta di omonimia, nella seconda guerra mondiale lo ritroveremo come Generale) con le sue truppe tedesche nei primi giorni della battaglia - consente di tornare indietro nella storia, per osservare da vicino come il conflitto plasmò il paesaggio, tra fortificazioni e trinceramenti predisposti dagli italiani per affrontare l’offensiva austro-tedesca di Caporetto, ma anche vestigia delle installazioni logistiche (strade, fontane, magazzini, teleferiche) edificate fra il 1915 e il 1917. E poi, guardando con più attenzione, i graffiti incisi dai militari durante il conflitto, o i cimiteri di guerra che conservano le lapidi originali dell’epoca. Lungo un itinerario che da Castelmonte si muove verso il Monte Matajur, passando per Monte Špik, Monte San Giovanni, Tribil Superiore, Monte Hum, Monte Kolovrat, Topolò, Monte San Martino, Polava.

Prodotti Tipici e Tradizioni

Cividale è anche capitale della rinomata zona di produzione di vini DOC e DOCG provenienti da numerose varietà di vitigni, tra cui il Picolit, il Tocai friulano, lo Chardonnay e il Sauvignon.

Ordiniamo una focaccia con crudo San Daniele, mozzarella di bufala, pomodorini confit; poi un panino al roast-beef e Stilton; una bottiglia d’acqua (conto totale 20€).

FVG Card

La maggiore indecisione riguardava la possibilità di fare o meno la FVG Card, che dà libero accesso a quasi tutti i monumenti e sedi museali della regione. A parte avremmo dovuto comunque pagare la mostra “Tiere Motus” e il gettone per le “Mummie di Venzone”. Prima di decidere o meno sull’acquisto della FVG Card, quindi, date uno sguardo al sito, scegliete ciò che volete visitare e fate due conti per capire se vi conviene richiederla.

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