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Turismo per Tutti: Linee Guida per un'Ospitalità Accessibile

Sono oltre un miliardo le persone che nel mondo vivono con qualche tipo di disabilità e dunque viaggiare può essere una sfida. Quando si parla di accessibilità ci si focalizza sulle persone con disabilità e poco più. In realtà è un ambito che riguarda una popolazione molto più ampia, accomunata da esigenze che non solo legate esclusivamente da patologie medico sanitarie.

La molteplicità delle esigenze umane si manifesta in tante sfaccettature, attraversando le varie fasi della vita e toccando ogni individuo in modi diversi. Che sia legato all’avanzare dell’età, a forme di disabilità o a necessità permanenti o temporanee, avere bisogni speciali è un elemento intrinseco dell’esperienza umana. Proprio per questo è importante per le imprese del settore avere strutture pronte ad accogliere qualsiasi tipologia di utente, per essere più inclusivi possibili e dare la possibilità a tutti di visitare il nostro Paese senza aver paura di limitazioni o impedimenti di ogni sorta.

L'Accessibilità nel Turismo Moderno

Strutture inclusive e accessibili permettono di accogliere una platea molto vasta di turisti. Queste esigenze, come conferma anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sono esperienze universali che tutti ci troveremo a sperimentare per periodi più o meno lunghi nell’arco della nostra vita e non per questo sparisce la voglia di viaggiare, fare turismo, sport o esperienze. Ci sono poi le persone con esigenze di accessibilità legate a disabilità sensoriali (vista e udito), cognitive, relazionali, oppure chi ha esigenze legate all’alimentazione (intolleranze, allergie, vegani, ecc.) o, ancora, le famiglie con bambini piccoli.

Ospitalità accessibile significa garantire un'esperienza che valorizzi il benessere e la soddisfazione degli ospiti. Non si tratta di raggiungere la perfezione, ma di garantire il miglior servizio possibile. Il settore del turismo, dopo la pandemia, ha avuto l’opportunità di introdurre nuovi paradigmi per affrontare i cambiamenti di mercato, climatici e demografici, mettendo al centro le esigenze dei singoli ospiti.

Ci troviamo davanti ad un mercato che ancora oggi, nonostante i numeri più che interessanti, non riceve l'attenzione che dovrebbe da parte del sistema turistico italiano. L’Istat ha stimato un aumento del 70% entro il 2035 dei viaggiatori con disabilità. A livello europeo, uno studio dell'Università del Surrey ha stimato 133 milioni di turisti con esigenze di accessibilità che ad oggi generano un introito di oltre 80 miliardi di euro. Questo considerevole aumento è dovuto all’allungamento della vita, alla crescita delle patologie croniche e alla disabilità, ma attualmente l’accessibilità delle destinazioni italiane non soddisfa neanche il 25-35% della domanda attuale.

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Tutti i turisti, senza eccezioni, desiderano godere dei servizi di una destinazione turistica in modo inclusivo, senza limitazioni. Sta a noi adattarci per offrire esperienze che rispondano a queste aspettative.

Suggerimenti e Strategie

Negli anni, il paradigma culturale della disabilità è cambiato profondamente, influenzando mentalità, atteggiamenti, leggi e comportamenti. L'approccio attuale si basa sull’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health), pubblicato nel 2001 dall'OMS, che rappresenta una visione innovativa rispetto al vecchio modello, focalizzato su limiti, disabilità motoria e barriere architettoniche.

L’ICF introduce un approccio più inclusivo, considerando la disabilità come il risultato dell’interazione tra persona e ambiente. È fondamentale approfondire e assimilare le innovazioni culturali e rivoluzionarie proposte da questo modello per trasformare l’approccio all’accessibilità e al turismo accessibile. Il modello attuale introdotto dall'ICF prevede di:

  • considerare il funzionamento di ogni persona in rapporto alla sua condizione di salute, analizzando cosa può fare e non i suoi limiti;
  • considerare la disabilità come il risultato dell’interazione fra la condizione di salute di una persona e i fattori contestuali con cui essa si relaziona.

Le esigenze di accessibilità di una persona possono variare, aumentando o diminuendo a seconda delle condizioni ambientali in cui si trova. Da ciò derivano due importanti capisaldi:

  • Universalismo: la classificazione non ha per oggetto un gruppo ristretto di individui ("persone con disabilità"), ma tutte le persone che, in una fase limitata o duratura della vita, hanno uno stato di salute che in un contesto ambientale sfavorevole può generare delle esigenze di accessibilità;
  • Fattori contestuali: la disabilità e l’esigenza di accessibilità che ne consegue, non è una condizione dell’individuo, ma l’esito di una interazione nella quale i fattori contestuali concorrono a modificare il benessere della persona negativamente (barriere) o positivamente (facilitatori). Ciascuno di noi può essere "ambiente" per qualcun altro e dobbiamo assumerci la responsabilità nell’essere barriera o facilitatore.

