Turismo Dentale e Inchieste de Le Iene: Un Quadro Dettagliato
In questo articolo, torniamo a parlare di turismo odontoiatrico. È sempre stato difficile capire il reale valore del...
Inchiesta de Le Iene sulle Cliniche Low Cost
Puntata odontoiatrica quella di ieri sera (domenica 18 dicembre) a Le Iene, il programma di denuncia di Italia Uno. Il servizio dell'inviato Filippo Roma si è occupato delle cliniche... Dopo il servizio de Le Iene di ieri sera (Domenica 18 dicembre) è ripartito il dibattito sulla pericolosità o meno del materiale. Da tempo la comunità scientifica evidenzia...
Nel 2016, un’inchiesta de "Le Iene" ha portato a galla un altro aspetto inquietante riguardante le cliniche low cost: a seguito della segnalazione di un giovane dentista che aveva lavorato per un periodo all’interno di una delle tante cliniche low cost è emerso che, spesso, durante la prima visita gratuita, venivano segnalate ai pazienti patologie inventate con il solo scopo di lucrare sulle spalle di persone inconsapevoli.
Secondo l’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, il sistema delle catene odontoiatriche low cost è un problema che “Non soltanto colpisce i pazienti, ma anche gli odontoiatri che lavorano in queste strutture e che devono assoggettarsi a una sorta di sudditanza commerciale che va contro la loro etica e che svilisce professionalmente ed economicamente il loro operato.
Un’altra peculiarità delle cliniche low cost è la mancanza di logiche di prevenzione a favore di quelle di terapia. Non viene mai dato al paziente un quadro complessivo della sua situazione, né viene preparato un piano di cure personalizzato e orientato sul ripristino della salute orale nel lungo periodo.
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È evidente che questi tre aspetti non incidono solamente sull’abbattimento dei costi per le cliniche low cost ma anche, e soprattutto, sulla qualità dei trattamenti effettuati e, di conseguenza, sulla salute dei pazienti. Nel 99% dei casi, materiali e attrezzature non adeguate comportano ricadute e ulteriori problemi per i pazienti, i quali si vedono costretti a far ritorno in clinica entrando in un circolo vizioso da cui è difficile uscire.
Il Caso del Dott. Roberto Galazzo e le Accuse di Truffa
Potrebbe essere “ben gli sta” la reazione al racconto della mamma che ha versato 35 mila euro sui vari conti correnti indicati dal dott. Galazzo - dentista con un brevissimo... In una nota annuncia possibili azioni legali verso il dott.
I versamenti dovevano figurare come contributi per finanziare la ricerca ma in realtà, stando a quanto documentato dal programma televisivo di Italia Uno Le Iene nel servizio andato in onda ieri domenica 18 marzo, erano vere e proprie “tangenti” versate da una mamma ad un dentista milanese, il dott. Roberto Galazzo, per fare entrare la figlia alla facoltà di Odontoiatria a Milano.
L’inchiesta condotta dall’inviato Giulio Golia racconta più che di una tangente, di una truffa, visto che la figlia della signora che attraverso scappatoie non lecite cercava una via preferenziale per farla iscrivere all’università, non è entrata. Stando a quanto trasmesso, la madre ammette di aver versato tramite vari bonifici bancari al dott. Galazzo 35 mila euro dietro alla promessa di fare iscrivere la figlia senza superare il test di ammissione ed anche con alcuni esami già registrati come sostenuti.
Il tutto parte da un amico della signora, un odontotecnico di Milano conosciuto in vacanza, che le propone di contattare il dott. Dopo molti versamenti, contatti, incontri, qualche documento ricevuto su carta intestata dell’Università, ma soprattutto nessuna certezza sull’iscrizione, la donna si insospettisce, comincia a registrare le conversazioni con il dott. Galazzo fino a coinvolge la trasmissione televisiva che piazza una telecamera nascosta e riprende l’ultimo colloquio tra madre, dott. Galazzo e l’odontotecnico intermediario.
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Sempre dalla trasmissione emerge che il dott. Galazzo sarebbe già sotto inchiesta da parte della magistratura per vicende simili e che l’Ateneo Milanese risulterebbe solo parte lesa. Da indiscrezioni raccolte da Odontoiatria33, ma non confermate dall’Ordine di Milano, nei suoi confronti sarebbe anche stato aperto un procedimento disciplinare, ora sospeso, in attesa che la magistratura faccia il suo corso.
