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Turismo in Ginocchio: Cause e Soluzioni in Italia

L'Italia, terra di record e paradossi, cinta a sud dal deserto e a nord dai ghiacciai, si trova nel cuore di un hotspot climatico, un’area dove il cambiamento climatico colpisce più duramente della media. La crisi climatica sta trasformando il nostro mondo, rendendo più fragili e provvisori non solo gli ecosistemi, ma anche la società. È una realtà con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno e che influenzerà ogni scelta politica, economica, sociale e individuale da ora in avanti.

La crisi idrica minaccia non solo agricoltura e ambiente, ma anche il futuro del turismo estivo. L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche ha evidenziato come l’innalzamento anomalo delle temperature del mar Mediterraneo (fino a 30°, 3 gradi sopra la media) stia alterando gli ecosistemi marini e il clima di Europa, Medio Oriente e Nord Africa.

La Situazione Critica in Diverse Regioni

In Grecia, l’aumento di 100 volte del fabbisogno idrico estivo ha portato alla crisi delle infrastrutture idrauliche sulle isole dello Ionio, del Dodecaneso e delle Cicladi. In Turchia, i serbatoi di Istanbul, che riforniscono 15 milioni e mezzo di abitanti, sono ormai al di sotto del 29% della loro capacità. Anche l’Italia meridionale, a partire dalla Sicilia, è in ginocchio per la mancanza di piogge e il caldo torrido. La regione ha attivato piani di razionamento dell’acqua, con invasi drasticamente ridotti e previsioni di ulteriori peggioramenti.

Nord vs Sud: Un Paese Diviso

Mentre il Sud Italia soffre, il Nord è alle prese con l’eccesso di acqua. I laghi settentrionali devono smaltire rapidamente il surplus idrico per evitare problemi durante i prossimi nubifragi. Ad esempio, il lago Maggiore ha raggiunto un riempimento del 102,3%, il lago di Como è al 78,8% e il lago di Garda al 95,7%.

Le Cause della Crisi Idrica

La verità è che la siccità non è frutto di una singola causa, ma il risultato di una combinazione di fattori climatici, ambientali e antropici. Uno dei principali motivi per cui oggi il fiume è secco è chiaramente il cambiamento climatico. Negli ultimi decenni, l’area del bacino padano ha visto un aumento costante delle temperature medie annue, che hanno raggiunto cifre anomale per la zona.

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Le estati si sono fatte più lunghe e torride, con ondate di calore sempre più intense. Un altro elemento chiave è il forte calo delle piogge e delle nevicate, in quantità e in distribuzione. Molti esperti, poi, sottolineano come una gestione inadeguata delle risorse idriche abbia contribuito -e continui a farlo- alla crisi del Po. Le infrastrutture irrigue sono obsolete, con perdite lungo i canali, e ancora non esiste un sistema nazionale efficace per la raccolta e il riuso dell’acqua piovana.

Uno dei motivi per cui il Po si trova in questa situazione, poi, è l’intensivo utilizzo che si fa della sua acqua, unito ai prelievi industriali e civili. Spesso si preleva più acqua di quella che il bacino è in grado di rigenerare, causando uno squilibrio considerevole. L’eccessiva urbanizzazione e la cementificazione della Pianura Padana, poi, fanno il resto, impedendo all’acqua piovana di infiltrarsi nel terreno e alimentare le falde.

Dati Aggiornati sulla Siccità del Po

Nell’estate del 2022, il Po ha registrato una portata di appena 145 m³/s a Pontelagoscuro (in provincia di Ferrara), contro una media storica di 1.500-1.800 m³/s nello stesso periodo. L’impatto sull’agricoltura è stato disastroso.

Ecco una tabella riassuntiva della situazione dei laghi:

Lago Riempimento
Maggiore 102,3%
Como 78,8%
Garda 95,7%

Conseguenze Economiche e Sociali

La scarsità di acqua non impatta soltanto l’ecosistema del fiume, ma coinvolge anche l’economia. La valle del Po, che da sole produce il 35% del PIL agricolo nazionale, ha dovuto fare i conti con razionamenti idrici, cali di produttività e perdite di raccolti importanti.

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Anche l’energia idroelettrica ne risente: meno acqua vuol dire meno energia prodotta dagli impianti idroelettrici, con un calo anche del raffreddamento delle centrali termoelettriche. Le acque basse ostacolano anche la navigazione, impedendo il passaggio di molte imbarcazioni. L’impatto complessivo, per concludere, si riflette sulla situazione socio-economica del Paese, andando a inficiarne la qualità della vita.

Perdite economiche per agricoltori, aziende e consorzi, aumento dei prezzi alimentari, tensioni tra regioni per la gestione delle risorse idriche, riduzione del turismo fluviale e dell’ecoturismo in Italia: queste, alcune delle conseguenze in questo settore.

Possibili Soluzioni

Di fronte alla crisi idrica del Po, quel che serve sono soluzioni strutturali, coordinate e a lungo termine. La siccità non va più vista come un’emergenza episodica, bensì, purtroppo, come una condizione sempre più frequente, aggravata dai cambiamenti climatici.

Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, sottolinea la necessità di politiche di adattamento per aumentare la resilienza dei territori. L’innovazione gioca un ruolo cruciale in questo contesto.

Strategie e Interventi Necessari

  • Agricoltura di precisione, ovvero uso mirato dell’acqua solo dove e quando serve, con tecnologie come l’irrigazione a goccia o i sensori di umidità nel terreno.
  • Scegliere di portare avanti tecniche agricole più sostenibili.
  • Promuovere colture meno idroesigenti (e adatte ai nuovi climi), o prevedere incentivi per pratiche agricole a basso impatto idrico.
  • Politiche di decarbonizzazione e transizione ecologica per ridurre la frequenza e la gravità di fenomeni estremi.
  • Pianificazione urbana e agricola adattata a un clima che cambia.

Per concludere, quello di cui ha bisogno il Po è un piano unitario, messo a punto dai territori in collaborazione tra di loro. Servono tavoli tecnici interregionali, e piani di bacino integrati per gestire la risorsa in modo solidale, unitario, evitando la situazione di disomogeneità di cui abbiamo parlato all’inizio.

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E, in parallelo, servono campagne di sensibilizzazione sull’uso consapevole dell’acqua: il coinvolgimento dei cittadini, in questo contesto, è fondamentale. Le soluzioni dunque esistono, ma richiedono investimenti, volontà politica, e un vero e proprio cambio culturale. La siccità del Po è il campanello di allarme di una crisi climatica in atto: agire ora è l’unico modo per prevenire scenari ancora più critici.

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