Vantaggi Economici per le Imprese

Investire nell’ospitalità accessibile in una città non solo offre benefici economici rilevanti, ma migliora anche la qualità della vita per i cittadini. Secondo l’OMT, circa il 15% della popolazione mondiale vive con una disabilità, un segmento di mercato in costante crescita. Investire in soluzioni accessibili permette quindi di intercettare una quota significativa di questa domanda. Sempre dai dati dell'OMT, il turismo accessibile sta crescendo a un ritmo superiore rispetto a quello generale.

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Nei Paesi sviluppati, il 25% della popolazione presenta almeno una disabilità, rappresentando un’opportunità significativa per il settore. Città che investono nell’ospitalità accessibile possono distinguersi come destinazioni globali di riferimento. Questi investimenti non si limitano solo a migliorare le infrastrutture, ma generano anche posti di lavoro diretti e indiretti. La creazione di strutture accessibili e la formazione di personale specializzato richiedono manodopera qualificata, contribuendo così all’occupazione locale.

Un ambiente accessibile non è solo un vantaggio per le persone con disabilità, ma migliora la vivibilità per anziani, famiglie con bambini piccoli e l’intera comunità. Per le aziende, ampliare la fruibilità dei propri servizi può quindi attrarre una clientela più ampia e migliorare l’esperienza dei visitatori, favorendo una reputazione positiva della città.

In conclusione, investire nell’accessibilità non rappresenta un costo, ma una scelta strategica a lungo termine. Infrastrutture accessibili sono durevoli e generano benefici per anni.

Linee Guida per il Turismo Accessibile: Universal Design e Buone Pratiche

Una progettazione adeguata e intelligente degli spazi e dei servizi dell’ambiente urbano, così come delle attività economiche, permette di considerare l’accessibilità come chiave nella costruzione di comunità e nel miglioramento dell’accoglienza. L'Universal Design, o "Progettazione Universale", è un approccio che punta a rendere ambienti, prodotti e servizi accessibili e fruibili da chiunque, indipendentemente da abilità o caratteristiche fisiche. Il suo obiettivo è promuovere inclusività e accessibilità per tutti, comprese persone anziane, con disabilità o con esigenze di accessibilità temporanee.

Il termine è stato coniato nel 1985 dall’architetto statunitense Ronald L. Mace dell’Università della Carolina del Nord per descrivere il concetto di progettazione ideale di ambienti e prodotti che siano piacevoli e fruibili, per quanto possibile, da chiunque. I vantaggi dello Universal Design sono molteplici:

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  • maggiore inclusività turistica, una città accessibile è infatti più attraente per un pubblico diversificato;
  • maggiore soddisfazione del cliente;
  • aumento dell’afflusso turistico;
  • adattamento alle tendenze demografiche: con l’invecchiamento della popolazione, una città turistica che adotta principi di Universal Design è più rispondente alle esigenze degli anziani, siano essi residenti o turisti;
  • normative sull’accessibilità: adottare e applicare questi principi non solo rispetta le normative sull’abbattimento delle barriere architettoniche ma può posizionare la città al di sopra degli standard minimi, dimostrando un impegno per l’eccellenza e la responsabilità sociale;
  • sostenibilità a lungo termine: riduce la necessità di modifiche future e adattamenti.

Facciamo ora qualche esempio pratico di servizi offerti che competono alla sfera pubblica, ma che incidono molto anche sull'inclusività dello zona urbana:

  • la presenza di parcheggi ad agevole distanza, compresi i parcheggi riservati ai titolari CUDE (Contrassegno Unico Disabili Europeo);
  • la diffusione di informazioni, semplici e chiare, circa l’accessibilità delle aree e dei servizi presenti;
  • la presenza di una chiara e visibile segnaletica di orientamento e di informazione;
  • l’efficienza dei mezzi di trasporto pubblici, che dovranno essere accessibili a tutti e prevedere un’adeguata frequenza oraria;
  • l’ottima manutenzione delle pavimentazioni e degli arredi urbani a disposizione degli utenti dell’area commerciale.