La Reazione dell'Università di Milano
In merito al servizio de Le Iene andato in onda domenica 18 marzo l’Università di Milano invia alla redazione di Italia Uno una nota in cui si dichiara estranea alla vicenda e prende le distanze da quanto mostrato nel sevizio.
“Dalle informazioni emerse nel servizio -si legge nella nota- risulta evidente la fattispecie della truffa: in nessun caso infatti l’ateneo o il suo legale rappresentante può intervenire direttamente sull'ammissione alla facoltà di Odontoiatria di persone che non abbiano passato il test, che come è noto è nazionale. Il servizio sembra dimostrare che invece proprio su questa possibilità - falsa - sia stato costruito un disegno fraudolento”.
Statale di Milano che si considera “parte lesa”, così come la vicenda viene ricostruita nel servizio, ed informa di “aver dato mandato ai suoi legali per procedere ad una denuncia che beninteso riguarderà la persona che ha messo in opera la truffa così come la persona che ha consapevolmente messo in atto il tentativo illecito, compiendo essa stessa un reato”. “Lo stesso -si avverte nella nota- vale per ogni persona dipendente dell’ateneo che dovesse risultare coinvolta in comportamenti illeciti”.
Sulla base di quanto emerso nel servizio il Rettore ha “immediatamente avviato un’approfondita indagine interna atta a ricostruire nel dettaglio le relazioni eventualmente in essere tra il dottor Roberto Gallazzo e il personale dell’Ateneo, non escludendo, se del caso, l’assunzione di provvedimenti disciplinari - fermo restando ogni altro provvedimento che si renderà necessario al termine delle attività dell’autorità giudiziaria”.
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Infine l’Ateneo precisa che “il dottor Roberto Gallazzo non è un docente di questo Ateneo, né ha alcun tipo di contratto di collaborazione attualmente in corso”. Università di Milano che informa di come il dott. Galazzo abbia avuto “rapporti di collaborazione professionale con l'ateneo tra 2002 e 2004, per importi molto esigui”.
“Lo stesso Gallazzo -continua la nota- peraltro è già stato oggetto di segnalazione alla Procura da parte dell’Università Statale di Milano, segnalazione sulla quale, stante l'esistenza di un procedimento in corso, l’Ateneo è tenuto al massimo riserbo”.
Rischi e Allarmi del Turismo Dentale
È l'Albania, con circa 50 mila italiani ogni anno, la meta più gettonata per il turismo dentale, seguita da Croazia, Romania e Turchia, ma in almeno un caso su tre al rientro in Italia serve intervenire di nuovo per rimediare a errori odontoiatrici o eventi avversi che compaiono dopo 3-6 mesi.
Nel 60% dei casi si tratta di problemi gravi, come infezioni, ascessi o difficoltà a masticare, che fanno saltare protesi e impianti e impennare i costi delle cure vanificando il risparmio iniziale.
Allettati dalle pubblicità sui social e da costi contenuti, anche tre volte più bassi rispetto all'Italia, ma anche dall'incredibile rapidità degli interventi, ogni anno circa 200.000 italiani fanno le valigie per andare in Albania, Croazia, Romania, Turchia o altri Paesi per curarsi i denti.
Un trend in aumento, stando ai dati del report Osservatorio Compass sul turismo odontoiatrico, secondo cui il 36% degli italiani sarebbe disposto ad andare oltre confine per protesi, impianti e terapie parodontali, ma purtroppo in 1 caso su 3 al rientro compaiono problemi che rendono necessario un nuovo intervento, vanificando il risparmio e le cure.
Secondo gli esperti della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp) il nostro Paese è nella top ten dei migliori al mondo per le cure parodontali e le competenze sulle malattie gengivali, stando all'analisi delle pubblicazioni scientifiche degli ultimi dieci anni. Ma molti italiani spinti dal desideri di risparmiare vanno sempre più all’estero, con l’Albania come meta preferita.
«Il turismo dentale è un fenomeno che purtroppo non accenna a scomparire, anzi - osserva Francesco Cairo, presidente SIdp e professore di Parodontologia all'Università di Firenze -. Qualche tempo fa perfino l'Ambasciata italiana a Tirana ha dovuto diramare una nota per richiamare i nostri connazionali alla prudenza nel recarsi in cliniche private albanesi per le cure dentali, perché queste quasi sempre non rispondono a standard di qualità soddisfacenti.
I costi sono inferiori, anche tre volte più bassi, così molti italiani vanno all'estero per risparmiare sulle terapie odontoiatriche, ma i rischi non mancano: materiali scadenti, studi odontoiatrici non adeguatamente sicuri, carenze di farmaci possono inficiare il risultato finale, esponendo a pericoli come ascessi, infezioni, difficoltà di masticazione che poi devono essere risolti al rientro in Italia.
All'estero spesso si taglia sui tempi di guarigione e sui controlli post-operatori: «I modi sbrigativi - puntualizza Cairo -comportano l'inserimento di impianti in numero maggiore a quelli utili perché si dà per scontato che alcuni potrebbero non funzionare. Inoltre, le protesi sono spesso compressive delle mucose o imprecise, perché non si lascia il tempo di guarigione biologica ai tessuti ossei e gengivali. Anche la visita si limita all'invio di una lastra, mentre la pianificazione di un piano terapeutico, richiede una anamnesi approfondita del paziente per una appropriata conoscenza delle sue condizioni cliniche».
Eppure, stando ai dati raccolti dall'Osservatorio Compass, il 36% degli italiani sarebbe disposto a curarsi all'estero e la percentuale sale al 77% in chi ha già provato l'esperienza. Chi non si fida teme un errore o ha dubbi sulla qualità delle cure.
«È giusto dubitare, perché si stima che almeno una persona su tre abbia qualche problema al rientro in Italia, con conseguenze anche serie che comportano un nuovo intervento con costi che possono diventare proibitivi, assai più alti che se si fosse gestita la situazione in modo corretto fin da subito», aggiunge Cairo
Gli esperti della British Dental Association qualche tempo fa avevano intervistato i dentisti inglesi scoprendo che il 94% di loro aveva trattato pazienti che si erano rivolti all'estero per cure dentali: «Nel 60% dei casi gli eventi avversi erano gravi, per esempio si erano verificate infezioni o ascessi.
Si stima - continua ancora il presidente SIdp - che ci sia un 20% di casi in cui si utilizzano materiali scadenti o non conformi, un altro 15% di casi in cui le protesi non sono funzionali o sono adattate in fretta e furia, o magari ancora funzionano, ma i tessuti di supporto sono infetti. Spesso infatti si interviene mettendo impianti, ponti o corone senza pensare a curare i tessuti di supporto e senza prima risolvere infiammazioni, granulomi o altri problemi.
Tutto questo compromette la salute orale, che invece viene tutelata se i pazienti si affidano a odontoiatri italiani che eseguono una diagnosi precoce, programmano un trattamento in fasi corrette e consequenziali, garantiscono l'impiego di materiali di qualità.
“È pericolosa - prosegue Ghirlanda - perché noi Odontoiatri italiani siamo ben consapevoli di quante delusioni e fallimenti, parziali o totali, siano nascosti in quel tipo di approccio alle terapie odontoiatriche: non funziona, è sbagliato nelle premesse, non è corretto nel metodo. È pericoloso perché, nella nostra esperienza, l’esecuzione delle terapie odontoiatriche nei paesi dell’est europeo, certamente motivato dall’ipotesi di un risparmio economico, il più delle volte si risolve poi in un problema peggiore di quello iniziale.
“Per tutti questi motivi - evidenzia il presidente Andi - quel servizio del 13 aprile era pericoloso, sbagliato, fuorviante: le terapie odontoiatriche svolte nei paesi dell’est europeo, rispetto agli altissimi livelli della odontoiatria italiana, non garantiscono né prevedibilità né stabilità dei loro risultati.
Ci sono alcune cose sulle quali si può risparmiare e per cui si può scendere a compromessi, mentre per altre no!
Tabella: Rischi e Costi Aggiuntivi nel Turismo Dentale
Problema | Percentuale di Casi | Conseguenze |
---|---|---|
Infezioni e ascessi | 60% (eventi avversi gravi) | Necessità di ulteriori interventi e costi elevati |
Materiali scadenti o non conformi | 20% | Compromissione della salute orale |
Protesi non funzionali o adattate male | 15% | Ulteriori problemi e necessità di sostituzione |
Problemi al rientro in Italia | 33% (almeno 1 persona su 3) | Nuovi interventi e costi proibitivi |
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