Incentivi e Agevolazioni

Incentivi Fiscali per l'Accessibilità

  • Credito d'Imposta per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche: Dal primo gennaio 2022 al 31 dicembre 2025 è possibile beneficiare di un credito d'imposta per le spese sostenute per eliminare le barriere architettoniche. Il bonus copre il 75% delle spese sostenute fino a un massimo variabile da 30mila a 50mila euro, a seconda dell'edificio interessato;
  • Superbonus 110%: include interventi per l'abbattimento delle barriere architettoniche se effettuati in concomitanza con altri lavori di efficientamento energetico.

Incentivi per l'Innovazione Tecnologica a Supporto dell'Accessibilità

  • Fondo Rotativo per il Turismo (FRI Tur): l'agevolazione, prevista tra gli investimenti del Pnrr, è dedicata alle strutture ricettive che prevedono di investire in progetti per migliorare e potenziare i servizi all'ospitalità.

Normativa

Una panoramica delle normative nazionali e regionali in materia di accessibilità, eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici sia pubblici che privati.

Normative Nazionali

  • Legge n. 13/1989 - "Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati";
  • Decreto del Presidente della Repubblica n. 503/1996 - Norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici;
  • Legge n. 104/1992: Legge quadro per l'assistenza e l'integrazione delle persone con disabilità.

Normative Regionali

  • Piani per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA): diverse regioni italiane hanno adottato piani per garantire l'accessibilità negli edifici pubblici e privati. I PEBA sono stati introdotti nel 1986 con l'articolo 32, comma 21 della legge 41, integrati con l’articolo 24, comma 9, della legge 104 del 1992 che ne ha esteso l'ambito agli spazi urbani. Si tratta di strumenti utili per il monitoraggio e il superamento della barriere architettoniche insistenti sul territorio.

Si stima che circa 1,4 miliardi di persone stiano viaggiando in tutto il mondo. Un miglioramento dell’accessibilità nel settore turistico gioverebbe anche alle persone anziane, soprattutto considerando che la percentuale di persone over 65 anni è destinata ad aumentare dal 9% (dato del 2019) al 16% nel 2050. Le persone con disabilità o con altri requisiti di accesso possono trovarsi di fronte a barriere fisiche, sensoriali, cognitive e culturali nel settore turistico e in molte destinazioni.

All’atto della ricerca di luoghi e servizi turistici adatti, può essere difficile reperire informazioni chiare e precise sull’accessibilità dell’offerta, dei servizi o della struttura di destinazione. Esistono documenti (per esempio codici, norme e guide) che delineano raccomandazioni e requisiti per alcuni aspetti chiave dell’accessibilità in diversi ambienti e servizi. Inoltre, esistono anche norme che fanno riferimento alla Progettazione universale per i servizi di trasporto e gli ambienti di lavoro, senza tenere conto degli aspetti fondamentali dei viaggi e del turismo.

Tuttavia, le norme esistenti presentano delle lacune e possono differire tra i vari Paesi e persino tra le diverse regioni di uno stesso Paese. La maggior parte degli studi sul turismo accessibile ha dimostrato che una delle maggiori difficoltà nell’applicazione delle norme è la mancanza di conoscenza da parte degli operatori turistici degli strumenti esistenti e delle possibili soluzioni. Vi è una carenza di informazioni su dove reperire indicazioni e possono esservi contraddizioni tra le informazioni contenute nelle diverse norme dei vari Paesi e regioni, mentre in alcuni Paesi non esistono norme disponibili.

ISO 21902, Turismo e servizi correlati - Turismo accessibile per tutti - Requisiti e raccomandazioni fornisce le linee guida per facilitare la parità di accesso e fruizione del turismo da parte di persone di tutte le età e abilità. Il nuovo standard è destinato a soddisfare chiunque sia coinvolto nel settore turismo. Ciò include le amministrazioni nazionali del turismo e gli enti del turismo, i comuni e gli enti pubblici responsabili delle politiche infrastrutturali, dello sviluppo e dei quadri legislativi/regolatori. La norma fornisce informazioni sugli aspetti chiave delle politiche, della strategia, delle infrastrutture, dei prodotti e dei servizi e si rivolge a tutte le parti interessate coinvolte nella catena dell’offerta turistica, sia del settore pubblico che privato.

Viaggiare, fare sport, partecipare ad attività culturali e ricreative sono modi normali e gratificanti di usufruire del proprio tempo libero, ma a cui purtroppo non tutti riescono sempre ad accedere. Basti pensare che, secondo i dati ISTAT, degli oltre 3 milioni e 100mila italiani che convivono con una qualche forma di disabilità (il 5,2% della popolazione), solo il 44,4% è soddisfatto del proprio tempo libero, contro il 69,4% del resto della popolazione.

Prendendo in considerazione alcune delle attività ricreative più comuni si evince che solo il 9,3% delle persone affette da disabilità si reca frequentemente al cinema, al teatro, a un concerto o visita un museo durante l’anno, mentre nel resto della popolazione il dato è il 30,8%; d’altra parte, ben il 62,5% dei musei italiani, pubblici e privati, non è attrezzato per ricevere le persone con limitazioni gravi. La pratica sportiva viene esercitata solo dal 9,1% delle persone con disabilità, contro il 36,6% relativo al resto della popolazione, e solo un terzo dei ragazzi con disabilità in età scolare partecipa alle gite scolastiche e condivide esperienze fuori casa con i compagni.

“Con il Progetto SiPuò, abbiamo promosso e sviluppato un modello innovativo di accessibilità e inclusività delle pratiche di turismo e tempo libero che consente alle persone con disabilità e ai loro familiari di poter accedere a questi settori come tutti. È bene precisare che il benessere e l’inclusione sociale delle persone con disabilità e malattie croniche e rare non passano solo dall’assistenza sanitaria e sociale, ma dal garantire una qualità della vita soddisfacente in tutti i campi, compreso quello dello svago, del turismo, del tempo libero e dello sport, aspetti essenziali della vita di una persona”, dichiara Antonella Celano, Presidente di APMARR.

“Nonostante questi aspetti, purtroppo, siano spesso sottovalutati la piena attuazione del diritto di cittadinanza e delle pari opportunità passa anche da qui. In merito al settore turistico, uno studio commissionato dal Parlamento Europeo sull’accessibilità dei servizi e dei trasporti in Europa dimostra che i servizi della filiera turistica e dei trasporti in Italia non riescono a rispondere alle necessità delle persone con disabilità. Eppure in Europa si stimano circa 80 milioni di persone con una disabilità e un potenziale economico diretto derivato dal turismo accessibile, pari a un fatturato lordo di circa 352 miliardi di euro. In Italia, l'ISTAT stima un aumento di viaggiatori con disabilità del 70% entro il 2035, ma solo a patto che le esperienze di turismo e tempo libero diventino sempre più accessibili e inclusive.

“Un Paese a vocazione turistica come il nostro dovrebbe investire maggiori risorse per ottenere livelli di accessibilità più elevati e più soddisfacenti delle proprie destinazioni”, afferma Giovanna Tramonte, Presidente di UILDM Mazara del Vallo. “Come sottolineato dal Rapporto SiPuò, l’accessibilità dovrebbe sempre andare di pari passo con l’inclusione, evitando il più possibile situazioni potenzialmente discriminatorie. In una delle numerose esperienze attuate nell’ambito del Progetto SiPuò, ad esempio, abbiamo attrezzato uno stabilimento balneare rendendolo completamente accessibile, in quanto dotato di tutti gli strumenti idonei a soddisfare le esigenze dei clienti con disabilità, e allo stesso tempo pienamente inclusivo, in quanto gli ombrelloni e i servizi per le persone con disabilità erano collocati uniformemente in mezzo a tutti gli altri.

Il Progetto SiPuò ha operato su tutti i fronti essenziali alla diffusione della cultura dell’accessibilità e inclusione, tra cui quello della formazione, mediante l’erogazione di un corso gratuito di 40 ore, a cui hanno partecipato 78 operatori turistici e del tempo libero selezionati su 270 iscritti, e webinar pubblici sul tema che hanno riscosso un elevato successo. Il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità e l’ascolto delle loro esigenze ha condotto alla definizione di linee guida, raccolte nel Rapporto SiPuò, con l’obiettivo di fornire a tutti criteri pratici per garantire accessibilità e inclusione.

Ma quali sono gli elementi sperimentati dal Progetto SiPuò su cui intervenire per diffondere accessibilità e inclusione? Secondo Piera Nobili, Presidente CERPA-Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità, che da 30 anni contribuisce a promuovere la cultura dell’inclusione sociale, “un sistema ospitale non si realizza solo attraverso una maggiore attenzione tecnica, ma è necessario coniugare il comfort ambientale con una gestione attenta dei servizi e una maggiore attenzione alle esigenze delle persone con disabilità a 360 gradi. Bisogna formare adeguatamente il personale coinvolto e diffondere la consapevolezza dell’importanza dell’accessibilità e dell’inclusività. Ma consapevolezza e buona volontà non bastano da sole, sono necessarie specifiche professionalità, conoscenze e competenze.

“È fondamentale investire per garantire alle persone con disabilità e malattie croniche e rare la possibilità di esercitare pienamente i propri diritti in tutti gli aspetti della loro vita, compresi quelli dello svago e del tempo libero”, dichiara l’On. Massimiliano Panizzut, del Gruppo Lega, già membro della Commissione Affari Sociali. “Grazie al Progetto SiPuò, le famiglie e le persone con disabilità hanno potuto viaggiare, scoprire il mare e la montagna, praticare sport, vivere esperienze culturali, coltivare nuove passioni e stare a contatto con la natura, attraverso una serie di pratiche svolte in tutto il territorio nazionale in modo da garantire la massima accessibilità e inclusione”, conclude Francesca Macari, Presidente di AST.

“Auspichiamo che queste esperienze e la gioia provata dalle persone nel loro svolgimento non debbano essere trovate solo all’interno di progettualità definite, ma che i contenuti e le linee guida del Rapporto SiPuò possano contribuire a diffondere sempre più tali occasioni, rendendole fruibili a tutti. L’accessibilità estesa a tutte le infrastrutture turistiche a portata di ….. Il turismo è uno dei settori con la crescita maggiore dell’economia globale. Si stima che circa 1,4 miliardi di persone stiano viaggiando in tutto il mondo … il settore è responsabile di 1 posto di lavoro su 11 a livello mondiale.

“L’aggiornamento della prassi di riferimento che abbiamo voluto insieme con il Ministero del Turismo - spiega il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli - va nella direzione di garantire servizi e strutture non solo più accessibili ma di assicurare la piena fruibilità degli spazi e una dimensione sociale dell’accoglienza. É fondamentale garantire alle persone con disabilità la possibilità di partecipare alla vita culturale e ricreativa secondo quanto previsto dall’articolo 30 della Convenzione ONU. C’è ancora molta strada da fare, ma insieme possiamo e dobbiamo invertire l’ordine delle priorità e immaginare che nel momento in cui decidiamo di progettare strutture, eventi, servizi, lo dobbiamo fare per tutti. Questo è il salto di qualità e di civiltà che ci permetterebbe di rendere più forti le nostre comunità e tutto il Paese.

“La definizione di queste nuove prassi testimonia la forte attenzione del Governo, del Ministero del Turismo e del Ministro per le Disabilità al tema dell’inclusione. In particolare, l’impegno del mio dicastero sul tema dell’accessibilità nel turismo è assolutamente vivo, tanto che in ciascun provvedimento Mitur in cui c’erano delle risorse a disposizione, abbiamo inserito il turismo accessibile -afferma il Ministro del Turismo Daniela Santanchè. Garantire servizi e strutture sempre più accessibili e inclusive è tra le nostre priorità e riteniamo che si debba lavorare sodo perché il concetto di inclusività sia parte stessa del concetto di turismo. Il documento ora contribuisce a mettere i fornitori di questi servizi nella condizione di realizzare un’offerta - certificabile da organismi accreditati!

“La sostenibilità si articola nelle “3 P” - persone, pianeta, prosperità - delle quali la prima è al centro di una particolare attenzione della normazione: per garantire la sicurezza, la salute, il benessere e l’inclusione, ma sempre di più anche l’accessibilità. Obiettivi che cerca di raggiungere sia con la propria attività “esterna” - le norme che definiscono le caratteristiche di prodotti, servizi, processi e organizzazioni - ma anche con l’organizzazione interna” afferma il Presidente UNI Giuseppe Rossi.

“Un Paese moderno ed evoluto garantisce inclusività e parità di accesso alle persone disabili, che oggi in Italia superano il 5% della popolazione. Per questo, il PNRR, in ognuna delle 6 missioni, prevede interventi mirati in questa direzione. Come in altri settori, per raggiungere questo obiettivo, la certificazione accreditata, grazie ai controlli degli Organismi, insieme alla normazione tecnica, possono rappresentare lo strumento idoneo per attestare che le strutture alberghiere, turistiche e sportive, rispettino i requisiti di accessibilità e permettere loro di godere anche delle agevolazioni fiscali. Da 102 anni svolge attività di normazione tecnica in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario con l’esclusione di quello elettrico/elettrotecnico. Le norme sono documenti che definiscono le caratteristiche (prestazionali, ambientali, di sicurezza, di organizzazione ecc.) di un prodotto, processo, servizio o professione, secondo lo “stato dell’arte”.

Dato Valore
Persone con disabilità nel mondo Oltre 1 miliardo
Aumento stimato viaggiatori con disabilità entro il 2035 (Italia) 70%
Turisti con esigenze di accessibilità in Europa 133 milioni
Introito generato dal turismo accessibile in Europa Oltre 80 miliardi di euro
Popolazione mondiale con disabilità (OMT) 15%
Popolazione nei Paesi sviluppati con almeno una disabilità 25%
Percentuale di persone over 65 prevista nel 2050 16%

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